F.U.C.K. di IHM

(Si pronuncia “faq”... cosa avete pensato???)

Breve utility per coloro che si avvicinano titubanti ed intimoriti al mondo di IHM, l’unico news per motociclisti i cui raduni sono organizzati prevalentemente in macchina!

“A” come...

AMICI. La base di tutto. Magari non è quell’amicizia speciale che ti lega ad una persona in particolare che avrai accanto per tutta la vita, però si sente che qualcosa di buono c’è. La consapevolezza che se hai bisogno ti aiutano, che se rimani a piedi non ti lasciano in mezzo ad una strada, che se sei in cassa (vedi nota) ti mettono a letto... sono tutte cose che ti fanno piacere. Fare tanta strada per incontrare “quei ragazzi” di IHM è bello, perché vedi gente che ti stringe la mano volentieri... non conta che moto ha, quanti anni ha o cosa pensa di politica, di calcio e di donne (si dice che ci sia anche qualcuno che non le apprezza molto...). La soddisfazione di lanciare un invito e vedere che 25 - 30 persone vengono volentieri è una cosa che riempie di soddisfazione. Magari fra 10 anni nessuno si ricorderà di nessuno... pero’ adesso c’è qualcosa che ti spinge ad uscire dal garage in moto per incontrare degli amici. Ed è questa la base di tutto.
ARADA. In realtà si chiama Gianluca, ma ormai è passato di moda. Possiede, nel senso che talvolta ha pure degli amplessi, un Monster 900 che giura di cambiare prima o poi. Ha un pessimo rapporto con le scarpe: quando le dimentica a casa e deve stare 2 giorni con gli stivali, quando distrugge gli stivali stessi (ed anche quelli presi per “provarli”) usando le moto più varie a Motolandia. Da piccolo correva in bici, ma dopo aver centrato un tizio che leggeva tranquillamente il giornale su una panchina ha pensato di indossare casco e tuta per sentirsi più protetto. Alla richiesta di un amico di andare a prendergli una pizza non ha mai saputo dire di no, salvo capottarsi con l’Ape dell’amico stesso dopo aver evitato per miracolo un frontale con un grosso T.I.R. carico di ghiaino fine. Lo si può trovare ai cyber raduni seduto di fronte ad una bottiglia di buon vino sotto allo sguardo vigile della martire Katia.
AUTOSTRADA. Questo è un ambiente quanto mai discusso e discutibile. C’è chi la interpreta come una cosa noiosa, come i Sig.ri Pellegrini che da Siena tornarono nella loro Torino senza percorrere un solo Km di AUTOSTRADA. Chi, come chi sta scrivendo, non vede l’ora di gettarsi a velocità folli nei lunghi curvoni, sfruttano l’unica possibilità che ha per stare davanti ai compagni di viaggio. L’amico Claudio Ratti si lamenta perché’ a 250 all’ora qualcuno lo sorpassa, Luca “Kamesen” Pellizzari assume una posizione di guida che richiama vagamente alcune cruente scene di “Cicciolina & Moana ai mondiali”, Ulyx (vedi nota) la vede come sabbia negli occhi preferendo le curve del Mugello (vedi nota), Andrea “Stinger” Peretti l’affronta senza indugio sotto l’acqua di notte con la visiera scura (e forse pure contromano)... ma prima o poi tutti ci finiscono dentro per tragitti più o meno lunghi combattendo contro gli imbecilli che non danno strada, contro i T.I.R. che sorpassano a 90 all’ora in terza corsia, contro gli autovelox (vedi nota) messi a bella posta per rubarti qualche soldino (vedi nota) in più... ed alla fine, comunque vada, paghi il biglietto.

“B”come...

BIRRA. Il culto della BIRRA si sviluppa attraverso personaggi realmente degni di nota. Molti di loro sono già qui elencati con le note caratteriali che lasciano facilmente immaginare chi possa essere loro compagno di bevute. Abbiamo addirittura un Docente c/o l’Università degli studi di Parma, tale Paolo Maria Fabbri di Bologna, che odia profondamente i boccali vuoti e passa ore ed ore ad ordinare un numero esagerato di BIRRE. Il comitato esecutivo di IHM sta vagliando la possibilità di affidare a Marino de Falco (bancario) il difficile compito di calcolare il rapporto litri di birra/litri di benzina consumati per partecipare al raduno nazionale tenutosi di recente in Toscana. Il lato estremamente positivo della BIRRA è che rende uguali i possessori delle più svariate moto, livellando il livello della discussione a non più di 40-50 parole e contemporaneamente alzando drammaticamente lo spessore della lingua che non “gira” più come dovrebbe (vedi “la cassa, la figa, Rambo, Pippo le scopa”, edizioni Ulyx from Coronella City near Ferrara).
BMW. Protagonista di un thread sulla loro proverbiale affidabilità durato per mesi, la nota marca tedesca è decisamente la preferita dai motociclisti che amano i viaggi con lunghi kilometraggi. Alcuni nutrono dubbi sul fatto che esse si possano effettivamente considerare motociclette, visto che le dimensioni superano addirittura quelle della Giapponese Kawasaki (vedi nota). Si dice che una bisarca abbia avuto la peggio in uno scontro frontale con un BMW guidato da un austriaco un po’ ubriaco, il quale, visto l’autista della bisarca a terra sanguinante, ha pensato bene di pisciargli un po’ della birra (vedi nota) che aveva in corpo sulle ferite. Per ora il nostro carissimo Sandro ha evitato di cozzare contro i camion, anche perché è in linea di massima troppo impegnato a bere birra per occuparsi anche di girare in moto.

