Wildfox nasce in una famiglia di umili origini,
in una fattoria isolata a pochi chilometri da Esgaroth, una piccola cittadina
nel Nord Ovest della Terra di Mezzo nella regione di PonteLagoLungo.
Il suo nome, che in linguaggio Ovestroem significa "volpe selvaggia"
gli fu dato in onore dell'animale che per tutta la notte, con il suo ululato,
sembrò salutare la venuta alla luce del bambino nel giorno della
sua nascita. La volpe è per Wildfox un animale a cui è inconsciamente
e misticamente legato, che spesso gli appare e fa sentire la sua presenza
nei momenti più significativi della sua vita.
Il padre è sempre stato uomo di mare, instancabile lavoratore
che per mantenere la famiglia divide le proprie fatiche tra la pesca
e la coltivazione dei campi. Raramente porta il figlio con sé sulla
barca, in quanto la sua vivacità si rivela più un ostacolo
che un aiuto al lavoro, ma gli riesce a trasmettere sin da piccolo l'amore
ed il rispetto per il mare.
La madre, oltre a svolgere le faccende di casa, aiuta il marito
nel lavoro dei campi e settimanalmente si reca con il figlio al mercato
del paese per vendere o barattare il pesce e i prodotti agricoli raccolti
con altri generi di necessità. La madre di Wildfox è molto
astuta, spigliata e convincente. Seguendola nelle sue sortite cittadine,
Wildfox impara da lei l'arte della contrattazione e della dialettica.
Wildfox ha un'infanzia felice, vissuta prevalentemente all'aria
aperta e a contatto con la natura. Impara sin da piccolo a nuotare nelle
seppur gelide acque della sua zona, e proprio il clima rigido a cui si
abitua sin da bambino danno a Wildfox una grande capacità di resistenza
al freddo ed alle avversità atmosferiche.
Sin da bambino cerca, per quanto possibile, di dare una mano
ai genitori nei piccoli lavori della campagna, e sebbene non sia mai sottoposto
a lavori di grande fatica, l'attività fisica continua lo fa crescere
forte e robusto. Wildfox come tutti i bambini ama gli animali, ed in particolare
il vecchio cavallo del babbo su cui sin da piccolo impara a cavalcare.
La vita del piccolo Wildfox, pochi giorni dopo la data di compimento
del suo nono anno di vita, è però segnata da un episodio
che sconvolgerà la sua esistenza. In un giorno di primavera come
tutti gli altri, all'imbrunire, gli animali della fattoria iniziano a lamentarsi
e ad agitarsi violentemente, quasi a presagire il pericolo che da lì
a poco causerà la loro morte: una squadra di cinque orchetti allo
sbando si avvicina minacciosa sul sentiero che conduce al podere. I genitori
di Wildfox, vedendo minacciato il frutto di una vita di sacrifici, decidono
di affrontare quell'orda di orribili e sporchi esseri, non cedendo alla
paura che inducendoli a scappare avrebbe potuto salvare loro la vita.
Nascosto il figlio nel fienile ed ordinatogli di non uscire
per nessun motivo, i genitori armatisi degli attrezzi solitamente utilizzati
nel lavoro della campagna, tentano di combattere l'avanzata degli orchetti.Lo
spettacolo che si presenta agli occhi di Wildfox, che dal fienile sbircia
timorosamente ciò che sta succedendo, è raccapricciante:
la madre viene subita colpita all'addome da una rudimentale freccia e il
padre, precipitatosi a soccorrerla, viene violentemente colpito con una
pesante clava che gli fracassa il cranio.Wildfox alla vista dell'orribile
fine dei genitori è agghiacciato, e rimane pietrificato, senza neanche
riuscire a emettere un grido. La paura che lo ha bloccato e reso immobile
gli salva la vita, ma rimarrà sempre in lui il rimorso di non avere
aiutato i genitori nel combattimento, sebbene sia evidente che non avrebbe
mai potuto cambiare le sorti dello scontro.
L'episodio fa nascere in Wildfox un odio sviscerato verso la
spregevole razza degli orchetti, tanto che da quel giorno in poi non si
tirerà mai indietro ad ogni occasione di combatterli.
Dopo aver assistito al macabro passaggio della squadra di orchetti,
che uccide tutti gli animali del podere, senza neppur risparmiare l'anziano
e amato cavallo, e distrugge e fa razzia di tutto quanto gli capita per
le mani, a Wildfox non rimane che dare sepoltura ai suoi cari. Li trascina
a stento in riva all'acqua, dove era sicuro che avrebbero gradito riposare
per sempre. Quella sera, in lontananza, Wildfox avvertiva il lamento di
una volpe, che con il suo ululato sembrava dare l'estremo saluto ai due
sfortunati genitori.
