Subject: 1 Capo Nord CMRI - Il resoconto completo
From: "Alex & Barbie" <conal@tin.it>
Date: Sun, 23 Aug 1998 15:55:48 +0200
Ho letto diversi mex che chiedevano di ripostare i resoconti di NordKapp e, visto che il nostro fino ad ora è stato l'unico postato, noi ve lo riproponiamo in versione integrale, ovvero, avendovi promesso di editare la seconda parte in un tempo successivo, visto che è domenica e che Barbara lavora e che io non ho niente di meglio da fare, eccomi qui a lavorare di dita :-))...ma gli altri mitici spedizionieri quando posteranno i loro?:-)) P.S. Ho ricambiato il nick da Excalibur a Alex & Barbie (che non centra niente con il subject).
1° CAPO NORD CYBER MOTO RADUNO INTERNAZ.
PREMESSA : una settimana prima della partenza riporto la moto dal mecca (e premetto che andava benissimo ) per gli ultimi controlli di rito e gli chiedo di verificare in modo particolare lo stato e l'ingrassaggio del cardano, la carburazione, il freno integrale che va giù molto duro più le solite cose...in più mi faccio cambiare la cordicina del contagiri e del contakm ed altre cazzatine varie...quando sono andato a riprenderla lui serafico mi ha detto che avrei potuto anche fare il periplo del mondo almeno cinque o sei volte, insomma che potevamo stare tranquilli :-)) E noi tranquilli partimmo da pescara domenica 19 luglio per quello che ricorderemo come il più bel viaggio mai fatto :-) ma l'ombra malefica del mecca (forse per invidia?) è su di noi....all'altezza di Ancona salta il contagiri (no problem, c'è sempre il contakm), verso Bologna la lancetta del livello carburante (no problem again, faccio il pieno e mi regolo con il parziale),quando siamo ormai sull'A22 all'altezza del Lago di Garda la moto si spegne improvvisamente ...dentro di me penso fine del viaggio :-(...ma guardo Barbara, leggo nei suoi occhi l'amarezza e la delusione e mi do da fare....due ore fermo in autostrada a controllare tutto quello che potevo (grazie a questo punto a tutti i motociclisti che vedendomi armeggiare sulla moto non si sono fermati:-(), controllo se arrivava corrente, benzina...e finalmente arrivo all'interruttore comandato dal cavalletto laterale (che toglie la corrente quando aperto) e maremma boia era proprio lui....lo stacco e finalmente riprendiamo il viaggio..ma ormai si è fatto buio e così decidiamo di dormire sul lago da una nostra amica. L'indomani di buon'ora si riprende, il cielo è libero da nuvole, fa caldo e posso tirare un pò.... in Austria la prima incazzatura perchè alla barriera autostradale mi chiedono il pagamento del pedaggio...ma come ho comprato il ticket in italia che fa bella mostra di se sul parabrezza, ma niente da fare, se vogliamo passare bisogna pagare...affanculo gli austriaci e paghiamo (sarei poi grato a qualcuno se mi spiegasse questo fatto visto che abbiamo dovuto ripagare anche al ritorno..ma il ticket allora a che ca@@o serve?). In Germania facciamo tutta autostrada, è qui che i motociclisti si iniziano a salutare, anche quelli che viaggiano sulla corsia contraria quando ti vedono si sbracciano :-)) e finalmente arriviamo all'imbarco tra Germania e Danimarca. Sul traghetto destiamo simpatia in una coppia di circa 50 anni ( si perchè stavamo discutendo su chi avesse dovuto prendere un quaderno sul quale Barbara aveva segnato delle cose) che si avvicinano e ci chiedono se siamo italiani..of course rispondo io e ci lasciano il loro indirizzo in Svezia dicendoci che sarebbero stati ben lieti di ospitarci al nostro ritorno per scambiare due chiacchiere sul nostro fantastico (a dir loro) paese:-)) non ci diamo molto peso, sicurament enon ci fermeremo ma l'indirizzo lo prendiamo ugualmente....e dopo circa un'ora di traghetto ecco davanti a noi le coste Danesi...è un'emozione, siamo in Scandinavia ! Appena il tempo di cercare un camping per la notte e facciamo conoscenza con la pioggia scandinava alla quale dobbiamo essere riusciti abbastanza simpatici visto che non ci abbandonerà quasi mai durante il viaggio:-). L'indomani siamo a Copenaghen, città bellissima ma quello che mi ha colpito di più è stata la Sirenetta...sarei rimasto ore e ore a guardarla , una figura vista solo sui libri di scuola ma che dal vivo trasmette un qualcosa di speciale...Barbara invece è più attratta da un mega gelatone a 4 gusti :-)))
Appena varcato il confine tra Danimarca e Norvegia un dum dum accompagna le restanti vibrazioni del Guzzi..ad Oslo trovo un mecca Guzzi a cui fargli dare un'occhiata (Motomania, conc Guzzi,Aprilia e Ducati)..la sentenza è problemi di carburazione ..mentre lui controlla la moto e la carburazione arriva un tipo su una Ducati Monster 900 seguito da famigliola su un Range Rover...facciamo così amicizia con Sam e Sophie, lui ex pilota di SBK (sempre corso per la Ducati) e lei scenografa in un teatro...dei ragazzi semplicemente fantastici che per la cena ci invitano a casa loro e ci deliziano con una cena a base di specialità norvegesi...ci dispiacerà lascirali, avremmo passatto volentieri qualche altro giorno con loro...ma il richiamo di NordKapp e dell CMRI è troppo forte...l'indomani ripartiamo verso il nord , procediamo lungo la E6 ma dopo appena 500 km circa la pioggerellina che nonaveva mai smesso di accompagnarci decide di trasformarsi in un vero e proprio temporale.. siamo così costretti a fermarci lungo la strada,scopriamo di aver dimenticato a casa i copristivali e decidiamo quindi di infilarci in un camping in attesa che spiova....in quel camping ci abbiamo dormito (poche ore per la verità) ma soprattutto abbiamo passato buona parte della sera e della notte ad asciugare i nostri stivali ed altri accessori completamente fradici. Ma siamo ottimisti, dai vedrai che sarà il classico acquazzone estivo, magari un pò più lungo del solito :-))) E fu così che l'indomani riprendemmo il viggio..SEMPRE SOTTO LA PIOGGIA MA CON LE BUSTE DI PLASTICA AGLI STIVALI! Alla E6 dopo un pò preferiamo la Coast Road 17, strada senz'altro più lunga ma stupenda...scenari mozzafiato, fiordi stupendi, curve (tante) (e la leva del freno integrale che non ne vuole sapere di andar giù...userò quindi sempre il fremno anteriore per tutto il viaggio arrivando in Italia che frenavo con le pinze :-))....e la notte che non scende mai ma che si tinge di un rosso da far accapponare la pelle...non ci siamo abituati e prender sonno alla sera diventa più difficile...ma chi se ne frega!!! siamo in un vero e proprio paradiso terrestre e questo basta!!:-)) Tutto sembra procedere per il meglio finchè a Bodo, prima di imbarcarci per le isole Lofoten, circa 1000 km da NordKapp, il cardano ci saluta e decide di passare a miglior vita....chiamo il mecca in italia , lo mando a quel paese (meno male che non l'ho pagato prima di partire) e telefono a Sam chiedendogli se per caso non conoscesse qualcuno in grado di aiutarmi ....dopo dieci minuti mi richiama e mi da il nome di un suo ex collega pilota appassionato di Guzzi proprietario di un officina a Bodo! Ragazzi che culo!!:-)) Portiamo la moto dal mecca che subito ci smonta il cardano..azzo, completamente andato...chiama la guzzi in Norway ma di disponibile c'è solo la crocetta cardanica ma ci vogliono due giorni per farla arrivare via aerea ed inoltre tra spese aeree, spese del pezzo di ricambio e di manodopera (che in Norvegia ha dei costi esorbitanti) ci vogliono circa un milione e mezzo :-(..Così a malincuore io e Barbie decidiamo di far rientrare la moto in Italia con l'Aci e di proseguire verso la nostra meta con una sardo a noleggio.....MA È SOLO UN ATTIMO DI FOLLIA!!!:-))
In effetti ci diciamo che non avremmo mai potuto presentarci al nostro primo incontro con gli amici di IHM in sardo, che fatto trenta potevamo fare trentuno, e affanculo i soldi gli diamo l'ok per la riparazione :-)). Il mecca si fa quindi spedire la crocetta e riesce a rifare in officina l'albero artigianalmente...noi siamo un pò preoccupati per la tenuta di questo albero ma fortunatamente il tipo sa il fatto suo e l'ottimo lavoro svolto ci permetterà in seguito di rientrare in Italia senza altri problemi....e dopo due giorni passati a Bodo e 4380 corone norvegesi Excalibur è di nuovo pronta a proseguire il viaggio....sono le 20.00 del 30/07, abbiamo davanti a noi altri 1.000 km e l'indomani c'è l'incontro con gli amici di IHM...E PIOVE! Rapido consulto tra me e la gentil signora e decidiamo di partire immediatamente guidando per tutta la notte e per il giorno seguente per essere presenti al CMRI..e qui il buon Dio ci ha premiato di tanta buona volontà..infatti verso le 22.00 smette di piovere, il cielo si apre quel tanto che basti a farci stare un pò più tranquilli per i prossimi km...e verso mezzanotte il cielo inizia a colorarsi di un rosso fuoco...ci fermiamo per scattare delle foto (le uniche che abbiam fatto che riprendano il sole di mezzanotte..essì perchè l'indomani manco la buona sorte del Casartelli ci avrebbe permesso di ammirarlo):-))) e per ammirare estasiati lo scenario che si apre davanti a noi...e qui ho partorito una mia idea: Dio quando ha creato il paradiso terrestre sicuramente aveva in mente un posto ed un momento identici a quello che avevamo davanti ai nostri occhi:-)
