approvato con il rifiuto a parlarne e a votare del gruppo del polo e l'astensione del gruppo cls
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
Considerata l'importanza di affrontare comunque le questioni associate alla salvaguardia dei diritti civili e dei principi sanciti nella Costituzione della Repubblica;
Considerato che nonostante la ripetuta iscrizione all'ordine del giorno non abbia discusso in tempo utile la mozione in sostegno al Gay Pride già presentata dal Gruppo dei Comunisti Italiani;
Ritenuto comunque necessario esprimersi sulla questione anche dopo il positivo svolgimento della manifestazione stessa;
Viste le polemiche precedenti all’organizzazione a Roma del Gay Pride, marcia annuale per i diritti dette persone omosessuali, e alla proposta del Presidente del Consiglio di relegare la manifestazione in una zona delimitata della capitale, limitandone parte dello svolgimento e isolandola dal resto della città;
considerato come il Gay Pride, e il World Pride che ne è la forma internazionale, rappresenti da tempo una delle manifestazioni democratiche in cui si vuole far emergere il secolare destino di invisibilità sociale a cui tante generazioni di donne e uomini omosessuali sono state condannate;
sottolineato come la sventuarata e poi scongiurata ipotesi di confinare la manifestazione in un luogo isolato dalla città avrebbe significato riproporre, nei fatti, una condanna all’emarginazione e all’invisibilità e avrebbe costituito nei fatti una negazione del diritto universale ad esprimere le proprie idee ed a manifestare pacificamente, garantito dalla Costituzione della Repubblica Italiana;
ricordato come gli omosessuali siano un gruppo sociale che ha pagato con migliaia di morti nei lager nazisti il suo tributo alla costruzione dell'Europa democratica e ancor oggi siano sottoposti a minacce continue avanzate di gruppi del neofascisrno italiano;
richiamati invece
· L'art. 3 della Costituzione italiana che afferma che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali";
· L'art. 17 della Costituzione italiana che garantisce il diritto a riunirsi pacificamente, anche all'aperto e senza preavviso;
· Il Trattato di Amsterdam ed il Trattato sull'Unione Europea;
· La risoluzione del Parlamento Europeo sul rispetto dei diritti umani nell'Unione Europea (1998-1999)
Rilevato Come il diritto costituzionale della Chiesa Cattolica ad esercitare il proprio magistero ed a festeggiare il giubileo non venga leso dalla manifestazione del gay pride, ma anzi, debba valere il principio liberale per cui tale diritto debba esercitarsi parallelamente a quello di manifestare pacificamente richiesto dagli organizzatori del gay pride;
IMPEGNA IL SINDACO
ad esprimere il consenso del Consiglio Comunale presso il Governo e le istituzioni competenti per la giusta scelta di garantire a Roma la libera espressione di manifestazioni come il Gay Pride e di operare affinché sia riaffermata una cultura della tolleranza e della non violenza nel quadro del pluralismo e del rispetto tutte le scelte individuali.
La discussione della mozione di seguito riportata è stata rimandata e poi è "scomparsa" dall'ordine del giorno del Consiglio Comunale
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
Viste le polemiche di questi giorni in seguito all’organizzazione a Roma del Gay Pride, marcia annuale per i diritti dette persone omosessuali, e alla proposta del Presidente del Consiglio di relegare la manifestazione in una zona delimitata della capitale, limitandone parte dello svolgimento e isolandola dal resto della città;
considerato come il Gay Pride, e il World Pride che ne è la forma internazionale, rappresenti da tempo una delle manifestazioni democratiche in cui si vuole far emergere il secolare destino di invisibilità sociale a cui tante generazioni di donne e uomini omosessuali sono state condannate;
sottolineato come confinare la manifestazione in un luogo isolato dalla città significherebbe riproporre, nei fatti, una condanna all’emarginazione e all’invisibilità e costituirebbe nei fatti una negazione del diritto universale ad esprimere le proprie idee ed a manifestare pacificamente, garantito dalla Costituzione della Repubblica Italiana;
ricordato come gli omosessuali siano un gruppo sociale che ha pagato con migliaia di morti nei lager nazisti il suo tributo alla costruzione dell'Europa democratica e ancor oggi siano sottoposti a minacce continue avanzate di gruppi del neofascisrno italiano;
udite le incredibili dichiarazioni del Presidente del Consiglio che si è detto costretto dalla Costituzione a permettere comunque lo svolgimento della Manifestazione;
richiamati invece
Rilevato Come il diritto costituzionale della Chiesa Cattolica ad esercitare il proprio magistero ed a festeggiare il giubileo non venga leso dalla manifestazione del gay pride, ma anzi, debba valere il principio liberale per cui tale diritto debba esercitarsi parallelamente a quello di manifestare pacificamente richiesto dagli organizzatori del gay pride;
IMPEGNA IL SINDACO
Ad attivarsi presso il governo e le altri istituzioni competenti affinché sia garantita a Roma la libera espressione di manifestazioni come il Gay Pride e sia riaffermata una cultura della tolleranza e della non violenza nel quadro del pluralismo e del rispetto tutte le scelte individuali.