Da quel giorno la vita del giovane Wildfox cambia radicalmente.
La sua massima preoccupazione è quella di trovare qualcosa
per sfamarsi: consuma fino alla fine le provviste e le verdure seminate
dai genitori, ma nonostante i suoi tentativi non ha le conoscenze e le
capacità sufficienti per coltivare l'orto. Il tentativo di utilizzare
la barca del padre per andare a pescare fallisce miseramente in un naufragio,
e a stento Wildfox riesce a tornare salvo a nuoto a riva. Una sorte migliore
la ottiene con un retino da riva, con cui riesce a catturare qualche piccolo
pesce e con le trappole da selvaggina che il padre gli aveva insegnato
a piazzare nel bosco. Ma i tentativi di cucinare le sue prede hanno risultati
non certo soddisfacenti, soprattutto all'inizio. Da quel momento il giovane
Wildfox passa la maggior parte del suo tempo nei boschi, dove si sente
a proprio agio e riesce con maggiore facilità a trovare qualcosa
di cui cibarsi. E' una dura palestra di vita, che lo rende forte e astuto;
un'esperienza che gli sarà molto utile nella vita.
Sopraggiunto l'inverno, il giovane Wildfox inizia ad incontrare
sempre maggiori difficoltà nel procurarsi il cibo. Un giorno, preso
dalla fame, abbandona il bosco e si sposta in paese dove nel suo vagabondare,
sfruttando le proprie doti di rapidità, agilità e astuzia
riesce a rubacchiare qualcosa con cui sfamarsi. In particolare, è
solito "alleggerire" i raccolti e gli averi di chi appare particolarmente
ricco, quasi per trovare un'attenuante etico-sociale al suo maldestro operato.
Quello del furto è un vizio iniziato in giovane età che non
perderà mai, nemmeno crescendo. Tuttavia, Wildfox si ricorderà
sempre dei tragici momenti di bisogno che ha vissuto nella sua tribolata
giovinezza: per lui il "vizio" del furto, continuerà ad essere visto
nell'ottica di una funzione di "giustizia sociale".
Infatti, anche quando da grande avrà raggiunto l'agiatezza
e la tranquillità economica, per Wildfox sarà sempre molto
difficile trattenersi all'occasione di rubare qualcosa ad un agiato possidente,
come del resto non gli sarà possibile astenersi dall'aiutare chi
ne ha veramente bisogno. E' proprio questo atteggiamento di "rubare ai
ricchi per dare ai poveri" che indurrà lo stesso ad autodefinirsi
il "ladro gentiluomo della Terra di Mezzo".
E proprio il novello vizio del furto dell'inesperto e ancora
bambino Wildfox gli permette di fare un'incontro che sarà fondamentale
per la sua vita. Un giorno, Wildfox entra nel frutteto di una piccola ma
apparentemente lussuosa villa per procurarsi un po' di cibo. Non è
la prima volta che vi si intrufola di nascosto: le volte precedenti se
l'era sempre cavata bene, e ne era uscito con lo stomaco pieno. Ma proprio
mentre si protende per afferrare un frutto dal suo albero preferito, si
sente afferrare e sollevare per i capelli: il padrone lo aveva colto sul
fatto.
