Capitolo 3
Il rischio
Arresti della guarnigione di Kiev
31 marzo 1966
Qualcuno potrebbe pensare che l'addestramento politico nella compagnia di rigore, sia l'attivita' piu' piacevole. Per un'ora e mezza te ne stai seduto sullo sgabello, dormicchi e non devi muovere nemmeno il dito di un piede. Difficile una migliore forma di rilassamento.
In apparenza!
Una tale idea puo' nascere solo nella mente di qualcuno che non consce la gattabuia da dentro, qualcuno che non è stato avvisato su come ci si deve comportare durante l'addestramento politico. All'incosicente arrestato questa illusoria banalita' puo' portare un mucchio di problemi. Arrivando al primo addestramento politico un tale novizio si considerera' infinitamente felice: ma basta che solo per un attimo smetta di stare allerta, basta che per un momento si dimentichi di dove si trova, perche' e per che cosa, e la sfortuna lo cogliera' in un batter d'occhio.
E' affaticato dalla mancanza di sonno, dal fastidioso freddo, dall'umidita' e dalla fame, dal lavoro sopra le proprie forze, dalla continua umiliazione e sottomissione, e sopra tutto, dalla continua attesa dell'arrivo di qualcosa di peggio. Percio' dopo essersi calmato e riscaldato un po', egli si rilassa in un'attimo.
La perdita' dell'attenzione, anche per un momento, fa si' che questa molla compressa , che l'uomo aveva dentro di se' da quando ha varcato la soglia dell'arresto, si stende in un momento e l'uomo smette di avere il controllo su di se'.
Lo sperimenta il govane soldatino non lontano da me. Si vede chiaramente che non mai stato prima al gabbio. Gli occhi gli si annebbiano, le palpebre gli si incollano, tra poco si adormentera'.. Ancora un momento e si adagiera' sulle spalle sporche e ingobbite del robusto marinaio di fronte. Questo, si vede che è venuto a Kiev in licenza e subito alla stazione l'ha acchiappato la gendarmeria. Sembra che anche lui tra un attimo si appisolera. Mi spiace per il soldato, mi spiace per il marinaio, mi spiace per me stesso.. i piedi sono sempre piu' caldi.. la testa è come su un leggero divano, sento i campanelli.. come sono dolci.. la testa mi cade sul petto.. il collo è come di cotone, non riesce a sollevare tale peso.. si spezzera'.. devo rilassare le spalle..
Be' tesoro, sei finito. Invece che una piacevole panca di legno, di notte ti aspetta una puzzolente latrina, oppure la cucina, che è ancora peggio. E quando sconterai la tua quota, ti aggiungeranno tre giorni. Che tu non abbia da sognare di un morso di carne, ne' di calzini asciutti, ma solo della politica del nostro amato Partito, che stende davanti a noi nuovi orizzonti. Si si!
Per me non è una cosa nuova, ho gia scontato quello che mi toccava, vero, non a Kiev, ma a Charkov. Veramente è difficile dire quale gabbio sia meglio. E' ovvio che a Charkov, il Comunismo è molto piu' modesto. Ma invece la fabbrica di carri armati l'hanno costruita con slancio. Tutti i giorni ci lavora meta' dei clienti della compagnia di rigore e vi assicuro non è un pic nic. Ma tornando all'addestramento politico, è molto tempo ormai che ho imparato tutti i loro trucchi. Qui nessuno mi batte.
All'inizio non pensavo al sonno, ero troppo affamato. Anche al cio evitavo di pensare, che da un tale pensiero viene solo il mal di stomaco. Una cosa sola mi tormentava dall'inizio dell'addestramento, cioe' come cambiare i calzini. Quelli che avevo ai piedi gia' da sei giorni erano completamente bagnati. E fuori o la neve o la pioggia. Freddo ai piedi, umido.. Ehh, potessi cambiare i calzini.. Stop! E' un'idea molto pericolosa! Non si puo' pensare ai piedi asciutti! Una tale idea è una provocazione! Bisogna cacciarla immediatamente, altrimenti, ci sei cascato dentro, fino alle orecchie. Ecco, gia' mi sembra di stare completamente all'asciutto.. che di notte abbia asciugato i calzini sul calorifero, anche se il calorifero non c'è. Adesso sono cosi' caldi, che si sono irrigiditi.. che caldo ai piedi... NOOO!!
Non sto dormendo!
Due robusti caporali spostano le seggiole e gli arrestati e caricano attraverso la saletta dritto su di me. Fottetevi, figli di puttana! Io non dormivo! Il caporale mi spinge di lato e si fa strada avanti tra quelli che stavano seduti dietro a me. Involontariamente guardo all'indietro, ma rendendomi conto della scala del pericolo, rimetto la testa apposto. Basta pero' solo questo breve attimo per coprire con la vista le facce di quelli che stanno seduti dietro a me. I volti di uomini mortalmente paralizzati dalla paura. Da cinquanda paia di occhi compariva la pura animalesca paura e la richiesta di pieta'. Su tutte le facce si dipingeva un'unica, unicissima idea: ''Non io! Per pieta'!''. Probabilmente anche sul mio volto fino ad un momento prima compariva la stessa espressione, quando pensavo che era me che volevano i caporali. Dio, com'è facile spaventarci! Com'è miserabile l'uomo che ha paura! Di quali cose è capace pur di salvare la propria pelle!
