A pochi chilometri dalla costa ionica, partendo da Messina e arrivando a Ponte Schiavo, dopo un susseguirsi di tornanti che nel primo tratto rivelano un suggestivo spettacolo paesaggistico con la sensazione di trovarsi in un immenso terrazzo sullo Stretto e che, nella parte successiva, fanno ammirare ulivi secolari, continuando la strada che ''serpeggia'' lungo i costoni delle colline, fino a quando tutto ad un tratto, quasi per incanto, ecco Pezzolo, perla incastonata tra le rocce. Le antiche popolazioni hanno scelto questo luogo rifugiandosi all'interno, o per l'insalubrità delle coste o per nascondersi dietro le colline dalla vista dei pirati.
PASSATO
Visitando Pezzolo con molta attenzione, possono essere recuperati alla memoria, tanti momenti culturali che un 'cittadino abitudinario' o un visitatore distratto non riesce a cogliere ma che, guardandoli con occhio diverso, assumono un significato particolare.
Vanno notati pendii delle terre accuratamente sistemate a terrazze che riportano alla memoria il lavoro, a volte anche durissimo, degli antichi abitanti che cercavano di rendere più idonei ad essere coltivati, terreni inaccessibili. Quasi la totalità degli abitanti di Pezzolo si dedicava con molta cura alla coltivazione della terra. I terrazzamenti venivano opportunamente utilizzati e coltivati e fornivano ortaggi, cereali, farinacei che costituivano l'alimentazione di ogni giorno. Le zone più alte venivano invece destinate a pascolo. Le zone più alte venivano invece destinate a bosco che forniva la legna.
Fra i vicoli del villaggio si notano due sottopassaggi, tutt'ora praticabili, come percorsi alternativi per evitare lunghi tragitti, i cosidetti ''trafori'': uno collega la Via Aloisio alla Via Mendolara ed è costruito con sole pietre unite tra di loro con impasto di calce e terra; gli archi di entrata ed uscita sono di mattoni.
L'altro collega la Via Mendolara alla Via Piazza ed è strutturalmente simile al primo, ma molto più stretto e più corto, infatti permette il passaggio ad una sola persona per volta.
Non mancano le antichità architettoniche.
In primo luogo la Chiesa Madre dedicata a San Nicola, Patrono del villaggio, la Chiesa della Madonna dell'ldria, ridotta ormai a qualche ''reperto'', molto degradata, e la Chiesa della Madonna di Loreto che ha dato il nome alla contrada.
Questa Chiesa, in atto utilizzata ad ovile è molto interessante dal punto di vista architettonico, ed è stata collocata dagli esperti, intorno all'VIII secolo, ed attribuita alla scuola bizantina.
Da notare anche il palazzo del Marchese Pescia in Via Belluso, costruzione del 1400, del quale esistono in parte soltanto i muri perimetrali. In un dedalo di strette viuzze, di rampe, di scale, che per la loro rarità destano nel visitatore una certa sorpresa, considerata la completa inaccessibilità al traffico motorizzato. Qui sorgono le abitazioni a ridosso una dell'altra, quasi a sorreggersi e proteggersi a vicenda, formando un unico, composto, blocco urbanistico.
PRESENTE
Chi vede Pezzolo per la prima volta e magari pensa che si tratti di "un pizzo di montagna", con la naturale conclusione che in genere si è portati a fare sullo stato di educazione e istruzione dei suoi abitanti, sarà presto o tardi costretto a far retromarcia e rivedere un attimo "la prima impressione".
Tutti sono d'accordo nell'affermare che a Pezzolo non c'è "vita" (con il significato che oggi si da al termine!), ma chi ha avuto la "fortuna" di andarsene ci torna sempre volentieri, spinto da qualcosa che magari non riesce a spiegare, che siano gli affetti familiari o gli amici, i ricordi del passato o la curiosità del presente, l'aria buona o la tranquillità, poco importa; basta tornarci prima o poi.
Oggi, la prima occupazione dei Pezzoloti non è più l'agricoltura, poiché la "proprietà contadina", non dà più la possibilità di avere un reddito adeguato alle necessità moderne. Gli abitanti, ogni giorno si recano quindi in città dove svolgono le loro attività lavorative e, ritornando al villaggio, si dedicano, anche se sempre meno, alla cura della propria campagna ricevuta in eredità dai genitori. Non abbandonare ancora del tutto le opere tradizionali, pur svolgendo una primaria attività lavorativa, può e deve essere considerato un fatto positivo che, non solo fa rivivere dei momenti di tradizione culturale, quali quelli della coltivazione della terra o di mestieri quasi scomparsi, ma recupera anche valori sociali, civili e religiosi quali la famiglia, l'amicizia, la fede, il piacere di ritrovarsi e stare insieme a chiacchierare.
A Pezzolo la vita scorre quasi sempre tranquilla, lontano dallo stress del grande centro, i rapporti umani costituiscono un grande momento di esaltazione per tutti gli abitanti. I rapporti di buon vicinato, parentela e di appartenenza alla stessa comunità etnica sono sinceri momenti di fratellanza e quasi di affetto che accomunano tutti i cittadini
FUTURO
Lo stiamo aspettando!
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PEZZOLO]