Gli Askari Italiani Il termine Askaro è di origine turca e significa
"soldato".
Le Forze Armate Italiane sin dai primi anni della
permanenza nel Corno d'Africa arruolarono truppe indigene; dapprima i Bashi Bazuk che,
inizialmente al servizio dell'esercito egiziano, al momento dell'abbandono dei
possedimenti egiziani a favore dell'Italia, vennero arruolati sotto il tricolore.
Successivamente vennero formati diversi battaglioni
indigeni (8) e vennero integrati e addestrati elementi del luogo anche per l'Artiglieria,
la Cavalleria (gli squadroni di "Penne di Falco") il Genio, la Sussistenza ed i
reparti di Sanità militare.
Anche l'Arma dei Carabinieri integro' elementi indigeni.
Il comportamento in battaglia di questi soldati fu sempre
valoroso; esistono numerose testimonianze del coraggio e della fedeltà di questi soldati
ai loro comandanti e commilitoni bianchi. Nel disastro dell'Amba Alagi , in cui trovo' la
morte il Maggiore Toselli, il 4° battaglione indigeno si sacrificò intorno al proprio
comandante.
Le uniformi di questi reparti erano invero un misto di
vestiti locali e accessori idenificativi prescritti da disposizioni dei comandi italiani.
Così sulla "casacca bianca" i pantaloni, pure
bianchi, venivano fermati in vita da una fascia di colore diverso a seconda del
battaglione. Il tarbush ,il copricapo di panno rosso, era ornato da un fiocco dello stesso
colore (generalmente) della fascia in vita.
Questo l'elenco dei colori distintivi per battaglione:
L'equipaggiamento comprendeva un tascapane e buffetteria
per le munizioni. Un elemento di cui si dice gli uomini dei reparti indigeni andassero
particolarmente orgogliosi , era la mantellina in lana "da bersagliere" che
costituisce, anche per i reparti bianchi, l'unica difesa contro il freddo notturno degli
altopiani abissini. La mantellina veniva portata arrotolata su una spalla e passante
"a tracolla" sul busto: mentre per i soldati "regolari" le immagini
riportano una certa uniformità nel portare la mantella arrotolata sulla spalla sinistra ,
per i battaglioni indigeni non è sempre chiaro se questa prescrizione fosse seguita con
regolarità.
Il fucile Vetterli 1870 e la baionetta-spada costituivano
l'armamento standard .(Risulta però che fossero tollerati anche armamenti locali quali
pugnali e, talvolta, spade abissine catturate al nemico). |
The Italian Askari
The
word "Askari" comes from the Turkish language and it means "soldier".
The Italian Army hired native troops
since the beginning of italian presence in Eastern Africa: first the ex-egyptian Bashi
Bazouk (Mad Heads); they were hired under the italian flag when the Egyptians left the
Massaua Port to the Italians.
Eight native troops battalions were
formed and also Artillery, Cavalry ("Hawks feathers" squadrons), Engeneers
, Logistic and Medical Corps had native soldiers in their ranks.
Even the Arma dei Carabinieri
(Military Police) hired native troopers.
The native troops were very valuable
on campaign; there are a lot of episodes confirming the courage of these soldiers and
their loyalty to their white commanders and comrades was proved in many cases. During the
defat of italian troops at Amba Alagi the 4th Native Battalion was massacred around its
commander Major Toselli.
The uniforms of native troops was a
mix of typical local dresses and accessories ordered by italian commanders. So, on the
white shirt and white trousers there was a coloured sash. The colur was different
depending on the number of the unit . On the red cap ,tarbush, there was a pompon of the
same colour (generally) of the sash (please refer to the following table for colours). |