Mary Smith, 20 anni, fu giustiziata il 12 marzo 1888 a Gloucester per
infanticidio.
Questo è il diario del boia che eseguì l'impiccagione.
- L'INCARICO:
Sono le 9 del mattino del 10 marzo, è una giornata uggiosa ed
ho appena terminato la colazione.
Ad un tratto suonano alla porta:
Chi è?
Sono il postino Signore, ho una lettera per Lei.
Di cosa si tratta?
Da parte dello Sceriffo della Contea di Gloucester, Signore.
Ah bene!
Ecco firmi qui.
Grazie e buona giornata.
La lettera appena aperta reca queste testuali parole:
"La sua Signoria è stata scelta per eseguire l'impiccagione della
Signora Mary Smith condannata a
morte per infanticidio. L'esecuzione è fissata per giovedì
12 marzo dell'anno di grazia 1888.
Pertanto, se non ci sono gravi e giustificati motivi di impedimento
è convocato per domani a
mezzogiorno presso l'Ufficio del direttore della prigione di Gloucester,
per sbrigare le necessarie
formalità".
Distinti saluti.
Lo Sceriffo.
Nell'apprendere questa notizia c'è un motivo di grande soddisfazione
per chiunque come me abbia
seriamente a cuore l'impiccagione, cioè che dopo un triste intervallo
di alcuni anni ci sia stato
in Inghilterra un ritorno alla pratica di impiccare le donne per delitto
capitale quale è appunto
un infanticidio, ed il prescelto sono proprio io.
Quest'onore non me l'aspettavo di certo.
- AL SERVIZIO DI SUA MAESTA' LA REGINA VITTORIA:
Innanzi tutto voglio precisare che sono dieci anni che svolgo per sua
Maestà questo servizio con
il massimo scrupolo e serietà, ed il principale problema che
noi boia dobbiamo risolvere ogni
volta che siamo chiamati per giustiziare un criminale sia esso uomo
che donna e quale deve essere
la lunghezza giusta della caduta della corda, affinché la morte
sia la più rapida possibile.
In media la lunghezza della caduta è di 1,8 m, con variazioni
inversamente proporzionali al peso
del corpo. Il nodo deve essere sistemato all'angolo della mascella,
con lo scopo di far scattare
la testa di lato, in questo modo lo strappo provoca la frattura delle
vertebre cervicali e la morte
è immediata.
Questo accade quasi sempre e la lussazione avviene tra la seconda e
la terza vertebra cervicale.
Anche se può danneggiare altri tessuti, lo strappo non deve
essere abbastanza forte da separare
completamente i muscoli e i legamenti.
Ho detto "quasi sempre", perché non si è mai potuto stabilire
con certezza che la morte sia
istantanea, non che questo conti molto ai fini della giustizia, perché
nella formula di condanna,
"essere appesi per il collo finché morte non sopravvenga", la
parola chiave è "finché". " Finché
morte non sopravvenga" è un'espressione che comprende tutto,
incluso quei piccoli incidenti che
capitano a noi boia quando il lavoro vien fuori male, nel caso in cui,
come può succedere a tutti
si comincia la giornata con il piede sinistro anziché con quello
destro.
Dopo aver chiarito questo concetto è il caso che incomincio
a prepararmi per il viaggio, voglio
essere puntuale all'appuntamento di domani col direttore della prigione.
- L'ARRIVO A GLOUCESTER:
Alle 10 del mattino di mercoledì 11 marzo, il treno si ferma
alla stazione.
Ho appena il tempo di prendere le valigie e scendere dalla carrozza,
perchè il capostazione fa
cenno di ripartire subito. E' doveroso ricordare che le ferrovie inglesi
sono le più efficienti e
puntuali di tutta l'Europa, su questo non ho mai avuto il minimo dubbio.
Alle 12 in punto faccio il mio ingresso nella prigione, domando alla
guardia custode:
Sono il giustiziere incaricato dallo Sceriffo, per l'esecuzione di
Mary Smith e sono atteso dal
direttore.
La guardia, dopo aver controllato i documenti mi accompagna nel suo
Ufficio.
Il colloquio è molto informale. Il direttore mi dice che in
questa prigione è da 14 anni che non
viene impiccata una donna. Il caso di Mary tra l'altro ha suscitato
scalpore in questa piccola
città, molta gente al processo si è divisa tra innocentisti
e colpevolisti.
Il verdetto di colpevolezza, del resto non ha mai convinto pienamente
nessuno. Per questo motivo
sarebbe stato più giusto, visto anche la sua giovane età
non condannarla a morte, ma ormai le cose
stanno così e nessuno può farci niente.
