NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

Gennaio 1997

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Il manifesto 2 gennaio 1997

 

L'INDUSTRIA NON RINGRAZIA

Doccia fredda dal presidente di Federmeccanica: i bonus all'acquisto di auto nuove non aiuteranno il contratto dei meccanici. Albertini ha dichiarato che "non c'e' alcun rapporto" tra la trattativa sul salario e il pacchetto di aiuti alle aziende private. Secondo Gianni Italia della Fim, "gli industriali non possono non tener conto degli stanziamenti di ragguardevoli dimensioni adottati dal governo a sostegno delle imprese". Ma il governo ha scelto di non subordinare la concessione dei finanziamenti alla firma del contratto.
I tempi della trattativa si allungano.

COREA DEL SUD

Si prepara una stagione sindacale calda in Corea del Sud. Il preannuncio sono gli scontri avvenuti il 31 dicembre tra polizia e circa 5000 lavoratori che tentavano di formare un corteo. La polizia li ha fermati con i lacrimogeni. Piu' tardi con le loro bandiere e striscioni antigovernativi i manifestanti si sono uniti alla folla che festeggiava l'anno nuovo.
L'ondata di proteste era iniziata il 26 dicembre, quando il governo ha fatto approvare da un parlamento convocato ad hoc in ore antelucane con la sola maggioranza presente, una legge sulle relazioni industriali, che introduce il licenziamento in caso di ristrutturazioni produttive. Contro questa legge sono insorti sia i sindacati legali che quelli illegali, che hanno fermato la produzione.
Martedì la polizia ha arrestato 11 dirigenti del sindacato Kctu (illegale), che volevano consegnare al presidente una petizione.
La Fktu (legale) ha avvisato che lo sciopero sarà ad oltranza se il governo e gli industriali cercheranno di risolvere i problemi con la forza.

 

Il manifesto 3 gennaio 1997

 

IL GOVERNO RIMANDA LA SICUREZZA SUL LAVORO

La CGIL Lombarda protesta contro il rinvio: " L'Ulivo ci delude". L'Associazione Ambiente e Lavoro promette: "Il decreto così non puo' passare". Con lo stesso decretone di fine anno il governo ha fatto un regalo a piccole e medie imprese artigiane e commerciali, rimandando di fatto di altri sei mesi l'applicazione della normativa sulla sicurezza (D.L. 626), già oggetto di infiniti rinvii.
Dal primo luglio scorso la legge che recepisce le direttive comunitarie era entrata in vigore limitatamente alle imprese con piu' di 200 addetti (l'8% del totale).
Stefano Mele, della Cgil lombarda manda un chiaro messaggio al governo Prodi: "Con questo atto il governo dell'Ulivo perpetua i comportamenti della peggiore tradizione dei governi che l'hanno preceduto e rafforza tutte quelle posizioni che nel padronato italiano perseguono il liberismo selvaggio e l'illegalità sulla sicurezza".

ALLA TEXAS ASSEMBLEE E SCIOPERO

Due assemblee oggi, altre due il 6 gennaio e l'8 sciopero per l'intera giornata allo stabilimento di Avezzano della Texas Instruments. Il sindacato e la Rsu non accettano la decisione annunciata dall'impresa di disdire l'accordo integrativo firmato ad aprile. L'azienda vuole oggi un accordo che sia legato alla redditività d'impresa, cioe' all'andamento del mercato.
Nelle assemblee il sindacato spiega che gli obiettivi produttivi fissati per il '96 sono stati raggiunti e superati e che, dunque, i lavoratori la loro parte l'hanno fatta. L'azienda dovrebbe dunque pagare il premio, che per i turnisti e' di 5 milioni per il '96.
Ma l'azienda non vuole pagare il premio retrodatando la disdetta, senza farsi alcuno scrupolo di andare contro la legge.

 

Il manifesto 4 gennaio 1997

INDUSTRIALE UGUALE PADRONE

Sciopero bianco per boicottare le aziende. E' la nuova strategia dei metalmeccanici contro l'intransigenza di Federmeccanica. La Fiom avverte: se si abbandona la logica della concertazione, si abbandona anche la filosofia della partecipazione in fabbrica.
L'idea dello sciopero bianco nasce dalle fabbriche medie e piccole della zona ovest di Torino. E' un'idea semplice, economicamente piu' vantaggiosa dello sciopero, e devastante per i suoi effetti sulla produzione. "Andremo in fabbrica con il mansionario" spiega Giorgio Airaudo, segretario Fiom di Collegno - " e inviteremo i lavoratori a non svolgere alcun compito che non sia previsto dagli accordi".
I tempi spingono verso la fine della concertazione tra le parti sancita dall'accordo del luglio '93.

PALMERA. I LAVORATORI: "CHIUDERE E' ASSURDO".

Continua da 10 giorni il presidio dei lavoratori in lotta ai cancelli della Palmera, nella zona industriale di Bari, di fronte all'improvvisa decisione della proprietà (la famiglia Palau) di chiudere lo stabilimento e di spostare la produzione in Sardegna.
La Palmera non e' affatto in crisi: la famiglia Palau sta semplicemente cercando di allestire altrove la produzione di tonno in scatola a costi piu' bassi.

