Capitolo 5

 

Operazione ''Dniepr''

Ucraina, estate del 1967

L'indomani della promozione di tutti i duecento fresco sfornati sottotenenti, l'annata piu' giovane della Scuola Comandanti Forze Corazzate della Guardia di Charkov è stata radunata in ordine sul piazzale d'appello. Li ci è stato letto l'ordine del Ministro della Difesa sull'addestramento aggiuntivo nell'ambito di nuove tecniche di combattimento.
Fino ad oggi, dopo una promozione, sempre, i giovani ufficiali ricevevano un mese di licenza. Solo dopo le ferie si recavano alle divisioni e reggimenti assegnatigli, sparsi in tutto il mondo, dall'Avana fino al sud di Sachalin: li', dove il Ministro ordina.
Questa volta hanno rotto la vecchia tradizione, per il semplice fatto che alcuni mesi prima nell'Armata Sovietica è stato introdotto il nuovo carro armato T-64. Prima della promozione non c'è stato modo di conoscere la nuova macchina, il programma era gia' sufficentemente sovracarico. Hanno quindi deciso di adestrare tutti i nuovi ufficiali, ma solo di una Scuola, e non di tutte cinque, e dirigerli succesivamente in quei Distretti e quelle divisioni che saranno riarmate per prime.
Bisogna precisare che le piu' moderne tecnologie militari venivano sempre introdotte per prima alle unita' del Secondo Scaglione Strategico, cioè i Distretti: Baltico, Bielorusso e dei Carpati. In nessun caso nel Gruppo Occidentale delle Forze Armate Sovietiche, o in unita' stazionanti all'estero. Li' le moderne tecniche vengono introdotte solo dai cinque agli otto anni dopo che sono state introdotte nei Distretti di frontiera. Il primo T-64 arrivo' nella Repubblica Democratica Tedesca esattamente dieci anni dopo l'inizio della produzione di massa. Quando per la prima volta è stato accennato in Occidente di un nuovo carro sperimentale sovietico, la produzione di serie del T-64 era gia' terminata e il T-64 veniva sostituito dal nuovo T-72.
Una tale politica ha molte motivazioni. Prima di tutto, in maniera molto piu' efficace viene protetto il segreto, cosa che in caso di guerra mette il nemico in posizione di svantaggio. Per secondo, facilita la vendita di vecchie tecnologie ai nostri alleati, dalla Polonia fino ai paesi arabi. Per questo l'equipaggiamento del Gruppo Occidentale delle Forze Armate Sovietiche è stato sempre considerato la vetrina delle tecnologie militari sovietiche piu' avanzate.

Avevamo quattro mesi e mezzo per studiare il motore, l'equipaggiamento, l'elettronica e l'armamento del nuovo carro armato. Dal 1 giugno al 15 ottobre del 1967. A fine settembre era pianificato il nostro impiego in grandi manovre: la prova pratica delle abilita' raggiunte.
All'appello serale, prima della salita sui vagoni, ci è stato letto l'ordine che vietava a tutti i giovani ufficiali di indossare durante l'addestramento le uniformi da ufficiale. Dovevamo portare solo le tute da carristi. Nel nostro esercito queste tute non hanno distinzioni, cosa che non permette di distinguere i soldati semplici dagli ufficiali. Era quindi un ordine che imponeva l'uso di mascheramento. L'introduzione di nuove tecniche di combattimeto è sempre coperta col segreto piu' stretto. Si applicano mezzi draconiani per fermare la fuga di qualsiasi dettaglio esse riguardante. Percio' a nessuno stupiva il fatto che ci hanno mascherati da soldati semplici. Le cose veramente sorprendenti sono uscite un po' dopo.
Risulto' che con noi andranno circa un centinaio di guidatori-istruttori. Cento istruttori per duecento allievi è un serio sbilanciamento delle proporzioni.
La seconda sorpresa ci aspettava sul treno. Appena ci siamo mossi, in tutti i vagoni è stato letto l'ordine sulla formazione del 100° Reggimento Corazzato da Addestramento della Guardia. Il vice comandante della Scuola, che lesse l'ordine, ci presento un giovane colonnello, il comandante del nuovo formato reggimento. Ci è stato annunciato anche che il Reggimento contava 92 carri armati di prima linea e 19 carri da addestramento-combattimento.

Era notte piena. Il treno filava avanti con il suo ritmico rumore soporifero. Ma nessuno di noi dormiva. E non senza ragione.Perche' cosi' tanti carri? 30-40 carri da addestramento-combattimento sarebbero completamente bastati, dei carri da combattimento veri e propri non c'era proprio bisogno.
Nell'atmosfera piena di una certa eccitazione cadevano a proposito le tesi piu' fantasiose. Qualcuno suggeri' che ci portavano dagli arabi. La situazione nella regione peggiorava di giorno in giorno.
- Ragazzi, sarebbe bello, almeno una volta nella vita, andare all'estero. In Polonia, ma anche, diciamo, in un qualsiasi Fottigitto.
- La gallina non è un uccello come la Polonia non è l'estero! Ma una RDT, o l'Egitto, perche' no? Solo che ora, con questo nuovoT-64, non vedrai l'estero per almeno cinque anni.
- Ma forse davvero andiamo dagli arabi come rinforzo? Ci addestreranno in un lampo e getteranno un regimento scelto di ufficiali, coi carri piu' moderni...
-Ce la faranno anche senza il nostro aiuto. Hai letto quanti carri armati hanno? Ecco, vedi?...E quali! Certo, sicuramente non sono i T-62, ma per gli antidiluviani Sherman israeliani basteranno eccome...
-Be', e le folle di nostri consiglieri? Inoltre tutti i loro piani di guerra glieli ha elaborato il nostro Stato Maggiore Generale.
- Ohi ohi, gli arabetti gliela faranno vedere agli ebraiuccioli!
-Sapete ragazzi, io invece ho sentito che gli arabi sono tanto soldati quanto il culo di una capra è una tromba.
-Dice bene!
-In America gia' cantano il requiem per gli ebrei!
-Non ci state mettendo la crocetta troppo in fretta? Se quelli dell'ONU non smetteranno di dividere gli ebrei dagli arabi, non ci sara' nessuna vittoria.
-Di questo non ti preoccupare, i nostri si inventeranno qualcosa.
-Ehh, se solo si ritirassero al piu' presto le truppe dell'ONU. Allora si che comincerebbe lo spettacolo!
- Il teatro al teatro, ma chissa' chi riderra' per ultimo.

La notte successiva, sotto fontane di pioggia venimmo scaricati dai vagoni in una piccola stazione di campagna, da qualche parte nella provincia di Chernihovsk. Ci aspettava una colonna di camion con i cassoni coperti da teloni. Dopo altre tre ore di viaggio la colonna si fermo'. Saltammo a terra, nella foschia dell'alba e avvolti da una calda nebbiolina, vicino ad un campo base, proprio in mezzo alla foresta.
Oh cazzo! Non avevo ancora mai visto in vita mia cosi' tante tende in un posto solo! La loro visione mi fece venire in mente l'Orda del Batu Khan sotto le mura di Kiev. Dove giungeva l'occhio, tutti gli spazi nella foresta erano pieni di teli verde-grigi. Li' e la' capaita qualche spazietto, e dietro di esso di nuovo infinite file di di tende sotto la rete di mascheramento. Tende, tende, tende fino all'orizzonte e oltre. In tutte le direzioni la medesima monotonia a due piani. Decine, ma forse anche centinaia di migliaia di uomini. Artiglieri, difesa contraerea, fanteria, forze missilistiche, genieri, para'.
Dove diavolo siamo finiti? Che cos'è questa concentrazione? Che succede?

