Come diventai un liberatore
Il Partito la nostra guida...
(da una canzone per manifestazioni di massa)
Il Comitato Centrale del PCUS ha deciso di aumentare radicalmente la produzione agricola. Tutto il paese comincio' a interrogarsi sul come raggiungere al meglio questo luminoso traguardo. Anche il primo segretario del nostro comitato provinciale del Partito comincio a pensarci, cosi' i secondi segretari, i loro vice, i consiglieri e i consulenti.
Per la verita' il compito era molto facile. Il clima c'è l'abbiamo abbastanza come in Francia, con abbondanza di sole, calore e acqua. La terra nera arriva a un metro di profondita' ed è cosi' fertile che ci si puo' spalmare il pane. Di trattori nei kolchoz ce ne abbondanza, come di agronomi.
Ma cosa ce ne facciamo se non abbiamo nessun vantaggio dai raccolti record? Una cosa, del resto, totalmente comprensibile. Se per il nostro lavoro ricevessimo almeno il dieci per cento del guadagno, tutti in un attimo avremmmo fatto un bel gruzzolo. Il contadino che lavora duro diventerebbe in breve ricco, mentre i lazzaroni finirebbero a zappare.
Ma questo è un'evidente ingiustizia, contrastante con gli ideali del socialismo. Inoltre, se realmente il dieci per cento finisse nelle nostre tasche, riempiremmo tutto il paese di pane. E questo significherebbe andare incontro alla pericolossisima sovraproduzione: si sa come è sempre meglio non essere sazi che mangioare troppo. Percio' il partito ha deciso di incrementare radicalmente la produzione agricola, ma in maniera tale che il contadino non vedesse per se' nessun interesse.
Il nostro segretario di partito ci penso' molto a lungo. Finche' non risolse: 'I fertilizzanti!'.
Be', non male come idea.
Hanno provato fortuna nel vicino complesso chimico. L'impianto cede tutta la sua produzione allo Stato, ma se si riuscisse a sbloccare le riserve, risparmiare un po' di sostanze prime ed energia, organizzare il lavoro in modo piu' razionale, introdurre tre turni lavorativi, be' allora...
Nel complesso hanno indetto una assemblea straordinaria. Tutto come a dovere, con la banda, i discorsi, gli striscioni. I lavoratori scandivano i motti, applaudivano, cantavano canzoni patriottiche. Dopo l'assemblea hanno annunciato la competizione per il risprmio di materie prime ed energia all'interno dell'complesso.
La competizione duro' l'intero inverno, e per la primavera, nell'anniversario della nascita di Lenin, tutti si presentarono all'impianto per il sabato dell'azione di Partito, il leniniano subotnik. Durante un solo subotnik, dalle materie prime rispermiate vennero prodotte migliaia di tonnellate di fertilizzzante liquido azotato, che come stabilito dalla risoluzione presa nell'assemblea, venne ceduto senza pagamento ai kolchoz della nostra provincia. Che fiorisca la nostra Patria!
Di nuovo la banda suono l'Inno, di nuovo vennero fatti discorsi di occasione. Era una vera festa del lavoro. All'impianto vennero i corrispondenti della stampa locale e degli organi centrali. In serata, la radio e la televisione di tutta l'Unione infomavano dell'accaduto. Il Comitato Centrale del PCUS ha approvato ufficialmente l'iniziativa degli operai dell'industria chimica e si è appellata a tutti gli impianti affinche intraprendessero la competizione. Risparmiamo le materie prime affinche servano per la produzione di fertilizzanti. Piu' fertilizzanti per i kolchoz! Che il nostro paese fiorisca come un giardino estivo!
Finita la festa del mondo del lavoro, ricominicio' la quotidianita.
L'indomani il direttore del complesso chimico chiamo' al telefono il Comitato Provinciale del Partito, per informarlo che se i kolchoz non ritireranno entro un giorno il fertilizzante che gli è stato regalato, l'impianto si fermera'. Tutti i serbatoi erano pieni di prodotto e non c'era posto dove conservare la produzione corrente. Non c'era neanche modo di cedere allo Stato la sovraproduzione, nessuno ha previsto la necessita' di ulteriori cisterne. E intanto arrivavano di continuo rifornimenti di prodotti primi. Cosa fare?
Seguii una serie di pressanti telefonate dal Comitato Provinciale a tutti i Comitati Rionali, e piu' giu' a tutti i Comitati dei Kolchoz: ritirare il regalo entro domani!
La notizia che al nostro kolchoz sono state donate 150 tonnellate di fertilizzanti, non fece contento il direttore. Il kolchoz possedeva 17 camion, di cui solo 3 cisterne. Una veniva usata per il latte, la seconda per l'acqua, la terza per la benzina. Questa ultima poteva eventualmente essere usata. La cisterna era una vecchia e strausata GAZ-51 con porte in compensato. Una rovina. Per la citta' 73 km. Tenendo conto dello stato delle strade, significava 5 ore di viaggio all'andata e 5 al ritorno.
