L'AMORE NON PERDONA


Marie e Jean-Marc, sono una coppia apparentemente felice, lui è un distinto impiegato di banca, lei è la proprietaria di una profumeria. I due, benché sposati da tre anni non hanno figli e vivono in una bella casa nella zona residenziale della città.
 
La coppia passeggia per le vie del quartiere, in una tranquilla giornata festiva: 
 

- Amore mio, ti prego: "Dimmi che mi ami".

- Cara, sai benissimo che sei il mio unico amore. Sono tre anni che fai la stessa domanda. Ti ripeto per l'ennesima volta che tu sarai per sempre il mio unico amore. Non c'è e mai ci sarà un'altra donna nella mia vita al di fuori di te. Capisco che sei una donna possessiva, ma non c'è motivo perché devi essere così gelosa. Ti sono sempre stato fedele. Questa morbosa gelosia un giorno ti porterà alla morte.

 



 


Marie ha un'amica del cuore, Louise.

   Le due donne si conoscono da quando erano bambine perché hanno frequentato le stesse scuole.

- Tra me e Jean-Marc c'è sempre stato un grande idillio, tuttavia in questi ultimi mesi, quando facciamo l'amore, lui non arriva mai all'orgasmo, dall'impressione che faccia sesso con me solo per una questione di dovere coniugale e non per vero piacere. Forse ama un'altra donna?

- Marie, mia cara, ma come puoi pensare che Jean-Marc ami un'altra! Siete una coppia così felice. Io penso che dopo tre anni di matrimonio può verificarsi un calo della libido, ma questo non significa che lui ama un'altra. Conosco bene tuo marito e ti giuro che mai e poi mai, ti  tradirebbe con un'altra donna.

- Hai ragione, la mia gelosia avvolte mi acceca. Pensa che proprio ieri ho origliato nel suo studio.  Jean-Marc stava parlando al cellulare, io mi sono nascosta dietro la porta così non mi ha visto, non ho capito di cosa stava discutendo, ma prima di chiudere la conversazione, ho chiaramente udito le seguenti parole: "Ci vediamo martedì pomeriggio alle cinque, come al solito".

- Stai tranquilla, si tratta di una normale conversazione di lavoro con il suo capo.

- Lo spero per il suo bene. 



Alcune ore dopo, Louise telefona a Jean-Marc:



- Pronto, sono Louise.

- Amore, come stai?

- Sono preoccupata, caro. Questa mattina ho incontrato quella stronza di tua moglie, penso
sospetti qualcosa. Mi ha confessato che ieri ti ha spiato mentre eri al telefono, per fortuna non ha capito la nostra conversazione. Forse è il caso che rimandiamo il nostro appuntamento di domani?

- Lo sai che ti desidero, non voglio spostare il nostro appuntamento. Mia moglie a quell'ora è nel suo negozio, nessuno potrà disturbarci. Andrà tutto bene e poi non è la prima volta che facciamo l'amore nella mia casa.

- D'accordo Jean-Marc ci vediamo domani.

- Baci.


Il giorno dopo, l'incontro tanto atteso:


 
 

- Sei la donna che ho sempre desiderato, non faccio altro che pensare a te in ogni momento.

- Amore, anch'io ti desidero, ti prego baciami ancora.



Nella camera da letto, i due amanti liberano tutta la loro passione:


- Ohhhhh....Jean-Marc, ti prego ancora più forte!
- Ahhhhh....Louise, sei fantastica!



Improvvisamente Marie fa irruzione nella camera da letto. I due amanti sono colti di soprassalto, i loro volti assumono una maschera di terrore.

  - Marie, ti posso spiegare tutto! Esclama Jean-Marc.

- Bastardo figlio di puttana, che c'è da spiegare? Adesso vi uccido!



-Marie in preda alla collera estrae la sua pistola dalla borsa e la punta contro i due amanti:



Jean-Marc, balbettando: "Ti prego se ci uccidi sarai condannata a morte".

- Ormai la mia vita non ha più senso.

Louise, piangendo: "Marie perdonami!"

-L'AMORE NON PERDONA.


Subito dopo Marie esplode in successione otto colpi di rivoltella:

- Bang, bang, bang...........bang!

I corpi dei due amanti sono coperti dal sangue e riversano sul letto, privi di vita.

Marie con estrema freddezza, telefona alla Polizia:

- Pronto è il Commissariato di zona?
- Si, dica pure.
- Mi chiamo Marie, ho appena ucciso mio marito e la sua amante, sono nella mia casa.