Appena dietro a noi, si estendevano le file di tende di una qualche reggimento di fanteria motorizzata. Un reggimento inconsueto: parlano tutti russo, cioe' un reggimento di ''corte'', rappresentativo. I fanti hanno facce spudorate e i testi non erano da meno.
- Ehi, avete sentito, ragazzi del nuovo decreto? Per l'anniversario dell'Ottobre conieranno delle nuove monete.
- E allora?
- Bisogna mettersene da parte una scorta. Dopo la prossima rivoluzione prenderanno valore!
Dalla cucina arriva un coro di risate.
Quotidianamente le barzellette antisovietiche sono presenti ad ogni passo. Ma non mi è mai capitato di sentire tali battutine dichiarate apertamente e in presenza di estranei. O i fanti non avevano paura dei delatori oppure avevano dei delatori troppo liberali.
Cosi' o cola', dopo la colazione decidemmo di mandare dai fanti una piccola delegazione. Volevamo spiegargli delicatamente, che non eravamo dei semplici soldati, ma ufficiali, anche se temporaneamente senza distinzioni. In questa maniera, gia' all'inizio avremmo tolto ogni confidenza. Solo cosi potevamo agire: al livello di comandi di reggimento vigeva l'obbligo del segreto.

Facevo parte della delegazione.
I fanti ci salutarono con grida di entusiasmo.
- Salve carristi!
- Duri i vostri cannoni, saldi i nostri culi!
- Ehi ragazzii, su coi cazzi!!
- Date ai carristi qualcosa da bere!- ordino' un soldato alto e bello. Da tutte le parti ci allungarano verso di noi una trentina di borracce piene di qualcosa di odorante e ben conosciuto.
Ma noi eravamo di umore serio e rifiutammo il benvenuto. Dove si è mai visto che un ufficiale bevesse coi soldati semplici e per di piu' non suoi?
- Compagni!- parlo' severamente il sottotenente Ochrimienko, il nostro capo delegazione.- Anche se non abbiamo i distintivi, in realta', noi tutti siamo ufficiali!
Questa precisazione è stata accolta con un grande boato di risate.
- E noi, chi pensate che siamo? Anche noi ufficiali! Solo che nelle uniformi da soldato! Permettete, prego, che ci presentiamo: Scuola Superiore dei Comandanti 'Frunze' di Kiev. Duecento sottotenenti appena sfornati. Nemmeno a noi ci fanno felicitare delle spalline. Ieri abbiamo mandato la delegazione dai para'. E risultato che anche loro sono tutti ufficiali, Scuola Superiore delle Forze Aerotrasportate di Riazan. Mentre li', sulla destra, gli assolventi della Scuola Superiore dell'Artiglieria Contraerea di Poltava, cento ottanta sottotenenti.
- Beviamoci su allora! Si fottano! Alla vostra fantesca salute!!
Bevemmo.
- Ma cosa ci fate qui, aquilotti?- chiedemmo.
- Ufficialmente per l'addestramento nell'ambito di nuove tecniche da combattimento. Non ufficialmente, stiamo per fare un presepe per festeggiare l'anniversario del nostro amato potere sovietico.
Bevemmo un altro giro. Di mattina presto non viene benissimo ma in qualche modo gliela fecimo.
Allora è cosi'! Hanno organizzato un grande spettacolo in occasione del Cinquantesimo Anniversario. Eravamo comparse nelle scene di battaglia.
- Ci sara' un balletto che il mondo non ha mai visto! Non c'è mai stata tanta truppa in un sol posto. E faranno anche vedere le tecnologie piu' moderne.
- Sulle diettrici principali di marcia andranno due divisioni composte interamente da giovanissimi ufficiali e dagli istruttori. Sulle direttrici secondarie andranno le divisioni composte da cadetti agli ultimi semestri, ufficiali a meno un quarto. E sulle rimanenti andranno le divisioni scelte di 'corte'. Alzeranno la polvere fino all'orizzonte, mostreranno la quantita', faranno tremare la placca tettonica con i cingoli!
-A noi ci hanno detto che erano manovre..
-E a noi no? E ci hanno dato un macchina meravigliosa: il veicolo da combattimento per la fanteria BMP-1. Forse ne avete sentito parlare?
-Come no?! Qualcosina..
Le facce ci appassirono nonostante tutta la vodka bevuta. Sapevamo benissimo cosa comprtavano tali spettacoli e quali preparativi ci aspettvano.

Quella stessa notte giunsero al campo i primi reparti della 120a Divisione di Fanteria Motorizzata della Guardia Rogachevskaja, la divisione rappresentativa del Distretto Militare Bielorusso. Ogni Distretto ha una divisione cosi'. Quello di Mosca ha la 2a Divisione di Fanteria Motorizzata della Guardia Tamanskaja 'Kalinin' e la Divisione Corazzata Kantemirovskaja. Il Distretto dei Carpazi ha la 24a Divisione di Fanteria Motorizzata 'd'Acciaio' Samarsk-Uljanovskaja. Il Distretto di Kiev ha la 41a Dvisione Corazzata della Guardia. Tutte servono esclusivamente a scopi rappresentativi. Conoscono solo sfilate, parate, addestramenti dimostrativi, visite di illustri ospiti stranieri, guardie d'onore...Hanno quattro soldi di addestramento al combattimento. Le divisioni di rappresentanza, e l'Armata Sovietica ne ha nove, sono completamente incapaci di combattere. Pero' mantengono sempre il pieno stato numerico, 12mila soldati e ufficiali scelti.
Questa volta, in occasione dell'anniversario, per l'incomparabile rappresentazione sono state mobilizzate anche le divisioni di ''corte'', completate nei quadri con ufficiali di fresca nomina nei ruoli di soldati semplici.

 

Su enormi estensioni di terreno si svolgeva la formazione dei reparti destinati ad operare sulla direttrice principale di avanzamento. Da qualche parte nelle vicinanze si trovavano i quartieri generali da campo del comando della 38a Armata. Per gli scopi dell'operazione ''Dniepr'' l'Armata è stata rinforzata con le migliori divisioni di rappresentanza: la 41a Divisione Corazzata della Guardia, la 79a, la 120a e la 128a Divisione di Fanteria Motorizzata della Guardia e la 24a Divisione di Fanteria Motorizzata, e anche una brigata missilistica, una brigata di artiriglieria antiaerea, una brigata di missili terra-aria, la 27 Brigata di Obici della Guardia, il 963° Reggimento di Artiglieria Anticarro e molte unita' di supporto, tra cui una base da campo di manutenzione-riparazione, una base d'armata di missili terra-aria, due reggimenti trasmissioni, un reggimento genieri e diversi battaglioni del genio, di guerra chimica, di riparazione, di trasporto e altri. Sono stati anche aggiunti diversi battaglioni distaccati di fanteria motorizzata dipendenti direttamente dal comandante di Armata. In queste manovre dovevano sostituire i 'battaglioni neri', le unita' di rigore composte dai prigionieri dei lager e di arrestati militari. Vengono lanciati sugli obiettivi piu' difficili, nel fuoco della battaglia, li dove ha fallito la preparazione di artiglieria o su aree non esplorate dalla ricognizione. Di regola i battaglioni di rigore sono ''monouso''.
In occasione dell'operazione ''Dniepr'' i battaglioni di rigore erano formati non dai prigionieri ma da giovani ufficiali in uniforme di soldati semplici.