IN COREA DEL SUD RIPRENDONO LE AGITAZIONI OPERAIE

Nuova ondata di proteste contro la legge sulla flessibilità voluta dal parlamento di Seul. ma non si e' ripetuta la partecipazione generalizzata della scorsa settimana.
Gli scioperi sono stati proclamati dalla Kctu, che ha mezzo milione di iscritti ed e' considerata illegale dal governo. Per ora non e' tornata in campo la maggiore confederazione sindacale Fktu, legale, che ha un 1 milione e 200.000 iscritti: pensa a raccogliere le forze per un'azione sindacale di lunga durata. Sono comunque programmati scioperi nell'industria e nei servizi.

 

Il manifesto 5 gennaio 1997

"MI FACCIO I CONTI IN TASCA"

Un operaio edile di quarto livello racconta la busta paga dal '73 al '95, quando il prodotto lordo e' cresciuto del 94% e il salario del 10,9% Complessivamente, nel 1973 il nostro operaio doveva lavorare 327 ore per pagare tutte le tasse che gravano sul salario netto, e ne ha dovute lavorare 533 nel 1995. Si parla del costo del lavoro a proposito e a sproposito, e il tentativo, finora ben riuscito, e' quello di scaricare sui lavoratori, dipendenti o "autonomi", il peso del fallimento della società, dei suoi meccanismi, delle sue contraddizioni.
L'economia del paese va male? E' colpa del costo del lavoro troppo alto, e' colpa dei pensionati che sono troppi: la responsabilità e' sempre dei più deboli, di coloro che non hanno i mezzi per difendersi, di coloro che - come il contadino di un'altra storia d'Italia - non sanno ne leggere ne scrivere.
Il costo del lavoro e' rappresentato da tutte le somme di denaro che il datore paga a vario titolo. Confrontiamo l'andamento del PIL e del costo del lavoro tra il '73 e il '95, calcolati a prezzi costanti del '94.
Il PIL e' cresciuto del 94%
Il costo del lavoro fino al '77 e' cresciuto con un ritmo analogo a quello del PIL e poi più lentamente segnando nel '95 una crescita complessiva del 50%
Ben diversa la sorte del salario netto: anch'esso fino al '77 e' cresciuto in linea con il PIL, ma a fine '95 la sua crescita complessiva e' stata del 10.9%
Il gran clamore che si cerca di fare attorno al costo del lavoro non e' giustificato.
La politica salariale in questi anni ha impedito al nostro quarto livello di adeguare il proprio salario alla produttività, legando gli incrementi salariali unicamente al recupero dell'inflazione.
Nel '73 il costo del lavoro incideva per il 79% sul PIL prodotto da ogni operaio occupato; nel '95 tale incidenza e' scesa al 62%. In altri termini, in poco più di vent'anni, il costo del lavoro e' diminuito del 17%
Pur in presenza di "un alto costo del lavoro", il nostro lavoratore riceve un salario proporzionalmente di molto inferiore ai suoi bisogni elementari ma anche rispetto alla ricchezza che produce.

 

Il manifesto 7 gennaio 1997

INVERNO CALDO IN COREA DEL SUD

"Abbiamo fatto la ricchezza delle nostre imprese, e ora ci buttano via". La delusione dei lavoratori coreani. Continua l'ondata di scioperi nell'industria contro la nuova legge su licenziamenti e flessibilità, fatta passare dal governo con un "golpe di carta".
La polizia disperde con i lacrimogeni un corteo di lavoratori a Seul. Il padronato minaccia azioni legali contro i sindacalisti.
Ieri hanno partecipato 190.000 lavoratori: la Hyunday Motors e altri stabilimenti del potente gruppo industriale sono bloccati.
La rabbia dei lavoratori e' profonda e lo scontro diventa più duro. Gli industriali stimano le perdite in 340 miliardi di Won (600 miliardi di lire), tra il 26 dicembre e il 3 gennaio.
Il governo ha dichiarato gli scioperi illegali fin dal primo giorno e ha chiamato a risponderne una ventina di sindacalisti della Kctu, sindacato indipendente.
Anche la Fftu, legale, ha annunciato la ripresa degli scioperi, forse per l'11, ma potrebbe anticipare.
Lo scorso aprile il governo era stato costretto a riconoscere il diritto di sciopero - era una delle condizioni poste per aderire all'OCSE - che pero' resta teorico.

 

Il manifesto 8 gennaio 1997

COREA: L'ASSEDIO ALLA CATTEDRALE

Altre categorie produttive entrano in sciopero in Corea, guidate dai capi sotto la tenda. Si delineano ormai gli obiettivi politici e non solo sindacali.
Ai lavoratori dell'auto e dei cantieri navali, nucleo forte dei metalmeccanici, si sono aggiunti 8000 lavoratori di 4 reti televisive, infermiere e portantini degli ospedali.
Presto si uniranno i conducenti della metropolitana e gli addetti della Telecom.
Lo sciopero e' illegale, ma tutti sanno dove sono i leader sindacali: il loro quartier generale e' sotto un atenda, sul sagrato della cattedrale cattolica di Seul. La tenda e' difesa da un gruppo di lavoratori della Daewoo Motors, che, armati di spranghe, contano di fare bei duelli con i bastoni della polizia, la quale dovrebbe prima superare un altro ostacolo, le barricate alzate tutto intorno e difese da altri lavoratori dell'auto, quelli della Kia Motors.
Dice Heo Young-koo, uno dei leader del sindacato KCTU: "i lavoratori, combattendo la legge [sul lavoro flessibile, nda] hanno aperto gli occhi alla politica; gli scioperi non avvengono più per salari più alti. I lavoratori vogliono emergere come forza politica, e forse metter su un partito, in futuro".

