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SVITAGATTI: CONTINUA IL MISTERO DELLA SUA SCOMPARSA Roma: (ANSA) A venti giorni dalla misteriosa sparizione di mons. Aurelio Svitagatti le indagini non hanno in alcun modo chiarito la singolare vicenda. Ricordiamo che il prelato scomparve dalla Basilica di S.Pietro il giorno dell’imprevista chiusura anticipata della Porta Santa. Nel frattempo le voci piú incontrollate hanno cominciato a circolare nei confronti dell’introvabile monsignore. A puro titolo di cronaca, riferiamo che antichi strumenti di tortura, giá appartenuti al Tribunale dell’Inquisizione (oggi Sant’Uffizio) e giacenti da lungo tempo in certi solai abbandonati dei Palazzi Apostolici, sarebbero stati restaurati in tutta fretta. Le stesse fonti, vicinissime ai vertici della Segreteria di Stato (ossia facchini, usceri, pulisci-cessi e monnezzari), riferiscono che Svitagatti sarebbe stato giá sottoposto ai supplizi della “ruota” e della “Vergine di Norimberga” Il presidente del Consiglio, on. Massimo D’Alema, ha manifestato la preoccupazione del governo italiano per il caso: “Siamo intervenuti in Kossovo, in Bosnia, ed a Belgrado. Non escludo certo un intervento armato dell’Italia in Vaticano se si provasse che questo paese commette violazioni ai diritti umani e civili.” Il premier ha poi aggiunto a bassa voce: “Anche se il tipo [mons. Svitagatti, ndr] sembra piuttosto inumano e decisamente incivile”
SVITAGATTI: LA S.SEDE SMENTISCE Cittá del Vaticano: (ANSA) Nel corso di un’affollata conferenza stampa tenuta nella Sala Stampa Vaticana, la Santa Sede, attraverso il suo portavoce ufficiale mons. Joaquim Navarro, ha fatto conoscere la sua posizione sul caso Svitagatti. “Ci troviamo di fronte ad un attacco di inaudita violenza contro le istituzioni della Chiesa, con argomenti che nemmeno la piú grossolana propaganda anticlericale si é mai sognata di usare. Leggo sulla stampa di oggi che nel parcheggio sotterraneo del Gianicolo, inaugurato ieri dal S.Padre, ci sarebbe un settimo livello, segreto, attualmente usato come carcere e camera di tortura per mons. Svitagatti !” “Davanti a simili menzogne non vale nemmeno la pena di replicare” ha concluso mons. Navarro. Riferisce il corrispondente del Diario di Madrid, che – a microfoni spenti – Joaquim Navarro avrebbe farfugliato in spagnolo: “Se lo acchiappo altro che camera di tortura...lo porto a casa mia e con lo schiaccianoci ed il passapatate...” La circostanza non é stata peró confermata dal collega Joseph “Sepp” Himmel-Kraut del Frankfurter Allgemeine, il quale ha a sua volta dichiarato: “Ich no kapire spagnolen del Katz”, lasciando nel dubbio se si riferisse all’organo virile od all’arcinoto felino eponimo.
SVITAGATTI: VISTO IN COLOMBIA Santa Fe de Bogotá: (Reuters) In un dispaccio diffuso in serata, l’agenzia Reuters riferisce che mons. Aurelio Svitagatti sarebbe stato riconosciuto nell’aeroporto internazionale El Dorado di Bogotá, proveniente da Medellín ed in transito per una non specificata destinazione europea. Suor Maria Micina, delle Piccole Miagolanti del Gattin Gesú (uno dei molti ordini monastici fondati dall’ intraprendente monsignore), che casualmente si trovava nell’aeroscalo, ha immediatamente riconosciuto il suo amato fondatore. “Anche perché – riferisce Madre Micina – era inseguito dalla piú orrenda muta di cagnacci inferociti che io abbia mai visto” Pare infatti che non solo i cani anti-droga ed i cani poliziotto, ma anche vari cani da caccia e qualche cane da salotto appartenenti a passeggeri in attesa, si siano messi ad inseguire Svitagatti, abbaiando pazzamente. “Anatema su di voi, spazzatura dell’inferno, immonde bestiacce pagane!” ha gridato il monsignore, ed ai molti doganieri e agenti di sicurezza nel frattempo accorsi (moderatamente incuriositi anche dalle due valigette che il prelato teneva strette a sé) Svitagatti ha mostrato un passaporto diplomatico emesso dal Vaticano. Alla voce “professione”, figurava lo strano incarico di “Apotecarius Apostolicus” Con grande correttezza, riconoscendo al monsignore l’immunitá diplomatica, (ed anche l’impunitaggine congenita) i militari colombiani gli hanno prontamente restituito il documento (trattenendosi peró un mazzo di biglietti verdolini raffiguranti l’ex presidente statunitense Benjamin Franklin, sicuramente un nuovo tipo di immaginetta religiosa) e lo hanno scortato fino al suo volo, salutandolo militarmente ai piedi della scaletta, come esige il cerimoniale. L’aereo privato sul quale viaggiava Svitagatti, un Dassault “Mistére”, é decollato in tarda serata per una non specificata destinazione europea.
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