CI CHIAMANO BAMBINE

L’idea c’era, anche se non è mai stata messa in pratica.  Un trillo avrebbe dovuto interrompere Paola e Chiara nel bel mezzo di "Ci chiamano bambine".

"E’ una canzone sul rapporto conflittuale con i genitori e in generale con la società e il telefonino sarebbe comparso sul palco accompagnato dalla frase: "E’ tua mamma".
 Noi avremmo risposto: "Anche qui?".  Oggi, infatti, per i ragazzi il cellulare serve soprattutto per tranquillizzare i genitori: una sorta di cordone ombelicale tecnologico.

Il titolo della canzone è un po’ polemico verso tutte quelle persone che tendono un po’ a trattarci come delle bambine: a noi capita perché abbiamo un aspetto che dimostra meno anni rispetto a quelli che in realtà abbiamo.
Quando qualcuno ci conosce pensa di trovarsi di fronte a due ragazzine non troppo cresciute, ma poi, a poco a poco, si rende conto che siamo due "piccole adulte" con le idee chiare, la voglia di divertirsi, ma anche la determinazione di costruirsi una carriera.

La provocazione è rivolta, poi, anche a tutte le persone che tendono a trattare i ragazzi, in generale la nostra generazione, come delle teste vuote... E, quindi, noi ci ribelliamo pubblicamente a questo appellativo :-)

Anche se, in fondo, forse è vero che non si cresce mai completamente..."