MECCANICI: LE IMPRESE BOCCIANO IL GOVERNO

Federmeccanica ribadisce il no alle 200.000 lire d'aumento per il contratto. Oggi Treu convoca le parti per chiedere ai sindacati un nuovo sconto. In arrivo altri scioperi: 10 ore da tenersi in modo articolato entro il 25 gennaio.
La Fiat e' l'artefice della strategia imprenditoriale. La multinazionale torinese nel corso del '96 ha distribuito nei suoi stabilimenti aumenti di merito al 20% degli operai e al 50% degli impiegati, da un milione annuo a cifre molto superiori, concessi a piena discrezione dell'azienda. Il "bello" e' che questi aumenti vengono inseriti nel calcolo che le aziende fanno per indicare la curva del salario di fatto: grazie a cio' la Federmeccanica "sconta" gli aumenti di merito dal costo del contratto nazionale, facendo pagare gli incrementi a chi non li riceve.

Intanto i Metalmeccanici chiedono a CGIL-CISL-UIL la convocazione di uno sciopero generale nazionale, sostenuti dal altre categorie.

 

Il manifesto 9 gennaio 1997

GUERRIGLIA MECCANICA

S'inasprisce la vertenza per il contratto dei metalmeccanici. Le imprese fanno saltare il tavolo negoziale del ministro Treu. I sindacati proclamano 10 ore di sciopero articolato: "Colpiremo la produzione per fare male alle aziende".
Ieri Treu ha tentato un'ultima mossa: incontrando informalmente i sindacalisti ha proposto un'ipotesi d'accordo attorno alle 150 mila lire, respinta dai Fiom-Fim-Uilm.
Indirizzarie degli scioperi sono le imprese che dovrebbero ora fare i conti con un conflitto meno visibile che una manifestazione di piazza, ma più profondo e vero "che - parola di Angeletti, segretario Uilm - colpisca la produzione". Stessi toni dal solitamente tranquillo Gianni Italia della Fim: "Dobbiamo ristabilire diversi rapporti di forza, tornare alle forme del conflitto degli anni settanta".
Viene confermato lo sciopero degli straordinari, e pronunciato un appello di solidarietà con le lotte dei lavoratori coreani contro le norme sulla flessibilità.
Le 10 ore di sciopero saranno articolate azienda per azienda allo scopo di colpire soprattutto le grandi imprese attraverso il rallentamento dell'articolato sistema della fornitura in just in time. Contemporaneamente i sindacati meccanici si dicono pronti a riaprire il confronto con l'associazione delle piccole e medie imprese, che si dicono disposte a discutere la proposta governativa delle 200mila lire.

LA MARMITTA SELVAGGIA COLPISCE CORSO MARCONI

I silenziatori di Bravo, Punto, Marea e Panda arrivano dallo stabilimento Marelli alle carrozzerie Mirafiori in 40 minuti, tanto e' il tempo che passa dal momento in cui l'azienda committente, la Fiat, manda gli ordini a quando il pezzo e' in linea. E' il just in time.
A dicembre pero' gli operai Marelli hanno realizzato scioperi articolati, che hanno mandato in tilt il sistema.
"Abbiamo fatto un esperimento di lotta - racconta Luigi Canedda, delegato Fiom - mettendoci in contatto con le linee di Mirafiori e Rivalta. L'idea era quella di non scendere in sciopero nello stesso momento, ma in modo alternato. Quando abbiamo scioperato noi, non abbiamo fatto uscire i pezzi dalla Marelli: e di conseguenza si e' bloccata anche la linea. Poi hanno fatto sciopero a Mirafiori e Rivalta, e siamo stati costretti a fermarci noi. In questo modo abbiamo mandato in Tilt la Fiat per ben due volte".
La Marelli tra l'altro deve pagare, in questi casi, una penale alla Fiat.

SCIOPERO RIUSCITO ALLA TEXAS

Ieri ad Avezzano si e' tenuto lo sciopero dopo che il gruppo industriale a fine dicembre ha disdetto l'accordo integrativo sul premio di risultato, considerando la disdetta operante anche a ritroso per il '96. Lo sciopero e' riuscito con una adesione dell'80%, e hanno aderito anche tecnici e ingegneri, che non sono iscritti al sindacato.

MORTE SUL LAVORO

A Trapani un operaio di 33 anni dipendente di una ditta di traslochi e' morto cadendo dalla piattaforma elevata su cui lavorava.
A Roma un uomo e' morto schiacciato tra il camion, di cui era l'autista, e la rete di recinzione della ditta presso cui lavorava.

CHI SI FLETTE E' PERDUTO

In Francia il governo convince i sindacati a discutere di flessibilità proprio quando un autorevole rapporto ne rivela tutti i danni.
Il Consiglio superiore di ricerca sul lavoro mostra i disastri provocati dal modello economico liberista.
Secondo questa struttura, costituita da 9 saggi e creata nel '94 da Balladur, l'accresciuta flessibilità del lavoro - che nei fatti si e' tradotta in una precarizzazione allargata - ha incitato i lavoratori dipendenti a ridurre i consumi. Quindi e' stata un fattore di rallentamento dell'economia. Inoltre il "tempo parziale", che si e' enormemente sviluppato permettendo così di migliorare le statistiche sugli occupati, non e' che un palliativo: in 4 casi su dieci (38%) e' un tempo subito e non scelto. L'effetto dominate - dice il rapporto - non e' una crescita della quantità di lavoro, ma un cambiamento nella ripartizione di questa quantità.