Rimontiamo in sella decisi a macinare quanta più strada pssibile, ma verso le sei ,inesorabile, il sonno cala su di noi...si ma dove ci fermiamo?? per strada? e nel frattempo ricomincia a piovere...dopo aver testato un paio di distributori di benzina , troviamo sulla strada un piccolo accampamento Sami (erroneamente chiamati Lapponi) con delle capanne vuote, evidentemente usate durante il giorno per vendere souvenirs ai turisti...non ci penso due volte e moto e tutto ci infiliamo dentro...dopo due ore di sonno siamo di nuovo in marcia..ci fermiamo verso Alta a vedere altre capanne Sami (ma questa volta piene) dove gli indigeni vendono artigianato locale e mentre guardiamo maglioni e altre cazzate varie una voce femminile fa :" ehi, volete una tazza di caffè italiano?" ..guardo la targa della sardo ed era italiana :-))
ed abbiamo fatto amicizia con Paolo ed Ileana, due simpatici ragazzi di Milano che in moto avevano fatto tutte le loro vacanze ma che in questa occasone avevano preferito la sardo, anche loro diretti a Capo Nord:-)) e diventeranno fino alla Meta i ns compagni di viaggio. A circa 200 km da CapoNord la vegetazione cambia improvvisamente aspetto e da foresta si trasforma in niente...fa freddo, piove e sento Barbara che batte i denti...poverina, ha preso acqua, vento freddo e non si è mai lamentata...mi fermo ad un distributore per vedere come sta e dietro il sotto casco riesco a sentire i suoi denti che battono...Ileana le da subito un the bnollente e le chied ese vuole proseguire il viaggio con loro in macchina, ma lei, STOICA, rifiuta e risponde che per niente al mondo avrebbe tolto le chiappe dalla selladella moto:-))))
Così, verso le 20.00 circa del 31/07 riusciamo a sbarcare sull'isola di Capo Nord dove , oltre alla pioggia ed al freddo , ci spetta una nebbia che si poteva tagliare a fette con un coltello. Che culo eh? Arriviamo al camping sede di questo 1°NordKappCMR e mentre posteggio mi si avvicina un ragazzo e mi chiede :" Sei Excalibur?" ed io :"si"..."ciao sono Joe Skop:-))) e mentre facciamo le presentazioni arriva anche l'ape maia :-)), ops, Stefano Casartelli con il suo TDM giallo e oro...notiamo le moto di Ivan e Diego ma loro sono nel bungalow a sonnechhiare di brutto (sapremo poi che anche loro non hanno dormito la nnotte precedente)...è stato bellissimo, io e Barbara(ormai ripresasi dopo l'ennesimo caffè bollente) ci siamo trovati subito a ns agio con questi amici che non avevamo mai conosciuto prima ma che oso definire eccezionali:-))) ...e tra una chiacchiera e l'altra si decide di cenare nel ristorante dl camping. Sto campeggio aveva parte dei bungalows posti sul lato di una piccola collina (quindi in salita) ed ovviamente ognuno ha parcheggiato la propria moto vicino al proprio casotto. Quello dove dormivamo noi e Joe Skop aveva davanti a se una stradina sterrata che saliva verso l'apice della collina ed io e Joe decidiamo, per dare stabilità alle moto, di parcheggiarle di traverso ostruendone la carreggiata (ed il proprietario del camping ci aveva detto che a lui non davano fastidio tanto da li non ci passava nessuno).
Tranquilli e beati ci ritroviamo tutti l ristorante per la cena e per il brindisi in onore di questo NKCMR....dopo una breve discussione tra me e Stefano su merluzzo o baccalà:-)) e mentre eravamo lì a gustarci le nostre pietanze sentiamo un vociare provenire da fuori, guardiamo dalle finestre e magicamente, tra la nebbia, scorgiamo un branco di renne che stava attraversando il campeggio scendendo dalla collina....."Barbara, guarda ci sono le renne"..e tutti a dirci che bello vederle così vicine, guarda come corrono.....ma un dubbio mi assale : le renne scendono dalla collina ma d adove passano se tutto intorno è recintato??????
JOEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!1LE NOSTRE MOTOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!! e con i bocconi di cibo in bocca io e Joe ci precipitiamo a rotta di collo già convinti di dover rimontare il serbatoio guzzi sul tdm e di doverci scambiare i pezzi ...ma fortunatamente le nostre moto sono ancora lì, sui cavalletti, e noi per sicurezza le sposstiamo davanti al bungalow di Ivan e Diego in posizione più normake e soprattutto fuori dalla rotta delle renne:-))))
La serata procede nel salottino del ns bungalows (avevo preso il più lussuoso per festeggiare il ns secondo anniversario di matrimonio che cad il 3 agosto) dove , causa poca pappatoria al ristorante, diamo fondo alle nostre provviste....Stefano si presenta con una bresaola quasi intera e noi tiriamo fuori pane , formaggio e salame...e si finisce col degustare la grappa portata da Ivan e Diego.....:-)))Barbara si addormenta di botto, strano solitamente da dei segnali sbadigliatori, ma si vede che la stanche zza ha avuto il sopravvento sulla sua voglia di stare tra noi a divertirsi...:-)) poi verso le due o le tre andiamo a nanna tutti, tranne Joe Skop che se non ricordo male è uscito dicendo che andava a farsi un giro :-)).
Il giorno dopo di buon'ora (circa le undici) siamo tutti in piedi e pronti per andare a vedere il centro culturale di NordKapp...arrivano Paiolo ed Ileana per fare le foto di rito e di gruppo con tutti noi e vaiiiiiiiiii, verso il punto che ci abrebbe immortalato sulle foto più ganze :-))))) prima di andare sotto il mitico monumento andiamo a rendere un pensiero alla targa che Joe Skop l'anno scorsoha messo qui per ricordare un suo amico motociclista morto in un incidente....ma cerca cerca (tra la nebbia) della targa neanche l'ombra, troviamo però il punto dove Joe l'aveva posta ma qualcosa o qualcuno l'aveva portata via...e a noi è piaciuto pensare che non se la fosse portata via qualche turista figlio di pu@@ana, no, ma che l'avesse strappata via la neve con il disgelo e che adesso riposa in fondo al mare....
e dopo....tutti sotto il monumento a scattare le foto, ne abbiam fatte tante per paura che non venivano :-)) e poi tutti insieme a visitare il centro culturale di CapoNord dove tra le altrwe cose proiettano un filmato da far accapponare la pelle per la sua belle zza ed intensità....e li ti senti orgoglioso di esserci arrivato, seppur tra mille problemi, tra quintali di pioggia e di ferddo, ma di esserci arrivato...e ti senti, tra questi amici e colleghi, uno di loro, un vero Motociclista. Ho impresso bene dentro di me quella sensazione provata, sono convinto che la proverò pochissime altre volte nella mia vita :-)))
Ma è ora di fare la pappa e dopo un veloc boccone siamo pronti a ripartire per le varie destinazioni...infatti per me e Barbie è giunto il momento di rientrare in italia, per Diego , Ivan,Stefano e Joe di continuare la loro vacanza in questi amgnifici posti...salutiamo Joe che si ferma a NK ancora un giorno ed in quattro moto torniamo al traghetto che ci porterà sulla terra ferma...e qui io e barbie salutiamo anche gli altri, ma con quale tristezza, cazzo è già tutto finito...e ci ridiamo appuntamento sul NG per raccontare la nostra avventura:-)
Su consiglio di Diego ed Ivan tra Norvegia e Finlandia prendiamo una scorciatoia...circa 70 km di strada completamente dritta ma fatta a saliscendi...che dire, molto bella perchè attraversa la foresta ma alquanto da cardiopalma per le renne che attraversano senza manco avvisarti e che secondo me sono spinte da impulsi suicida....diverse volte ce le siam trovati davanti ma non siamo riusciti a fare delle foto decenti a causa del rumore della guzzi!! si, altrimenti non si spiega perchè abbiamo visto da lontano altri motociclisti fermi con le loro moto a foptografare le renne da pochi metri e quando arrivavamo noi queste scappavano:-))) fatto sta che il pallino della foto decente alla renna gironzolava sempre nellatesta....ci fermiamo ad un distributore, metto benzina e a moto spenta aspetto Barbara che esca dalla cassa dopo aver pagato...lei esce e si blocca! mi guarda e mi fa cenno di non muovermi, io non capisco vedo lei che prende la macchuina fotografica ed inizia a scattare , una due foto...mi giro e vedo dietro di me due renne che mi stavano contemplando a due tre metri di sdistanza :-)))) inutile dire che appena messo in moto son scappate a gambe , anzi zampe levate:-))
Il viaggio è proseguito senza altri particolari episodi finchè siamo arrivati in Svezia dove a Lulea in un hotel dove abbiam passato la notte abbiamo conosciuto un tizio svedese che voleva a tutti i costi venderci la sua Gold Wind....un tipo strano che siamo riusciti a toglierci di dosso solo dopo una fuga strategica dall'albergo :-)
Nel frattempo credete che la pioggia si fosse scordata di noi? NOOOOOOOOOOOOO, e così sotto l'ennesimo acquazzone mi ricordo della coppia svedese che ci aveva dato l'indirizzo...guardo silla cartina e cavolo, siamo a neanche trenta km da casa loro...così li chiamiamo e loro, felici come delle pasque, ci invitano a passare la cena e la notte a casa loro :-)))) Una casa bekllissima, immersa in una foresta...non vi dico che pace :-) Dopo cena si sa, per i fumatori la sigaretta è d'obbligo, ma per nn affumicarli Barbara si scusa con gli altri e dice di voler andare fuori a fumare ...al chè i residenti,credevo scherzando, le dicono ....occhio ai lupi, occhio agli orsi. ecc...ma noi ci ridiamo su e lei va fuori a fumare. Torna ed è il mio turno, le dico "tutto ok?" e lei "si, ma stai attento non ti avvicinare troppo alla rimessa perchè devono avere un cane che mi ha ringhiato quando mi ci sono avvicinata"...ed ioesco e testa di ca@@o come sono decido di vedere di che razza era...ma non l'ho visto perchè appena avvicinatomi alla rimwessa costui ha iniziato a ringhiare..era buio e no nho voluto rischiare più di tanto....fumo la mia sigaretta e rientro, candidamente chiedo al prorpietario di che razza fosse il suo cane e lui candidamente mi risponde " We haven't dog here".