Dopo averlo ascoltato gli faccio due richieste; ispezionare la forca
e incontrare la prigioniera.
Vado prima ad ispezionare la forca.
Le parti essenziali della forca di questa prigione sono poche. C'è
una pesante trave trasversale,
in cui sono fissati dei bulloni che terminano con degli uncini che
hanno la funzione di sostenere
la corda. Il patibolo vero e proprio, che è la parte più
importante di tutta la struttura, consiste
di due massicci sportelli di quercia, fissati a un telaio orizzontale,
pure di quercia, inserito
nel pavimento, sopra una profonda fossa rivestita di mattoni.
Il sistema è ottimo, perché gli sportelli debbono cadere
necessariamente ed esattamente nello
stesso momento.
- L'INCONTRO CON LA PRIGIONIERA:
Il momento più emozionante è stato l'incontro con la prigioniera.
Appena la guardia apre la porta della cella, Mary si alza dalla panca
e mi viene incontro, con un
gesto istintivo le porgo la mano e la saluto.
Mi chiede chi io sia.
Ad un tratto rimango come impietrito e non riesco a parlare, mentre
i suoi occhi azzurri mi fissano.
Maledizione!
Dico fra me è me, questo proprio non me l'aspettavo, io sono
abituato a trattare con criminali
incalliti, dall'aspetto rozzo e burbero, invece con mia grande sorpresa
mi trovo di fronte una
ragazza che ha la stessa età di mia figlia e che non ha proprio
nulla di criminale, anzi oserei
dire che il suo aspetto è angelico.
So bene che l'apparenza inganna perché si è resa colpevole
di un delitto atroce, ha strangolato il
suo bambino di appena un anno senza un motivo apparente e cosa ancora
più atroce è che non sapremmo
mai cosa ha fatto scattare in lei questa follia omicida.
Forse si è trattato di un raptus, forse neanche lei si è
resa conto di quello che stava facendo,
resta il fatto che ha ucciso e per questo dev'essere uccisa.
E' questo che vuole la Legge è questo che vuole sua Maestà,
ma non ho il coraggio di dirle che sarò
proprio io, domani mattina, ha porre fine alla sua esistenza terrena.
E' vero che il sentimentalismo non fa parte dell'etica professionale
di un boia, ma questo è un
caso particolare è la prima volta in dieci anni di onorato servizio
che debbo impiccare una ragazza.
Quindi cercate di capirmi se sono visibilmente turbato, in fondo anche
noi boia abbiamo un cuore.
Poi mi faccio coraggio e le spiego:
Signora Mary Smith sono stato incaricato dallo Sceriffo di questa Contea,
ad eseguire la sua
sentenza capitale che avverrà domani mattina in questa prigione,
mediante impiccagione. E' mio
dovere fare in modo che la sua morte sia la più rapida ed indolore
possibile, per questo sono qui
da lei per prendere le misure del suo peso e della sua altezza, affinché
abbia gli elementi
necessari per calcolare l'esatta lunghezza di caduta della corda, che
le dovrà spezzare il collo.
La ragazza, per nulla turbata dalle mie parole, mi dice:
Non si preoccupi faccia pure il suo dovere, prenda le misure del mio
peso e della mia altezza e
visto che c'è esamini pure il mio collo, così potrà
anche stabilire quale tipo di corda è più adatto
a me. Io sono pronta a morire perché sono in pace con Dio.
Dopo aver ascoltato le sue parole eseguo e prendo nota; altezza 5 piedi
e 1/2, circonferenza del
collo 13 pollici, peso 9,6 stones.
Prima di congedarmi le dono com'è mia abitudine, un piccolo
opuscolo religioso che lei accetta di
buon grado.
- GLI ULTIMI PREPARATIVI:
A questo punto, ho a mia disposizione gli elementi utili per stabilire
l'esatta altezza di caduta
e per fare questo utilizzo la celebre formula di Mr. Berry adottata
da tutti i nostri colleghi;
_______________412____________________ = lunghezza
della caduta espressa in "piedi".
(peso del corpo espresso in "stones")2
1 stones = 6,356 kg, 1 piede = 30,479 cm, 1 pollice = 2,539 cm, 12 pollici = 1 piede.
In base ha questa formula, per Mary Smith la caduta sarà esattamente
di 4,47 piedi.
Inoltre per lei ho scelto una corda dello spessore di 2 cm, fatta con
quattro trèfoli di canapa
italiana. La corda ha un anello d'ottone da un pollice fissato ad un'estremità,
attraverso il quale
passa l'altra estremità della corda lunga 13 piedi a formare
il nodo scorsoio.