COREA DEL SUD: DAI SINDACATI UN ULTIMATUM AL GOVERNO

La Confederazione Coreana dei sindacati (Kctu), illegale, ha lanciato un ultimatum al governo: chiede di abrogare entro una settimana la controversa legge sul lavoro approvata dai soli deputati della maggioranza in una seduta semi-clandestina. "Se il governo non revoca la famigerata legge, lanceremo uno sciopero generale più intenso", ha detto il presidente della Kctu. Ieri erano scesi in sciopero 220mila lavoratori.

 

Il manifesto 10 gennaio 1997

FIAT: NO AI TRASFERIMENTI, E' LO SCIOPERO DELLE PENNE

"Basta collaborare! Basta con gli straordinari. Incrociamo le braccia e cominciamo a scioperare". Il volantino con cui la Teksid di Carmagnola induce due ore di sciopero interno per oggi, riassume bene lo spirito con cui i lavoratori hanno iniziato, già ieri, le dieci ore di sciopero articolato, dopo l'ennesimo rifiuto di Federmeccanica.
Lo "sciopero delle penne" e' l'indisponibilità a sottoscrivere accordi interni di qualsiasi natura: a Mirafiori ieri Fiom-Fim-Uilm e Fismic (sindacato giallo) hanno respinto il trasferimento di mille lavoratori da Rivalta a Mirafiori.
Questo genere di "opposizione", che la dice lunga sul livello della collaborazione a cui si e' giunti in fabbrica, alza, secondo Stacchini segretario Cgil della Lega Fiat, il livello dello scontro: "i trasferimenti li faranno lo stesso... Staremo a vedere. Lunedì e martedì sono state convocate assemblee in tutti gli stabilimenti Fiat Auto. E' evidente che le ore di sciopero sono 10, ma se ne aggiungerà qualcuna in più, e la responsabilità sarà tutta della Fiat".

FABBRICHE FERME

I metalmeccanici hanno ricominciato a scioperare.
Ieri in Piemonte si sono fermate per due ore la Fiat Ferroviaria di Savigliano (90% di adesione) e la Bertolamet (90%).
Da ieri fino al 17 gennaio la Comau di Borgaretto effettuerà un quarto d'ora di sciopero al giorno: alla Comau l'articolazione sarà massima, per "mestieri". Alla Comau di Grugliasco oggi si fermeranno per un ora con cortei interni.
A Novara ferma la Rockwell. Ieri si sono fermati i mille della Beretta di Gardena Val Trompia, e per due ore i circa 3000 lavoratori della Fiat di Termini Imerese.

SCONTRI ALLA CATTEDRALE

A Seul la polizia carica gli operai e perquisisce le sedi sindacali. La Magistratura "convoca" i dirigenti dello sciopero e minaccia di arrestarli.
Anche il sindacato legale scende in campo contro le nuove leggi sul lavoro e proclama due giorni di sciopero generale.
Ieri lacrimogeni contro pietre divelte dalle strade: chi ha visto gli scontri dice che la strada sembrava un campo di battaglia.

I sindacalisti convocati dalla magistratura hanno già detto che non hanno intenzione di presentarsi, e rischiano percio' l'arresto. L'arrivo della polizia sul sagrato della cattedrale - dove ha sede la tenda-quartier generale del sindacato Kctu - darebbe il via a scontri ancora più violenti di quanto visto ieri. Gli operai dell'auto che sorvegliano la tenda si sono muniti di sbarre d'acciaio.
I sindacati hanno attuato ieri un'altra strategia di scioperi, con fermate brevi ed articolate.
La Kftu - legale - torna in campo proclamando scioperi per il 14 e 15. Chiede anche al governo di sospendere ogni azione legale contro gli scioperanti e i dirigenti sindacali.

 

Il manifesto 14 gennaio 1997

LA COLLINA ROSSA SVEGLIA SEUL

Studenti, "colletti bianchi", operai. A migliaia ogni giorno radunati alla Cattedrale: sit-in giocosi e tesi confronti con i poliziotti.
Gli scioperi entrano oggi nella terza settimana consecutiva.
Sulla scalinata si danno il cambio a centinaia ogni giorno per sostenere e proteggere il picchetto e i dirigenti del KCTU. Davanti a tutti un picchetto di lavoratori con fasce rosse sulla fronte e spranghe di ferro.
A pochi metri il muro degli scudi della polizia, marziani con elmi, visiere, maschere antigas e manganelli.
Da un quotidiano, fa mostra un appello pubblicitario governativo: "Il mondo ci guarda. La nuova legge sul lavoro e' una scelta per il bene del paese, perche' la Corea possa competere nell'economia mondiale". Il titolo del giornale, uno dei più diffusi del paese, invece e': "Il 75% dei lavoratori sostiene lo sciopero, l'83% dei cittadini e' contro l'uso della forza per fermare la protesta".
Allo sciopero aderisce anche il sindacato legale, la Kftu.
Dal governo e' giunto persino un monito alla delegazione internazionale dei sindacati, la cui presenza e' definita illegale.