“C “come...

CASSA. Termine introdotto da Ulyx (vedi apposito paragrafo per note descrittive), è entrato prepotentemente nel linguaggio corrente di IHM. “Fare la cassa” significa attraversare quei famosi 4 livelli che portano alla quanto mai solenne ubriacatura. I 4 step sono nell’ordine:
a) la tranquillità;
b) l’euforia;
c) la sonnolenza;
d) lo sbocco.
Esempi della più che mai classica CASSA sono stati offerti da Spidi (vedi apposito paragrafo) durante il raduno nazionale tenutosi nell’anno del Signore 1997 in Toscana.
CAZZATE. Ovviamente sono l’avvenimento più ricorrente durante i pranzi di IHM. Se ne sentono a centinaia, di tutti i tipi, da quelle stile “mio cuggino” (volutamente con 2 “g”, ndr) a quelle più reali ma sempre incredibili. Chi tiene banco in fatto di CAZZATE è Ulyx (vedi nota) che tutte le volte mette in ginocchio gli astanti con filippiche mostruose. L’intervento del “patacca” (vedi nota) ha dato nuova verve al romagnolo cadente (sempre Ulyx, ndr) che ha riscoperto un nuovo filone di cazzate costituito per lo più da avventure vissute coi suoi amici laggiù nella bassa ferrarese. La CAZZATA può essere un racconto, una battuta secca o addirittura una semplice espressione del viso, come il grande Spidi (vedi nota) ci insegna. C’è invece il pericolo di fare una cazzata, tipo cadere in moto da stupido oppure, come nel mio personale caso, di dire cose che non andrebbero dette. Accadde infatti che in uno stadio di inizio - cassa (fra lo stadio 1 e lo stadio 2 del “cassometro”, ndr) dissi cose che la Sig.ra Arada (vedi nota) non avrebbe mai dovuto sentire. Sembra che Arada stesso ne abbia pagato le dure conseguenze.

“D”come...

DOLOMITI. Queste stupende montagne sono state il palcoscenico del primo raduno al quale i membri di IHM hanno partecipato in numero davvero massiccio. Ovviamente l’acqua è stata nostra compagna di viaggio dall’inizio alla fine (vedi note sulla “jetta”), e solo alcuni avventurosi hanno affrontato il tragitto in moto. Da notare che nonostante siano andati in macchina, Ulyx (vedi nota), Cinotti Cristiano da Sommacampagna ed il sottoscritto, cioè Jonny, sono ugualmente riusciti a mettersi nei guai a causa delle condizioni meteorologiche rimanendo bloccati sul passo del Falsarego a causa del vento che impediva alla funivia di scendere. Dopo 40 minuti di attesa ed un tentativo fallito di scendere con la funivia stessa, i 3 novelli Messner decisero di affrontare la discesa a piedi equipaggiati con giacche di jeans molto leggere e scarpe da ginnastica. Inutile aggiungere che in vista dell’arrivo sopra la loro testa la funivia stava regolarmente scendendo a valle.
DUCATI. Qualcuno insiste nel confondere la DUCATI con il F.I.A.T. Ducato, ma presto gli passerà. La marca bolognese è sulla cresta dell’onda da diversi anni, da quando con il modello 851 riprese a farsi viva sulle strade di tutti i giorni e soprattutto sulle piste di tutto il mondo mietendo successi. Ma questa fu un’arma a doppio taglio, perché coloro che acquistavano una DUCATI pensavano di entrare in possesso di quello stupendo mezzo che vinceva ovunque e con chiunque alla guida... ma ahimè si sbagliavano. E allora ci sono bravi ragazzi come Edo costretti a passare 8 mesi all’anno facendo amicizia coi vari meccanici di Modena, o Arada (vedi nota descrittiva) che deve acquistare i pezzi di ricambio in giro per il nord ovest. Per ora il record è di tale Peretti Stinger Andrea che dopo aver rotto la sua 748 ha distrutto anche una ST2 presa a prestito. A Bologna continuano a fare i salti di gioia.