Alla guida della cisterna c'ero io.
-Senti- comincio' il direttore.- Se eviti di dormire per 24 ore, se non ti si scarica la batteria e l'impianto di raffreddamento non scoppia per il calore, se non ti si consuma la marcia e non finisci bloccato nel fango, allora dovresti riuscire a fare nel giro di una giornata due giri completi, e portarci qui 3 tonnellate di questo fottuto azotato. Ma è necessario che tu faccia non due giri, ma cento!
-Si, compagno direttore!- risposi.
-Non è tutto- disse.- Ci sta finendo la benzina, te ne do abbastanza per fare tre giri, ma per il resto, gli altri 97 giri, ti devi arrangiare in qualche modo da solo. Devi spingere anche col proprio culo, se necessario!
-Chiaro- dissi.
-Conto su di te. Se non fai cento giri, mi cacciano.
Lo sapevo. Sapevo anche che, anche se il direttore non piaceva a tutti, il suo successore sarebbe stato molto peggio.
-Tutto chiaro?
-Non tutto. Supponiamo che faccio quei cento giri senza benzina. Dove scarico quel fottuto fertilizzante?
Il direttore guardo l'esteso cortile dell'azienda e si gratto' la testa. Giusta richiesta: dove? Che Lenin dovesse nascere proprio in aprile! E per lui che ci sono tutti questi maledetti subotniki e le sovraproduzioni arrivano tutte in questo mese. Non sapevamo quando il fertilizzante dovesse andare nel terreno, ma sicuramente non in aprile. Dove potevamo tenere, allora, 150 tonnellante di sostanza liquida puzzolente?
-Senti- disse il direttore- di questo non ti devi preoccupare. Vai in citta' e guarda cosa fanno gli altri. Non solo a noi il partito ha affidato un problema del genere. Tutti i kolchoz della provincia stanno come noi. Sicuramente qualcuno si inventera' qualcosa, i geni da noi non mancano. Fai quello che fanno gli altri. In bocca al lupo! E ricorda: se fallisci, mi tagliano la testa e io allora la taglio a te. Credimi!
Ci credevo.
Davanti al complesso chimico sfila una lunga coda di macchine. Camion di marche, colori e dimensioni diverse. Tratto caratteristico: tutti sono ugualmente devastati. Sono capace di riconoscere un camion di kolchoz a un chilometro di distanza. Si differenzia come gli invalidi che chiedono elemiosina in mezzo alla folla. E qui mi ritrovo con una marea di invalidi. Ci sono i ZIL, i ZIS staliniani; alcuni hanno incisi sul cofano 'Fabbrica Auto Molotov', altri 'Fabbrica Auto di Gorki'. Tutti ugualmente infangati.
Il lavoro procede vivace. Tonnellate di fertilizzante vengono versati nelle cisterne, la coda di macchine avanza velocemente.
Ma accadono dei miracoli: cisterne che sono appena state riempite, ritornano velocemente e si rimettono in coda alla fila. Da dove viene questo tempo cosi veloce? Cos'è questa velocita spaziale? Ognuna ha bisogno di ore per consegnare il prezioso carico e tornare a prenderne un altro. E invece tornano velocemente dopo pochi minuti.
Arriva il mio turno. In due minuti mi riempiono il serbatorio di liquido puzzolente, mentre il controllore del carico segna sulla lista che il mio kolchoz ha ritirato la prima tonnellata e mezzza di fertilizzante. Esco con la cisterna dai cancelli dell'impianto e giro dietro al camion che ha ricevuto il carico prima di me. Faccio quello che fa chi sta davanti a me. E quello a sua volta fa quello che fanno tutti. Dal concello dell'impianto gira a sinistra e con una ripida discesa scende sulle rive dello Dniepr. Li immerge il tubo nel fiume e in un attimo fa scendere il prezioso fertilizzante: sulla limpida superficie del fiume, la culla della civilta' russa, si espande lenta, una grande, velenosa macchia gialla.
Svuotato il serbatoio, mi dirigo nuovamente all'impianto, dove faccio toglire dalla lista un'altra tonnellata e mezza di fertilizzante destinato al nostro kolchoz. E un'altra volta ancora. Il lavoro procede veloce e rumoroso. Decine di giri, centinaia di cistarne, migliaia di tonnellate! Da quanto vivo non ho mai visto una cosi grande abbondanza di pesce. Non avrei mai creduto che ci fossero cosi tanti pesci nel nostro Dniepr. Tutta la superficie del fiume, da riva a riva, era coperta di lucci, magnifiche trote, grasse carpe. Tutte nuotavano in superficie con la pancia in su. Se non fosse per la chimica non sapremmo mai quanto i nostri fiumi siano ricchi!
