Ci è dato di conoscere
pochi personaggi che, come il XIV shôgun Tokugawa Iemochi,
furono sospinti dai flutti del destino. Il XIII shôgun Iesada
morì ancora giovane all'età di 35 anni e, non avendo questi
eredi, Kikuchiyo (nome infantile di Iemochi) - primogenito di Tokugawa
Narinori Signore della prefettura di Wakayama - divenne shôgun,
a soli 13 anni, come risultato della lotta politica tra Tokugawa Nariaki
e Naosuke. Agli inizi del suo shôgunato venne protetto dal forte
potere politico di Li Naosuke, ma nel marzo dell'anno successivo, fuori
dalla porta di Sakuradamon, Li Naosuke finì assassinato. Il destino
di Iemochi lo rese protagonista della tragica storia degli ultimi anni
del bakufu quasi fosse un burattino manovrato dai due avversi poteri
della parte feudale e della parte imperiale.
La prima parte del dramma vede Iemochi accettare in moglie la principessa Kazunomiya, sorella dell'imperatore Kômei, come compimento del progetto politico di unione tra nobili e Signori feudali.Anche se non fu Iemochi a progettare il matrimonio, questo sollevò aspre critiche, sia dalla parte imperiale che da quella feudale, ed il risultato fu che Kazunomiya divenne anch'ella protagonista della tragedia. In seguito il giovane shôgun fu indotto a visitare Kyôto - 240 anni dopo il III shôgun Iemitsu - nel tentativo di spezzare le trame che sempre più venivano ordite contro il Bakufu. Iemochi, ancora diciottenne, sperava in un appoggio della parte imperiale grazie al rapporto di parentela con l'imperatore Kômei che era sorto con il suo matrimonio politico. Partì da Edo il 13 Febbraio con un seguito di tremila uomini. Il 4 Marzo, dopo venti giorni di viaggio, il grande corteo feudale raggiunse Kyôto. Ma invece di aiutare Iemochi a contrastare i suoi critici che parteggiavano per l'isolazionismo lo informò che era stato deciso di riprendere la politica isolazionista contro gli occidentali dal seguente 10 Maggio. Lo shôgun rientrò quindi a Edo per via mare senza aver conseguito alcun risultato. Già a partire dal VI anno Kaei (1853), all'arrivo del Commodoro americano Perry, gli eventi interni ed esterni al Paese avevano iniziato a precipitare drammaticamente aumentando sempre più la loro portata ed ormai la forza di un giovane shôgun non poteva essere sufficiente a dominare il corso della Storia. Travolto dai flutti del destino, nel III anno Keio (1966), Iemochi lasciò il mondo alla giovane età di 21 anni. Nel corso dello stesso anno, il 25 Dicembre, anche l'imperatore Kômei, che era stato indotto a temere gli stranieri occidentali alla stregua di diavoli o mostri, spirò. Fu allora che di fatto ebbe termine il sistema governativo dei Tokugawa e che calò il sipario sul periodo Edo, aprendo così il passaggio per il Giappone dall'epoca moderna all'epoca contemporanea. Per il popolo di Edo "shôgun-sama" (il Signore shôgun) era stato il simbolo rassicurante di protezione. Infatti sotto l'occhio degli shôgun a Edo fiorirono i teatri, Yoshiwara divenne un castello senza notte, la Ukiyo-e e gli e-hon cominciarono ad appassionare le donne ed i bambini. Qunado i Signori feudali della varie provincie giungevano ad Edo in ossequio al loro dovere feudale sankin_kôtai, i cittadini discutevano tra loro della magnificenza del corteo e del numero dei militari in sfilata e finivano per concordare sulla potenza senza confronti del loro shôgun. Due anni prima il grande corteo in occasione del matrimonio della principessa Kazunomia, partendo da Kyôto, aveva percorso la via Nakasendo ed era entrato in Edo. Dello splendore di questo smisurato corteo corse voce tra le bocche degli edokko (i cittadini di Edo) per più di un anno. Ma questa volta proprio il lodo shôgun stava partendo per Kyôto. Il significato politico del viaggio non potè essere compreso dal popolo di Edo, anzi, il popolo stesso non cercava nemmeno di capirlo. I citadini di Edo aspettavano soltanto di sapere se il corteo avrebbe superato in splendore quello da Kazunomia. Tra i numerosi Ukiyo-e-ehi colui che avrebbe potuto ritenersi a buon diritto l'edokko degli edokko era il pittore Ichiyûsai Kuniyoshi. Il suo temperamento era quello del oyabun-hada, amava il sake, le donne e si diceva che