“E” come...

EVOLUZIONE. Come in tutti i “mondi” che si rispettino anche IHM è stato protagonista di un’EVOLUZIONE molto interessante. All’inizio dei tempi, nell’estate 1996, furono 4 o 5 (compreso uno rimasto a piedi) ad affrontare l’incognita del primo CyberMotoRaduno. Da li’ in poi fu tutta discesa con numeri di partecipanti in continua crescita, fino all’apoteosi del “Primo CyberMotoRaduno Nazionale” con tanto di maglietta commemorativa. Però c’è stata un’EVOLUZIONE parallela a quella prettamente statistica: quello che i partecipanti stessi hanno fatto ai raduni. Al principio si badava a fare tanta strada in moto, il tempo speso a tavola era “perso” e toglieva preziosi minuti che si potevano passare in sella. Poi c’è stata l’inversione di tendenza, finché non si è giunti a compiere il tragitto per arrivare a destinazione in moto (o a causa d’avverse condizioni atmosferiche anche in macchina... spesso in macchina) per poi passare ore ed ore a tavola a mangiare e soprattutto bere. Fino all’apoteosi, come appunto si diceva prima, del Raduno Nazionale in toscana. Pochissimi Km percorsi in loco, ma innumerevoli bottiglie vuote sul tavolo. In base a questi dati le proiezioni dicono che presto chatteremo su IRC ognuno a casa sua con la bottiglia davanti.

“F” come...

FURTO. Purtroppo anche IHM non è stato risparmiato dal crimine del FURTO. Abbiamo pianto assieme la dipartita di alcune moto, comprate coi risparmi e mantenute col cuore, finché un bastardo (e non esiste altro termine per definire un ladro di moto) non le ha portate via. La reazione degli sfortunati protagonisti è stata quasi sempre rabbiosa ma misurata sul news, ma è inevitabile pensare che l’uscire da un negozio, da un ufficio o da casa propria e non trovare più la propria amata possa portare ad una reazione simile a quanto segue: associazione del nome di Dio con mestieri, cose o animali. Talvolta sfocia anche nell’augurio diretto ed indubbiamente chiaro di una salute traballante al ladro, la pietosa speranza che la sua miserrima vita abbia fine al più presto ecc. ecc. A questo che è uno schok tanto improvviso quanto inatteso, va aggiunto il furto annuale (o semestrale, dipende dai casi e dalle scelte) che le assicurazioni compiono nei nostri confronti.

“G” come...

GAGO. Il GAGO è ormai un’istituzione su IHM. Il news appena dopo la sua nascita contava non più di 20-30 articoli al giorno, ma dopo l’avvento del GAGO il numero si è decuplicato a tutto vantaggio della Telecom. Di certa rilevanza le svariate argomentazioni che il GAGO stesso propone, ma altrettanto notevole è il numero di articoli che egli stesso scrive. Nonostante un matrimonio che va felicemente avanti da diversi anni, solo ora sembra che il GAGO abbia trovato la sua vera anima gemella nel simpatico Aguzzoli Francesco di Reggio Emilia, col quale scambia decine di messaggi quotidianamente utilizzando il news IHM. Recentemente il GAGO ha rinunciato ad un pezzo di storia ambulante per acquistare una Honda (vedi nota) VFR 750 dopo aver cambiato idea almeno 200 volte. Ma non sarà più’ come prima, quando ad ogni accensione della sua Yamaha (vedi nota) tutti si aspettavano un’esplosione o per lo meno la perdita di un considerevole numero di componenti tenuti assieme con le sue mitiche fascette.

“H” come...

HARLEY DAVIDSON. C’è sempre qualcuno in giro che insiste nel sostenere che siamo motociclette ma la maggioranza nutre notevoli dubbi a riguardo. Le ultime accreditate teorie sostengono trattarsi di cancelli cromati provvisti di motore a scoppio. Altri ancora riferiscono di averle viste uscire dalla catena di montaggio della Landini Trattori S.p.A. di Fabbrico (RE). Quel che è certo è che hanno il potere di condizionare psicologicamente il conducente del mezzo stesso. Forse attirato dal mito Lorenzo Lamas, forse preoccupato da quei violenti scoppi provocati del motore, colui che conduce tale mezzo è regolarmente vestito come un soldato pronto a combattere nel più fangoso Viet Nam. Non si ha notizia di un membro di IHM che abbia effettivamente partecipato ad un raduno a bordo di una H.D.
HONDA. Fornitore ufficiale della “moto della mutua” (Matisse said, anno domini 1996), cioè il CBR900, la casa nipponica s’è fatta largo di potenza occupando quasi il 50% del parco veicoli di IHM. Sembra che la HONDA stessa si stia preparando nel lago salato (U.S.A.) nel tentativo di abbattere il muro del suono con il modello CBR 1100 XX posseduto tra l’altro da alcuni amici di IHM. Resta pero’ insoluto l’enigma del motociclo di Luca “Kamesen” Pellizzari (vedi “er neutral, er ciattering e le fabbriche in Croazia.” pagg. 178-221) che sputò un pezzetto di gomma dal carburatore al momento dell’accensione.