Inutile aggiungere ch enon siamo più usciti a fumare :-)
Il giorno dopo ripartiamo verso l'italia ed una tragica scena ci appare davanti agli occhi appena sbarcati dal traghetto che ci aveva portato dalla Svezia alla Germania:
dopo circa 50 km di strada che avevamo fatto ad andatura piuttosto sostenuta sulla strada una scena agghiacciante, un autobuspieno di turusti anziani accappottato, con la gente che crecava di uscire dai finestrini rotti ed una fiesta schiattata con un uomo (deceduto) all'interno...ovviamente ci siamo fermati per prestare aiuto con altre persone ma subito dopo è arivata la polizia , le ambulanze e ci hanno fatto sgomberare la strada...ho guidato i successivi 100/200 km a circa890/kmh.:-(
Ma il viaggio è proseguti senza ltri intoppi ed unico episodio degno di nota è il seguente:
Munchberg (D) : siamo fuori dall'autostrada per cercare un posticino dove mangiare ed un albergop per la notte quando davanti a noi appare un'insegne " rist,pizz, tresoldi", il posto è carinp e ci fermiamo lì pr la cena...entriamo e una ragazza ci chiede qualcosa in tedesco...presumo volesse sapere se avevamo intenzione di fermarci li a cenare...io stringo le spalle e le dico ciò che faticosamente ho imparato a memoria e ch rappresenta il mio unico vocabolario di tedesco " Ich sprechen cain doitch"..e lei mi risponde picche (sempe in tedesco)..alchè mi faccio coraggio e le dico "do you speak english?" e lei ...@#ò#@#òùà(tedesco) ed io " there is someone here who speaks italian?" e lei ancora @#@#ò+ùàò (sempre tedesco)...finchè si gira verso al cucina e dice " MAMMÀ VINE A VVERÈ ..CCÀ CE STA IUNE CA PARLE INGLESE MA IO NUNNÒ CAPISCKE PROPRIO A CCHISTE, VINA VVERÈ CHE CCAZZE VOLE!" Il tutto seguito da una risata stereofonica degli altri clienti del locale , italiani, ma che non erano intervenuti pe gustarsi a fondo la scenetta...e Barbara che ha smesso di prendermi per il culo solo dopo essere stata minacciata di lasciarla a digiuno:-))...
Il giorno dopo riprendiamo la marcia verso l'italia finalmente verso un pò di sole :-))) passato il Brennero infatti ci accoglie un caldo asfissiante..ma la via di mezzo non esiste?? Siamo sulle nostre strade, dove ci ritroviamo a combattere con i soliti teste di cazzo che fanno di tutto per farti pentire di essere in moto (in Scandinavia, come ha già detto anche Joe Skop, le auto a momenti si buttavano fuori strada pur di fare passare le moto) e così via , arriviamo a casa, dove proprio non riusciamo a riabiturci al solito ritmo di vita ed al solito paesaggio che cic circonda...abbiamo nostalgia della Norvegia, della sua bellezza selvaggia, della serata passata con gli amici di IHM e l'unica cosa che possiamo fare è continuare a sognare questi posto ad occhi aperti e riguardare le foto scattaet durante il viaggio. Durante tutto quanto appena descritto Barbara è stata come al solito una moglie eccezionale (e sono orgoglioso di lei anche perchè unica rapppresentante del gentil sesso e ciò le fa onore) e la Guzzi ha passato i 50.000 km.
Mi scuso anche ora per la lunghezza de lmex, questa volta credo di non aver dimenticato niente...ed ora aspettiamo con ansia i report di Stefano, Ivan, Diego e Joe.
>Infatti, io me lo sono perso (OK, esiste Dejanews), ma, visto che è
>tempo di rientri, forse vale la pena di ripostarlo qui.
Se non si offende Ivanone io procedo...
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Eccomi qua, dopo una doccia e una dormita di 16 ore filate sono di nuovo in sella, non vi racconto ancora nulla del viaggio, anche perché è un racconto chilometrico; in 16 giorni io e Diego abbiamo attraversato 13 stati, centinaia di città e paesi e macinato migliaia di chilometri (quasi 9000).
Vi chiederete perché il titolo 'la sfiga non va in vacanza e le cinque stellè?
Ok vi racconto gli ultimi 3 giorni del viaggio e capirete.
Sono le 20 di venerdì 7, dopo una giornata di sole che ci ha accompagnato da Oslo a Copenaghen, stanchi issiamo il nostro ricovero notturno. Prima di riuscire nell'impresa di trovare il campeggio abbiamo passato la città a ferro per due ore, decidiamo al unanimità che le danesi possono aspettare, ci catapultiamo in tenda.
- 'Finalmente c'è un pò di solè pensavo, domani possiamo recuperare. Alla mattina l'amara sorpresa, piove.
Ora in condizioni normali non sarebbe un problema, ma immaginate il nostro stato d'animo dopo una settimana di pioggia battente.
La sera precedente una telefonata dall'Italia mi ha fatto invidiare il caldo sole, a questo punto quando sono le 10 del mattino di sabato, e visto che il tempo non accennava a migliorare decidiamo ti tornare a casa.
Dopo il traghetto siamo finalmente in Germania, sono le 13 circa e affrontiamo l'autostrada.
Quando siamo a Fulda nel cuore della Doichland avevamo già percorso 700km dei 1500km che ci separavano da casa, erano le 19.00 e dopo un rapido consulto optiamo per bruciare le tappe e tirare fino a casa.
Anche se arriviamo alle tre del mattino che ci importa tanto non si deve piantare nessuna tenda e tantomeno cercare alberghì. vane speranze! 8-(((
Ecco arrivo al punto. Dopo aver portato fuori pista Diego e aver mancato un paio di uscite (colpa mia), riusciamo finalmente ad uscire da Monaco direzione Garmisch. Affianco Diego per segnalarli che ora prendo io la guida, mentre accelero per portarmi in testa un botto improvviso e il motore che sale di giri mi fa immediatamente capire che la catena si è spezzata.
Accostato non mi resta che constatare che mancavano qualcosa tipo 127 maglie -' che sfiga ad appena 500km da casa ' ;-)).
Dopo un breve consulto spingiamo la moto alla prima area di servizio.
- Chiamo europe assistance: 'ora capisco i poveri operatori, ma cosa si può pretendere il sabato sera alle 23. Mi hanno solo potuto dare dei consigli, in effetti dopo un paio d'ore in panne a circa a 1.00 di domenica mattina, siamo riusciti a caricare la moto su un carro attrezzi.
Diego decide di continuare, separiamo le nostre strade, lui prosegue verso casa, io rimarrò con la mia 'piceninà.
Dopo un lungo travaglio finalmente alle 3.00 del mattino scarichiamo la moto in un officina autorizzata Honda, gentilmente l'autista del carro attrezzi mi aiuta nella ricerca di una stanza, ma dopo un ora di ricerca ci arrendiamo all'evidenza dei fatti; non ci sono hotel nell'arco di 10km.
Ero in un piccolo paese a 50 km da Monaco, abbandonato al mio destino, manca campo e non riesco più a contattare la centrale operativo di europe, sono le 4.00, sono stanchissimo dopo più di 1000km fatti tutti di un fiato, decido che la panchina proprio da 2 metri dalla mia piccola va bene per un paio di ore di sonno.