In contemporanea alla nostra 38a Armata ne venivano formate altre tre. Tutte insieme formavano il 1°Fronte Ucraino, e facevano parte delle ''Forze Orientali''.
Sull'altra riva dello Dniepr venivano invece forrmate le ''Forze Occidentali''. Non avevano pero' una tale potenza, non erano equipaggiate coi carri di ultima generazione e avevano come truppa soldati semplici comuni.
Arrivavano di continuo nuovi reparti ed equipaggiamenti. Ogni giorno, ogni notte, ogni ora. Durante i preparativi dell'operazione ''Dniepr'' l'Armata Sovietica perse completamente la sua capacita' di combattimento. Nelle divisioni ''da balletto'', gli ufficili dovevano svolgere il ruolo di soldati. Da dove prenderli? Nemmeno se si raccogliessero tutti gli assolventi da tutte la Scuole e le Accademie militari, non sarebbero bastati. Percio' hanno preso la decisione di usare la maggior parte degli ufficiali dei Distretti Militari degli Oltre-Carpazi, del Baltico, di quello Bielorusso, quello di Kiev e dei Carpazi. Ogno Distretto Militare è un Gruppo di Armate. Immaginatevi ora i cinque piu' grandi Gruppi di Armate privi di ufficiali!
Ma i soldati, allora, che fine hanno fatto?
Agli scavi.

Tutti gli anni l'Armata Sovietica dirige centinaia di migliaia di soldati a scavare patate. L'anno 1967, l'anno del Cinquantesimo Anniversario, è stato l'anno dei raccolti record. Nessuno si è mai posto la domanda da dove sia comparsa da noi tale abbondanza di raccolti. Semplicemente è comparsa la possibilita' di usare nei raccolti non centinaia di migliaia, ma milioni di soldati. Per questo, quest'anno dei record è stato anche l'anno di una fertilita' record. Fra parentesi, la fertilita' è sempre record da noi, solo che non c'è nessuno a raccoglierla.
La disinvoltura dello Stato Maggiore Generale sovietico riguardo agli ufficiali ed ai soldati dei Distretti Militari che avrebbero dovuto svolgere un ruolo chiave in caso di agressione della NATO confermava un'altra volta ancora che pochi nello Stato Maggiore Generale prendevano seriamente questa possibilita'.

 

Sapete, forse, come i carri armati si muovono sott'acqua?
Se no, ve lo racconto.
Prima di tutto il carro viene sottoposto all'ermetizzazione. Sulla torretta viene montato un tubo che porta l'aria allo scompartimento dell'equipaggio ed al motore. Le scorie vengono allontanate direttamente nell'acqua. Prima dell'immersione il guidatore regola uno speciale apparecchio chiamato giromezzocompasso su un qualche punto caratteristico sull'altra riva. Sott'acqua la freccetta dell'apparecchio indichera' al conducente la giusta direzione. Sulla riva viene posto un punto di comando aggiuntivo il cui compito è osservare gli spostamenti dei tubi che sbucano fuori dall'acqua. In caso di necessita' l'osservatore per radio aiuta i conduenti a tenere la rotta: ''212, piu' a sinistra, ancora a sinistra, porca puttana!''. In caso di avaria del motore, un sommozzatore fissa dei cavi da traino e i trattori che stanno sulla riva tirano fuori lo sfortunato. Tutta qui, poca filosofia!L'unico problema deriva dal fatto che il carro armato, nonostante la sua mole, è anche un'enorme serbatoio di aria. La sua aderenza al fondo sott'acqua è molto minore che sul terreno asciutto. Inoltre il fondo di un fiume non è la stessa cosa che la terra battuta. Per questo la guida del carro sott'acqua richiede delicatezza. Basta spingere la leva di direzione un po' troppo forte e il carro gira violentemente andando non si sa dove. Sull'asfalto succede la stessa cosa. I conducenti generalmente spostano le leve con tutto il peso, ma sull'asfalto basta premere leggermente che il carro scappa fuori controllo. Vi ricordate quanti ce ne stavano nelle fosse a bordo strada in Cecoslovacchia?
Ai soldati viene inculcato in testa che se' sott'acqua il carro non si muove in linea retta, è meglio non toccare le leve. Sta fuori corso? Sti' cazzi, che vada dove vuole, con un po' di fortuna uscira' sulla riva. E se proprio bisogna muovere le leve, allora bisogna farlo molto delicatamente. I conducenti esperti dicono che basta sputarci sopra, e te ne vai a....
Io stesso ho visto una volta durante le manovre, che un soldatino del tutto sveglio, che capiva anche qualcosa in russo, ha girato per un'ora sotto l'acqua, volendo traversare con un carro un fiume di 60 metri. Prima mise il carro contro corrente. gli ordinarono di girare verso sinistra e quello fa un 180 gradi. Poi giro' lungo il letto del fiume non riuscendo in nessna maniera a mettersi di traverso. Un ulteriore difficolta' stava nel fatto che nemmeno per un momento si puo' diminuire la velocita', scalare i giri, perche' il motore si strozza subito. Quindi se ne stava a girare sul fondo come uno scarafaggio ed infine riemerse dall'acqua sulla stessa riva da cui era partito per la sua odissea. Finche' faceva le sue girelle, due compagnie aspettavano sulla riva non potendo cominciare la traversata, mentre una compagnia che aveva gia' attraversato prima è stata segnata come ''distrutta'' poiche' era priva del suporto di fuoco.
Durante l'operazione ''Dniepr'' questo tipo di incidenti era assolutamente impensabile. Proprio per questo tutti i soldati-guidatori sono stati sostituiti da istrutori e da ufficiali.
Ma il Dniepr è un fiume ucraino gigantesco. Non è la Vorskla o la Klazma. Inoltre ad attraversare il Dniepr dovevano essere quattro intere armate regolari. A quel tempo un Armata da campo contava 1.285 carri armati, invece un'Armata Corazzata, 1.332 senza contare i carri leggeri di ricognizione che potevano nuotare. Nell'ambito del nostro Fronte, c'erano tre Armate da campo e una Corazzata, cioe' 5.187 carri armati. Tutta questa armada aveva come compito l'attraversamento dello Dniepr in un tempo strettamente precisato. Lo spettacolo si doveva svolgere sotto gli occhi del Politburo e degli eccellentissimi ospiti stranieri, che il Politburo ha invitato apposta per spaventare un po' con la terribile potenza dell'Armata liberatrice.
E' stato deciso che proprio sotto la tribuna d'onore, non solo passeranno sott'acqua i carri armati, ma si traineranno appresso anche l'artiglieria.

Ma se dovesse succedere qualcosa? Se in qualche carro l'acqua dovesse entrare nel motore? Se uno o due cominciano a muoversi lungo il letto del fiume? Cosa fare se cominciassero' a darsi fastidio a vicenda, scontrarsi, agganciarsi con i cannoni trainati? Cosa penseranno allora i nostri fratelli stranieri della potenza militare sovietica? Ecco! Bisogna pensare a tutto nei dettagli ed essere pronti ad ogni situazione!
Ci hanno pensato, ci hanno pensato e infine hanno combinato questo: bisognava asfaltare il fondo del fiume!
Mentre migliaia di ufficiali svolgevano l'addestramento, migliaia di soldati posavano le strade sul fondo del fiume nei tratti dell'attraversamento stabiliti. Vennero messe sott'acqua migliaia di tonnellate di costruzioni in acciaio e di rete d'acciaio. Lungo il corso delle reti, vennero messe delle barriere in calcestruzzo come su un autostrada. La copertura del fondo con le reti di acciaio assicurava ai carri una maggiore tenuta, mentre le barriere impedivano di perdere la rotta. Il carro andava avanti come se fosse su dei binari. Di questi passaggi ne sono stati fatti almeno un centinaio. Solo Dio sa quanto cemento, acciaio e lavoro umano è stato sprecato a questo scopo. I lavori sono durati diversi mesi, ma i risultati furono eccellenti.
Durante l'operazione ''Dniepr'' 5 mila carri armati , dei quali la maggioranza trascinava dietro di se' un cannone da 8 tonnellate, ha attraversato il fiume senza un solo incidente, fra l'enorme stupore di tutti gli osservatori fratelli invitati. Un giochetto cosi' era assolutamente impensabile in tempo di guerra, perche' nessun nemico permetterebbe che la nostra Armata per quattro mesi si facesse i bagnetti nell'acqua costruendosi i passaggi sul fondo. Qui invece, i marescialli sovietici potevano con calma osservare la traversata, senza impallidire, senza arrossire, senza tremare per le proprie stellette da maresciallo. Sapevano che non c'era possibilita' di imprevisti. Fra parentesi, le truppe dei rimanenti Fronti e Armate, eseguivano la traversata su ponti e traghetti. Era una cosa praticata li' dove naturalmente non c'erano ospiti stranieri.