Gli autocarri arrivavano in una fila senza fine. Ogni autista sapeva che se non svuotiamo i giganteschi serbatoi della grande installazione, la produzione si fermera'. E questo sarebbe un crimine!
A mezzogiorno all'improvviso arrivo' la milizia. Tutta la zona venne circondata con un cordone. Tutti gli autisti vennero radunati in una sola zona. Dopo un po' arrivo una VOLGA nera. Nella VOLGA qualche personaggio con una gran valigetta. Con grandissimo ribrezzo perlustro' l'area del nostro lavoro. Mise un piccolo fazzoletto bianco sul suo piccolo nasino: il puzzo del fertilizzante era insopportabile. Insieme al pezzo grosso arrivo' un altro individuo di rango minore. Anche lui con la valigetta, anche lui con una VOLGA, che pero' non era nera ma grigia e molto abusata. Un dirigente spiegava qualcosa all'altro gesticolando. Dopodiche' se ne andarono, ognuno dalla sua parte e la milizia con loro.
Ce ne stiamo fermi, non sappiamo cosa fare: continuare come abbiamo fatto fino ad adesso o no. Allora arrivo' il rappresentante dell'impianto. Gesticola, impreca pesantemente, ordina di continuare. Avete trovato un'ottima soluzione, compagni guidatori! Se si ferma l'impianto si distruggera' tutta la tecnologia francese comprata a caro prezzo. Allora saltera' la poltrona al Segretario Provinciale del Partito e dopo di lui i dirigenti dei livelli inferiori. Percio' dopo una breve riunione i dirigenti hanno deciso di non disturbare i superiori e di non mettere naso negli affari della politica agricola. Che tutto vada col suo corso...
Gia', che altre soluzioni si potevano appplicare? Donare la sovraproduzione allo Stato? E dove lo trova la Stato i serbatoi per conservare una tale quantita' di liquidi? I kolchoz non hanno dove tenerli, ne' come trasportarli.
Considerare gli eccessi come normale parte della produzione? Allora coa fare con i trasporti di materie prime che arrivano continuamente all'impianto? Del resto i controllori si accorgerebbero subito che c'è qualcosa che non quadra, comincerebbero a indagare da dove arrivano tali eccessi. Comincerebbe un'indagine e cosi via. La cosa migliore è lasciare tutto com'è, e cosi via.
Verso sera finimmo il lavoro. Comunicarono a Mosca che tutto è andato secondo i piani, che i raccolti di quest'anno batteranno i record grazie al Segretario Provinciale del Partito. Mosca rispose subito con un telegrama di gratulazioni al Segraario del Comitato Provinciale e ai lavoratori della provincia. E tutto fini' li.
A notte fonda ognuno prese il suo ultimo carico, ma questa volta nessuno lo porto al fiume. Portai al mio kolchoz una tonnellata e mezza di fertilizzante e dichiarai missione compiuta. Il direttore mi ringrazio' senza chiedere dettagli. Tutto gli era chiaro sin dall'inizio. Gia' da molto tempo si era abituato al fatto che quando il Partito da' delle istruzioni, queste finiscono sempre in una maniera che tutti preferiscono dimenticare.
-Cosa devo fare con quell'azotato? Una tonnellata e mezza!-chiesi.
-Prenditelo! Potrei produrre raccolti record anche senza fertilizzanti. Ma che ci farei?
Fini cosi'. Se avessi versato il contenuto della cisterna nel nostro fiumiciattolo sarei senza problemi. Ma non potei farlo: del resto era mio, guadagnato col lavoro. Come potevo sprecarlo? Portai allora il fertilizzante al proprio lotto ed entro la mattinata lo versai con un secchio tra le aiuole.
Risulto' che avevo commesso un errore imperdonabile! La quantita' era troppo elevata per la mia sola zolla di terra e anche il periodo dell'anno non era adeguato: la terra rigetto il mio regalo! A maggio, quando in tutti i lotti vicini spuntarono rigogliose piantine, da me pungeva la vista del terreno incolto. Mi spaventai. Come sopravviveremo l'inverno? I soldi del lavoro nel kolchoz basteranno per due mesi di fame. Non potevo nemmeno fuggire dal kolchoz.
