IL GRUPPO STORICO TIFERNATE E LA COMPAGNIA TIFERNATE BALESTRIERI DI CITTA’ DI CASTELLO (PG)

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Le istituzioni più antiche dell’Alta Valle del Tevere Umbro-Tosco- Romagnolo- Marchigiana sono tre: l’Episcopio di Città di Castello (III-IV secolo), la “Confraternita” già dei Disciplinati per L’Eternità, e il Comune. Il gruppo Storico Tifernate e la Compagnia dei Balestrieri di Città di Castello (PG), fanno capo alla oggi così detta Confraternita del Buonconsiglio erede storica dei Disciplinati per l’Eternità. Il sodalizio “chiamato” del Buonconsiglio ha natali antichissimi: le origini risalgono agli ultimi anni del primo millennio (990 – 999) tempo in cui l’Alta Valle del Tevere e Città di Castello – allora definito Castrum dai Bizantini di Ravenna che avevano trasformato l’umbra Tiferno e romana Tifernum Tiberinum nel più possente baluardo del “ regio castellorum” – erano contese tra Bizantini, Longobardi ed i “Marchesi” (ora del Monte, al tempo dei Duchi di Spoleto, Marchesi di Toscana e Signori di Colle. La posizione strategica della vallata (crocevia naturale del centro della penisola italica) fin dai tempi più remoti ha avuto un ruolo insostituibile di “passo” per le popolazioni celtiche, umbre, e preumbre, etrusche, galliche, cartaginesi, romane, gote, longobarde, franche, genti che hanno lasciato testimonianze di “predilezione” di transito”, di viaie, di toponimie, di parole dialettali ancora in uso, di usanze, di testimonianze archeologiche e murarie.

L’Alta Valle del Tevere (ora divisa in Umbria e Toscana – Marchigiana e Romagnola) proprio in virtù della sua posizione ha subito in epoche successive al 1200 le atroci esperienze di quasi tutte le compagnie di ventura che hanno calcato la terra italica lasciando così nel bene e nel male, tra le genti altotiberine, segni di costume e usanze del quotidiano.

La tradizione guerriera e difensiva si è protratta fino ai tempi moderni influendo sulla “caratterialità” degli abitanti ora guardinghi ma poi aperti all’inverosimile nell’ospitalità, fortemente orgogliosi della loro autonomia così riassunta nel motto comunale “Libera Comunitas Civitatis Castelli”.

Nel desiderio di voler “proporre” nel continuo l’aspetto storico del costume e delle tradizioni culturali, il Gruppo Storico Tifernate e la Compagnia Tifernate Balestrieri si sono dati un codice statuario e di regolamento nel 1982 riproponendo quei costumi d’epoca e di tradizione legati al periodo di maggiore splendore del contado Tifernate e più precisamente quello del Castrum – Città di Castello.

Antichi dipinti hanno permesso la riproduzione e la rielaborazione delle costumanze duecentesche della città. Il Gruppo Storico Tifernate e la Compagnia Tifernate Balestrieri, unici “emblemi” storico – rievocativi dell’antica Città dei Castelli, sono rette da priorato sotto la Confraternita detta del Buonconsiglio alla dizione: Ven. Confraternita di Maria SS.ma del Buonconsiglio, della Buona Morte e Misericordia, già dei Portatori dei Morti, Disciplinati per l’Eternità (A.D. 1230), dei Battuti, di S. Paolo al Macello o alle Carceri di S. Maria del Popolo, una dizione che chiama la sporgenza e le varie specifiche funzioni svolte attraverso i secoli: dal seppellimento dei morti, all’assistenza ai condannati, alle esecuzioni capitali, alla elevazione culturale delle genti alt altotiberine, alla difesa armata dei suoi abitanti.

 


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