DIECI SCHEDE: LE PROPOSTE DEI COMUNISTI PER IL GOVERNO DEL PAESE
Roma, 3 marzo 2005
Il Partito dei Comunisti Italiani intende portare avanti la sua azione politica in continuità con la migliore tradizione dei comunisti in Italia, con la loro vocazione e tradizione a combattere per la libertà, per la democrazia, per gli interessi dei lavoratori e di tutto il paese, nella prospettiva di superare le contraddizioni del sistema capitalistico. Siamo convinti della necessità di una rinascita dell'Italia secondo i principi tutt'oggi validi, moderni ed attuali della Costituzione repubblicana e antifascista. Il nostro è un contributo per il programma di tutto il centrosinistra, per una inversione di tendenza dopo anni di declino economico, sociale ed etico dovuto alla devastante azione del governo delle destre.
1. L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". L'art. 1 della nostra Costituzione è il principio cardine, vivo e moderno, a cui ci ispiriamo, come comunisti, nella nostra azione politica. Occorre ridare rappresentanza e centralità politica al mondo del lavoro, quello classico e quello nuovo, frammentato e precario.
2. "PIU STATO MENO MERCATO" PER UN NUOVO SVILUPPO
Il sistema produttivo italiano attraversa una pericolosa fase di declino. Le grandi industrie stanno smobilitando o sono fortemente indebitate. Le medie aziende, tessuto portante dell'economia, hanno problemi di competitività, sono tentate a delocalizzare invece che ad investire sulla qualità dei prodotti.
Occorre rilanciare una nuova idea di intervento pubblico nell'economia, "più stato e meno mercato" contro il furore ideologico delle privatizzazioni. Siamo per la realizzazione di una grande piano di rinascita economica creando strumenti operativi finalizzati ad intervenire sui settori in crisi e sostenere quelli in via di sviluppo attraverso la ricerca e l'innovazione di prodotto. Serve una forte politica di sostegno per la piccole e medie imprese e per la qualificazione e la formazione permanente della forza lavoro. E' necessario un grande sforzo per affrontare quella che si propone come una nuova questione meridionale. Lo sviluppo deve essere compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e con il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. L'Italia deve porsi in prima fila nel rispetto del protocollo di Kyoto e nello sviluppo delle fonti rinnovabili. Proponiamo al creazione di un'agenzia pubblica per l'energia. Il nostro paese ha bisogno di grandi infrastrutture per la mobilità metropolitana, regionale ed interregionale, e non di opere inutili e faraoniche.
3. ISTRUZIONE PUBBLICA E GRATUITA PER TUTTI
La riforma Moratti reintroduce la scuola di classe aumentando l'uscita dai percorsi formativi, anticipando la scelta fra licei e formazione professionale e demotivando e umiliando il personale docente. I Comunisti italiani sono per la piena attuazione del principio costituzionale del diritto allo studio attraverso l'estensione dell'obbligo scolastico fino a 18 anni e con la completa gratuità della scuola dell'obbligo. Siamo per la netta separazione fra scuole pubbliche e private, queste ultime non devono essere sostenute dallo Stato.
Per una nuova scuola pubblica occorre l'abrogazione della legge Moratti ed una riforma che valorizzi il personale scolastico e i docenti, che avvii processi di formazione permanente per gli insegnanti e che renda vivibile gli ambienti e le strutture scolastiche, per noi concepiti come luoghi di socialità e di crescita umana e non solo di mero apprendimento.
4. IN DIFESA DELLE PENSIONI E DELLO STATO SOCIALE
Il diritto ad una giusta e serena vecchiaia, il diritto alla salute e all'assistenza sono principi inviolabili e modernissimi. Il sistema previdenziale deve reggersi sulla struttura pubblica, separando i costi di assistenza e previdenza. La previdenza privata e integrativa può solo essere complementare e non obbligatoria in quanto riservata di per sé a fasce abbienti di lavoratori. Occorre sviluppare forme di copertura previdenziale per quanti oggi svolgono lavori flessibili e precari e che non maturano alcun diritto.
Serve una sanità pubblica di qualità così come un nuovo stato sociale in grado di garantire un livello di vita dignitoso per tutti i cittadini e tutti i lavoratori e non solo a coloro in grado di pagarsi i servizi. Bisogna garantire il diritto alla casa e mettere fine alle speculazioni immobiliari pubbliche e private.
L'Italia ha un grande patrimonio intellettuale che non viene utilizzato e che, invece, va valorizzato e promosso per uno sviluppo libero e senza censura della cultura e dei saperi diffusi. Occorre rilanciare i centri di ricerca pubblici a partire da quelli di eccellenza, riportare le università al loro ruolo di ricerca e formazione, mettere le intelligenze al servizio del Paese e non degli interessi privati.
Il mondo della cultura, dello spettacolo e della comunicazione deve trovare attenzione da parte dello Stato che deve favorire adeguati canali di veicolazione e di fruizione.
Il diritto all'accesso alle nuove tecnologie e alla società dell'informazione è elemento indispensabile di crescita democratica.
Occorre fermare la devastante privatizzazione dei beni culturali così come quella della Rai.