La mattina una sorpresa gradita; il titolare dell'officina mi vede, dal mio aspetto capisce, mi porta la prima colazione e cerca di capire quale sia il problema. A gesti, e si perché non parla l'inglese e io non parlo una parola di tedesco, mi spiego e cerchiamo di riparare il danno; dopo un paio di ora ci arrendiamo all'evidenza, bisogna sostituire tutto il gruppo finale, catena, corona, pignone.
- ' Domani vado dal meccanico e gli faccio vedere che fine hanno fatto i suoi ricambi di me...da dopo appena 10.000km'.
Purtroppo in officina non ci sono i pezzi, bisogna per forza aspettare lunedì.
Gentilmente la moglie del titolare mi trova un albergo e mi offrono addirittura una moto sostitutiva, un SLR650, non è quello che chiamo moto, ma sempre meglio che a piedi.
Alle 12 di domenica raggiungo l'albergo, dopo una doccia mi sparo a letto, non mangio nemmeno sono troppo giù e poi sono stanchissimo, quando mi sveglio sono le 21.00.
Sceso dalla stanza 25, mangio un panino, chiamo casa, e informo l'assicurazione del evolversi dei fatti, che bello pagheranno carro attrezzi e albergo in totale 500 marchi, non sono stati di grosso aiuto, ma almeno non hanno fatto nessuna obbiezione.
Il lunedì mattina chiamo, la moto sarà pronta per le 14.00, ne approfitto per provare l'SLR . Lasciamo perdere, ma come fanno a vendere una moto del genere?
Sono le 13.30 non resisto, raggiungo l'officina; la moto è già pronta, pago la riparazione: 400 marchi, 300 di ricambi e 100 per la manodopera. Va ben siamo in linea con quello che ho pagato per la catene in latta, e poi sono stati così gentili, e io mi faccio sempre infinocchiare dalle belle commesse ;-)))).
Carico la moto e via verso casa.
Quando sono le 16.00, dopo circa 200km sono finalmente al Brennero, mi fermo subito dopo il confine per sgranchire le gambe e quasi un carro attrezzi mi investe.
- 'Ma che cazz..' È venuto a caricare una spider con targa tedesca che è rimasta in panne, guardo i volto del guidatore e mi rivedo un paio di giorni prima, vorrei aiutarli, ma c'è già l'ACI.
Dopo un migliaio di km in autostrada, tra autostrada italiana e statale la scelta è ovvia, mi lancio giù per la strada che scende dal Brennero verso Bressanone. Sennonché all'altezza di Fortezza, o qualcosa di simile, vedo il cartello per Brunico.
- Perché non facciamo una piccola deviazione?' La 'Piceninà alza la voce in segno di assenso, freccia e via.
La strada fino a Brunico non è entusiasmante, c'è traffico e poche curve, in oltre trovo il tempo di prendermi un acquazzone di montagna, dopo 9000km di pioggia non fa certo male ;-))).
A Brunico vedo l'indicazione Val Badia, il nome non mi è nuovo, non ho voglia di scendere per consultare la cartina che è nel bauletto, mi sembra di ricordare Corvara? Infatti subito dopo vedo le indicazioni, si dai un pò di tornanti ci stanno bene dopo novemilakliometridi di rettilinei fatti in Polonia , Lituania, Estonia, Russia , Finlandia e Germania. Le curve aumentano è l'entusiasmo anche in un attimo sono a Corvara.
Ora ricordo, c'è il passo Gardena e poi il Sella e giù per Cortina. Piccolo particolare, non ricordavo di certo che il Gardena è 2121m e il Sella 2240, e soprattutto non ricordavo che dopo il Sella c'era anche da affrontare il Pordoi 2239m.
Non vi dico che nonostante i 300km già fatti, i tornanti, il terreno preferito dalla mia picenina, sono stati veramente entusiasmanti; tanto che rotti i primi indugi, e capito la dinamica della guida con moto carica di tre bauletti pieni come uova, ho dimostrato che i Nonfango non rischiano di toccare in piega. Prima ho tolto i fastidiosi peletti, e poi ho limato un pochettino le pedane, tanto per gradire ;-))))
Sceso a Pedraces, Arabba giungo all'incrocio con le indicazioni, Val Agordina/Belluno o Passo Falzarego/Cortina. Ora, io abito a pochi km da Vittorio Veneto, che è a 20minuti da Belluno e a 1 ora da Cortina.
Secondo voi quale è la scelta più logica? Dopo aver fatto 400km e aver notato che l'anteriore Dunlop Trailmax è arrivata alla frutta e fa spacchettare la moto in frenata? Ma certo, via per il Falzarego 2105m.
La regina d'Africa da tutta se stessa, sembra contenta di salire sui 2000m, tanto che la sonorità del motore cresce. A questo punto è una simbiosi moto-pilota, tornate dopo tornate salgo verso l'apice. Raggiungo un paio di tedeschi (CBR ? e Yamaha ? non ricordo), non riescono a tenere il mio passo, è inutile resistere sono in completo stato di grazia. Le pedane strisciano e in un paio di curve sono costrette a piegarsi sullo snodo per lasciare scendere ancora di più la moto, ecco 3, 2 ,1 sono sulla vetta. Le rose montagne sono il mio cuore e l'aria rarefatta dei 2000m sono la mia anima, sono vivo!
Non vedo l'ora di ripartire, so che Cortina è la sotto, a pochi km, ma non ho voglia di tornare a casa. Vorrei ricominciare, continuare all'infinito. Affronto i tornati con decisione, ma l'anteriore continua a sbachettare in inserimento, specialmente quando incomincio a trasferire il peso all'interno curva. Il fenomeno si fa tanto insistente che in un paio di tornati sono costretto a tirare dritto perché il manubrio mi da dei decisi strattoni, facendomi sentire tutto il peso della moto. La spalla mi fa male, il medico me l'aveva detto per un pò mi avrebbe dato fastidio.
Una cosa ho imparato nella mia breve vita, non bisogna mai arrendessi. Ora ti faccio vedere io chi comanda. Anziché rallentare, ho dato ancora più gas portando la bestiola sempre più giù, il motore grida la sua rabbia, il manubrio si dimena con forza nelle mani
- 'ma no che ti lascio andare dove vuoi!' Poche curve e la discesa è finita, la moto diventa un docile gattino, si è arresa, ma ad ogni inserimento mi avverte.
- 'Stai attento che un giorno riuscirò a sopraffarti.'
Mancano un paio di km a Cortina, il cartello passo Giau attira la mia attenzione, sono le 20 ormai ancora un ora di luce, qua non siamo al capo.
- 'Cosa facciamò, chiedo alla mia piccola. Con un sibilo sembra dire, ancora, ancora, ma questa volta saliamo con calma, quasi danzando tra un tornate e l'altro, ammirando le rosa creste che stanno impassibili la a guardare.
Ecco siamo sulla vetta, oggi per cinque volte abbiamo superato i 2000m, le cinque stelle.
- 'dai andiamo a casà, ciao 8-)))))))
Ivan Poser (Africa Twin 750)
Visto che ci saranno altri report sul viaggio a Capo Nord via scandinavia, mi limito a descrivervi l'andata, visto che è stata un pò diversa dalle altre.
L'idea iniziale era quella di arrivare a CN via terra, una volta constatato però che il posto si trova su di un isola, mi sono rassegnato a fare un piccolo tratto in traghetto (ma fra qualche anno sarà pronto il tunnel).
Da tre anni a questa parte stò studiando il percorso e raccogliendo notizie sui vari paesi da attraversare per realizzare il viaggio. Quest'anno, finalmente, si realizzano le condizioni per avviare il progetto: ferie ci sono, soldi pure, compagno di viaggio trovato. Dopo circa due mesi di preparativi, prenotazioni, visti ed incidenti vari finalmente il 25 luglio si parte.
