Testo concordato tra Comunisti Italiani Rifondazione Comunista e L’Ulivo
BILANCIO 2002
Come sempre, alle parole non seguono i fatti…
Il polo ha parlato per anni di devolution, di decentramento dei poteri e delle competenze, accusando il centrosinistra di fare troppo poco sulla strada del federalismo.
I cittadini italiani hanno votato proprio pochi mesi fa per confermare la modifica dell’articolo V della costituzione italiana, riguardante il nuovo ruolo delle regioni, delle province, dei comuni.
Questa modifica veniva dopo una serie di provvedimenti che davano più poteri, più competenze e quindi maggiori finanziamenti agli enti locali, e siamo sicuri che di questo si siano accorti i cittadini della nostra comunità.
La finanziaria del polo taglia le gambe a questo processo che avrebbe permesso anche quest’anno ai comuni di avere più capacità di autofinanziamento e più risorse da destinare ai servizi per i cittadini.
Il polo ha cambiato totalmente questa impostazione: i comuni non possono superare il tetto di spesa del bilancio 2000 in misura superiore al 6%: il 6% di maggiore spesa è stato già superato nel 2001 dalla gran parte dei comuni per recuperare il tasso di inflazione e per adeguarsi ai costi del nuovo contratto dei lavoratori.
Porre un limite come questo per il 2002 significa costringere gli enti locali a tagliare i servizi, a non corrispondere pienamente alle esigenze soprattutto delle fasce più deboli della popolazione.
Il nostro comune mantiene comunque tutti i precedenti servizi offerti ai sancascianesi, riservandosi di recuperare lo scarto (circa il 3% di maggiore spesa) con operazioni finanziari che potranno essere fatte durante l’anno corrente.
I precedenti governi, con il voto positivo di rifondazione comunista, avevano stabilito una percentuale sempre più alta di compartecipazione di ogni singolo comune per l’irpef pagata dai suoi cittadini residenti (sino al 4.5%).
Si è mantenuto il principio della compartecipazione, grazie alle modifiche apportate in parlamento su proposta dell’opposizione, ma si è stabilito che per quest’anno i comuni non potranno ricevere dall’i9rpef una lira di più rispetto ai trasferimenti avuti dallo stato l’anno scorso.
Per un comune come il nostro, che da più di 20 anni è considerato comune “sottodotato” nei finanziamenti (Impruneta e Fiesole con una popolazione e un territorio inferiore ai nostri hanno sempre ricevuto più soldi dallo stato) questo significa un danno di qualche centinaio di milioni. Inoltre per i prossimi anni sono stati previsti tagli ai trasferimenti nell’ordine dell’1% (2002), del 2% (2003), del 3% (2004) perché i comuni dovrebbero risparmiare sugli acquisti accedendo alle convenzioni fatte dal ministero del tesoro. A parte la negazione ulteriore del principio di federalismo, a parte l’impostazione centralistica –lo stato decide o i comuni acquistano dalle sue graduatorie o si vedono tagliare i finanziamenti- per ora non è assolutamente chiaro di che entità saranno i risparmi, è chiara solo l’entità dei tagli statali.
Come si vede, il governo Berlusconi vorrebbe che i comuni gestissero sempre meno direttamente i servizi essenziali, privatizzandoli progressivamente.
NOI NON SIAMO D’ACCORDO.
Per quanto riguarda le entrate, manteniamo l’irpef invariata, non aumentiamo l’ICI sulla prima casa, la più bassa dell’intera provincia, salvaguardando una conquista di quasi il 90% dei nostri concittadini, e mantenendo le alte detrazioni per i redditi inferiori. Aumentiamo lievemente l’aliquota ordinaria dell’ICI passando dal 6.8 per mille al 7 per mille. Questo comporterà un aumento medio per i negozi, i laboratori artigianali di circa 2-3 euro al mese. La tassa sui rifiuti dovrà per legge coprire entro il 2003 il 100% dei costi del servizio. Noi copriamo oggi circa l’88%. Per ottemperare alla legge dobbiamo aumentare per quest’anno di un 5% la tassa –aumento medio 1 euro a famiglia al mese- ancora questa tassa verrà aumentata nel bilancio 2003. Per i servizi a domanda individuale aumenterà, a partire dal prossimo anno scolastico la tariffa ordinaria del trasporto, mentre rimarrà invariata la tariffa agevolata per i redditi più bassi. Vogliamo ricordare che questa tariffa copre circa il 25% del costo di questo servizio, e quindi non è certo una tariffa esosa. Per la mensa sono previsti lievi aumenti. Vale anche per questo servizio il discorso fatto per il trasporto scolastico.
Questi aumenti permetteranno di mantenere gli attuali standard di prestazione che, per unanime considerazione, sono piuttosto elevati.
La totalità degli aumenti contribuirà ad assicurare servizi essenziale come i due asili nido, la nuova biblioteca comunale, assistenza verso gli anziani e le categorie più deboli presenti nel nostro territorio (pensiamo solo ai contributi per le famiglie sfrattate).
Vogliamo concludere sottolineando un aspetto sempre più importante per l’economia del nostro territorio: nel 1995 le presenze turistiche a San Casciano erano 4000, nel 2001 siamo a 90000. Il Chianti è ormai una meta irrinunciabile per tanti turisti, considerata dappertutto “la più bella campagna del mondo”.
Noi siamo orgogliosi dell’apprezzamento universale per i nostri prodotti tipici, il nostro ambiente naturale, le nostre bellezze artistiche, in poche parole la nostra qualità della vita. Non ci sembra però sopportabile che i vantaggi economici di questa situazione ricadano solo su alcune, se pur meritorie, categorie (agriturismi, fattorie agricole, operatori commerciali), mentre il costo dei servizi (rifacimento strade etc.) ricade su tutta la comunità. Abbiamo ritenuto giusta la legge che ha fatto nascere e ha promosso la legge del “fenomeno agriturismi”.
Riteniamo che oggi questo settore sia uno degli assi portanti dell’economia locale e pensiamo che si potrebbe in futuro arrivare ad una modifica della legge, permettendo ai comuni di avere più risorse: gli agriturismi potrebbero pagare l’ICI, e la parte locale dell’aliquota IRPEF da cui oggi sono esenti. Non solo per un principio di equità fiscale a un guadagno deve corrispondere un contributo per la comunità, ma riterremmo questa una spinta fondamentale per affrontare le sfide che la nuova identità di San Casciano richiede.
Comunisti Italiani Rifondazione Comunista L’Ulivo