Intanto i caporali hanno acchiappato un cadetto dell'aviazione. Sedeva appallottolato nell'angolo. Il futuro asso dei cieli assomigliava intanto a un pesante pupazzo di legno con dei fili al posto dei legamenti. Si è spento totalmente, come se si fosse allontanato in un altro mondo. I caporali trascinano il difensore dell patria per lo stretto passaggio. La testa gli pende senza controllo, come un ciondolo sulla catenina. E' stato un errore, asso dei cieli! Non bisogna perdere il controllo! Un errore fatale, aquilotto-falchetto! Ti sei accomodato troppo. Adesso per punizione ti metteranno nella cella 'Rivoluzionaria', la 26. Li ti respiri un po' di cloro, ti svegli, e poi ti fai un viaggio nella 25, dopodiche' ti aggiungeranno altri cinque giorni. Chiaro come il Sole!
Che succede, porca puttana?! Quanto ha ancora intenzione di parlare il tenente del nostro amato Partito? Non c'è un orologio, o cosa? Ho l'impressione che stiamo qui seduti gia' da cinque ore, e questo non la finisce! Se solo potessi cambiare i calzini, starei piu' comodo.
Non resisto piu'. La testa mi pesa sempre di piu', come se qualcuno ci avesse messo dei contrappesi di acciaio blindato. Ho freddo ai piedi.. Avessi dei calzini.. Oppure se i caporali sbattessero piu' spesso dalla sala quelli che si sono spenti. E' sempre una distrazione, forse riuscirei a resitere in qualche maniera. Oppure potessi adesso uscire al freddo, per andare alla raffineria, o alla fabbrica di carri armati. E questi maledetti calzini...
-Ci sono domande?
Da cento gole esplode un convinto: ''NO, COMPAGNO TENENTE!!!''. La salvezza! Fine dell'addestramento! Fine! E non ho beccato l'aggiunta!
Tra un attimo arrivera' il comando: ALL'ADUNATA IN FILA, SCIOLGIERE I RANGHI! UN MINUTO E MEZZO!! Significa che, con un disperato slancio del corpo, bisogna buttarsi verso l'uscita, attraverso la porta piena di puzzolenti corpi, di arrestati sporchi come me, e spingendogli da tutti i lati uscire sul corridoio. Attenzione a non inciampare, che ti schiacceranno! Ognuno vuole vivere: superando sette scalini per volta bisogna arrivare al primo piano e acchiappare la giacca e il cappello invernale. La cosa piu' importante è riconoscere al volo e senza errori le proprie cose. Se dopo risulta che qualche ritardatario non riesce a entrare nella tua giubba, ti individueranno subito e prenderai cinque giorni. Per furto. Il ritardatario prendera' anche lui cinque giorni, per la lentezza. Finirete nella stesa cella e li si vedra' chi ha ragione. Con la giacca e il cappello in mano bisogna superare il flusso dei compagni che ti corrono incontro e scendere di nuovo verso il basso. E verso l'uscita gia' c'è l'ingorgo e i caporali che guardano per i ritardatari. Bisogna quindi incunearsi nella folla come un rompighiaccio, spingere, spaccare, rompere. Un minuto e mezzo sta gia' finendo e te non sei ancora in fila, non sei composto a centodue centesimi, la stella rossa del cappello non sta perfettamente sulla linea del naso, e il cappello non sta due dita sopra la linea delle sopraciglia...Scarso, scarso..
Tra un attimo cadra' il comando: IN FILA! Ognuno si ferma teso, pronto a buttarsi a testa in giu' pur di ubbidire all'ordine..Il tenente ritarda apposta, vuole saggiare la nostra abilita' a metterci in fila in un minuto e mezzo...Quanti sanno aprezzare l'importanza di questo momento? Ognuno è teso dentro si se'? Ognuno è pronto a saltare alla gola del compagno? Lo sguardo del tenente vaga di lato, ma nessuno osa girare la testa, per vedere cosa avesse potuto catturare l'attenzione del vice comandante dalla compagnia di rigore di Kiev. E l'attenzione del tenente è stata colta da una sporca mano nell'angolo della sala. Una mano che da due settimane lava le latrine, ma che essa stessa non è stata mai lavata.
Nel momento in cui il tenente si rivolse all'assemblea con la solita domanda: ''Qualche domanda?'', e da tutti i petti esplose un forte: ''Non ci sono domande!'', in quel preciso momento, proprio quella mano si alzo' alta in aria. Al gabbio nessuno non chiede mai niente, tutti sanno tutto. Ma qui ecco abbiamo un curiosone con una domanda! Caspita!