25/07 ore 8:00, 25 gradi, il contaKm della mia moto segna 61.044. Vado da Ivan, e partiamo. Il tempo è variabile, abbastanza fresco, superato il confine con l'Austria inizia a piovere, ci fermiamo per il pranzo al sacco e poi ripartiamo sotto la pioggia. Verso le 16:00 è uscito il sole e dopo un paio d'ore ed aver sbagliato strada due volte arriviamo alla frontiera slovacca. Lunga colonna di auto davanti a noi e grande presidio militare da parte austriaca. Finalmente entriamo a Bratislava, troviamo il campeggio, doccia e poi fuori a cena. La città non è molto grande e ricorda archittetonicamente le città asburgiche, i prezzi sono bassi, posto relativamente tranquillo in quanto a "vita", un pò meno per quanto riguarda la tranquillità personale. Appunto: buona per un fine settimana in dolce compagnia :)))
Km fatti oggi: 647
26/07 sveglia alle 7:00, ci sono delle nubi in cielo, fa abbastanza freddo ma non piove. Poco dopo le 8:00 lasciamo Bratislava., le strade della Slovacchia non sono un granchè, molte buchette e rappezzamenti vari ci preannunciano molti Km "duri". L'impressione generale è quella di un paese abbastanza povero, vedendo le case, rare fuori dai centri più grossi, osservando la cura di strade, centri, parchi e vedendo le auto circolanti, poche e vecchie. Al nord del paese, vicino al confine con la Repubblica Ceca le cose migliorano un pò. Passiamo velocemente, in mezzo alla nebbia, il tratto di Repubblica Ceca, durante il quale facciamo il primo avvistamento di cicogna e relativo nido. Finalmente esce il sole ed arriviamo in Polonia. Ci aspetta un pomeriggio durissimo. Le strade della Polonia sono le peggiori che abbiamo trovato in tutto il viaggio; innanzitutto l'asfalto presenta due "corsie ribassate" di qualche cm, dovute al passaggio dei camion e poi il manto stradale non è per niente uniforme e regolare, cosa che ci ha spaccato schiena e sedere. Visto l'anticipo sulla tabella di marcia ed il bel tempo (30 gradi), decidiamo di tirare fino a Varsavia, anzichè fermarci a Lodz come previsto. Sulle strade si vedono abbastanza auto, soprattutto Fiat 126 e Cinquecento e, nota folcloristica, ogni tanto (spesso) si vede un'auto ferma per foratura, mai visto così tante forature in un giorno. Arriviamo a Varsavia, trovato ed ispezionato il campeggio alquanto sporco e sede di una comunità Rom, decidiamo che la doccia la faremo l'indomani in albergo.
La città è grande, ma non mi sembra presenti scorci degni di nota ed il "clima" non dava molta tranquillità nel lasciare le moto incustodite.
Nota: in Slovacchia abbiamo incontrato UN solo motociclista, probabilmente austriaco, che si è sbracciato quanto noi per salutare.
Km fatti: 664
27/07 ore 8:00 si parte. Il nord della Polonia è ancora più pianeggiante del sud (che era leggermente ondulato) e continuano la distesa di campi di grano e le strade dritte e sconnesse. Ormai ci siamo abituati alla gente che ci guarda con curiosità già da quando siamo entrati in Slovacchia. Sembra che in questi paesi di moto ce ne siano proprio poche e quelle poche siano solo vecchi catorci di epoca bellica.
Nel pomeriggio arriviamo alla frontiera lituana, la prima delle 4 frontiere "difficili". Passiamo senza problemi, tra la curiosità dei doganieri che ci chiedono, come nelle successive dogane, di partire impennando. Mi evito la figuraccia (non sò impennare) evidenziando il fatto che siamo a "pieno carico".
Gli alberi stanno gradualmente prendendo il posto dei campi di grano, le campagne sono meno popolate rispetto alla Polonia e l'asfalto è meno sconnesso, cosa che ci ha fatto un grande piacere. Verso le 18:30 arriviamo all'albergo, che si trova circa 15 Km fuori Vilnius. Il sole deve ancora tramontare e la sua posizione mi sconcerta un pò, secondo mè dovrebbe trovarsi in un'altra posizione, ma accetto la cosa e cerco di correggere la posizione dei punti cardinali nella mia testa, cosa che non riuscirà.
Stranamente l'interno dell'albergo è riscaldato, ma ci rendiamo presto conto che dopo il tramonto la temperatura si abbassa parecchio. Da qui il nostro viaggio inizierà a diventare sempre più freddo ed umido.
Km fatti: 493
Lasciamo Vilnius sotto un cielo nuvoloso ed abbastanza freddo, il paesaggio è sempre lo stesso, ogni tanto avvistiamo qualche cicogna. Passiamo il confine con la Lettonia sotto la pioggia, che smette quando arriviamo a Riga per il pranzo. Mangiamo due hamburger in un giardino in centro città, dove possiamo ascoltare un intero lato di un disco di Al Bano e Romina, diffuso dal baldacchino che vendeva panini.
Assistiamo al cambio della guardia davanti ad un obelisco (milite ignoto?) con tanto di passo dell'oca, e poi ripartiamo. Segnali non ce ne sono, per cui prendo la strada in direzione nord. Dopo qualche Km ci ritroviamo all'ingresso sud della città, da dove eravamo arrivati, ormai l'orientamento è andato.
Passiamo la frontiera estone sulla strada che costeggia il Mar Baltico, mentre il tempo ci concede un pò di tregua, schiarendo in serata. Arriviamo a Tallin verso le 18:30 (qui sono realmente un ora più avanti di noi) e dopo un pò troviamo l'albergo, che si trova all'interno del bellissimo centro storico (ingresso a pagamento per mezzi motorizzati). L'albergo è un pò caro, ma molto bello, curato e confortevole, fin troppo per due motociclisti "brutti, sporchi e cattivi".
Finalmente in serata è uscito il sole che ci regala un tramonto stupendo sul golfo di finlandia.
Km fatti: 577
29/07 ore 08:00, sotto la pioggia carichiamo i bagagli e partiamo. Oggi ci aspetta la dogana teoricamente più difficile, la Russia. Arriviamo a Narva, al confine in mattinata ed anche qui nessun problema, nonostante non ci fosse nessuno che parlava inglese. L'attesa è stata un pò più lunga delle altre frontiere, sia per il numero di registrazioni da fare che per la velocità con cui venivano fatte. Ripartiamo accorgendoci che non ci hanno controllato ne la patente internazionale ne ci hanno fatto fare l'assicurazione (la carta verde non è valida), speriamo bene. La città al di là del confine, Ivangorod si presenta molto spoglia, deserta e grigia. Sulle strade si vedono poche auto, quasi tutte vecchie Lada, qualche vecchio e fumoso camioncino e, ogni tanto, qualche vecchio sidecar. Proseguiamo verso S.Pietroburgo notando che anche la campagna russa è diversa da quelle passate finora: non ci sono quasi abitazioni e poche le zone coltivate, il tutto visto sotto un cielo grigio (non pioveva più per fortuna) dava al tutto un'atmosfera molto triste. Circa 20 Km dopo il confine i primi cartelli segnalano un paio di paesi ed una pompa di benzina (no, non ho imparato il russo, c'era il disegno), all'incrocio successivo ci attendono due poliziotti che ci fanno segno di fermarci.
Penso: adesso ci inc....o perchè non abbiamo l'assicurazione. Invece, controllati i documenti e data un'occhiata alle moto (secondo mè ci hanno fermato solo per questo) ci danno indicazioni sull'ubicazione del distributore. Il tutto è avvenuto a gesti conditi da 4 parole inglesi conosciute da uno dei due.
Arrivati al distributore, vediamo che la pompa ha solo il segnalitri e sembra ferma, entro nella baracca (era proprio una baracca) dove il tipo mi fa capire che devo pagare in anticipo i litri di benzina che voglio e poi lui mi sblocca la pompa. Problema: lui accetta solo rubli ed io ho solo marchi o carta di credito.
Ci avviamo nel paese (Kingisepp) in cerca di una banca. Dopo un pò di peripezie (incomprensioni linguistiche, cambio nero che voleva solo dollari, gente che ci ha chiesto se volevamo coca) troviamo una banca che però apre alle 15:00. Erano le 14:30 (CET+2) decidiamo di attendere sacrificando definitivamente il pranzo. Cambiati un pò di marchi (LADRI, mi hanno cambiato il rublo a 380 lire quando la quotazione è 285) facciamo benzina, anzi etilina e proseguiamo. Molti segnali stradali riportano le indicazioni in caratteri cirillici e latini, comunque avevo imparato a leggere il cirillico, così ho visto che ci sono ancora molti cartelli che riportano Leningrado anzichè San Pietroburgo.
Raggiungiamo la città degli zar con il tempo che stà lentamente migliorando e ci rendiamo subito conto che non sarà per niente facile trovare l'albergo.
Sapendo che il nostro albergo è una nave, ci dirigiamo lungo il primo fiume grosso che troviamo, ma poi scopriamo che la Neva si divide in più rami prima di sfociare nel mar Baltico. Iniziamo a chiedere in giro, cercando di pronunciare i nomi dell'indirizzo, visto che lì nessuno sa leggere i caratteri latini (che trauma mostrare un biglietto con scritto l'indirizzo e rendersi conto che quello che hai di fronte non capisce una lettera di quello che c'è scritto).
Gironzoliamo così per un ora buona nella città, apprezzando i molti percorsi da enduro in essa celati (mica tanto), grandi strade con grandi e numerosissime buche ed anche tratti sterrati; passiamo anche in mezzo a dei lavori in corso, con gli operai che ci guardano allibiti/stupefatti/increduli/sorpresi.
Arrivati alla nave, prendiamo possesso della nostra microstanza, una cabina he una volta riempita con i nostri bauletti, non aveva più spazio neanche per camminare ad un prezzo pari a quello dell'albergo appena visitato a Tallin, LADRI.
Usciamo, a piedi, per la cena e per fare un piccolo giro della città e qualche foto che verso le 22:00 si può ancora fare senza usare il flash, il sole era appena tramontato.
La città dimostra i grossi problemi economici in cui versa questo paese: strade disastrate, edifici e monumenti scrostati ed arrugginiti; peccato perchè si vede che è stata una grande città. Rientriamo presto, perchè l'indomani ci aspetta una giornata davvero dura.