“I” come...

IMOLA. L’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di IMOLA è stato teatro del primo vero incontro su scala nazionale di IHM. L’occasione è stata una delle giornate organizzate da MotoSprint dette anche “Motolandia”. Hanno partecipato in tantissimi provenienti da tutta Italia. Notevole la prestazione di Pier che è venuto in giornata, giusto per un saluto, da Milano, mentre decisamente spaventosa quella di Massimo Fattorusso che dalla Campania s’è sobbarcato non meno di 1.000 kilometri col suo fidato Monster 600. È stata questa l’occasione per Arada (vedi nota) per danneggiare sensibilmente il bilancio della AlpineStar (nota marca di indumenti per motociclisti, particolarmente stivali, ndr) distruggendone un paio a turno di prove. Spidi (vedi nota) ha poi regalato molto con una serie di prove di accelerazione davvero spettacolari tanto che pare fornirà i suoi proverbiali calzini a tutta la giunta comunale di IMOLA. Proprio all’inizio di quella bellissima giornata ha fatto la sua apparizione “l’orco”, un uomo che a bordo del suo lattugone (vedi nota) lo copriva quasi totalmente a causa delle notevoli dimensioni del suo corpo. Pare che durante i suoi turni di prova abbia schiacciato con pesanti manate i 125 presenti in pista e che abbia sbranato un Suzuki (vedi nota) RGV Gamma 250. Non si sà che fine abbia fatto.

“J” come...

JETTA. Termine che spaventa i più, assume diverse forme a seconda del dialetto parlato. In Emilia per jetta (pronunciato “ietta”, ndr) si intende la quanto mai classica “sfiga”. “Una bella jetta” esclamerà tra una bestemmia e l’altra il motociclista colpito da un pesante calabrone che gli ha frantumato la visiera appena acquistata e pagata a peso d’oro, altresì si può udire l’urlo disperato “vaffanculo... che jetta!!!” del centauro lanciato ad alta velocità appena ritratto da un simpatico velox (vedi nota) pochi cm. dopo il cartello che indica i 50 all’ora come velocità massima. La JETTA è comunque fedele compagna di IHM da sempre. Non manca mai ad un CyberRaduno, sia quando è organizzato a livello locale che nazionale. Come scordare le nuvole che si addensano cupe sui caschi dei partecipanti al raduno delle Dolomiti (vedi nota)? O addirittura il terremoto che ha duramente provato le immediate vicinanze del luogo protagonista del primo raduno nazionale? E sicuramente ci saranno altre occasioni per utilizzare la tuta anti - acqua, visto che la JETTA è veramente dura a morire.

“K” come...

KAWASAKI. Generalmente sono verdi, ma in certi casi le fanno anche di altri colori. Chi la possiede sa di aver abbracciato una fede, qualcosa che gli rimarrà dentro per tutta la vita. È più o meno la stessa cosa della Ducati (vedi nota descrittiva) salvo che le KAWASAKI generalmente non si rompono. Ci sono le giuste eccezioni come il reggiano Aguzzoli Francesco che ha dovuto smontare la moto dopo un giro di non più’ di 200Km perché andava via dispari (è un monocilindrico, ndr). Rimane comunque un oggetto del desiderio per tanti, forse per troppi, e l’invida fa si’ che sia una della marche più bersagliate dai lazzi tipici del motociclista medio, che in mancanza di un mezzo appropriato è costretto a difendersi con le parole. La KAWASKI s’è sempre distinta per il modesto peso dei propri motocicli, che paragonati ad un treno sono realmente dei fuscelli.

“L” come...