SELECO CHIUDE. IN 700 SENZA LAVORO

Da ieri, blocco di produzione alla Seleco di Pordenone, con conseguente cassa integrazione per 700 dipendenti. Dovrebbe durare una settimana, ma dopo un '96 caratterizzato da 70 giornate di ferma produttiva, le preoccupazioni dei lavoratori sono aumentate.
La Seleco si ferma perche' non ci sono soldi, le banche non forniscono i crediti, nessuno mette liquidità in azienda e i fornitori non danno componenti.
La crisi Seleco potrebbe avere ripercussioni anche su Multimedia, azienda che opera nel settore dell'elettronica professionale.
La parte in causa e' Gian Mario Rossignolo, azionista di riferimento. Di lui non si hanno altre notizie se non che sarebbe impegnato nell'acquisto dell'Olivetti.

TORRONCINI FINLANDESI

Diventano finlandesi i torroni e le caramelle Sperlari. L'azienda, da anni in mani americane, ha cambiato nuovamente padrone, e ora e' stata ceduta al gruppo Huntamaki.

PIEMONTE: NELLE AZIENDE CLIMA PESSIMISTA. NUOVI SCIOPERI

Sono ripresi gli scioperi: un'ora alla Berto Lamet, due alla Tea, una alla Borgonova, un'ora e mezza alla Marelli Silenziamento e sono proseguiti gli scioperi articolati alla Comau.

 

Il manifesto 15 gennaio 1997

INQUADRARE IL CONTRATTO

L'assemblea di Federmeccanica conferma la linea del presidente, Figurati. Ma fa pressioni per chiudere la trattativa entro gennaio.
La soluzione deve essere "diversa rispetto alle cifre fatte finora". E la base di partenza "non puo' essere la proposta del governo (200.000, ndr) - precisa subito Figurati - ma va trovato il giusto equilibrio".
Per quanto riguarda il Sud, le Associazioni Imprenditoriali del Sud di Confindustria ritengono indispensabile uno slittamento dell'applicazione di tutti i contratti di almeno un anno.
La provocatoria proposta del consigliere per i problemi del Mezzogiorno, D'Amato, e' invece di "ridurre il costo del lavoro che nel Mezzogiorno e' cresciuto del 17%" attraverso il ripristino di sgravi fiscali. Sempre D'Amato si pronuncia a favore dell'individuazione di "strumenti di flessibilità normativa e salariale coerenti con gli obiettivi dell'occupazione nel Mezzogiorno".

LA CGIL A CISL E UIL: SCIOPERO GENERALE CONTRO CONFINDUSTRIA

Difficile credere alla disponibilità a trattare di Federmeccanica, soprattutto a causa delle difficoltà interne. e soprattutto perche' la proposta e' sempre troppo lontana dalla soglia delle 200.000 di aumento. Certo, sembrerebbe che Federmeccanica abbia rinunciato all'abbattimento immediato dell'istituto contrattuale, ma offre qualcosa che ne avvicina l'epoca della cancellazione.
I sindacati reagiscono a queste soluzioni: il segretario della FIOM Piemonte, Cremaschi, sostiene che "la Federmeccanica sta prendendo in giro il sindacato, il governo e il paese".
Il direttivo della CGIL si e' pronunciato, con una proposta alle altre due sigle sindacali di proclamare uno sciopero generale contro Confindustria se entro il 24 gennaio gli industriali non avranno cambiato idea.
Continuano intanto gli scioperi articolati dei metalmeccanici.
Da ieri una serie di aziende bolognesi (Weber, Lamborghini, Bonfiglioli, Sasib ecc.) hanno iniziato le agitazioni a scacchiera: mezz'ora per reparto, in modo da produrre il maggior danno alla produzione. Da oggi l'iniziativa si estenderà anche alle piccole imprese con l'intento di incidere sul sistema delle forniture, e nelle micro-aziende con meno di 15 addetti (dove non ci sono le RSU) sono previsti presidi esterni alle portinerie.
Scioperi, presidi, blocco degli straordinari anche in Friuli Venezia Giulia (Zanussi, Fincantieri, Savio). Ieri mattina anche tre blocchi stradali nella zona di Fabriano.

BRESCIA: 13 AZIENDE SI ARRENDONO

Per i 2.200 dipendenti di 13 aziende metalmeccaniche del bresciano il rinnovo contrattuale e' arrivato. La CGIL non ha reso noto pero' i nome delle imprese protagoniste dell'accordo, perche' queste "temono ritorsioni sul fronte degli ordini".
I dirigenti di queste imprese hanno concesso aumenti mediamente superiori alle 230.000 mensili. Per due imprese l'aumento e' stato di 262.000 lire. I lavoratori di queste imprese parteciperanno comunque agli scioperi generali indetti per la vertenza nazionale.

IL SINDACATO AFFILA GLI ARTIGLI

Il governo di Seul vuole piegare i sindacati e far tacere le opposizioni, così dice Kwon Young-kil segretario generale della Kctu.
Ogni mattina, sul sagrato che ospita le tende dei dirigenti sindacali, giungono delegazioni che esprimo solidarietà agli scioperanti: gruppi religiosi, civici e professionali hanno cominciato a raccogliere firme o a far circolare appelli.
Il leader della KCTU non vede disponibilità al dialogo da parte del governo. "Quello che chiediamo al governo - dice - e' chiaro: revocare queste leggi imposte in modo arrogante."
Sciopera anche il sindacato "legale" Kktu: 420.000 persone incrociano le braccia. Oggi si bloccano telecomunicazioni, giornali e camionisti.