6. CONTRO LE RIFORME ANTICOSTITUZIONALI, PER LA DEMOCRAZIA
La Costituzione repubblicana viene attaccata nei suoi principi e valori fondanti in un processo eversivo che mira al suo completo scardinamento. Vengono messi in discussioni i principi fondamentali dei diritti delle persone (lavoro, istruzione, salute) viene messa in discussione l'unitarietà dello Stato con la proposta di devoluzone che altro non è se non l'avvio della rottura nazionale, basti pensare alla regionalizzazione di scuola e sanità e all'istituzione della polizia regionale.
La riforma in chiave presidenzialista snatura le funzioni delle assemblee rappresentative e tende ad aumentare sempre di più la deriva personalistica della politica, sostenuta in questo da un odioso revisionismo culturale che attacca la matrice antifascista della Repubblica.
Siamo favorevoli alla riduzione del numero dei parlamentari ed alla diversificazione delle funzioni fra Camera e Senato, ma la riforma costituzionale del centrodestra, oltre a sovvertire la Costituzione nei sui valori più profondi, propone una caos funzionale, aumenta i conflitti di competenza ed umilia gli enti locali introducendo il centralismo delle Regioni.
7. PER UNA GIUSTIZIA AUTONOMA AL SERVIZIO DEI CITTADINI
L'attacco alla magistratura è una costante del governo Berlusconi. Le leggi ad personam sono una pagina nera della storia italiana. Il conflitto di interessi, (nei confronti della magistratura così come dei media) è una costante nell'operato del governo. Nell'agenda del centrosinistra deve esserci una nuova norma, seria, sul conflitto di interessi.
Occorre ripristinare l'autonomia della Magistratura e metterla al riparo dalle continue interferenze politiche. Serve una giustizia - penale e civile - che risponda innanzitutto alle richieste dei cittadini di un giusto processo, di tempi celeri e che questo avvenga nel rispetto delle garanzie degli imputati ma anche con la certezza della pena.
Occorre garantire il diritto alla sicurezza per i cittadini rimettendo all'ordine del giorno la lotta contro le varie forme di criminalità organizzata e combattendo gli intrecci fra questa e il mondo politico.
8. PER UN MONDO DI PACE, L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali", l'art.11 della Costituzione è un punto di riferimento per la nostra politica internazionale.
Siamo decisamente contrari e ostacoleremo in tutti i modi la dottrina della guerra preventiva e permanente portata avanti dall'amministrazione statunitense di Bush e appoggiata da Berlusconi.
L'unipolarismo americano sta aumentando l'instabilità e le fratture fra paesi ricchi e paesi poveri.
Siano contrari ad ogni forma di terrorismo e di integralismo, ma la guerra in Iraq sta alimentando il terrorismo invece di sconfiggerlo. Ci opponiamo a tutti coloro che sostengono la tesi dello scontro di civiltà convinti che serva una politica di dialogo che parta dai paesi del bacino del Mediterraneo e si allarghi verso tutto il sud del mondo.
Siamo convinti che la pace nel mondo abbia bisogno anche di politiche che mirino a riequilibrare e superare le differenza economico sociali fra nord e sud, per questo proponiamo l'azzeramento del debito, la tassazione dei capitali speculativi internazionali ed efficaci politiche di cooperazione.
9. PER UN'EUROPA DEI POPOLI, POLITICA E FEDERALE
Siamo favorevoli al trattato costituzionale europeo convinti che rappresenti un primo passo per la costruzione di un'Europa intesa come soggetto politico e non come mera area di libero mercato. Il trattato ha profondi limiti per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti sociali e la costruzione dell'Europa politica ma occorre lavorare per il suo miglioramento.
L'Europa politica deve essere in grado di decidere a maggioranza e si deve avviare verso una struttura realmente federale e democratica che superi l'attuale intreccio fra tecnocrazia e governi nazionali.
Siamo per un Europa che divenga realmente autonoma rispetto agli USA, polticamente ed econmicamente. Sono ormai mature le condizioni per avviare un processo di superamento della NATO. Questo può avvenire dotando l'Unione Europea di un proprio sistema autonomo di difesa e di sicurezza.
10. UNA SOCIETA' LIBERA, LAICA E PARITARIA
Siamo per la difesa della piena laicità dello Stato che oggi viene messa in seria discussione da una forte pressione esercitata dagli ambienti più retrivi e conservatori delle gerarchie ecclesiastiche e dai suoi affiliati politici.
Siamo fermamente convinti che occorra portare avanti una battaglia per il riconoscimento della piena parità dei diritti civili per tutti i cittadini, senza distinzione di età, sesso, religione, appartenenza politica o culturale. Ci battiamo per un a politica di piena parità e di pari opportunità per le donne. Proponiamo il riconoscimento delle coppie di fatto e dei pieni diritti civili per gli omosessuali, Nei confronti degli immigrati extracomunitari serve una politica di accoglienza e di integrazione il cui primo passo è l'abrogazione della legge Bossi-Fini, per poter poi giungere al pieno riconoscimento dei diritti politici per a partire dal diritto di voto (politico e amministrativo).
Una società libera deve far cadere assurdi proibizionismi, chiediamo la legalizzazione delle droghe leggere.