Sono passati due anni dal quel tragico epilogo, il suo avvocato è venuto a farle visita in cella:

- Signora, ormai mancano pochi giorni all'esecuzione, ma possiamo ancora sperare in una
commutazione della pena. Ho bisogno che lei si dichiari d'essere "insana di mente".

- Spiacente avvocato, ma non sono pazza, quando li ho uccisi volevo farlo e non ho esitato a
sparare.

- Si rende conto che questa è l'ultima carta che le rimane da giocare?

- Grazie lo stesso, ma sono pronta a morire. Ho solo un ultimo desiderio da esprimere, appena le sarà possibile vada al cimitero dov'è sepolto Jean-Marc e porga sulla sua tomba un mazzo di rose rosse da parte mia. Infondo anche se mi ha tradito, l'ho sempre amato.

- Sarà fatto!



-E' arrivato il giorno dell'esecuzione, Marie si avvia mestamente verso la camera della morte.



Il tragico rituale sta per compiersi. Il direttore del carcere, rivolgendosi alla donna le chiede:

- Prima che la sentenza sia eseguita ha un'ultima dichiarazione da fare?

- Nessuna dichiarazione.

- D'accordo, si proceda.

Il boia, come da copione, per prima le immobilizza le braccia e le gambe con delle cinghie, poi le infila un cappuccio bianco sopra la testa ed infine le fissa il cappio dietro l'orecchio
sinistro.


Marie, fino all'ultimo non da nessun segno di pentimento, nessun pianto, nessun lamento.
Ormai si attende solo che si accende la luce verde che farà automaticamente aprire la botola.
Sono secondi interminabili, ma poi la luce verde si accende, la botola si apre e la donna
precipita nel vuoto.
 
 

Nel momento in cui la corda si tende si avverte uno strappo secco, Marie rimane impiccata.
Il decesso non è istantaneo perché i testimoni presenti nella sala vedono che il corpo subisce per qualche secondo degli improvvisi scossoni.

- Sono solo dei riflessi nervosi, ma la donna è incosciente! Esclama il medico.

Poi con lo stetoscopio inizia ad ascoltare i battiti del cuore che con il trascorrere dei minuti
diventano sempre più flebili, finché cessano del tutto.



A questo punto le guardie carcerarie fanno calare un telone bianco lungo la parete della camera delle esecuzioni e i testimoni sono fatti uscire. Il macabro rituale si è concluso. 



Un'ora dopo l'esecuzione, il corpo della donna giace sul tavolo di marmo dell'obitorio.

Da un primo esame esterno, si nota la presenza di un'abrasione continua ed uniforme dello
spessore di un pollice lungo il collo. Il solco è stato causato dalla pressione esercitata dal
cappio in conseguenza della sospensione del corpo.
Gli occhi sono sgranati e la lingua sporge lievemente dalla bocca.
L'autopsia ha inoltre stabilito che la morte è stata provocata per inibizione dei centri nervosi in conseguenza delle lesioni alle vertebre cervicali, per effetto dell'impiccagione giudiziaria.


Completata l'autopsia, il corpo della donna è stato immediatamente cremato nell'inceneritore della prigione e le sue ceneri sono state sparse al vento, così come prescritto dal regolamento carcerario.


 FINE

 CONSIDERAZIONI

Sentendo questa storia, mi è sembrato che la condanna a morte di Marie è stata una punizione "troppo crudele" dal momento che il suo è stato un crimine passionale. In questi casi, il massimo della pena prevista è l'ergastolo, ma dopo aver letto attentamente gli atti processuali, sono venuto a conoscenza che nel corso del processo Marie ha poi ammesso d'aver ascoltato l'intera conversazione telefonica tra suo marito e Louise, mentre era nascosta dietro la porta del suo studio.
Alla sua amica mentì quando le confidò d'aver chiaramente udito solo l'ultima parte della
telefonata. Lasciò credere a Louise di non essere a conoscenza del loro rapporto, quindi
non impedì che i due s'incontrassero il giorno seguente nel suo appartamento. Anzi, quell'incontro fu una vera "trappola mortale" che Marie tese ai due amanti per poterli cogliere in fragrante adulterio.
Il Pubblico Ministero arrivò alla seguente conclusione: il movente è passionale, ma il duplice delitto è premeditato.
Posso concludere che in questo caso, la pena di morte è stata una sentenza giusta.



 


 ATTENZIONE

                 La storia è inventata. Fatti e avvenimenti sono puramente casuali.
                   La modella è maggiorenne. Le scene di morte sono una finzione.
                    Autore della storia e delle fotografie: Antonio Di Gennaro.

                              2001-Copyright by ANTONIO DI GENNARO


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