Mentre lavoravo proprio alla costruzione di questi passaggi segreti sott'acqua, incontrai un amico, Juri Soloviov, che aveva finito la Scuola un anno prima di me.
- Juri! Che il cane ti lecchi la faccia! Sei te?
- Viktor! Come stai, vecchio diavolo?!
- Che fai? Dove, al diavolo, ti hanno portato?
- In Bielorussia, alla 7a Corazzata. E la vita? Beh come le spallette da generale.
- ??!!
- Tutti serpentini e striscie curve.
- Stai in alto?
- Comandante di battaglione. Sasha Serkov te lo ricordi?
- Eccome!
- Sta da me come capo di stato maggiore. Ci hanno tolto tutti gli ufficiali ed assegnato una compagnia. Ora, per tutti questi ''balletti'' ci siamo solo noi due nel battaglione. Io comando e Sasha dirige lo stato maggiore. Soldato Abduchmajev!
- Signorsi', compagno tenente!
- Chiamate il capo di stato maggiore del battaglione.
- Agli ordini!
- E te, Viktor, a quali onori ti sei arrampicato?
- Sono un puntatore!- feci rapporto mortalmente serio.
Scoppiammo tutti e due a ridere. Vero Chekov, anche se sarebbe stato difficile dire chi di noi la aveva da peggio. Lui stava nel ruolo di colonnello, comandava un battaglione, aveva sotto di se' centinaia di uomini e una grande responsabilita'. Io facevo da vice sergente, giravo le manopole del cannone e non rispondevo di nulla. Di cassa ricevevamo lo stesso: eravamo entrambi tenenti.
Arrivo' Sasha Starkov. Ci abbracciammo.
- Allora comandante?-Sasha prese la borraccia.- Inviatiamo il carrista per un sorso?
- Versa!
Bevemmo. E poi un altro ancora. Alle mie prime stelline da ufficiale. Alle nostre stelline future. Bevemmo al loro battaglione. Poi al mio nuovo cannone da 125mm e al nuovo T-64. Poi bevemmo cosi', tanto per. Eravamo di nuovo insieme.
- Come ve la cavate ragazzi, con un intero battaglione? Nemmeno con i quadri ufficiali al completo non c'è mai disciplina, e voi state in due!!
Si guardarono a vicenda. Ridacchiarono.
- Nemmeno ci proviamo a tenere la disciplina. Per noi lo fa la 'trojka'.
- Cazzereggi?
- Si si, sicuro! Gli ufficiali sono stati presi quasi tutti, come sai: alcuni dagli arabi, altri per il nostro presepe, altri ai raccolti. E nelle divisioni sono stati attivati i Tribunali da campo. Tutte le settimane condannano qualche spiritoso e lo mandano alla compagnia di rigore. E vedi che il lavoro va da solo.
Realmente, i soldati lavoravano senza sosta. Non dico che si affaticassero troppo, ma in qualche maniera agitavano le pale, finche' i comandanti se ne stavano nei cespugli sulla riva sabbiosa e ci davano giu' dalle borracce.
- Te, Viktor, passa da noi, spesso! Troveremo sempre qualcosa per sciacquare la polvere.
- E non essere cosi soddisfatto, puntatore. Quando finira' il ''balletto'', anche a te ti daranno una compagnia. Li' vedrai cos'è il bastone dalla parte del comandante!!

Per il campo girano pettegolezzi di trionfo. Israele è caduto!
La sera, ai quartieri degli ufficiali di fanteria tirarono fuori da qualche parte sotto terra una piccola e scricchiolante radio, e corremmo tutti li' a sentire i notiziari. Com' è in fanteria, c'era molta vivacita'. Riposati un poco dalla giornata di intensi addestramenti, buttarono giu' qualche bicchierino e adesso cantavano davanti al fuocherello i pezzi delle ''guardie bianche'' dei tempi della rivoluzione:

Ehii, melina cara, dove rotoli?
Se ti prendono i Chekisti, non ti liberi!

E cento gole rispondono:

Ehii, melina cara, per il mondo gira e vai
il sovietico potere non ci fottera' ormai!

- Non avete paura?
Un ufficiale di fanteria mi guarda con lo sguardo burroso, negli occhi gli luccicano le fiammelle:
- Di cosa dobbiamo avere paura? E' un attivita' artistica. Stiamo preparando lo spettacolo su quei figli di puttana dei machnovisti, percio' dobbiamo provare.
Il tutta l'Armata Sovietica non ho mai incontrato una simile liberta' di abitudini, quanto in quella degli allievi della Scuola Superiore dei Comandanti di Kiev, portante il glorioso nome di Frunze. E' un altro fatto che proprio gli assolventi di questa Scuola, sono i recodisti dell'Armata Sovietica riguardo al numero di fughe in Occidente. Proprio con loro ci trovammo nei migliori rapporti.

- Silenzio gente! Sta cominciando!
Dopo i rumori di presentazione, la radio si pronuncio':
- ''Il compagno Brezhnev ha ricevuto oggi al Cremlino...Notizie dal fronte agricolo....''
- Ricordate le mie parole. Vi dico, che qualcosa è andato a fanculo. i nostri gli hanno consigliati..
- Chiudi il becco, fottuto indovino!
Ma la radio in qualche modo non aveva fretta di annunciare la nostra vittoria nel Vicino Oriente:
-''...l'atteso Anniversario...''
- Gente, vi dico che è tutto vero, una merda.
-''..I lavoratori delle raffinerie della Repubblica Socialista Sovietica dei Tartari dopo molte ore...''
- Forse ha ragione..
-''...Notizie dall'estero..''
- SILENZIOOOO!!
-''Nell'odierna giornata il compagno Fidel Castro...''
Qui tutti avevano perso la pazienza e il barbuto cubano venne preso di mira dal piu' raffinato mazzo di imprecazioni che si possono trovare nel linguaggio militare non regolamentare. Finche' lo speaker spiegava qualcosa della vita del capelluto rivoluzionario, al suo indirizzo veniva destinata una valanga delle piu' impossibili deviazioni sessuali, comprese quelle che il sobrio Castro non si sarebbe mai immaginato.
-''....ai fatti nel Vicino Oriente...intensi combattimenti...eroica resistenza...Gaza...El Arish...solidarieta'...''
Un informazione breve e incompresa. Ne' numeri, ne' fatti. Cosa piu' importante, chi cazzo lo sapeva dove stava quel El Arish, sul territorio di chi, quanto lontano dalla frontiera.
- Qualcuno ha una cartina?
- Perche' non facciamo un salto al villaggio con un carro armato? Li' nella scuola ci dovrebbe essere un mappamondo!
- Dai! Andiamo!
- Se hanno detto ''solidarieta''', significa che è finita. Merda e funerale.
- Ma sei cascato dai coglioni? Quale fine? Abbiamo migliaia di carri laggiu', e ancora piu' consiglieri. Non si puo' sputare da nessuna parte senza prenderne qualcuno. Gli arabi dovrebbero prima ammazzarli tutti.
- Stai zitto con quei tuoi consiglieri. Sono tutti come il nostro comandante di divisione. Andrebbero messi sotto la coda di un cane, nemmeno le manovre sanno fare bene. Tutto per finta!
Venne portato il mappamondo. Purtroppo veramente piccolo. Non c'era El Arish e anche Israele venne localizzato con grande difficolta'. La superiorita' araba era indiscutibile: anche sul mappamondo!