avesse più di 100 allievi. Purtroppo il celebre Kuniyoshi morì nel marzo del I anno Bunkyû con grande rimpianto non soltanto dei suoi allievi ma anche dei molti edokko. Nell'Aprile del III anno Bunkyû, nel III anniversario della morte di Kuniyoshi, lo shôgun era ancora a Kyôto dove subiva le critiche alla sua politica da parte degli isolazionisti. Forse la prima idea di proporre questa serie di silografie policrome fu di un allievo di Kuniyoshi, Utagawa Kunitsuna, naturalmente senza tenere in alcun conto il dolore dello shôgun. L'idea si sviluppò per realizzare un'insolità novità editoriale con un nishiki-e. Già grazie alle serie della via Tôkaidô dei maestri Hiroshige, Hokusai, Toyokuni, ecc. le vedute delle 53 stazioni erano familiari al popolo di Edo. C'erano allora diversepersone che percorrevano la grande via come, ad es. i pellegrini diretti al tempio di Ise. Immaginare il corteo dello shôgun poteva essere un onore dell'edokko. Ma al tempo stesso questa celebrazione era una necessità e si potrebbe dire che la pubblicazione doveva essere ultimata in fretta perche gli stessi maestri presentivano l'arrivo di tempi di crisi dopo lo sbarco del commodoro Perry. Questa serie rappresenta il corteo dello shôgun Iemochi lungo il percorso per Kyôto ed è chiamata Gojôraku-Tôkaidô ma è nota anche come Gassaku-Tôkaidô, ovvero la Tôkaidô prodotta da numerosi autori. Per realizzare la serie hanno infatti partecipato 13 pittori e 16 editori. Raramente si era vista una così ampia collaborazione di autori ed editori per la produzione di una serie di silografie. L'opera fu dunque progettata subito dopo la partenza di Iemochi e tra l'aprile ed il giugno del III anno Bunkyû, mentre 36 shôgun era ancora a Kyôto, ne era già stata pubblicata la maggior parte. In totale sono 55 silografie così distribuite:
Abbiamo 10 opere di Toyokuni, 9 di Hiroshigeed 8 di Kunitsuna, che avrebbe concepito la serie. Tra gli allievi di Kuniyoshi abbiamo: 5 opere di Yoshimori, 4 di Yoshitsuya, 4 di Yoshitora, 3 del giovane Yoshitoshi 25enne, 1 di Yoshikata e Yoshitoyo e 7 di Kyôsai, che in giovane età era stato iscritto alla scuola di Kuniyoshi trasferendosi poi alla scuola Kanô. Della corrente della scuola di Kunisada ci sono 1 opera di Kunisada, 1 di Kunichika e 1 di Kunifuku. Tutti i pittori della scuola Utagawa partecipando a questa serie avevano senza dubbio collaborato con il massimo impegno per cercare di dare l'impressione che il potere della famiglia dello shôgun fosse ancora saldo. Il successo delle opere di alcuni maestri suggerì agli editori di far loro dipingere altre opere oltre il limite delle 53 stazioni. Il lunghissimo corteo feudale con aspetto solenne percorreva la via Tôkaidô, cosparsa di bianche ghiaie e fiancheggiata dal verde degli alberi di pino, snodandosi senza fine. Fu questa l'ultima manifestazione della potenza della famiglia dello shôgun in quanto stava a significare l'approssimarsi della tempesta. Nel mese diGennaio del I anno Genji (1864), mentre Iemochi giungeva a Kyôto per la seconda volta, la fine del potere della famiglia dello shôgun era ormai chiara e nessuno poteva più credere a questa esibizione di potenza. Ed infatti anche questa seconda visita a Kyôto non sortì alcun effetto positivo. Nel I anno Keyô Iemochi per la terza volta sostò a kyôt. perima di recarsi al castello di Osaka per mettersi a capo del suo esercito in guerra contro la prefettura di Chôshû. Iemochi morì il 20 Luglio dell'anno successivo per una malattia alla giovane età di 21 anni avendo ormai perduto la speranza di poter vincere la guerra. Durante il periodo Edo era proibito rappresentare la figura dello Shôgun come soggetto di un racconto o delle stampe ukiyo-e e pertanto anche in questa serie della via Tôkaidô non è stato dipinto alcun simbolo o bandiera della famiglia feudale. Tuttavia l'aspetto solenne della rappresentazione della lunga marcia era stato sufficiente ad indicare il percorso dello shôgun Iemochi. Si può dire che la Gojôraku-Tôkaidô, nella quale ci viene presentata l'ultima gloria della famiglia Tokugawa, sia una delle serie più significative della via Tôkaidô, proprio perchè non è soltanto una serie di pitture di luoghi famosi. |