Il tenente ha le risposte per assolutamente tutte le domande. Inoltre, il tenente ha il potere di distruggere chiunque che con impertinenza gli disturbi la tranquillita'. Nemmeno dopo la lettura del rapporto di un qualsiasi primo segretario provinciale del Partito, nessuno oserebbe fare domande. Ma qua non si tratta di un qualsiasi primo segretario, che ha a disposizione una qualche limitata forma di potere. Qua, un individuo della piu' bassa categoria prova a disturbare la tranquillita dello stesso vice della compagnia di rigore di Kiev!
Questo fenomeno incuriosi' sinceramnete il tenente. Si vedeva che il ragazzino non era il primo giorno che passava in gattabuia, percio' il rischio al quale sottoponeva tutti i compagni di miseria non nasceva dall'ignoranza.
Il tenente è un buon psicologo e in un secondo capisce perche' un semivivo cadetto-elettronico dagli occhi affossati si prende un tale rischio: sicuramente gli rimane un solo giorno, massimo due da scontare. Se adesso lo mandano alla fabbrica di carri armati, ovviamente non riuscira' a fare la norma e come niente gli danno altri cinque giorni, che possono renderlo un disadattato per tutta la vita, un sottomesso, pacifico, silenzioso, semi-idiota, cosa che potrebbe fare anche bene per la sua carriera militare, ma sicuramente il cadetto non è questo che vuole. Si vede che ha deciso di fare la domanda con un unico scopo: farsi piacere al tenente e garantirsi l'uscita al termine. Ma non è cosi' facile fare gli onori all'Onnipotente! E se l'adulazione verra' recepita come lecchinaggio?..L'adulazione deve essere propriamente originale e bilanciarsi sul filo della permissivita'..
Lo sapevamo tutti bene.
-Vi ascolto- interloqui' il tenente con molta cortesia, dimostrando cosi il rispetto per la bravata del proprietario della mano sporca.
-Cadetto Antonov, quindici giorni di arresti, due per l'uscita- si presento' risoluto quello.- Compagno tenente, ho una domanda.
Calo' un funereo silenzio. La mosca che finora si scaldava dietro al forno, passo sopra il soffitto rumorosamente come se fosse un bombardiere strategico. Stringevamo le teste nelle spalle, volendo anche solo un poco parare il colpo. La rabbia poteva espoldere sopra la testa di chiunque.
-Ascolto la vostra domanda- disse il tenente e, dopo una breve riflessione aggiunse:- Prego.
-Compagno tenente, diteci per favore, se nel comunsmo ci saranno gli arresti.
Le spalle mi si contrassero ancora di piu', la testa cadde ancora piu' profonda tra le spalle. Non solo io mi aspettavo il colpo di un mazza sulla nuca. Solo l'autore della domanda stava fiero, mostrando il gonfio petto e con occhi grigi ed intelligenti fissava dritto negli occhi dell'Onnipotente.
Quest'ultimo ci penso' su un momento, poi le spesse labbra si sciolsero in un quasi bambinesco sorriso. La domanda evidentemente gli era piaciuta. Nei suoi occhi brillarono diaboliche scintille quando con assoluta convinzione e fede, rispose:
-Gli arresti ci saranno sempre!- e sorrise felicemente.
Guardo' attentamente all'elettronico e si complimento' apertamente:
-Bravo! Prode! E ora... e ora, fila alle latrine.. di corsaaaa!! E che entro sera tutto sia luccicante come le palle di un cane!!
Cento gole emisero un sospiro di invidia.
- Signor si, compagno tenente!- rispose gioioso l'elettronico.
Ci si puo' immaginare qulcosa di meglio? E' vero che dopo l'uso mattutino, le latrine sono abbastanza mal ridotte, ma basteranno due o tre ore per ripulirle a medaglia. E dopo? Dopo si fa solo vedere che si sta correggendo quello che è stato fatto. Il cesso è un puzzolente pozzo senza fondo del comunismo! Ecch, cessetto mio! E' vero che non è piacevole spazzolare i cessi la notte, invece di dormire, ma di giorno è un'altra cosa: al caldo, con tutte le comodita'...
-Adunata per i lavori, un minuto e mezzo!!
Mi buttai avanti con tutto l'impeto, spingendo coi gomiti i miei ugualmente determinati compagni.
E' stata una giornata fantastica.
Ho avuto fortuna: insieme a una piccolo gruppetto di galeotti, finii all'ospedale militare distrettuale, dove abbiamo portato la biancheria sporca. La nostra guardia era un artigliere del quarto anno. Si vedeva che anche lui è stato dentro qualche volta. A tarda serata dichiaro' dieci minuti di pausa. Ci accucciamo su degli assi congelati, poggiando le nostra stanche gobbe contro le calde pareti del forno. Una buona sorellina del reparto epidermide-venerico ci porto' un intero scatola di cartone di avanzi di meraviglioso pane bianco. Non so rendere l'estasi di quell'indimenticabile giorno. Ma sono sicuro che tutti pensavano allora al coraggioso cadetto, al rischio al quale si è sottoposto, alla precisione del calcolo psicologico che ha fatto e in generale, alle possibilita' senza limiti della mente umana.
Esercizi d'ordine nei primi anni '80