Ma anche il giorno dopo la radio taceva a proposito della liberazione di Tel Aviv. Nelle informazioni comparvero delle preoccupanti note: l'aviazione israeliana stava bombardando pacifiche citta' e villaggi, scuole ed ospedali. Questo ci costrinse di nuovo a pensare. Quando si spara agli abitanti di Budapest e di Novocherkassy, la radio non si riferisce mai alla ''solidarieta''' mentre qui d'improvviso si muove a pieta' per gli innocenti arabi. Cosa poteva significare cio'? Se la capitale di Israele non è caduta il primo giorno, e nemmeno il secondo, significava che qualcosa non andava nella nostra pianificazione. Il nostro capo dello Stato Maggiore Generale avrebbe dovuto essere rimesso al Tribunale per una tale strategia.
Le informazioni radio erano nebbiose e piene di contraddizioni. Era chiaro che le forze arabe non hanno preso la capitale di Israele e nemmeno stavano alle sue periferie. Questo sarebbe stato riportato subito. Ma in tal caso, dove stavano gli arabi? Se avessero attraversato la frontiera, avrebbero dovuto immeditamente trovarsi sotto le mura della citta': tutto quel loro paesino puo' essere coperto da un cappello!
- Forse i nostri hanno inventato qualche giochetto? Forse intendono fornire il T-64 agli arabi!
- Ma cosa cazzo dici? Se i nostri consiglieri, avendo migliaia di T-55 non riescono a far fuori quegli antidiluviani Sherman israeliani, significa che non puoi aiutarli. E uno. E per secondo, tutto quel T-64 te lo puoi sbattere al culo! E' un carro di merda e basta!
Col T-64 abbiamo fatto la nostra conoscenza ancor prima di lasciare la Scuola, quando un primo esemplare, coperto dal telo, è arrivato durante la notte ed è stato nascosto nell'hangar. Era stata solo una consocenza volatile, ma al primo impatto la macchina ci era piaciuta. Un cannone da 125mm, il piu' potente al mondo. Nessun carro armato è mai stato armato con qualcosa di simile. Non bastava che fosse cosi potente, aveva anche il caricamento automatico. anche questo nessun carro armato ce l'ha mai avuto prima. Il cannone era caratterizzato da un elevata velocita' iniziale dei proiettili e dalla elevata cadenza di tiro. Il T-64 poteva tirar via la torretta di un altro carro armata e farla volare a decine di metri di distanza nonostante che la torretta di un carro armato pesasse dalle otto alle dodici tonnellate!
Adesso abbiamo conosciuto un po' meglio le possibilita' del T-64 e il nostro entusiasmo iniziale venne sostituito da dubbi.
Il cannone superpotente, dal calibro imponente, era anche molto impreciso.
La costruzione dei cingoli era del tutto innovativa. Fino ad oggi i cingoli dovevano essere combiati ogni 2 mila chilometri, questi dovevano bastare per 10 mila. L'unico guaio è che cadevano di continuo: immaginatevi un pugile, al quale, nel momento decisivo, cascano i pantaloncini.
Il motore infine, non era malaccio. Era semplicemente pessimo.
Per la manutenzione del nostro solo reggimento corazzato vennero distaccate diverse squadre di riparazione e di ingegneri e un gruppo di progettisti. Vennero dalla Fabbrica 'Malyshev' di Charkov. Lavorarono giorno e notte, si impegnarono al massimo, ma alla fine persero ogni speranza per la soluzione dei problemi riguardanti il motore.

Il giorno dopo le notizie serali misero fine ad ogni dubbio. Lo speaker trionfalmente annuncio' la sconfitta decisiva subita dagli agressori israeliani nell'area di El Kantara e sullo stretto di Mitla.
Tutto era chiaro ormai. Se gli ebrei venivano chiamati agressori, significava che riuscirono a strappare agli arabi un gran pezzo di territorio e che li ora si stavano svolgendo i combattimenti. Fra parentesi, lo speakersi dimentico' in qualche maniera di aggiungere che tra l'Egitto e Israele erano di stanza i reparti dell'ONU e che l'esercito israeliano non poteva saltargli sopra. Tel Aviv non ha nemmeno mai richiesto la loro rimozione. Finche' le parti erano divise da forze neutrali, non potevano esserci combattimenti. Percio' le forze di separazione sono state ritirate grazie all'attivo intervento dell'URSS. Come ha fatto allora Israele a diventare l'agressore?
In questi casi, gli ufficiali ed i generali, se non sono personalmente ingaggiati negli atti di guerra, non ricevono alcuna informazione aggiuntiva. Non considerero' nemmeno i semplici soldati, sottufficiali e i semplici civili. Ascolta la radio, leggi la 'Pravda' e, applaudire! Dopo questo tipo di azioni non si studiano mai gli errori, senza parlare della loro pubblica ammissione. Solo addestramento politico, solo un memorandum ufficioso e riservato della dirigenza del Partito. E' comprensibile che la dirigenza politica cerca una giustificazione. Ma noi, pero', siamo professionisti. Non ci servono analisi politiche, ma militari: quali erano gli elementi atipici della tattica, come le parti in causa hanno organizzato la catena di comando, come hanno cooperato i diversi tipi di formazioni, come è avvenuto l'accentramento sulla direttrice principale, come si sono comportate le formazioni di mascheramento e i servizi di disinformazione, attraverso quali atti si è riusciti ad ottenere la sorpresa? Non ricevemmo risposta a nessuna di queste domande. Quali sono stati i veri motivi della sconfitta, quali errori sono stati fatti, tutto per noi rimase un segreto.
Poco dopo il Comitato Centrale mando' una lettera chiusa da leggere nelle riunioni riservate di partito. Il tema dominante la lettera era: gli arabi hanno combattuto scarsamente perche' invece che rispondere agli attacchi si erano occupati delle preghiere. E a nessuno venne in mente che gia' dall'inizio si sapeva che gli arabi non sono gran combattenti. E se lo sapevamo , perche' abbiamo gettato nel fango miliardi di rubli, perdendo migliaia di carri armati e aerei? Dopo tutto si poteva tentare la pace con la diplomazia militare. E la pace ci veniva assicurata dai 'Caschi Blu'. Per quale dannato motivo abbiamo chiesto la rimozione delle forze dell'ONU che coprivano quegli scarsi soldati? E se sapevamo che erano dei combattenti cosi' scarsi, perche' non abbiamo intarpreso delle azioni di miglioramento? O forse lo Stato Maggiore Generale sovietico non sapevano che tipo di soldati erano realmemnte quelli? In questo caso, lo Stato Maggior Generale, i servizi di informazione e le migliaia di consiglieri non valvano un solo copeco bucato.