LATTUGONE. Questo simpatico nomignolo è stato affibbiato alla moto di colui che sta componendo questo documento, ed appunto per questo è stata inclusa per fare una giusta e doverosa autocritica. La lattuga, si sa, generalmente è verde, proprio come i Kawasaki (vedi nota). Il maggiorativo al termine della parola tende a sottolineare le ragguardevoli dimensioni del motociclo in oggetto. Sul news si insinuava addirittura che le corriere avrebbero salutato amichevolmente il conducente di tal mezzo di locomozione riconoscendolo come uno di loro. Ma non ci sono prove concrete a riguardo. Certo è che il peso e le dimensioni del LATTUGONE ricordano di più’ la bianca nave protagonista di “Love boat” che non un’agile 125 GP. Considerando il peso della moto e quello del conducente, pare addirittura che Felipe Basili Ascari (regolarmente iscritto all’albo dei commercialisti, ndr) non sia neppure riuscito a partire facendo pattinare la gomma posteriore sul posto. Il telaio pare non abbia patito danni di sorta, anche se le forcelle sono state messe a dura prova.

“M” come...

MANTINI. Giorgio MANTINI è stato fortunatamente qualcosa di unico su IHM. S’è immediatamente distinto attirandosi l’antipatia dei più’ insultando gratuitamente i malcapitati che hanno osato rispondere ai suoi farneticanti articoli. Inizialmente tento’ di dividerci a seconda della moto, poi cercò il colpo politico facendoci passare per i “razzisti su due ruote”. Come un giustiziere l’amico Mototopo intervenne con proposte di un incontro non virtuale onde sbrigare la questione come si compete a chi spende cosi’ tante parole senza averne un valido motivo. Purtroppo il MANTINI rifiuto’ tale invito. Ma a quel punto era già’ troppo compromesso, e quando l’astuto Garavaglia McGyver Stefano lo colse in fallo a scrivere su IHM con un indirizzo camuffato, il suo astro era ormai definitivamente tramontato.
MUGELLO. L’autodromo Ferrari sito a Barberino del Mugello è stato tempio di alcuni fatti fondamentali nella seppur breve vita di IHM. Il ruzzolone di Ulyx (vedi apposito paragrafo descrittivo) col suo fido GSXR 600 ha suscitato una ridda di commenti talvolta contrastanti. Si va da chi accusa tecnici e gomme a chi assicura che la moto era perfetta e l’errore è stato totalmente umano. Ma il fatto che ha suscitato più scalpore è stato sicuramente il sorpasso di Arada (vedi nota descrittiva) ai danni di Cinotti Cristiano da Sommacampagna. Affiancatolo all’uscita di una veloce curva a sinistra in discesa tentava un primo sorpasso sul rettifilo principale, ma dovendovi rinunciare a causa della perdita dell’effetto scia, regalava momenti di vera gloria infilandolo all’esterno della successiva piega a destra: 18 minuti di “standing ovation”, scene di isterismo collettivo e lancio di coriandoli tipo carnevale di Rio.

“N” come...

NEWSGROUP. Ovviamente sto parlando di IHM che sta per italia.hobby.motociclismo. Creato su iniziativa di “zia” Catja Moeller, è ora una tra le più belle realtà del mondo dei newsgroup in Italia. Superato per quantità di bytes solo da alcuni gruppi ove è previsto l’utilizzo di file binari (grafici, ndr), è qualitativamente il migliore in assoluto. Questo a detta di tutti coloro che vi entrano per la prima volta e trovano un ambiente decisamente superiore a quello degli altri news. È bello arrivare a casa alla sera e leggere, almeno in parte, gli articoli che “quei ragazzi” scrivono su IHM. Ci sono persone che scrivono si dalla creazione di IHM, altri che hanno smesso, altri ancora che sono stati comete durate pochi giorni... ma tanti tanti altri continuano ad arrivare e ad affezionarsi a IHM.

“O” come...

ORGANIZZARE. Una delle figure più amate in tutto IHM è certamente quella dell’organizzatore. Quando qualcuno esordisce in un suo articolo con: “perché non ci troviamo...” le risposte si moltiplicano in poche ore. Ed il gioco è praticamente fatto. Non resta altro da fare che aspettare il giorno stabilito, preparare con cura la moto salvo poi tenerla in garage a causa di eventi atmosferici dell’ultimo minuto. ORGANIZZARE è una cosa che prima o poi tocca a tutti (almeno si spera), perché è davvero bellissimo viaggiare per l’Italia guidati da chi conosce i luoghi, ma è fondamentale andare a mangiare (e bere) in un ristorante scelto da chi in quella zona li conosce praticamente tutti. Un esempio per tutti è quello di Roby (Pavia) che ha scelto un posto difficile da trovare (anzi quasi impossibile) e di conseguenza inaccessibile per noi “forestieri”, ma con una cucina veramente ottima ed abbondante. Il tutto ad un prezzo modico. In quell’occasione, per la cronaca, l’ha fatta da padrone Felipe “Ascari” Basili che ha mangiato di tutto di più.
OSPEDALE. Triste nota questa, ma purtroppo reale e malsanamente sempre in agguato. Ne sanno qualcosa Ulyx (vedi nota descrittiva) e l’amico Umberto Pirovano. È drammatico entrarci, è bello uscirne tutti d’un pezzo e pronti, se non altro a livello psicologico, a riprendere la strada bruscamente interrotta.