Km fatti:400
30/07 ore 08:00 partiamo sotto un cielo che non promette niente di buono, infatti poco fuori dalla città inizia a piovere ed il freddo si intensifica, la "superpippo" indossata sotto ai jeans si rivela subito una scelta azzeccata.
Alla frontiera ci fanno compilare un modulo che non ci avevano dato alla frontiera di ingresso, ci fanno qualche storia, ma poi passiamo senza perdere tanto tempo.
Il paesaggio finlandese si diversifica subito da quello russo, in meglio, non fosse altro che per i fiori fucsia di cui sembrano dotate di default tutte le strade scandinave. Le strade, dritte e pianeggianti ormai da qualche migliaio di Km si arricchiscono qui dei numerosi laghi ed i boschi hanno ormai preso il soppravvento sui campi.
Poco dopo Mikkeli il mio tachimetro muore, ci fermiamo e constato che la corda è rotta. Proseguiamo fino ad Jvaskyla, piccola città in cui troviamo l'officina dello "Speedy racing team" concessionaria Honda, dove il proprietario mi rifila una corda di un altro modello, un pò più lunga ma con gli attacchi uguali. Pago il proprietario (circa 50.000),ringrazio mamma Honda che ha concessionari ovunque e ripartiamo.
La parte sud della Finlandia scorre via senza pioggia, ma da metà in poi non ci mollerà più.
Ci fermiamo a cena in un area di servizio dove Ivan mi fa notare che oltre ad essere tutti in maniche corte, c'era pure il ventilatore acceso; per la cronaca io avevo la maglietta di lana, ciclista, camicia in pile, pile, giacca con imbottitura e mi sentivo un pò un africano infreddolito.
Verso le 24:00 siamo a 100Km da Rovaniemi ed il roadbook prevede uno stop di 6-7 ore, ma la pioggia è addirittura aumentata negli ultimi Km e non abbiamo nessuna voglia di piantare la tenda in queste condizioni. Proseguiamo così fino a Rovaniemi dove ci fermiamo nel bar di un area di servizio. Abbiamo già fatto quasi 1000Km e siamo un pò stanchi per cui decidiamo di fermarci un paio d'ore a riposare. Il bar è stranamente molto frequentato per essere le 2.00 di notte e ci gironzolano anche molti ragazzini, ma non vanno a dormire qui? Verso le 3:00 ripartiamo e percorriamo qualche centinaio di Km letteralmente dormendo in moto. Verso le 7:00 (qui non si può più parlare di alba e tramonto) la pioggia cala di intensità ed a tratti smette del tutto, il freddo invece aumenta. Subito dopo Kaamanen lasciamo la E75 per la 92 verso Karasjok, che ci porterà più velocemente alla meta.
Questo pezzo di strada è molto suggestivo, anche se la giornata era brutta, infatti si passa su un altopiano in pieno territorio Saami (Lappone) e si può assaporare tutta la stupenda "durezza" di queste terre.
Pranziamo in Norvegia, ormai sentiamo la meta molto vicina, ma ci vorranno ancora 3 ore.
Arriviamo sul grande fiordo Porsangen, da dove una strada tortuosa ci porta, attraverso greggi di pecore, renne, camper e motociclisti vari, fino a Kafjord. Qui ci aspetta il traghetto e qui finiscono anche le ultime speranze di vedere qualche sprazzo di cielo.
Sbarcati sull'isola di Mageroya ci avviamo verso Skarsvag, dove si trova il campeggio-ritrovo del CN-CMR. Qui alla pioggia ed al freddo si aggiunge la nebbia che mi fa pensare al buon Murphy e mi strappa una risata ed un'imprecazione.
Ore 15:30 siamo al campeggio, dopo 1662Km e 31 ore di viaggio da San Pietroburgo e dopo 4443Km da casa, fatti in 7 giorni attraversando 10 frontiere.
Non noto nessuna moto parcheggiata, possibile che siamo i primi? Andiamo alla reception dove prendiamo un bungalow (la pioggia ci ha fatto optare per una sistemazione più comoda della tenda) e dove ci informiamo sugli arrivi.
Joe Skop è arrivato, per cui dopo avere sistemato i bagagli non resisto alla tentazione di andare a conoscerlo, Ivan invece viene vinto dalla stanchezza e va a dormire.
Arrivo davanti alla sua porta, cosa faccio? Busso? Chissa cosa penserà, qualcuno che bussa alla porta del suo bungalow a Capo Nord?
D - Toc Toc
G - Si?
D - Giovanni?
G - (apre la porta) Si?
D - Ciao, sono Diego
Ai saluti e convenevoli fanno seguito i racconti dei rispettivi viaggi e chiacchere varie. Poco dopo averlo lasciato avvisto il motociclista più distinguibile di IHM, moto gialla e nera, tuta gialla e nera, tuta antipioggia gialla e nera: è arrivato anche Casartelli. Poi arrivano anche Alex e Barbie, mancano solo Draghetto e amici. Noi intanto ci accordiamo per il ritrovo nel locale della reception, che funge anche da ristorante, per la cena.
Lo spirito del CNCMR è già stato espresso da Alessandro molto bene, posso solo aggiungere che il salmone che ho mangiato quella sera era proprio squisito (dopo giorni di hamburger).
Termino qui il mio racconto (per ora) lasciando la descrizione della Norvegia e delle isole Vesteralen e Lofoten a Casartelli, con il quale abbiamo passato due giorni e mezzo visitando le suddette isole.
Ultima cosa, il viaggio è stato di 9221Km che il Transalp ha superato senza batter ciglio, anche sulle autostrade tedesche fatte ai 150, superando alla fine i 70.000Km. I consumi sono stati mediamente di 18Km/l con un minimo di 24 (a spasso per le Vesteralen) ed un massimo di 13 (in autostrada), il consumo di olio è stato di un litro, andato via quasi tutto in autostrada.
Ringrazio chi ha letto sino a qui e mi scuso per la lunghezza, ma ritengo che questo viaggio la meritasse, e ne avrei ancora di cose da raccontare, ma le risparmio per i ritrovi IRL.
Lunga vita e prosperità
Catja Moeller wrote:
> Sto aggiornando la faq e ci metto un capitolo "Capo Nord". Mi sono
> persa la seconda parte del tuo report, me la puoi rimandare per mail?
Ciao Catja, grazie, se sono lusingato :-)))
http://www.casartelli.it/moto/nordkapp.html
Non ho piu' le singole puntate, sono tutte raggruppate in questa pagina. Prossimamente, tra qualche millennio ;-))), integrero' la pagina con delle foto ed informazioni su cambi, prezzi e traghetti
Torino NordKapp in Bici (leggi due cilindri ovviamente mica siamo pazzi?)
reportage del viaggio di un VTR con pilota e passeggera, da Torino a Capo Nord attraversando Svizzera, Germania Danimarca e tutta la Norvegia.
Scritto dalla passeggera Carletta:
Attori: Honda VTR 1000 Nera a.k.a. Pompone Fabio a.k.a. Fab, Onzolo, il Pilota, Capitan Cartina Carletta a.k.a. Etta,
30.07.1998 sveglia ore 5.30: è il giorno della tanto attesa partenza programmata per le 6.30. Sono giorni in cui Torino (rectius tutta Italia) è attanagliata da un afa soffocante: l'abbigliamento (nero ovviamente) con l'interno in ceramica (poi benedette sotto i diluvi che ci avrebbero atteso), ci hanno convinto a metterci in viaggio al mattino presto. La previsione è di arrivare almeno a metà Germania, dove infatti ci fermiamo in una piccola cittadina nei pressi di Hannover. I primi 1.000 km sono stati fatti sotto un cielo coperto ed a tratti pioviginante, che ci ha concesso però di viaggiare con una temperatura veramente invidiabile, rendendo il viaggio veramente confortevole: come unico neo si segnalano le borse laterali montate al contrario che hanno atrofizzato le ginocchia della passeggera. Qui ci concediamo una cenetta ad un ristorante greco accompagnata da una buona birra tedesca (bevanda questa che non ci sarà più dato di bere fino all'11 di agosto a Trondheim - città peraltro assolutamente da non perdere, per la sua accoglienza e vivibilità - dove troviamo locali - e birrerie - per tutti i gusti).
31.07.1998. Dopo una abbondante colazione con ogni ben di Dio, dirigiamo la prua del VTR verso la Danimarca per traghettarci nella terra dei Vichinghi. Dopo la pioggia tedesca, sperimentiamo anche quella danese. Ci fermiamo a dormire a Frederishavne dove, dopo avere scoperto che il traghetto per Oslo è al completo, ci mettiamo in lista di attesa per quello delle ore 12 del giorno dopo. Parte I: la salita con il sole:
01.08.1998. Alle 9.30 siamo già in coda per imbarcarci. La presenza in lista di attesa davanti a noi di solo due automobili Norvegesi, ci fa ben sperare sulla possibilità di partire. Alle 11.45 circa, infatti, ci viene data la buona notizia: ci imbarcano. Eccoci intenti alla prima legatura della moto con i soliti interrogativi del caso: ci sarà mare? E se la moto del tedesco accanto alla nostra - legata in maniera beduina - travolge il VTR? Accantonate le perplessità, e fiduciosi della nostra perizia in materia - saliamo sul ponte. La giornata è bellissima (ovviamente perché non stiamo viaggiando in moto). Prendiamo, quindi due sdraio e ci piazziamo in maniche corte al sole. Sono le 19. All'arrivo ovviamente, il tempo è cambiato: il cielo è nerissimo e dopo pochi chilometri prendiamo la nostra prima pioggia norvegese. La torrenzialità della stessa ci costringe a fermarci per consentire alla passeggera di mettersi le galoche (occasione questa di grande scherno da parte del Pilota essendo lui provvisto di stivali in Gore-Tex, abitudine che poi non perderà per tutto il resto del viaggio). Ci fermiamo a dormire in un campeggio sperduto nel verde, circa 50 Km prima di Lillehammer.
