approvato durante la seduta del 22.3.2002 con voto favorevole di comunisti italiani, ulivo e rifondazione comunista e voto contrario del gruppo CLS e del gruppo del polo
interventi a favore di Pescini (ulivo), Pantani (PdCI), Mazzei (PRC), interventi contro di Dorrigoni (polo)
presentato 22.02.2002 da Comunisti Italiani, Ulivo e Rifondazione Comunista
OGGETTO “Istituzione della Tobin Tax contro le speculazioni sulle transazioni finanziarie”
ILCONSIGLIO COMUNALE
CONSIDERATO
che la sempre maggiore finanziarizzazione ha trasformato profondamente la struttura dell’economia mondiale, spostando le risorse dalla produzione materiale di beni e servizi alle speculazioni sul prezzo del denaro e sui valori mobiliari;
che la liberalizzazione dei mercati finanziari ha aumentato l'instabilità del sistema economico ed aggravato le disuguaglianze sociali;
che la tutela degli interessi delle lobby finanziarie limita la capacità di intervento delle istituzioni democratiche e degli Stati sovrani e si contrappone al perseguimento dell'interesse generale;
che le transazioni valutarie a fini speculativi (che oggi rappresentano il 95% del volume globale delle transazioni) hanno raggiunto livelli esorbitanti (1.800 miliardi di dollari al giorno) provocando crisi sistemiche sempre più drammatiche e frequenti che travolgono la dimensione reale dell’economia, cioè la produzione ed i consumi materiali, il lavoro, i bilanci pubblici e che gli investimenti con finalità speculative sottraggono preziose risorse allo sviluppo delle economie reali e alle politiche sociali
CONSTATATO
che per ripristinare un migliore rapporto tra economia virtuale ed economia reale, per stabilire una migliore redistribuzione delle risorse e per reperire risorse da destinare alle politiche di sviluppo interne ed internazionali, è necessario introdurre meccanismi che scoraggino i movimenti di capitale per speculazioni a breve termine;
CONSIDERATO
che la proposta fatta dal premio Nobel James Tobin nel 1972 rappresenta un utile strumento in questo senso. La "Tobin Tax" ha infatti l’obiettivo di preservare e aumentare l’autonomia delle politiche macroeconomiche e monetarie nazionali o regionali (nel caso dell’Unione europea, ad es.) e di rendere i tassi di cambio più aderenti alla realtà delle economie reali e meno dipendenti dalle aspettative di breve periodo e dalle speculazioni, attraverso la tassazione dei movimenti valutari rapidi. Si tratta di un prelievo limitato, pari allo 0,05-0,1% da applicare a tutte le transazioni valutarie. Un'aliquota così bassa non disincentiverebbe gli investimenti produttivi e di medio-lungo periodo, mentre renderebbe più costosi quelli speculativi e di breve periodo, contribuendo a disincentivarli.
che l’introduzione della Tobin Tax nei paesi più industrializzati ed in quelli in cui il movimento dei capitali finanziari viene utilizzato per sottrarre risorse ai paesi più poveri consentirebbe di raccogliere una quantità di fondi quale contributo significativo da destinare a progetti concreti contro le disuguaglianze a livello planetario: per la promozione dell’istruzione e della sanità pubblica nei paesi poveri, per la sicurezza alimentare, per lo sviluppo sostenibile, per la prevenzione e la tutela nei confronti dei disastri ambientali;
PRESO ATTO
che lo stesso Trattato di Maastricht, all’articolo 59, consente di imporre restrizioni amministrative sui capitali importati o esportati per un periodo limitato di sei mesi, che può essere reiterato;
che l’Unione europea potrebbe introdurre la Tobin Tax a livello regionale, evitando gli "svantaggi competitivi" rispetto agli investimenti che deriverebbero ad un singolo paese rispetto a tutti gli altri;
che introdurre una tassa sui movimenti speculativi renderebbe più stabile la moneta unica e, soprattutto, ridurrebbe i vincoli sulla spesa pubblica che attualmente vengono imposti dal patto di stabilità;
che attualmente l’Intergruppo del Parlamento europeo "Tassazione del capitale, fiscalità, mondializzazione" sta portando avanti un lavoro tecnico e politico sulla questione della fattibilità e delle condizioni di attuazione della Tobin Tax a livello europeo e a tal fine il 27 giugno scorso si è avuta un’audizione pubblica con vari economisti e Charles Picqué, ministro belga dell’economia;
che nei parlamenti di vari paesi europei la discussione su questo tema si sta ampliando; che in Gran Bretagna e Spagna sono stati presentati progetti di risoluzione al riguardo, che in Belgio sia la Camera che il Senato hanno adottato una risoluzione a favore dell’introduzione della Tobin Tax, in Francia vi è stato un’analoga discussione in sede di Finanziaria;
che nella società civile si sta creando un movimento di opinione favorevole alla tassazione delle operazioni speculative sulle transazioni finanziarie delle valute, testimoniato dalla nascita dei gruppi di ATTAC, l’associazione che promuove la Tobin Tax, in Danimarca, Svezia, Finlandia - oltre che Francia e Spagna dove è attiva già da diversi anni - e ora anche in Italia;
IMPEGNA IL SINDACO
1) a sostenere la campagna per l’introduzione della Tobin Tax e a collaborare con ATTAC e con tutte le associazioni locali che promuovono la campagna
2) a promuovere a livello locale un’azione di informazione e sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza, degli operatori scolastici, degli operatori economici e finanziari sui temi della finanza internazionale e in particolare della Tobin Tax, in collaborazione con ATTAC e con le associazioni locali impegnate in merito
3) ad intervenire con i mezzi a propria disposizione sul governo affinché si attivi e si impegni
a stimolare un processo di riforma globale del sistema finanziario internazionale e delle sue istituzioni in una logica di armonizzazione e di trasparenza delle decisioni agendo in particolare modo contro i paesi denominati “paradisi fiscali” e la criminalità finanziaria.
a promuovere a livello nazionale, europeo e internazionale, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie a breve termine, in particolare su quelle che speculano sui cambi valutari (Tobin Tax);
a destinare gli introiti derivanti da questa tassa per sviluppare l’occupazione, per migliorare lo stato sociale, per cancellare il debito estero e per finanziare politiche di sviluppo sociale nei paesi più poveri;
a promuovere, al contempo e a questo fine un ampio dibattito sia nel Parlamento italiano che in quello europeo, come in tutte le istanze internazionali democraticamente rappresentative di cui fa parte;