“P” come...

PATACCA. All’inizio era “UN” PATACCA, ma in pochi minuti è diventato di diritto “IL” PATACCA. Il termine, nella sua più classica espressione romagnola, sta ad indicare un abitante di Rimini o di Riccione, cioè un uomo cresciuto fra Tecno e pastiglie di Ecstasi. Quando questo strano individuo, in cassa (vedi nota descrittiva), si presento’ ai nostri esterrefatti occhi durante il raduno nazionale, fu una rivelazione. Con una serie incredibile di cazzate finì per farci sognare ad occhi aperti per quasi 3 ore, almeno fino a quando il suo degno compare Ulyx (vedi nota) non lo abbandonò vistosi in prossimità’ dello stadio num. 4 della già citata cassa. Così il PATACCA è divenuto un simbolo, ricordato e quasi invocato ad ogni incontro, è alla soglia del mito ed è già un affermato oggetto di culto da parte del reparto alcolizzati di IHM.

“Q” come...

QUATTRINI. Si rivede finalmente il concetto di uomo - salvadanaio applicato al motociclista, e nel caso specifico al frequentatore di IHM. Dopo anni nei quali abbiamo pagato cifre sproporzionate per far circolare fra mille e mille divieti le nostre moto, finalmente sembra che arrivare un buon “giro di vite” cosi’ che le suddette moto ci costeranno ancora di più’ oltre che nell’acquisto, anche nel mantenimento e nei molteplici inutili obblighi di legge studiati per salassarci dei nostri sudati soldi. Finalmente anche noi potremo dire “e mi costi come ‘r Secchia ‘a lucchesi94"(ironia livornese che tende a sottolineare lo spropositato importo, nel caso specifico pagato in vite umane, dovuto per una cosa che non vale assolutamente l’enorme cifra versata allo strozzino di turno, tratto dal “Vernacoliere - LivornoCronaca”).

“R” come...

RADUNO. Il CyberMotoRADUNO è il cuore di IHM. Anche se ultimamente sembra che si stia sviluppando il concetto di CyberCASSA(vedi nota) RADUNO, resta la grande voglia di incontrarsi per passare del tempo assieme. La componente Toscana di IHM ha organizzato con enorme successo il primo raduno nazionale presso MontePulciano coinvolgendo gente da tutta Italia. L’esperienza insegna che su 10 progetti fatti a tavola mentre si mangia e soprattutto si beve, solo 1 o 2 avranno la fortuna di andare in porto. Ma l’esclamazione di Lorenzo (nome che presto sarà accompagnato da “il magnifico”) “sai cos’è il brutto di quello che programmiamo noi? è che poi lo facciamo!” non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Su 10 progetti esposti saranno 15 o 20 quelli che verranno di fatto realizzati. Si spazia dal consumo ad oltranza di alcolici, alle notti brave nei night, alle fiere di motori... ogni tanto si parla anche di fare qualcosa in moto.

“S” come...

SPIDI. In Lombardia c’è una città chiamata Brescia. A Brescia c’è una fabbrica di calzini. Durante la notte, all’interno di quella fabbrica di calzini, c’è SPIDI. Non è un ladro, lui ci lavora li dentro. Il suo sguardo strano, il viso da metallaro smesso, l’accento vagamente bresciano ne fanno uno dei personaggi più simpatici e comunque irrinunciabili di IHM. A bordo della sua fida CBR 600 non teme nulla: pioggia, vento, neve, ghiaccio o nebbia che sia, lui si presenta regolarmente in moto. La sua passione per la birra si dimostra nel portare da Brescia a Reggio Emilia 4 latte da 1 lt. richiamando alla memoria la figura di Renzo Tramaglino (I promessi sposi, ndr) che si presentò coi capponi alla porta dell’avvocato Azzeccagarbugli. Si dice che stia tuttora passando le notti attorno alle sue macchina da calzino, ma con nel cuore e negli occhi le infuocate strade estive da percorrere alla ricerca di qualcosa, possibilmente di alcolico, da bere.
SUZUKI. Per la verità non estremamente popolare su IHM, la gloriosa SUZUKI continua a minare l’incolumità dei possessori con il modello di nuova concezione GSXR nelle cilindrate 600 e 750. Dopo aver azzeccato la proporzione del famoso 1100 che si alzava anche in quinta, la prima edizione del modello 750 “STRAD” riscosse notevole successo grazie ad un motore eccezionale che accompagnava un telaio pessimo. Fortunatamente il motore era progettato per rompersi prima dei 10mila Km, così non più del 70% degli acquirenti furono ospiti dei patri ospedali (vedi nota informativa). La casa nipponica ebbe poi il colpo di genio col modello “TL 1000” bicilindrico, concepito con le più moderne tecnologie salvo presentare gli stessi identici difetti del già citato GSXR 1100 in produzione ormai da decenni.