02.08.1998 La nostra speranza è premiata. La giornata è bellissima ed il sole ci consente di ammirare la bellezza del paesaggio. Scattiamo qualche foto e quindi partiamo alla volta di Lillehammer dove visitiamo il Campus Olimpico ed ammiriamo - non senza un brivido - i ragazzini norvegesi che si allenano su tappeti sintetici al salto estivo (sport che praticano con la stessa scioltezza con cui vanno in bicicletta). Colazione, quindi via destinazione Trondheim. Il sole è caldo ed il cielo davanti a noi è limpido, mentre grossi nuvoloni minacciosi stanno alle nostre spalle. Il paesaggio cambia in continuazione: pinete foltissime si alternano a campi di grano, laghi a cascate, poi tante mucche nei prati e pecore rigorosamente in mezzo alla strada che salutano il passaggio del Pompone con uno buffissimo sbattere d'orecchio. Attraversiamo Trondheim, restiamo colpiti dalla vitalità del posto ed ammiriamo invidiosi alcuni norvegese seduti nel dehors di un pub irlandese a bere birra, posto dove ci ripromettiamo di fermarci al ritorno. In città non c'è un campeggio, quindi proseguiamo oltre fino a Malvic dove ci fermiamo in un posto bellissimo in una pineta in riva ad un fiordo (?). La stradina che porta al nostro bungalow è sterrata, a tratti ghiaiosa, nonchè ripida e piena di pozzanghere: il Pompone (ed il Pilota) fanno il loro dovere ed arriviamo a destinazione sani e salvi. La latitudine si fa già sentire, alle 10 di sera il cielo è ancora chiarissimo. Il Pilota ne approfitta per scattare foto alla moto alla luce del crepuscolo ed a controllarne lo stato di salute. La cena - anche questa sera - è fredda: un pò di formaggio, patine nel sacchetto, aringhe in scatola. 03.08.1998. Al mattino il tempo - miracolo - è ancora bello nella direzione Nord, mentre alle nostre spalle continuano seguirci i sempre più neri nuvoloni. La destinazione è Mo-I-Rana, ma per arrivarci c'è da inerpicarsi su per le montagne, scavalcare un colle e soprattutto sperare di trovare distributori di benzina che dissetino il Pompone. Salendo il paesaggio cambia ancora: gli alberi diventano sempre più radi e sulle montagne vediamo i primi ghiacciai. Troviamo un distributore - non senza qualche timore di non arrivarci - facciamo il pieno e ripartiamo. Ci fermiamo a mangiare a Lakset (???) vicino ad una spettacolare cascata in cui vediamo i salmoni saltare controcorrente. Sono le quattro del pomeriggio, la fame si fa sentire ed i soliti wurstell alla griglia sono squisiti. La mattina è fresca ma il tempo è tornato al bello; partiamo eccitati perché tra pochi chilometri passiamo il circolo polare artico dove ci fermiamo per la colazione e le foto di rito. Il freddo qui per la prima volta si fa sentire davvero e lo spettacolo intorno è pazzesco: siamo su una altura deserta ed il paesaggio intorno è lunare: solo sassi, rocce, erba bassa e montagne assolutamente brulle con in alto la neve. Qui vediamo lungo la strada le prime tende di lapponi che vendono souvenir ai turisti di passaggio. Non ci fermiamo, passiamo oltre direzione Narvik. Scendendo tornano gli alberi e il paesaggio si fa di nuovo dolce. I nuvoloni che ci erano alle spalle adesso sono sulla nostra testa, ma riusciamo - per una qualche insperata fortuna - a passare in un varco tra una perturbazione ed un altra. Prima di Narvik la strada si interrompe: davanti a noi un fiordo ed un traghetto pronto a portarci dall'altra parte. Lo scenario è veramente da fotografare: davanti a noi montagne scure incappucciate dalle nuvole scendono dritte nel fiordo mentre ovunque guardi sembra che l'acqua sia racchiusa tra le montagne come se si trattasse di un lago e non di un fiordo. Durante l'attraversata tira un vento di tutto rispetto, il cielo è sempre più scuro ma non piove. Giunti sull'altra riva parte ci rimettiamo in marcia. Narvik è una città portuale abbastanza grande. Non riusciamo a visitarla perché il campeggio in città è pieno e dobbiamo spostarci ancora più a Nord. Troviamo dei bungalow lungo la strada, con una magnifica vista su di un lago. La cena è frugale più che mai perchè siamo lontani da qualsiasi centro abitato e il negozio del campeggio è veramente semi-vuoto. La serata però è bellissima ed i coloro del tramonto cambiano in continuazione sull'acqua del lago. Tutto intorno è silenzio, sembra di essere 100 miglia lontano dalla civiltà.
05.08.1998. Ultima tappa sulla terra ferma, Alta. La città è molto carina, alta - per l'appunto - sul fiordo. La guida ci informa che qui ci sono dei famosissimi graffiti preistorici, alcuni dei quali risalgono addirittura a 6.000 anni fa. Il museo chiude alle 11, così, dopo cena, andiamo ad ammirare le incisioni rupestri disseminate su un percorso di alcuni chilometri lungo il fiordo. Il tramonto è veramente di nuovo da cartolina ed una foto tira l'altra. I visitatori a quest'ora sono pochi, se non fosse per un gruppo di spagnoli, saremmo stati soli.
06.08.1998. Sono gli ultimi Km prima di traghettarci per l'isola di Nordkapp. Il paesaggio è di nuovo completamente cambiato. Adesso la strada costeggia il mare in un susseguirsi di tunnel (bui e freddissimi) e tornanti. L'acqua del mare è di un verde intenso ed il sole è caldo: se avessimo scattato una foto, sicuramente qualche malizioso avrebbe poi commentato "bella la Sardegna!". Ed ecco, improvvisamente, dopo una curva il Pompone che inchioda: che succede? "Una renna, una renna!!!" - grida Il Pilota - "anzi no, due tre, quattro". "Che belle, che belle!" risponde la Passeggera. Non sapevamo ancora che di lì a qualche chilometro di renne ne avremmo viste più che delle pecore, senonchè le pecore almeno stanno ferme, mentre le renne si dirigono verso la moto con fare ondeggiante, torcendosi un pò come se fossero ubriache. Sono le 12.20 arriviamo alla partenza del traghetto per NordKapp L'ultimo traghetto della mattina partiva alle 12.15, quindi tutti fermi fino al prossimo che parte alle 14.45 (il pilota - autosoprannominatosi Capitan Cartina - si prende la sua bella stecche sulle orecchie per non essersi voluto informare sugli orari "Sono sicuro, partono al quarto di ogni ora!!!!!"). La fortuna di aspettare stata quella di incontrare e fare amicizia con 2 simpatici motociclisti - uno di Ovada (GE) e uno di Grugliasco (TO) - che arrivavano invece dalla Svezia e dalla Finlandia e con i quali avremmo poi trascorso i 2 giorni a Capo Nord. A parte ciò arriviamo ad Honnisvag, città principale dell'isola. NordKapp è solo a 30 Km e non vediamo l'ora di arrivare. Giusto il tempo di scaricare i bagagli al campeggio e poi via sotto il tanto atteso globo a scattare le foto. Qui incontriamo tanti motociclisti soprattutto italiani e tedeschi e i racconti dei rispettivi viaggi si sovrappongono. Ma evidentemente il fascino del globo di Nordkapp. stuzzica la fantasia di tutti gli sportivi che arrivano con tutti i mezzi possibili: dalla bicicletta (con carrettino e bimbo al seguito), ai rollerblade (!!!) con tanto di racchette per le salite e zaini sul1e spalle!!! A vederli la Passeggera pensa di essere veramente una rammollita ad essere arrivata fino a qui comodamente seduta sul sellino di una moto (alla faccia dei camperisti di Alba). Il contachilometri segna 4.300 Km dalla partenza e siamo al punto più Nord d'Europa. Il cielo è senza una nuvola ed il tramonto (che sarà alle 22.54) si preannuncia mozzafiato. La previsione non è azzardata ed il reportage fotografico lo testimonia. Il sole risorge alle 2.30, anche se di vera aurora non si può proprio parlare dal momento che il cielo è sempre rimasto chiaro tanto da non obbligare mai Il Pilota a cambiare la visiera scura del casco. 07.08.1998. A differenze di ciò che ci eravamo immaginati, l'isola di Nordkapp, benchè brulla, è veramente suggestiva, ricca di baie, isolotti e scorci da non perdere. Qui facciamo dopo otto giorni di viaggio veramente i turisti. Se il primo giorno ad essere atrofizzate erano le ginocchia della Passeggera ora lo sono - giustamente - i polsi del Pilota. Giriamo in lungo il largo tutta l'isola ed alla sera saliamo di nuovo "in cima" per vedere lo spettacolo del sole che si tuffa in mare.
