Vita di Umberto Boccioni


Umberto Boccioni e' sicuramente il piu' importante e il piu' interessante tra tutti gli artisti italiani, e non solo, del primo novecento. Massimo esponente del futurismo, fu forse l'unico, tra tutti i futuristi, che riusci' a trovare una propria via originale e mai banale, che seppe seguire per tutta la durata della sua, seppur breve, vita artistica. Nato nel 1882 a Reggio Calabria, da genitori romagnoli, trascorse la sua infanzia tra Forli', Genova, Padova e Catania, citta' nella quale termino' gli studi. La sua formazione artistica ebbe inizio a Roma, dove si era trasferito nel 1899: qui Boccioni ebbe modo di frequentare insieme a Sironi, Severini e ad altri giovani artisti, lo studio di Giacomo Balla. Compiuta una lunga serie di viaggi, nel 1907 decidette di stabilirsi definitivamente a Milano. Nella citta' lombarda inizio' a realizzare le sue prime opere che, seppure ancora influenzate dalla tecnica divisionista, presentavano gia' qualche spunto pre-futurista, come ad esempio la scelta di paesaggi industriali. Il 1909 fu l'anno chiave per lo sviluppo artistico di Boccioni: a Milano entro' infatti in contatto con il vulcanico Marinetti, padre-profeta del movimento Futurista, e scrisse il Manifesto tecnico della pittura futurista, diventando uno dei maggiori esponenti del movimento. Nel 1910 comincio' a lavorare alla tela La citta' che sale, mirabile esempio della nuova arte: la ricerca si concentra tutta sulla resa del dinamismo della vita nell' epoca industriale. L'anno seguente, nel 1911, realizzo' la serie degli Stati d'animo, tre quadri in cui si cerca di fondere movimento e sentimenti, astratto e concreto, in un groviglio inestricabile di colori e linee. Negli anni seguenti, nell'artista venne gradualmente meno l'interesse verso la compenente emotiva, mutuatogli dall'interesse per le teorie filosofiche di Bergson, per concentrarsi maggiormente sullo studio della componente dinamica. Boccioni sviluppo' questa sua ricerca anche in campo scultoreo, vedi Forme uniche..., studiando gli effetti di compenetrazione tra ambiente e soggetto. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Boccioni, insieme agli altri futuristi, si schiero' dalla parte degli interventisti e, nel 1915, all'entrata dell' Italia in guerra, si arruolo' nel battaglione di volontari ciclisti insieme ad altri futuristi (Marinetti, Sant'Elia, Russolo): ma gli entusiasmi iniziali si spensero presto, a contatto con la triste realta' della vita di trincea. Nel 1916, dopo un periodo di convalescenza, ritorno' alle armi ma, durante una normale esercitazione, il suo cavallo imbazzarrito lo sbalzo' dalla sella. La caduta gli fu fatale. Moriva cosi', a soli 34 anni, un grande genio dell'arte mondiale.

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