“T” come...

TAVOLA. Questo è il luogo preferito dal frequentatore dei raduni (vedi nota) organizzati in IHM. Rimane famoso il fenomeno ipnotico che Felipe Ascari Basili sviluppò dal suo pizzetto masticando in continuazione per non meno di 40 minuti ai danni dei commensali. Il movimento quasi rotatorio di quelle righe nere di barba sul fondo bianco del viso, ebbe l’effetto di far cadere un irreale silenzio nella stanza facendo reagire decisamente male Luca&Isa che, convinti di essere 2 piccioni, tentarono di spiccare il volo dalla finestra. Fortunatamente la prontezza di riflessi di Luca “Kamesen” Pellizzari ha evitato il peggio. Alle volte la TAVOLA è troppo grande e non si riesce a parlare con tutti, può anche accadere che sia invece troppo piccola, e che uno zelante cameriere sia costretto a cambiare il TAVOLO stesso per far spazio alle birre che lo avevano completamente ricoperto.

“U” come...

ULYX. Qualcuno lo conosce come “Rambo”, ma tutti ignorano che il suo vero nome è Stefano. Vive a Coronella city near Ferrara, proprio di fronte all’eliporto delle zanzare della bonifica ferrarese. La sua immensa passione per la moto l’ha portato, senza troppi ostacoli, a scordare più della metà della popolazione mondiale (cioè le donne). Si dice che alle volte nutra dubbi anche sulla sua simpatica madre. È sicuramente un raro stile di tecnica motociclistica abbinata ad un’esperienza maturata in sella al suo fido Djebel. Parla volentieri delle sue esperienze nei paesi magrebini e di quando in moto fuggiva inseguito dai muggichi nella steppa russa dopo avergli rubato l’unica gallina sopravvissuta ai rigidi inverni caucasici. Ama inoltre parlare dei suoi intimi amici che, come lui, vivono intensamente “l’attimo” facendo delle casse (vedi nota descrittiva) disumane. Uno su tutti l’ormai famoso 3"Pippo” (non la scopa, lui le scopa). Personaggio ormai fondamentale nell’economia umana di IHM, è stato uno dei promotori del primo cyber cassa raduno.

“V” come...

VELOX. Questo è allo stesso tempo uno dei nemici più acerrimi ed un’incredibile stimolo per la fantasia del motociclista. Quando l’autoVELOX scatta non ha pietà’ per (quasi) nessuno... si parte dalle 200mila per salire verticalmente a cifre vertiginose. È piazzato nei posti più assurdi ed osceni, magari pochi metri dopo il cartello che segnala il limite dei 50Km/h diversi Km prima di entrare nel centro abitato, è nascosto dietro ad un cassonetto dei rifiuti... è piazzato in maniera tale che non lascia scampo a chi ci incappa contro: deve per forza capire che chi l’ha messo lì è in malafede. Allo stesso tempo però il VELOX aiuta a sviluppare la fantasia e tiene in allenamento il cervello nello studio di soluzioni per non farsi prendere in fallo. Alzatarghe, lacca per capelli, strisce di gomma, adesivi, fango sulla targa, 3 che diventano 8, 1 che diventano 7, moto targate PR che improvvisamente provengono da Brindisi (BR, ndr)... c’è di tutto nella varietà umana che tenta di sopravvivere contro la micidiale macchinetta.

“W” come...

WAHALLAH. Per gli antichi vichinghi il WAHALLAH era il paradiso nel quale finivano i guerrieri morti sul campo (per saperne di più noleggiare il film “Eric il vichingo”, ndr). Per quanto riguarda IHM questo paradiso ospita le moto disintegrate in strada. Non è mai una bella cosa polverizzare la propria moto, però l’importante è la salute (l’hanno detto anche a Schumacher dopo che ha fatto la cazzata con Villeneuve, ndr). Fortunatamente per ora sono poche le moto danneggiate irrecuperabilmente, l’ultimo della serie a cavarsela per il rotto della cuffia è stato Umberto Pirovano con la sua Kawasaki (vedi nota) ZX9R Ninja che ha felicemente postato “è viva, la riporto a casa tra un mese”. E poi dicono che la moto non ha un’anima...

