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il commento sul fatto "dell'aggressione a Berlusconi" è stato già espresso più che efficacemente dal presidente del partito - aggiungiamo alcuni pensieri del 5.1.2005 sul "clima" del dopo

la lesa maestà

Nella scorsa legislatura del comune l’opposizione presentò un Ordine del Giorno in cui molto seriamente il consiglio comunale avrebbe dovuto chiedere scusa a Berlusconi.

La vicenda tenne banco qualche giorno ed ottenne la sua piccola notorietà sui giornali. La colpa di cui il comune si era macchiato era quella di lasciare un messaggio pre-registrato un giorno di sciopero in cui si comunicava che il centralino non era in servizio per sciopero contro il governo di Berlusconi.

Perché me ne ricordo ora?

Per l’idea della “lesa maestà” che trapelava dall’OdG. Facendo parte di quel consiglio comunale riflettei al di la dell’ilarità iniziale che la vicenda aveva causato a me e a tutti gli altri membri della maggioranza. La parte preoccupante, che ci tenni a sottolineare con forza in consiglio, era il clima di servilismo e di sottomissione per cui dichiarare di fare qualcosa “contro Berlusconi” è di per sé un’offesa. Berlusconi diventerebbe intoccabile e incontestabile come se fosse un essere superiore, un re.

La vicenda di questi giorni mi ha richiamato alla mente questo piccolo episodio: il piccolo servo si è cosparso il capo di cenere e ha chiesto umilmente perdono; visto il pentimento il monarca benevolo glielo ha accordato. Monarca benevolo contro i suoi stessi uomini che chiedevano la testa del tapino per l’affronto che aveva fatto. Quasi un santo.

Impossibile denunciare o riportare al giusto contesto l’accaduto, pena essere insultati, ridicolizzati, accusati delle peggiori nefandezze e violenze verbali per l’unica colpa di aver analizzato razionalmente e non di aver adorato incondizionatamente.

Solo chi conosce di persona il malcapitato può sapere se è stato trascinato in un gioco più grande di lui o se ne era conscio.

A noi osservatori rimane lo sdegno per questo pezzo di teatro basato sul niente; rimane lo sdegno del contesto in cui è cresciuto (unico argomento degno di attenzione oltre alla distruzione portata dallo tsunami); rimane la preoccupazione per questo potere che riesce a oscurare i morti, la tragedia umanitaria, la guerra, la finanziaria, il rimpasto di governo e tutto ciò che c’è stato nell’ultimo scorcio del 2004 per farci parlare di un cavalletto, di un re e della sua lieta novella.

Rimane infine lo sconcerto per questo clima di servilismo e di sottomissione per cui esiste il peccato di "lesa maestà".

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