 

Il manifesto 16 gennaio 1997

SEUL, IL PUGNO DI FERRO DEL REGIME

Sale la tensione nella capitale. Il governo, spalleggiato dalle grandi "corporations", opta per la linea dura.
Le nuove leggi sul lavoro, pero', riunificano i sindacati: nei prossimi giorni e' prevista la prima manifestazione unitaria nella storia del paese.
La seconda giornata di scioperi e comizi e' finita con una serata di scontri prolungati, di avanzare e arretrare reciproco.
Il governo ha ribadito l'impossibilità di accogliere le richieste sindacali, mentre il procuratore delle repubblica di Seul ha annunciato che eseguirà i mandati d'arresto contro una ventina di sindacalisti: probabilmente si attende che la delegazione internazionale riparta, e per questo si e' provveduto a far intendere che sarebbe meglio lasciare il paese, come riferisce Malentacchi della Federazione Internazionale dei Metalmeccanici.
Continua la tattica di rallentare ed accelerare, nella lotta. Due giorni di sciopero pieno nella grande industria, poi si torna alla protesta di "bassa intensità, lotte articolate, assemblee, scioperi a rotazione.
Il sindacato "illegale" non e' più solo: e' scesa in sciopero anche la Kftu, legale, per il secondo giorno consecutivo. I leader delle due confederazioni si sono incontrati, e hanno stabilito un piano d'azione congiunto, impegnandosi per una manifestazione unitaria, e chiedendo ai cittadini scusa per i disagi ma anche di seguitare a sostenere la lotta.
Alla lotta ormai partecipano anche i colletti bianchi: per i bancari e' stata una "prima volta".
Va ricordato che la Fktu, legale, era nata negli anni '50 come sindacato governativo, e solo negli anni '80 ha conquistato la sua indipendenza.

LA CICCIA DELLE RIFORME

Gli scioperi di Mirafiori confermano il successo del sindacato contro la linea oltranzista dei padroni: le aziende sono in difficoltà. Per strappare un contratto povero, le aziende stravolgono la proposta del governo. La campagna ideologica di Confindustria per ottenere sottosalario a partire dal sud crolla sui numeri, italiani ed europei.
A Mirafiori era da tanto che non si vedeva uno sciopero così voluto e partecipato: il commento e' unanime tra i lavoratori, in un clima decisamente entusiasta.
Martedì notte si sono fermate completamente le presse: colorita e rumorosa la partecipazione al corteo interno.
Colpita la produzione per la Polonia e le commesse per l'Audi.
Gli scioperi a scacchiera stanno rivelandosi disastrosi per la Fiat. Oggi si fermerà la Fiat Avio, carrozzerie e lo stabilimento di Rivalta.
Ferme oggi anche l'Alenia, Reyna, Idrosapiens, Cosema ed Hitachi.
A Genova i lavoratori del porto si astengono dal lavoro con una serie di scioperi articolati.

 

Il manifesto 17 gennaio 1997

FIAT MIRAFIORI; RITORNO AL FUTURO

Gli scioperi che prendono di petto la produzione sono quelli che riescono meglio. Sono più concreti e direttamente percepibili dai lavoratori. Ieri se ne e' avuta la prova alla Fiat di Torino: il sistema delle articolazioni ha bloccato gli stabilimenti di Mirafiori e Rivalta e nelle 2 ore di fermata per turno nessuna automobile e' uscita dalle linee.
Quegli stessi operai che in un infelice servizio del TG3 erano stati dati per "morti", hanno dimostrato non solo di esser vivi, ma di esser persino felici nel bloccare le linee.
Per trovare un paragone storico con i cortei interni bisogna risalire a prima dell'autunno '80.
Le cronache di ieri mattina a Mirafiori sono emblematiche: un corteo di 700 persone ha attraversato tutta la palazzina della direzione, percorrendone i suoi 5 piani, e dovunque passava il corteo tutti si fermavano, impiegati compresi. Alle carrozzerie oltre un migliaio di lavoratori hanno tenuto l'assemblea nel punto di sbocco delle linee, bloccando il lavoro anche dei pochissimi che la Fiat era riuscita a precettare.
Da lunedì si replica.
Gli scioperi stanno facendo imbufalire la Fiat, e la ripercussione si vede nel mandato esplorativo dato a Figurati di Federmeccanica per sondare le disponibilità sindacali.

L'ARTICOLAZIONE FA IMPAZZIRE ANCHE I ROBOT

Il record l'hanno stabilito gli operai della SMEG di S. Girolamo (Reggio Emilia), che in una stessa giornata riescono a fare nove fermate di 10 minuti l'una. Ma gli scioperi articolati riescono ovunque, dando bene il polso della situazione, della volontà operai di rispondere con lotte determinate, non simboliche. Anche perche' questi scioperi costano meno al lavoratore.
Alla COMAU e' in atto uno degli scioperi meglio organizzati. Comau sono fabbriche del gruppo FIAT attorno a Torino, dove si costruiscono i robot e i macchinari. Rischiano la destrutturazione e l'affidamento del lavoro in appalto, con perdite occupazionali. E questo accentua la sensibilità dei lavoratori.
Le articolazioni vanno da 15 a 45 minuti di fermata. Durante i blocchi partono piccoli cortei interni, tenendo mini assemblee a fianco di chi lavora.
La RSU decide tutto giorno per giorno, in modo da non permettere alla controparte di articolare delle risposte. Inoltre si verificano i blocchi dello straordinario - qui molto usato - e l'adesione agli scioperi degli appaltisti.
Ora si giocherà la carta dello "sciopero dei mestieri".
La creatività operaia al lavoro!