“X” come...

X - FILES. Quest’ormai inflazionato termine di chiare origini anglofone richiama alla mente persone o cose scomparse misteriosamente. È certamente il caso di alcuni frequentatori di IHM che sono spariti senza lasciare traccia alcuna. Quando IHM fu fondato c’era Cesare Bezzi, energico promotore del primo raduno tenutosi sul Lago di Garda, e successivamente scomparso col suo Kawasaki ZZR 1100. Si fa poi strada il triste ricordo di Pier, l’uomo della Telecom. Affezionato frequentatore di IHM amava la battuta e lo scherzo non disprezzando gli aspetti più sinceri di un gruppo che definiva “unico”. Forse intrappolato nella stanza dei bottoni della comunicazione italiana, forse, e più probabilmente, mattarellato a morte dalla Sig.ra Silvana (la moglie, ndr) è scomparso nel nulla.

“Y” come...

YAMAHA. Quest’altra componente del quartetto delle case giapponesi ha sempre eccelso col modello FZR 1000 Ex-Up, di cui il grandissimo “Papillon” era fortunato possessore. In effetti il modello fu davvero di grande successo con notevole riscontro nelle vendite. Il passo successivo fu quello dei modelli “Tuonoasso” e “Tuonogatto” che ebbero un numero di immatricolazioni pari a quello della gettonatissima F.I.A.T. Duna DS (il modello berlina, ndr). Proprio il caro Papillon, si dice, abbia trovato in una confezione di “Cipster” un buono per entrare gratuitamente in possesso di un “Tuonoasso” pari a 1000cc. La soluzione delle 5 valvole per cilindro, innovativa ed esclusiva, era accompagnata dal sistema “Ex-Up” sullo scarico. Ovviamente il 98% dei possessori di quel modello cambiava lo scarico per guadagnare qualche manciata di grammi sul peso complessivo rinunciando cosi’ ad una tecnologia che avevano appena pagato profumatamente. Il capolavoro della YAMAHA fu sicuramente la YZF 750, i cui esemplari sono ora oggetto di frenetica ricerca da parte dei collezionisti, i cui dischi anteriori andavano sostituiti ad ogni tagliando.

“Z” come...

ZAVORRA. La zavorra è, a detta del dizionario: una quantità di materiale pesante (...) persona o cosa ingombrante di nessun pregio. Nel momento in cui si parla di motocicli la zavorra prende il significato di “passeggero”. La ZAVORRA più famosa è sicuramente Katia Arada, che viene sbatacchiata su timido sellino posteriore del Monster del compagno in mezzo a curve percorse a folli velocità. Da non scordare la ZAVORRA più folkloristica cioè Isa (passeggera di “lucaeisavolpuntoit”) che con le sue meravigliose treccine sembra voler richiamare l’ancestrale effetto ottico di una cometa che lascia la scia. Il record assoluto spetta però all’amico Marco Gatti che è riuscito nella non indifferente impresa di trasportare l’innovativo modello di ZAVORRA - Matrioska (e questo perché non volendo partecipare al raduno delle Dolomiti ha veduto bene di dare il suo contributo alla prosecuzione della specie).

Note dell’autore:

Nel 99% dei casi fatti e personaggi sono rigorosamente reali, ogni singolo avvenimento è stato raccontato a chiare lettere dal protagonista del fatto. Non ci sono date e luoghi casuali, tutto quello che avete letto è stato detto e/o esistito realmente. L’autore non intende comunque offendere nessuno, e se per caso questo si fosse verificato, chiede perdono pur tenendo presente che tutto è stato fatto al solo unico scopo di farsi due risate. Se a qualcuno non dovesse andare bene è giusto che sappia che sono armato e pericoloso.

Si ringraziano di cuore GianLuca “Arada”, Spidi, Ulyx, il Gago, Paul, il Cino, per le indimenticabili magie regalate durante la passata stagione motociclistica. Un grandissimo “alla prossima” a Claudio Ratti, Catja Moeller, Luca “Kamesen” Pellizzari, Francesco Aguzzoli, Edo, Papillon, Andrea “Stinger” Peretti, Marino de Falco, Luka, Strega, Massimo Fattorusso, Paolo Maria Fabbri, Alessandro, Felipe “Ascari” Basili, Lorenzo “il magnifico”, il Patacca, il randagio che grazie alle sue mail mi ha fatto crescere umanamente in modo esponenziale e a tutti “quei ragazzi” di IHM che ho conosciuto in giro per l’Italia. Quest’anno è stato bellissimo, nel ‘98 dobbiamo fare ancora più CASINO!!!

Jonathan Sassi

ZX9R Ninja