Forse che non hanno addestrato gli ufficiali arabi nelle nostre accademie militari? Forse che i loro piani di guerra non erano stati preparati dal nostro Stato Maggiore Generale? Eccome! Tutti, fino alla virgola, erano usciti dal sotto le penne degli ufficiali di stato maggiore sovietici. Tutti si basavano sulla dottrina militare sovietica. Tutti fedelmente osservavano i modelli sovietici. E anche la fintudine era sovietica. Anche se di questo non sono completamente sicuro. E' molto difficile battere sotto questo aspetto l'invincibile Armata Sovietica.

L'unico risultato della guerra arabo-israeliana del 1967 che ci riguardo' direttamente, fu il ritiro di tutti i T-64 e la loro sostituzione con i vecchi ed onesti T-55. Erano macchine modeste, non spiccavano per eccezionale forza di fuoco, ma tiravano dritto sul bersaglio. Non facevano saltare le torrette, ma ammazzavano senza sforzo. E non gli cadevano i pantaloncini.
La decisione sul ritiro del T-64 aveva il suo profondo senso. Se fosse stato presentato, sarebbe risultato che il T-62 non era il modello piu' nuovo a disposizione dell'Armata Sovietica, mentre il magnifico T-55 sarebbe stato considerato un dinosauro. Gli arabi sconfitti avrebbero potuto lamentarsi si essere stati equipaggiati con rifiuti e che quindi non erano loro i colpevoli, ma l'equipaggiamento. Sarebbe stata ovviamente una vera sciocchezza. In quel momento i T-55 erano la spina dorsale delle unita' corazzate sovietiche. Gli arabi disponevano della stessa macchina anche se in una versione da esportazione semplificata. I T-62 componevano tutto al piu' il dieci per cento dell'equipaggiamento, mentre il T-64 è appena entrato in produzione di serie, ma aveva al momento una grande quantita' di difetti e non poteva essere considerato un carro a pieni effetti. Per una cosa o l'altra ci presero il T-64 e non lo presentarono in parata. Fra parentesi, anche se prodotto in notevoli serie, il T-64 non prese mai parte alle sfilate sulla Piazza Rossa. Forse si aveva paura che potesse deludere? Solo il T-72, costruito molti anni dopo, una macchina ingegnosa, pericolosa e infallibile, venne presentato sulla Piazza Rossa esattamente dieci anni dopo la non avvenuta sfilata del T-64.

Quando ci hanno consegnarono i nostri T-55 ci trovammo in una situazione stupida. In teoria dovevamo usare il nostro tempo per conoscere il nuovo mezzo. Per questo eravamo qui tenuti e venivano spese grosse somme. Ma i nuovi carri ci erano stati tolti. Per cosa ci pagavano?
Chiedemmo al nostro comandante di reggimento.
- Non fate caso a queste stupidaggini!- disse.- Vi pagano e non male, giusto? Allora statevene contenti.
Ci passo' il malcontanto. Ma la stessa cosa se la chiesero nella sezione stipendi. Nessuno ha il diritto di pagare per niente. Un ufficiale dovrebbe comandare qualcosa o qualcuno, e noi non comandavamo niente, o svolgere studi o addestramenti nelle Accademie in vari corsi. Da quando abbiamo ricevuto i T-55 non rientravamo piu' in questa categoria. Non so come risolsero infine questo problema. So soltanto che regolarmente ricevevamo il nostro stipendio e figuravamo nella casella dell'''Addestramento''. Percio' quasi sicuramente ci pagavano per la ''finta''. Per il ''balletto''..

Intanto ci esercitavamo sempre piu' intensamente. Giorno dopo giorno, senza feste ne' licenze veniva preparato un gigantesco spettacolo senza precedenti. Non ho idea di quanti miliardi di rubli vennero spesi per questa rappresentazione. Provate a stimarlo da voi.
Si assume che l'autonomia senza avarie di un T-55 arriva a 500 ore di marcia. Dopo, il carro va in manutenzione generale. Vengono cambiate letteralmente tutte le parti tranne che lo scafo. Viene installato un motore nuovo, un nuovo sistema di trasmissione e di guida, nuova strumentazione. Dopo questo intervento il carro funziona per altre 250 ore, dopo di che lo si inserisce fra le perdite. Per questo la maggioranza dei carri armati passa tutta la vita ad aspettare la guerra. Se ne stanno in ''conservazione'', vengono trasportati su piattaforme ferroviarie. Ogni ora di cammino autonomo costa tanto. Solo gli esemplari piu' vecchi, quelli di dieci o quindici anni, vengono usati negli addestramenti.
Nell'Armata Sovietica i carri hanno una loro norma assegnata: 200 chilometri all'anno. Questo significa che se un carro passa un anno negli hangar, l'anno dopo puo' fare 400 chilometri. Per l'utilizzo delle norme chilometriche anzi tempo, un comandante puo' finire davanti al tribunale militare.
Questo è quanto, non contando la manutenzione tecnica, le munizioni ed il carburante.
Ora immaginatevi la seguente cosa: migliaia di carri armati, giorno e notte prendono parte alle manovre, senza riguardo allo stato dei motori. In questo modo, la nostra 38a Armata, nell'arco di quattro mesi ha usurato tutti i suoi 1.285 carri armati. Ma non eravamo l'unica Armata...Subito prima delle manovre venne effettuata la sostituzione generale dell'equipaggiamento: vennero ritirati tutti i carri armati, i trasportatruppe corazzati e tutti gli altri veicoli, sostituiti da nuovi esemplari!

All'addestramento venivano dedicate dodici ore al giorno. Ogni elemento di ogni fase delle successive manovre era elaborato fin nel minimo dettaglio. Ogni soldato conosceva il suo posto.
La preparazione alle monovre si svlgeva su un enorme poligono segnato coi paletti. Ogni soldato, cioe' un ufficiale travestito, si addestrava di continuo per lo stesso compito: saltare giu' dal trasportatruppe vicino a questo cespuglio, fare nove passi avanti, una serie d'automatico, ancora tredici passi avanti, ecco il mio bersaglio, un'altra serie di automatico, qui c'è il bersaglio del vicino a destra, se non lo prende devo sparargli io. Il carro tira con un anticarro... E di nuovo da capo.
E di nuovo.
La pianificazione delle manovre pare sia durata diversi anni. Quando arrivammo sul poligono, ad ognuno venne data una cartella con esattamente descritto il suo ruolo, nella quale erano segnati non solo esattamente i passi, ma anche i respiri: ...sette passi avanti - un lampo - trattieni il respiro - chiudi gli occhi - metti la maschera antigas - respira - breve serie dall'automatico- ....
Cosi' era in fanteria, cosi' da noi, in artiglieria, nei para'.
..il carro emerge dall'acqua - sbloccare la canna ermetizzata del cannone con un anticatrro - levare il tubo dell'aria - sbloccare la torretta e accendere la stabilizzazione del cannone - pulire la canna - dai cespugli spuntano quattro carri armati nemici - fuoco di massa dell'intera comagnia: il mio bersaglio è il carro dietro a sinistra- dopo aver distrutto il bersaglio spostare la mira verso destra - dopo aver colpito spostare ancora a destra- ..
Una settimana dopo l'arivo al campo ognuno doveva superare l'esame orale del suo ruolo: ogni ora, minuto e secondo, quando, dove, quale bersaglio, la distanza dal bersaglio, la velocita', l'angolo di spostamento del bersaglio. Ognuno delle decine di migliaia di soldati conosceva esattamente tutte le mosse dell'avversario, la sua forza. il suo equipaggiamento, tutte le sue mosse e i suoi trucchi.
Dopo l'esame di teoria cominciarono le attivita' pratiche. Inizialmente ognuno individualmente attraversava il poligono fissanosi in testa i piu' piccoli particolari. In questa fase il corpo corazzato si muoveva a piedi.
Poi comincio' la formazione degli equipaggi. Eravamo quattro: il conducente-istruttore e tre ufficiali, il capocarro, il puntatore e il caricatore. Di nuovo uscimmo sul poligono per una bella passeggiatina di dieci, dodici chilometri.
Capocarro:- Qua do l'ordine:'' Bersaglio 21oo a sinista, carro armato, distruggere!''.
Puntatore:- Grido:''Anticarro!''.
Caricatore:- Inserisco il colpo in canna:''Anticarro dentro!''
Conducente:- Grido:''Strada libera!'' e freno leggermente.
A sinistra, a destra, dietro a noi, passeggiavano a gruppetti migliaia di persone, ognuno secondo il proprio percorso. Tutti ripetevano a mezzavoce i particolari dell'azione, scambiavano annotazioni coi compagni, davano un'occhiata alle annotazioni. Per ora non era ancora vietato. Dietro a noi avanzava la fanteria, davanti anoi si muoveva svelta la ricognizione, ogni tanto 'sorvolava' il supporto aereo: anche i piloti si muovevano a piedi, anche loro si addestravano.
L'indomani tutto ricomincio' da capo, solo che questa volta vennero formati i plotoni e le squadre. Da adesso in poi gli equipaggi dei carri si potevano scambiare attenzioni non solo all'interno dei ''carri'', ma anche i ''carri'' potevano comunicare fra di loro.
Il giorno dopo tutto si ripete di nuovo, solo che vennero formate le compagnie. Poi segui' l'ispezione generale. Solo dopo furono svolte le esercitazioni di combattimento vere e proprie. Un giorno fu dedicato alle esercitazioni di compagnia: in ordine ogni compagnia doveva attraversare tutto il percorso, per ora senza sparare. Il giorno seguente segui' l'esercitazione dei battaglioni. Poi seguirono le esercitazioni di reggimento, di divisione, d'Armata e poi di tutto il Fronte insieme.
Tutti i poligoni vennero coperti attentamente con reti di metallo e piani di sbarre corazzate, cosi' che i carri non potessero arare il terreno. Solo prima delle manovre vere, le reti vennero tolte e l'erba ricrebbe in due settimane.