08.08.1998. Ripartire è quasi un peccato, ma i posti da vedere sono ancora tanti. Salutiamo l'isola e ci imbarchiamo per la terra ferma, dove proseguiamo fino sotto Alta. Il tempo è cambiato: davanti a noi solo un oceano di nubi nere che scaricano su di noi tutta l'acqua che all'andata ci avevano risparmiato. D'ora in avanti e fino al nostro arrivo in Danimarca (20.08) l'acqua non ci abbandonerà praticamente mai se non per una piccola parentesi sulle splendide isole Lofoten. Troviamo un Motel dove fermarci per la notte e qui incontriamo due coppie di motociclisti che stanno salendo verso il Capo. Sono infreddoliti e stanchi: raccontano che dal loro arrivo in Norvegia non hanno fatto altro che prendere secchiate d'acqua: come siamo stati fortunati!!! Parte II L'acqua di sopra, a fianco e di sotto.
09.08.1998. Siamo ad Aalstag a Nord delle Isole Lofoten. Due italiani incontrati a capo Nord ci hanno consigliato di non perderci assolutamente la visita all'ADOLFCANNONEN. Il nome già di per sé intimorisce, ma questo non è nulla rispetto alla realtà. Si tratta del più grosso cannone da baia (42 metri di lunghezza) mai costruito nella storia. È stato fabbricato in Germania durante la II Guerra Mondiale su ordine di Hitler ed insieme ad altri sette doveva proteggere il golfo di Narvik, e quindi le navi tedesche che ivi transitavano, da eventuali attacchi nemici. Questo golfo, grazie infatti agli influssi della corrente del golfo è l'unico che non ghiaccia e, perciò, per i tedeschi era di importanza fondamentale per fare arrivare gli approvvigionamenti in Germania. La meccanica applicata all'Adolfcannonen è veramente sorprendente. Una guida ti spiega nei minimi particolari il funzionamento della macchina bellica a tutt'oggi perfettamente in grado di sparare. Pare che abbiano utilizzato l'acciaio rimasto per fabbricare le moto di Steu e Louis J
10.08.1998. Al mattino durante la colazione facciamo la conoscenza con una bellissima volpe che con fare circospetto si aggira intorno al bar in cerca di cibo. Il Pilota diventa parte integrante con la ghiaia della strada per cercare di immortalare la bestiola (a detta sua rischiando anche chissà quali aggressione o mali peggiori). Traghettiamo - sani e salvi - per le isole Lofoten. Il freddo si fa sentire e piove. Sono posti meravigliosi, selvaggi anche se il paesaggio dal Nord al Sud cambia radicalmente. Le isolette sono quasi tutte collegate tra di loro da un sistema di bellissimi ponti ed alcune da un tunnel sottomarino (gelido e per nulla piacevole). Ci fermiamo a dormire in un paesino di pescatori, Rheine, interamente costruito sulle palafitte. L'atmosfera è veramente suggestiva, con le montagne sopra al paese che si riflettono nello specchio d'acqua sottostante e verso ovest un cielo al tramonto carico di tutti i colori dal rosso al giallo.
11.08.1998. Visitiamo il paesino di Å, anch'esso sulle palafitte, molto più turistico di Reina ma anche molto meno affascinante. Qui gli amanti dello stoccafisso possono visitare il museo dedicato allo stesso, mentre gli appassionati di pesca possono imbarcarsi sui pescherecci che, partendo un pò da ogni porto, ti portano a spasso per il mare, consentendoti anche di pescare e di gustare al ritorno, il pesce pescato (maldimare permettendo).
12.08.1998. Traghettiamo da Moskenes a Bodo. Il tempo è ancora bello e durante la navigazione dormiamo al sole. Qui un simpatico motociclista norvegese ci racconta che da Niksund, all'estremo Nord delle isole Lofoten, partono pescherecci che ti portano a visitare le balene: purtroppo è troppo tardi per tornare indietro e proseguiamo la nostra discesa verso Mo-I-Rana. Qui dopo una indigeribile pizza ai peperoni ed una sfida con i motociclisti indigeni, andiamo a dormire.
13.08.1998. (e 14.08) Ripassato il circolo polare artico, e comprate le corna della renna che leghiamo in bella mostra sopra al bauletto, facciamo rotta su Trondheim dove - come da promessa all'andata - questa volta ci fermiamo due giorni. Tra una birra e l'altra e lunghe passeggiate nell'isola pedonale, il tempo vola. Qui per la prima volta il cielo alla sera si tinge un pò di scuro, segno che ci stiamo avvicinando a casa. Trondheim, come già detto, è veramente una bella ed allegra cittadina. Parte IV - Se prima era acqua ora lo è di più!!!
15.08.1998. Continuiamo la discesa verso Sud, ma a differenza dall'andata, lasciamo la E6, per buttarci verso i fiordi. Il tempo cambia veramente in brutto e l'acqua adesso e continua e torrenziale. Il Pilota ed il Pompone dominano gli elementi e la marcia continua in direzione di Odda. Qui attraversiamo tutta una serie di colli veramente impressionanti: siamo a 1.100 metri sopra il livello del mare e sembra di essere a 4.000 metri. Non un albero, solo montagne e rocce, laghi, laghetti, cascate e tanta neve. Subito sopra le nostre teste vediamo i ghiacciai che si estendono per chilometri, uno dei quali è il più grande d'Europa. La temperatura in cima è di 5°, diluvia, fa veramente freddo. La discesa E8 forse, ancora più spettacolare della salita: la strada scende a picco, con una serie di tornanti decisamente stretti, verso il fondovalle. I freni del Pompone, i polsi del Pilota e - questa volta - anche quelli della Passeggera, sono messi a dura prova. Ci fermiamo in una specie di Motel nei pressi di Hella, sulla riva di un fiordo magnifico. Sono le 10 di sera, siamo senza cena e l'unica possibilità è ancora una volta, il chiosco che vende prosciutto in bustine e patatine. Nella stanza per la prima volta ci infiliamo le tute in capilene per scaldarci dopo tutta l'umidità della giornata.
16.08.1998. Traghettiamo, la direzione è sempre Odda dove arriviamo nel pomeriggio. I posti sono veramente fantastici. Da qui prendiamo poi un stradina secondaria che attraversa letteralmente una gigantesca cascata. Foto e spruzzi sono assicurati e lo scenario è veramente da fiaba. Alla sera nei pressi di Sand, un simpatico norvegese ci affitta per poco più di 80.000 £ uno splendido cottage a due piani in cui si potrebbe stare tranquillamente in 10. È veramente una fortuna, tutti campeggi della zona erano pieni e così pure gli alberghi. Inutile dire che piove a dirotto. Qui Onzolo si trasforma in cuoco quasi provetto e cucina un ottimo riso al formaggio, dopo tante cene fredde sembra davvero un sogno.
17.08.1998. Continua a piovere, questa volta le tute in capilene le mettiamo sotto la tuta. La meta è il PulpitRock (due ore di camminata a salire ed una e mezza a scendere),. Le foto mostrano di una sorta di terrazzo di roccia che si affaccia a precipizio sul fiordo ad una altezza di circa 600 metri, con una vista senza pari sulla zona circostante. Ma il tempo non è proprio dalla nostra parte. Piove a dirotto e c'è nebbia che non si vede a 50 metri. A malincuore rinunciamo alla camminata ed allo spettacolo, risaliamo in sella al Pompone che ci porta, tra un acquazzone e l'altro, dritti a Khristiansand. Ci informiamo subito sugli orari dei traghetti e scopriamo - ancora una volta - che sono al completo. Una scorbutica cinesina - barando sull'orario di chiusura - ci rimanda indietro a bocca asciutta dicendoci di metterci in lista di attesa l'indomani mattina all'alba.
18.08.1998. Alle sette siamo alla biglietteria dove (alla faccia della cinesina) riusciamo a trovare posto sul traghetto veloce che in due ore e mezzo arriva a Irtshals. È ora di salutare la Norvegia che ci ha regalato 18 giorni veramente splendidi, la metà circa dei quali assistiti da un insperato bel tempo. Il Pilota e la Passeggera non fanno che ripetere che il bel tempo a salire è stato veramente provvidenziale. Il mare oggi è veramente mosso e l'attraversata decisamente movimentata; Capitan Cartina sonnecchia al suo posto, malcelando un mal di mare non troppo latente. Sbarchiamo in Danimarca alle 11.30, c'è il sole, il muso del Black Pompon punta sempre verso Sud. Ad attenderci - prima di Torino - c'è ancora Friburgo (quello in Germania, mi raccomando non confondiamo!!!) dove ci aspettano 4 giorni di sane e meritate bevute di Weissbeer alla Martin's Braü, ma questa è una altra storia ..Parte V - La Birra ..
Viaggio a Nordkapp: 30.07.-23.08.1998