Nel socialismo il contadino non riceveva la propria carta d'identita' cosa che lo autorizzava a muoversi nel paese. Non pensate che sia solo un capriccio del comunismo sovietico. E' una vitale necessita'. Da quando abbiamo deciso di stabilire una comune uguaglianza di cittadini, è arrivato il bisogno di pensare a qualcosa per gli abitanti delle campagne. Se tutti avesero gli stessi diritti ci sarebbe la fuga dalle campagne verso le citta'. Tutti vorrebbero avere turni di lavoro fissi, non lavorare nei giorni di festa stabiliti, prendersi le ferie estive. Ma se tutti gli abitanti delle campagne andassero in citta' lo Stato della comune uguaglianza morirebe di fame. Per impedirlo, bisognerebbe introdurre il mercato libero, cioè il capitalismo, oppure legare i contadini alla terra con l'uso di filo spinato, cani, minacce e il decreto socialista anti-kulaki.
Essendo un'acceso tifoso dell'uguaglianza di tutta l'unmanita', ero pronto a vivere tutta la mia vita senza la mia carta d'identita'. Cosa me ne importa che non potevo lasciare la campagna, ne' sposarmi con una di citta', ne' dormire in albergo o volare in aereoplano? Mi bastava che tutti fossero uguali. Fine dello sfruttamento di uomini da parte di altri uomini.
Purtroppo il fottuto fertilizzante ha fatto si' che ho dovuto guardarmi per una nuova strada di vita. Aspettavo l'anno successivo per fare il militare. Come arrivarci pero? Potevo finire in gattabuia a spese dello Stato, oppure diventare ufficiale dell'esercito dove egualmente ti sfama lo Stato. Considerando come è facile finire dietro le sbarre, decisi di lasciarmi questa possibilita' per ultima.
Per diventare ufficiale prima dovevo diventare cittadino del mio Stato, in altre parole, rimediare la carta d'identita'. Dicono che farsi dare il passaporto in URSS sia cosi' difficile che c'è chi ci perde un'intera vita. Ma per una persona non abilitata ad avere il passaporto, farsi dare la carta d'identita fosse un'impresa ancora piu' ardua.
Se hai la carta d'identita e vuoi i passaporto, la legge sta in teoria dalla tua parte. Puoi protestare, fare lo sciopero della fame, scrivere lettere a Brezhnev. Se ti impunti, potrebbe succedere di riuscire. Ma come combattere per la carta d'identita'? Finche' eri un semplice contadino sovietico la legge era contro di te. Non venivi considerato un cittadino di questo Stato, ma un contadino dello Stato. Se non ti spetta nessuna forma di difesa, ma sei nato solo ed esclusivamente per il lavoro, come parte integrale dei mezzi di produzione agricola, che succede allora? Rispetto alla legge ero, come ogni contadino sovietico, un rinnegato.
Invece ci sono riuscito! E' una lunga storia che non rammento con piacere. Ho dovuto ricattare il direttore del kolchoz, ingannare il presidente del consiglio cittadino e sedurre la sua segretaria. Non c'era altra strada.
Ricevetti la carta d'identita', anche se non proprio legale. Ho dovuto velocemente cambiarla in qualche altro documento d'identita' ufficiale. Altrimenti in qualsiasi momento potevo essere accusato di assunzione illegale di personalita' di un cittadino di un paese in cui i miei avi avevano vissuto da secoli.
Proprio per questo sono entrato nella Scuola Comandanti Forze Corazzate della Guardia di Charkov. Li mi hanno preso la carta d'identita' e in cambio ricevetti una tessera rossa con una grande stella, una falce e un martello. Adesso nessuna forza al mondo mi poteva riportare al kolchoz. Dall'Armata Rossa non esiste ritorno.
Cosi comincio' la mia vita militare. Ho attraversato in lungo e in largo i piu' grandi poligoni sovietici, ho preso parte a grandi manovre, diventai ufficiale nel 1967. Ho servito nella 287a Divisione
di Fanteria Meccanizzata di Addestramento 'Novgorod-Wolynsk' del Distretto Militare di Kiev. Durante l'intervento in Cecoslovacchia ho comandato una compagnia della 24a Divisione di Fanteria Meccanizzata 'd'acciaio Samarsk-Uljanovsk'. Successivamente ho servito nello Stato Maggiore della 13a Armata e nello Stato Maggiore del Distretto Militare di Leningrado. Dopo aver finito l'Accademia Diplomatica Militare a Mosca sono finito nel Direttorato Principale di Informazione dello Stato Maggiore. Per alcuni anni ho servito come ufficiale dello GRU in europa occidentale...
La storia che racconto comprende l'ultimo anno alla scuola ufficiali e i primi due anni dopo la sua fine. Nel 1966 come cadetto della Scuola Comandanti Forze Corazzate sono finito per un breve periodo alla Scuola Tecnica Forze Corazzate di Kiev. Un giorno svolgevo il servizio nell'ufficio permessi. Dopo il turno della notte dormivo piacevolmente nel retro dell'ufficio.
Li' comincio' tutto quanto.