REAZIONE INDUSTRIALE

Gli scioperi articolati fanno arrabbiare le aziende, perche' incidono maggiormente sulla produzione, e meno sui salari. Le aziende ricorrono alla serrata, mandando a casa anche il personale non toccato dallo sciopero, senza pagarlo, ovviamente. Questo e' successo alla Technocar di S. Antonio di Susa. A Bologna la situazione e' ancora peggiore: alla Weber - gruppo Fiat - si e' inaugurata una pratica intimidatoria. Alle ben riuscite forme di lotta operaia, i padroni rispondono con una lettera fac-simile da inviare alle RSU in cui si preannunciano tagli salariali (superiori a quelli relativi alle ore di sciopero effettivamente fatte) nel caso le lotte articolate non cessino.

KIM AGITA IL PERICOLO ROSSO

In Corea del Sud arrestati 4 sindacalisti nella città di Makpo. E restano pendenti i mandati d'arresto contro Kwon Young-kil e sei dirigenti del KCTU. I dirigenti sindacali accusati di simpatizzare per il regime nord coreano: un reato punibile con la pena di morte.
Intanto anche ieri sera scontri nel centro della capitale. La notte scorza sembrava che il governo avesse ordinato di forzare i picchetti operai che proteggono i sindacalisti.
La delegazione internazionale della CISL e' ripartita, quasi caricata a forza su un aereo.
A Seul i comizi si susseguono, organizzati dalle diverse organizzazioni di lavoratori in sciopero, nei parchi o davanti ai loro posti di lavoro.
Partono cortei verso la cattedrale, ma li blocca la polizia.
Il governo e' indeciso sulla prova di forza dell'arresto dei dirigenti sindacali.
Ma anche questi stanno attenti: non vengono bloccato i servizi essenziali, e anche la produzione non viene completamente bloccata.

 

Il manifesto 18 gennaio 1997

POMIGLIANO FA DA ESEMPIO

Il 17 gennaio 3 ore di sciopero compatto, sia la mattina che il pomeriggio. Dopo mesi di "appannamento" della lotta, dovuto alla busta paga leggera e alla cassaintegrazione, gli operai della Fiat di Pomigliano hanno ripreso a mobilitarsi per il contratto. Nel comprensorio operaio più grande della regione hanno fatto da traino a grandi e piccole imprese. Il corteo interno si e' proiettato subito all'esterno. E' stata bloccata la Circumvesuviana e successivamente l'autostrada Napoli-Bari.

LA STOCK "DISTILLA" 111 LICENZIAMENTI

Il licenziamento di 111 dipendenti - di 159 rimasti - è solo l'estrema conseguenza della vendita della storica azienda alla Eckes nel 1995. Il sindacato e' stato messo davanti al fatto compiuto, nonostante lo sciopero del 15, con il 100% di adesione.

BLACK & DECKER ACCETTA LA PROPOSTA TREU

La Black & Decker ha comunicato al sindacato e ai dipendenti la propria adesione alla proposta di mediazione del governo, per il rinnovo del contratto metalmeccanico.

 

Il manifesto 21 gennaio 1997

 

DIVIDI E IMPERA

La Fiat adesso vuole che il contratto metalmeccanico si faccia, ma al costo più basso possibile. Allora punta ad isolare la FIOM, offrendo 157.000 lire d'aumento, cui aggiungere altre 30.000 tra previdenza integrativa e Edr (Elemento distintivo della retribuzione) entrambi ininfluenti sugli istituti salariali, con proroga di sei mesi del contratto.
Una simile ipotesi sembra allettare parte del sindacato, che sembra favorevole ad un aumento che articoli le 200.000 lire (che già sono meno dell'aumento previsto con i fatidici accordi del '93) in "voci diverse" del salario: ed infatti e' stata avanzata a Fim e UIL in incontri informali.
A far tentare questa strada alla Fiat sono i danni provocati dall'attuale tornata di scioperi.
L'unico risultato di questa proposta Fiat e' stato di bloccare ogni decisione in merito ad uno sciopero generale di tutte le categorie per sbloccare le vertenze in corso.
Cgil-Cisl-Uil hanno demandato al governo una risposta in merito.

APPALTI: 28 ANNI, MUORE IN ACCIAIERIA

Roberto Tittarelli e' rimasto schiacciato contro la parete di cemento in quella buca della fabbrica siderurgica "Acciai speciali di Terni", da un cilindro d'acciaio.
L'uomo aveva il compito di riparare, per conto della ditta Rimai di Arrone, l'impianto che invece - non si sa da chi - e' stato attivato, facendo partire il cilindro che l'ha ucciso.
Questo e' il risultato di gare d'appalto "che fissano la corsa al prezzo più basso, sia per chi offre commesse che per chi cerca di aggiudicarsele, affidando a ditte esterne segmenti di lavoro di importanza vitale come la manutenzione degli impianti", ricorda Sergio Mirimao della Camera del Lavoro di Terni.
Nell'Acciaieria di terni, per 2900 dipendenti, ce ne sono altri mille di ditte esterne.
L'imperio del risparmio degli imprenditori comanda tempi di consegna ridotti e ridotta sicurezza sul lavoro. A questo concorre anche la riduzione del sapere operaio sui rischi.