Dietro l'anello faccio scorrere una rosetta di cuoio, col foro piuttosto
stretto intorno alla corda,
allo scopo di impedire al nodo scorsoio di allargarsi dopo che è
stato regolato.
A questo punto, non mi rimane che appendere con un filo il nodo scorsoio
sopra la trave e con del
gesso faccio una bella X proprio sopra la botola, dove dovrà
cadere Mary.
Adesso che è tutto pronto, posso andare a cena e poi a dormire.
Domani mattina debbo alzarmi alle 5 in punto. L'esecuzione è
fissata per le 8.
- L'ESECUZIONE:
Alle 7.30 sono davanti alla cella della prigioniera, la sua ultima notte
è stata costantemente
vegliata dalle funzionarie della prigione che si sono date il cambio
ogni quattro ore.
Nel frattempo vengono restituiti a Mary gli abiti con cui è
stata processata e condannata, tranne
il cappello e la borsetta e la divisa della prigione viene distrutta.
Perché la mia operazione di impiccare la prigioniera sia legale
è necessario che io abbia la
cosidetta "autorizzazione ad impiccare", che viene firmata dallo Sceriffo
in persona.
Il modulo, compilato dall'impiegato del carcere mi viene consegnato
alle 7.50:
Il sottoscritto,
Sceriffo della Contea di Gloucester, vi autorizza con questo documento
ad impiccare Mary Smith che
si trova ora condannata a morte nella prigione di sua Maestà.
In data 12 marzo 1888.
Firma dello Sceriffo.
Timbro della prigione.
Quando entriamo nella cella, il cappellano è già lì,
e c'è già da un po' perché le ha dovuto
impartire gli ultimi Sacramenti. Al nostro apparire la condannata saluta
le funzionarie che le
hanno fatto compagnia. Il capo guardia come è da usanza le offre
un bicchiere di brandy, che Mary
beve a piccoli sorsi.
A questo punto io procedo ad immobilizzarle le braccia all'indietro,
sopra i gomiti con una cinghia
di cuoio. Tutto questo prende solo pochi secondi.
Appena ho finito si forma il corteo che porta la prigioniera dalla
cella al patibolo:
Capo Guardia
Guardia
Guardia
Cappellano
Condannata
Boia
Guardia
Guardia
Sceriffo
Medico del carcere
Durante il breve tragitto il cappellano legge il servizio funebre: "Signore
Gesù, abbi pietà di me e
ricevi il mio Spirito...".
Nel momento in cui raggiungiamo il patibolo, metto la condannata sotto
la trave, le lego le gambe
sopra le ginocchia con una cinghia simile a quella usata per i gomiti,
le sistemo il nodo scorsoio
dietro l'orecchio sinistro, poi faccio segno a tutti di allontanarsi
dalla botola.
E' tutto pronto, non mi rimane altro che sganciare la leva con un calcio
al chiavistello e la botola
si apre.
Si sente uno schianto secco.
Un tonfo di morte.
E' tutto finito.
L'operazione ha richiesto solo 6 minuti.
Più tardi passerò nell'Ufficio del direttore, per ritirare
le 15 ghinee che mi spettano per ogni
esecuzione che porto ha compimento. Poi tornerò a casa da mia
moglie.
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- IL RAPPORTO FINALE:
Alcuni giorni dopo ricevetti una lettera da parte del medico della prigione
che eseguì l'autopsia
sul corpo della ragazza, la quale recava queste testuali parole:
Signore,
a seguito della vostra richiesta, ho il piacere di attestarvi la mia
approvazione sul modo in cui
avete condotto l'esecuzione di Mary Smith, nella prigione di Sua Maestà
di Gloucester.
Posso ripetere qui la dichiarazione che ho rilasciato come deposizione
all'inchiesta, "che non ho
mai visto un'esecuzione condotta in modo più soddisfacente".
E questo mi ha fatto molto piacere.
La vostra corda era di qualità eccellente; fine, morbida, flessibile
e robusta.
Avete adottato una caduta abbastanza lunga, considerando il peso della
condannata, ottenendo la
totale lussazione dell'atlante e dell'asse (prima e seconda vertebra
cervicale) e quindi una morte
istantanea.
La legatura delle mani e altri particolari sono stati eseguiti con
la dovuta dignità.
Io spero che si proibisca a chiunque riceva l'incarico di pubblico
giustiziere, di farne anche
un'esibizione e uno spettacolo, per gratificare la malsana e depravata
curiosità del pubblico.
Ufficiale medico della prigione.
Gloucester, 16 marzo 1888.
ATTENZIONE!
La modella è maggiorenne.
Autore della storia e delle fotografie: Antonio Di Gennaro.
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E-MAIL: andigen@tin.it