Quando i compiti in un area erano stati imparati, si veniva spostati in un'altra area. In questa maniera dalle parti di Chernihovsk in Ucraina migrammo piano piano in Bielorussia, dalle parti di Bobrujsk. Successivamente tornammo al punto di partenza per ripetere tutto quanto un altra volta e un 'altra ancora.
Allo stesso tempo, non solo il nostro Fronte, ma tutti gli altri Fronti riuscirono a imparare a perfezione i loro compiti. Solo allora si svolsero le esercitazioni come Dio comanda, col tempo dovuto e con la partecipazione di diversi Fronti. Non era ancora la vera a propria operazione ''Dniepr'', ma il suo accenno, la sua prova generale. Solo dopo di essa potemmo tornare ai nostri campi dove segui' la sostituzione degli equipaggiamenti.
Dietro a noi avanzavano decine di migliaia di soldati che coprivano tutte le tracce dell'esercitazione, raccogliendo rifiuti e scarti, oggetti persi, coprendo le buce delle esplosioni, togliendo i bossoli e disarmando le cariche inesplose.

E poi...

La colonna di fanteria motorizzata puntava attraverso il sentiero ben noto verso il fiume. Allo stesso tempo l'artiglieria e l'aviazione finivano i preparativi per l'attraversamento del primo battaglione. Il compito era facile: attraversare lo Dniepr col compito di stabilire una testa di ponte sulla riva destra e con cio' di permettere l'attraversamento al nostro reggimento corazzato e all'artiglieria. Subito dopo doveva seguire l'attraversamento di tre intere Armate supportato contemporaneamente da uno sbarco tattico dagli elicotteri sulle retrovie avversarie. La fase successiva doveva essere la costruzione dei ponti ferroviari, l'attraversamento delle Armate di riserva e il lanco di due divisioni aviotrasportate sulle retrovie profonde dell'avversario. Poi c'era l'attraversamento degli altri due Fronti e lo scontro con gli ''Occidentali''.
Intanto il battaglione di fanteria motorizzato si avvicinava al fiume...
L'entrata in azione del battaglione si svlgeva con tutti gli onori nonostante che qui finiva il suo compito e non avrebbe avuto ruoli nel proseguio delle manovre. Al battaglione la strada veniva ripulita da due brigate di artiglieria e otto reggimenti di artiglieria, per un totale di 612 canoni in appoggio di un solo battaglione. In aggiunta sulla riva del fiume è stato collocato un reggimento corazzato che doveva distruggere i bersagli dall'altra parte del fiume. 600 cannoni e 100 carri armati per dare una mano a trecento soldati! Una cosa del genere poteva capitare solo sul palcoscenico in occasione del grande Anniversario!
I trasportatruppe, spezzando e sgretolando la vegetazione si buttarono di rincorsa in acqua, sollevando muri d'acqua, e con slancio si mossero verso la riva avversaria, coperta dal fumo delle esplosioni. I tronchi e i rami strappati ferocemente dai colpi venivano scagliati in aria. Pioveva inarrestabile la pioggia di frammenti, arrivando anche al centro del fiume.
Secondo il piano, nel momento in cui i trasportatruppe anfibi avessero raggiunto il centro del fiume, l'artiglieria doveva spostare il fuoco nelle profondita' delle posizioni del nemico, permettendo cosi' al battaglione di attraversare la seconda meta' del percorso e arrivare in sicurezza sulla riva. I veicoli avevano gia' attraversato meta' del fiume ma l'artiglieria non dimostrava nessuna intenzione di cambiare il bersaglio. Al contrario, l'intensita' del fuoco crebbe. Saranno stati gli osservatori dell'artiglieria che si sono addormentati, o forse era stato il battaglione a iniziare la traversata con due, tre minuti di anticipo, fatto sta che non potevano avanzare oltre e cominciarono a girare sul posto, scontrandosi e lottando con l'impetuosa corrente del fiume.
Tutto questo si svolgeva sotto la stessa tribuna d'onore, sotto gli occhi del governo e degli ospiti invitati. Brezhnev guardo' impanicato il Ministro della Difesa, questi strillo' qualcosa al microfono, qualcosa che assolutamente non si addice alla stampa, e che causo' che il fuoco dell'artiglieria cessasse in un istante. Una trentina di pezzi sparavano ancora ma il coro principale si era zittito. Gradualmente anche il resto smise, a singoli pezzi e molto disordinatamente.
Intanto i trasportatruppe continuavano con le evoluzioni nel fiume. Chiaramente il comandante del battaglione aveva paura di ordinare di continuare l'attraversamento, non sapendo come se ne poteva uscire la maledetta artiglieria. Chi cazzo sa cosa hanno in mente? Inoltre aveva delle puntaualissime istruuzioni che gli vietavano di attraversare il fiume finche' il fuoco non si spostava in profondita'. Ogni cannone necessita per cambiare mira di due o tre minuti. In quel tempo il battaglione continuava a fare il bagnetto nel fiume. Andava tutto cosi' bene durante le esercitazioni, e qui guarda cosa ne viene fuori!
Infine, l'artiglieria, piano e senza coesione, ricomincio' il fuoco lontano dalla riva.
Il battaglione avanzo' ma purtroppo nessuno degli anfibi fu in grado di uscire dall'acqua. Durante l'addestramento l'artiglieria si vantava di una buona organizzazione, ma adesso ai cannonieri pare abbiano ceduto i nervi, oppure sara' successo qualcos'altro perche' tutta la fascia della riva, che doveva rimanere intatta, era stata arata ed era piena di buche delle esplosioni. Comincio' la grande improvvisazione. Il comandante di battaglione ordino di saltare fuori in acqua e muoversi avanti a nuoto. Il fiume da qualche parte non era profonondo, ma non dapertutto. L'impeccabile formazione si trasformo' in un infernale mischia.La seguente realizzazione dello scenario era impossibile perche' il battaglione presentava una disordinata accozzaglia di mani e piedi...
La situazione venne salvata dal comandante di battaglione nel rango di tenente colonnello, che in realta' era il colonnello Rubanov travestito, che d'improvviso strillo':
- Fine delle manovre!!! Stiamo combattendo!!
I corrispondenti militari in seguito lodarno fino ai cieli il coraggioso comandante. Il suo ordine piacque in particolare al segretario del Direttorato Generale Politico, il generale Epishev. Ma il comandante di battaglione non voleva assolutamente fare figura. Col suo ordine voleva solo costringere i suoi ufficiali a dimenticare i ruoli stabiliti, a dimenticare tutto il fottuto ''balletto'' e a fargli agire cosi' come gli suggeriva il senso comune e l'esperienza di anni di servizio. Stiamo combattendo!! I giovani ufficiali capirono al volo le parole del comandante, i ranghi si riformarono, i comandanti di compagnia e di plotono in un lampo valutarono la situzaione e dopo alcuni minuti il comandante di battaglione pote' dirigere i propri uomini all'assalto direttamente dalla riva, abbandonando i trasportatruppe rimasti in acqua.
Poi tutto si svolse secondo i piani. Con un unica eccezione.
I blindati stavano galleggiando ancora in acqua e noi carristi eravamo seriamente preoccupati se per caso qualcuno non bloccasse i nostri passaggi subacquei. Se cosi', il primo carro prende l'ostacolo e quelli che lo seguono rimarranno immobilizzati e scoppiera' uno scandalo come il mondo non ha mai visto.
Ma il coraggioso comandante di battaglione per l'ennesima volta salvo la situazione. Si era mosso gia' avanti un bel pezzo con la sua fanteria, quando si ricordo' dei carri e per radio ordino' ai blindati di scendere lungo il corso del fiume, ripulendo cosi' la strada per i carri. Tutti gli anfibi cosi' dovevano finire nelle mani del nemico o finire sotto il fuoco avverso, ma almeno cosi' il resto delle forze aveva la strada libera.
La decisione del comandante salvo' tutta la rappresentazione, ma fini' la sua carriera. Dopo le manovre il compagno Grechko la defini' ingiustificata e dimise il vecchio colonello.
I nostri carri attraversarono il fiume senza difficolta', tirandosi appresso l'artigieria di tutta la divisione. Le munizione e gli artiglieri vennero trasportate sui veicoli del genio. Poi il ''balletto'' si mosse di nuovo a pieni giri. Gli ''Occidentali'', come da copione, si lanciarono impanicati in fuga, solo dopo aver visto le nuvole di polvere all'orizzonte. I bersagli cadevano uno dopo l'altro, anche quando i colpi non gli colpivano, ma, cosa piu' importanbte di tutte, il boato era assordante.
Il comando supremo delgli ''Oriantali'' indovino senza errori tutte le perfide intenzioni degli ''Occidentali'' e esegui la piu' adeguata tattica di attacco. Tagliando corto, tutto ando', fino a far schifo, secondo il copione.

