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COMUNICATO STAMPA DEL 09.11.1999

 

Oggetto: dibattito organizzato a San Casciano dalla lista Cattolici Laici e Socialisti sulla caduta del muro di Berlino.

 

I Comunisti Italiani di San Casciano esprimono seria preoccupazione per il dibattito organizzato dalla lista Cattolici Laici e Socialisti (CLS) di San Casciano. Un dibattito che non vede nessuna presenza che rivendichi con forza la propria continuità storica, politica ed ideale con il Partito Comunista Italiano. Infatti i DS hanno, per bocca del loro segretario nazionale, dichiarato l'inconciliabilità del comunismo con la libertà mentre il PRC non ha più come riferimento la storia e la prassi del PCI ma un generico antagonismo ribellista. Il dibattito, proprio per l'assenza di coloro che la storia del muro rivendicano, può quindi profilarsi come una brutta iniziativa anticomunista certamente meno grave della giornata anticomunista organizzata dai giovani fascisti fiorentini ma comunque preoccupante.

La storia del comunismo italiano e del movimento comunista internazionale, certamente costellata da errori gravi e drammatici, ha permesso un grande progresso economico, sociale e culturale del nostro Paese e dell'Europa. Proprio la presenza dell'URSS e delle democrazie popolari, il suo sostegno attivo del PCI nei difficili anni del fascismo prima e della ricostruzione della democrazia italiana, hanno reso possibili le lotte per i diritti dei lavoratori, quelle lotte che imponendo una distribuzione del reddito hanno permesso un grande progresso delle condizioni di vita delle classi popolari.

Noi comunisti italiani ci sentiamo orgogliosi della rivendicazione di quella storia, consapevoli anche di doverci confrontare con quelle tragedie di cui quella storia è stata costellata. Certamente che oggi indispensabili libertà personali si sono affermate nei Paesi in cui con fatica era stata tentata la costruzione di una alternativa al capitalismo, queste libertà, però, non hanno portato benessere per le classi popolari che hanno visto peggiorare le proprie condizioni di vita con l'eccezione della ex-DDR e dei Paesi baltici. La sfida dei comunisti nel prossimo secolo è proprio quella di conciliare le libertà, la democrazia e il comunismo.

Un ultimo capitolo riguarda infine la dissoluzione della Yugoslavia che le modifiche agli assetti geopolitiche indotte dalla caduta del muro hanno comportato. La dissoluzione di quel muro ha trasformato il ruolo politico della Germania che ora è proporzionale alla propria potenza economica. Tra le conseguenze vi sono i molti morti conseguenti all'insorgere del nazionalismo croato, bosniaco mussulmano, albanese ed in parte serbo. Questa è la più grave conseguenza della caduta del muro che certamente non costituisce alcun motivo per il suo rimpianto ma deve esser monito per gli entusiasmi degli anticomunisti che siano Berlusconi, o il Sardelli (CLS).

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