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RADIOLA: STORIA DI UN RESTAURO POSSIBILE

di Giacomo Razzetti


Nelle mie piuttosto frequenti peregrinazioni in luoghi chic e di tendenza quali le disfatture di materiale elettrico ed elettronico, mi sono recentemente imbattuto in un oggetto riverso a terra e circondato da ciarpame vario, che ho subito identificato come una radio di qualche decennio fa: sembrava che dicesse "prendimi, portami via con te!" (si, effettivamente riguardo alle radio sento le voci come Giovanna d'Arco, in effetti ne possiedo un buon numero!) ed io l'ho salvata dall'infausto destino per la modica cifra di un euro.

La radio in questione, una Radiola di cui non conosco ne' il modello ne' l'anno preciso di fabbricazione (anzi, se qualcuno ne sa di piu' scriva pure!), ad una prima occhiata mi e' apparsa subito davvero maltrattata.

Ad un primo esame della circuiteria e del resto, appariva evidente che il vano batterie era completamente corroso dall'acido, inoltre la grande antenna in ferrite, che serve sia le onde medie che le onde lunghe, era sicuramente spezzata.

foto dei 2 portasigari
in giallo e' evidenziata la frattura della ferrite

Provando con un ponte di morsetti a bypassare il vano batterie con un alimentatore, con cautela ho tentato di accendere la creatura; dopo un roco gemito, ha dato segni di vita; l'inutile FM sembrava funzionare bene, ma ho acceso con questa modalita' solo per verificare che le cose funzionassero. Passando a piu' serie modulazioni, in onde medie sembrava funzionare bene, ma c'era qualcosa di strano che non ho subito percepito cosa fosse; le onde lunghe erano invece completamente mute, e non, come qualche maligno potrebbe pensare, perche' sono uno dei pochi del nostro paese ad ascoltare uno spettro di frequenza ormai senza emittenti e vuoto (vuoto un accidente! Provate a sentire di sera cosa non si sente in onde lunghe!), ma proprio perche' non usciva alcun segnale dal woofer.

Andando per gradi, mi sono subito voluto occupare della ferrite, che sicuramente ridotta cosi' non avrebbe giovato alla ricezione in LW (anche se sicuramente non era il problema principale della radio muta); smontando la lunga ferrite scopro che in effetti e' divisa in due, ma probabilmente non e' spezzata ma semplicemente consta di due parti separate di uguale lunghezza tenute insieme 'in qualche modo'.

la massima misura in Nanofarad
le due ferriti

C'era un qualcosa di simile ad un materiale incollante (ormai cotto ed inutile) che teneva uniti i due pezzi, ma, cosa curiosa, c'era anche un qualcosa di simile ad un bastoncino, delle dimensioni di uno stuzzicadenti, che avrebbe dovuto tenere dritte le due ferriti (messo all'interno del rotolo che teneva la bobina di sinistra), che aveva miseramente ceduto.

A questo punto quindi non saprei dire se era una soluzione di serie oppure il tentativo piuttosto maldestro di qualche precedente riparatore. Comunque, dopo aver grattato via i rimasugli cotti del collante, ho riattaccato i due blocchi di ferrite con del semplice attak e nastrato la parte con nastro isolante.

Risolto questo problema, bisognava capire perche' l'LW fosse muto. Dopo essermi scervellato un po', ho scoperto che un cavo, che dal selettore meccanico di modalita' (FM, AM, LW) arrivava al variabile di sintonia, era stato letteralmente strappato via proprio dallo stesso meccanismo di selezione, che lo toccava e lo arpionava ogni volta che si cambiava modalita'! Certo che un po' piu' di attenzione nella logica costruttiva non sarebbe guastato!

150 Picofarad a circa metà strada
in rosso il cavetto staccato

In verita' il cavetto si era staccato anche dall'altro lato, ma con brevi interventi di saldatore sono riuscito a sentire nuovamente il soffio anche in LW!

Tutto ok... ma c'era ancora qualcosa che non andava; tornando in onde medie, mi sono accorto dopo un po' che le lunghezze d'onda riportate sulla radio (che bellezza, non riporta i valori in frequenza ma in lunghezza d'onda!), non corrispondevano con quanto ascoltavo. In effetti ho scoperto che qualche burlone, chissa' per quale scopo, si era divertito a girare a caso buona parte delle medie frequenze del circuito, quindi la radio era fuori sintonia. Con un po' di pazienza ed andando per tentativi, aiutandomi con un ricevitore digitale, sono riuscito a sistemare il problema.

150 Picofarad a circa metà strada
la scala parlante

Risolti tutti i problemi di funzionamento, dovevo trovare una soluzione definitiva per l'alimentazione. Scartando la soluzione di ripristinare in qualche modo l'alloggio batterie (anche per questioni di economia: conteneva ben sette batterie mezza torcia), ho optato per un semplice attacco esterno per una batteria a 9 volts: sicuramente una soluzione drammatica dal lato estetico, ma funzionale ai miei bisogni.

foto dei 2 portasigari
il connettore a 9 volts gia' saldato

FINITO! dopo aver riassemblato quanto avevo smontato (compreso il vano batterie ormai inutile), ecco il risultato finale; un pomeriggio trascorso divertendomi e una radio rinata che, con quella lunga ferrite, mi permette di discriminare in maniera davvero ottima i vari segnali ruotando semplicemente la radio.

E, fidatevi, di sera in onde lunghe ricevo davvero di tutto (e di giorno gli immancabili francesi)!

foto dei 2 portasigari
il risultato finale!

 

by Giacomo Razzetti, 2005