Wildfox cerca di dimenarsi per tentare di scappare, ma non riesce
a vincere la forte e sicura presa del suo giustiziere, che per giunta quasi
lo stordisce con due violenti ceffoni. I pianti, le scuse e i lamenti del
giovane non scuotono né commuovono il padrone, che è fermamente
deciso a farsi rimborsare i danni subiti. Ovviamente Wildfox non ha con
sé nemmeno una moneta, e sebbene racconti di essere orfano,
povero e affamato l'intransigente signore non gli crede, pensando che siano
solo delle scuse per evitare il rimprovero dei genitori. E' per questo
che chiede con insistenza di essere portato a casa dei genitori del ragazzo,
allo scopo di ottenere il proprio rimborso e di far fare una bella
romanzina al ladruncolo. Wildfox, si vede quindi costretto a guidare il
suo "carceriere" fino alla sua vecchia casa nativa, dove di fronte alla
dimora distrutta e ormai invivibile ed al tumulo dei suoi cari è
evidente che la triste storia che aveva raccontato non era solo una scusa
inventata, ma purtroppo corrispondeva all'amara realtà. Il signore
che fino a quel momento era stato molto duro e severo con Wildfox, di fronte
alla constatazione della pietosa situazione in cui si trova il bambino
si commuove, e quasi si meraviglia di come abbia fatto a cavarsela da solo
e così piccolo fino a quel momento. Decide quindi di prenderlo con
sé per aiutarlo, e da quel momento diventa un amabile tutore che
Wildfox ricorderà per sempre come un secondo padre.Il nome di questo
signore è Garbad, è originario di Brea ed è stato
per molti anni una stimata e fidata guardia reale. L'ormai anziano Garbad
è un maestro eccezionale, che non si limita ad insegnare a Wildfox
la sua specialità preferita, ovvero il combattimento in mischia
con e senza armi, ma istruisce il giovane insegnandogli a parlare e scrivere
nuove lingue e soprattutto lo svezza preparandolo ad affrontare i veri
problemi che potrà incontrare nella vita.Wildfox grazie alla sua
sviluppata intelligenza impara molto velocemente gli insegnamenti del suo
nuovo padre, che è molto orgoglioso dei progressi del suo discepolo
che ribattezza col nome di "Boy", che in Ovestroem significa semplicemente
"ragazzo".
Con il nuovo padre, Boy vive un periodo fantastico, nel quale
soddisfa a pieno il suo innato desiderio di curiosità e di apprendimento
di nuove abilità e conoscenze. Purtroppo, dopo pochi anni, il buon
Garbad, seriamente provato nel fisico da una vita dura e provante, si ammala
gravemente.
Le erbe che potrebbero guarirlo sono molto rare e quindi costosissime,
e le poche ricchezze accumulate in vita vengono in breve tempo consumate
per l'acquisto dei medicinali. Sebbene Boy si dia molto da fare, dedicandosi
completamente a piccoli lavoretti che gli consentono un minimo guadagno,
il denaro messo da parte è insufficiente ad andare avanti e la salute
Garbad peggiora a vista d'occhio. Nel momento del bisogno, Boy rispolvera
il vecchio vizio del furto, cercando di privare le persone più ricche
di quanto potrebbe essere utile a salvare il suo secondo padre. Purtroppo,
però, le condizioni di Garbad sono ormai compromesse, e la sua vita
si conclude con una rapida agonia. Boy assiste il suo tutore fino alla
morte, e gli rimarrà per tutta la vita il ricordo di quella spiacevole
sensazione di impotenza dovuta alla mancanza di denaro, che altrimenti
gli avrebbe potuto forse salvare la vita. E' forse anche per questo che
nella sua vita Boy non rinuncerà mai di favorire una persona povera
o debole, mentre non si farà particolari scrupoli a privare le persone
ricche di quanto secondo lui è loro superfluo ma potrebbe essere
utilizzato per aiutare le persone bisognose. Come detto, è appunto
per questo che Boy ama definirsi un "ladro gentiluomo".
Dopo la morte di Garbad, per un breve periodo Boy rimane in
paese, riuscendo a sopravvivere grazie ad alcuni servizi prestati ai signori
del posto. Ben presto, però, il suo orgoglio lo spinge a non accettare
più la sua situazione, per cui decide di vendere quel poco che gli
era rimasto e di partire all'avventura, col desiderio di ripercorrere le
orme del suo secondo padre, entrando a far parte del corpo di guardia reale
di Brea.Alla fine del suo viaggio, poco prima di giungere in città,
Boy si rifugia in una locanda sita sull'ultimo ponte sulla strada prima
di Brea, dove incontra una maga di nome Girfa, che gli propone di
portare a termine una missione per lei. In questa occasione egli ha modo
di incontrare altri tre avventori, con i quali decide di intraprendere
la sua prima esperienza di avventuriero. I suoi nuovi tre compagni sono
l'alchimista Rufus, il ranger Ramirez e la barda Nonso. I quattro si dimostrano
subito un gruppo molto affiatato, che dopo poco tempo si guadagna il rispetto
di coloro che lo conoscono e la loro meritata fama si diffonde sempre più
nella Terra di Mezzo. Al gruppo si aggrega in un secondo tempo una giovane
maga, Sirtis, rimasta sola nella vita e salvata dai quattro volenterosi
che le propongono subito di aggregarsi per le successive avventure.
I cinque avventurieri si muovono senza sosta nella Terra di
Mezzo, prestando senza timori i loro servizi a chiunque ne abbia bisogno,
e combattendo senza tregua l'avanzare del male.
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