Tre giorni dopo fummo portati a Kiev. La parata venne poi mostrata in televisione e nella cronaca cinematografica, ma solo dopo molti interventi di censura sul materiale originale.
Realmente tutto si svolse cosi'.
La parata si svolgeva sull'aeroporto militare. Sulle superfici lungo la pista di decollo, erano allineati i carri armati. Era la piu' grande concentrazione del genere nella storia dell'umanita'. Erano raggruppati i carri armati di quattro interi Fronti, per un totale di 20 mila carri. Se tutte le armate della NATO avessero un giorno il coraggio di raggruppare tanti carri in un solo posto, non potrebbero farlo, perche' tutti i paesi occidentali presi assieme non raggiungono un tale numero! Le stupefacenti fotografie di un oceano corazzato senza orizzonte percorsero dopo le testate dei giornali di tutto il mondo. Alcuni commentatori occidentali espresero il sospetto che probabilmente erano tutti modellini di plastica. Veramente, anche se non di plastica, i carri armatoi che stavano all'aereoporto non rappresentavano nessuna capacita' combattiva. Erano veicoli strausurati per esercitazioni intensive che ormai da tempo avevano perso ogni efficacia. Per lo piu' erano la materia prima di ritorno per le acciaierie. Dopo la parata, un parte fini' negli impianti di manutenzione di Kiev. migliaia finirono alla frontiera cinese come postazioni di fuoco fisse, ma la maggior parte fini' in fonderia. L'anno dell'Anniversario risulto' essere un anno record per la produzione di acciaio!

Difficile stabilire quanto è costato quello spettacolo. Contando solo l'usura dei carri armati, senza considerare i costi delle munizioni, del carburante, dell'ammortamento degli equipaggiamenti, delle migliaia di tonnellate di acciaio corazzato e di cemento, il conto probabile raggiungeva i miliardi di rubli. Sul mercato mondiale, il britannico Chieftain, il corrispettivo del nostro T-62, costava 210.000 dollari. Durante le manovre, il nostro 1° Fronte Ucraino consumo' completamente 5 mila e usuro parzialmente altri 5 mila carri armati, e nell'operazione ''Dniepr'' presero parte almeno cinque Fronti come il nostro. Moltiplicate tutto questo per il costo di uno Chieftain e vi sara' chiaro perche' una superpotenza come l'Unione Sovietica non riusciva a superare la Spagna nella produzione dalle automobili.

La parata si stava svolgendo, come si dice, senza intoppi, anche se... non fino alla fine.
I reparti radunati sulle piste stavano attenedendo l'arrivo di illustri ospiti. Gli aspettavano anche sulla tribuna d'onore. La parata doveva cominciare come da tradizione alle 10.00. Contrariamente alle parate di Mosca, era stata previsto anche il sorvolo di una inimmaginabile armata aerea. Aerei ed elicotteri dovevano arrivare dall'aeroporto di Borispol, abbastanza lontano da Kiev. Ogni volo era calcolato fino al secondo. Ma Brezhnev, Podgorny, Kosygin e Shelest tardavano per ignote ragioni.
Ogni minuto cresceva il nervosismo. Il Maresciallo Grechko sulla tribuna imprecava silenziosamente il nostro amato Partito, il governo sovietico e tutti i membri del Politburo singolarmente, bersagliandoli coi le frasi piu' ricercate che possono venire in mente a un conoscitore di questa forma di creativita' popolare. Grechko, in verita', sfotteva Brezhnev sottovoce, ma siccome i microfoni della tribuna vennero accesi puntualmente alle 10.00, il monologo del Maresciallo pote' essere sentito nell'arco di dieci chilometri su tutta l'area della sfilata. Per questo la parata di Kiev si distinse con un indimenticabile atmosfera, un particolare tipo di ilarita'.
Mezz'ora dopo, quando i reparti festosamente sfilavano davanti alla tribuna dei grandi capi, sulle facce degli ufficiali e dei soldati non comparivo la cosi' conosciuta in queste occasioni, espressione di invincibile determinazione. Questa volta tutti i volti erano schiariti dal sorriso. E i capi sorridevano reciprocamente agitando ai soldati le loro grasse mani.

 

''Dniepr-1967'', le manovre piu' grandi della storia dell'umanita'