METALMECCANICI

Per tutta la settimana nell'intera Lombardia proseguono le mobilitazioni e le iniziative di lotta per il contratto. In tutti i grandi stabilimenti e' stata ulteriormente radicalizzata l'articolazione degli scioperi con fermate di mezz'ora e un ora reparto per reparto. Gruppo Fiat (Iveco e Magneti Marelli), gruppo Ansaldo, Abb, Dalmine e Lucchini. venerdi 24 gennaio tocca ai metalmeccanici del settore pubblico.
Un'altra settimana di scioperi anche in Piemonte. Oggi tocca all'Olivetti di Scarmagno, dove si producono i PC venduti al finanziere americano Gottesman. Giovedì e venerdì toccherà a Mirafiori e a Rivalta.
Lunedì hanno scioperato le Meccaniche di Mirafiori.
A Taranto si blocca l'Ilva per 24 ore nell'area fusione. Interessate alle iniziative di lotta anche la Belleli, l'area Agip, l'area Arsenale.

LA PHILIPS CHIUDE A MONZA

Prospettive sempre più buie per i dipendenti della Philips di Monza. I dirigenti della multinazionale hanno confermato la decisione di chiudere a giugno lo stabilimento di Monza.

 

Il manifesto 22 gennaio 1997

OLIVETTI: IL DESERTO DEL GIORNO DOPO

Fabbriche vuote ad Ivrea per lo sciopero sul contratto, ma le preoccupazioni sono tutte per la vendita del settore PC.
8 ore di sciopero nell'ambito della vertenza metalmeccanica, mentre incombe l'incertezza sul futuro degli, ormai ex-, lavoratori del settore informatico Olivetti. Venduti insieme alla fabbrica: non e' una bella condizione.
L'arrivo dell'Aericana Gottesman a Scarmagno contribuisce a svuotare la fabbrica. Una cessione, questa, che ingrossa la lista delle aziende italiane già cedute a proprietà straniere (dalla Cinzano alla Buton, dalla Motta-Alemagna alla Buitoni, dalla Lamborghini alla Stock alla Mira Lanza ecc.).
L'intesa con Gottesman di fatto non e' ancora stata firmata: c'e' la difficoltà del prezzo, ma anche i tagli occupazionali si fanno sentire. La preoccupazione principale e' che questo sia solo l'inizio dell'"operazione spezzatino" all'Olivetti.
Secondo Rigola, della RSU della ICO di Ivrea, "il paradosso e' che tutto il gruppo Olivetti vale in Borsa poco più di 2000 mld, mentre il solo settore telecomunicazioni vale 3000 mld. Così l'Ing. De Benedetti, che e' sempre il vero padrone dell'azienda, si trova nella felice situazione di vendere dei pezzi dell'azienda e di arricchirsi facendo aumentare il valore delle azioni. Un meccanismo che lo porta ad effettuare altre dismissioni".
E per quanto riguarda la Borsa, c'e' stato il boom per l'Olivetti "leggera": ieri le sue azioni hanno preso il volo, mentre il Financial Time definisce il prezzo della vendita "tanto alto da spingere qualcuno a cercare dove stia qualcosa di losco".

MECCANICI: SCIOPERI

Continuano ovunque le fermate articolate dei lavoratori metalmeccanici: ieri un'ora a Bologna (400 imprese interessate dalla mobilitazione). A Torino continuano con successo le fermate alla Fiat, mentre oggi prendono il via una serie di assemblee tra metalmeccanici e dipendenti pubblici: finalmente si consente a settori diversi di avvicinarsi e conoscersi, per sostenersi nella lotta.
In Toscana ieri blocco delle merci alla Piaggio di Pontedera (insieme ai lavoratori dell'indotto) e alla Nuovo Pignone.
Infine alla Fiat di Termoli lo sciopero, con corteo interno, ha raccolto una adesione dell'80%, dopo anni di difficoltà.

COREA: MA E' UN VERO DIALOGO?

Il presidente Kim costretto a revocare i mandati di arresto contro i sindacalisti e a rinviare in parlamento le due leggi contestate.
Ma i sindacati accolgono con scetticismo le "aperture" del governo e decidono di mantenere le agitazioni.
Oggi e' giornata di sciopero nell'industria coreana. Domani, ventottesimo giorno della protesta, ci sarà un comizio pubblico nel parco Chongmyo: forse vi parteciperà il leader della Kctu, Kwon, che finora e' rimasto sempre nella zona della cattedrale protetto da picchetti di operai. Potrebbe essere un segnale dell'effettiva diminuzione della pressione militare sul conflitto.

 

Il manifesto 23 gennaio 1997

SEI MESI SENZA CONTRATTO

Le imprese, pur di non cedere su qualche cosa, ora insistono per allungare di un semestre la durata del contratto. Per accettare, Prodi offre in cambio ai sindacati 228.000 lire, previdenza compresa.
Si sta preparando il "si salvi chi puo'", per le imprese che vogliono porre fine a settimane di scioperi articolati che provocano gravi salassi alle loro entrate, per il governo che vede nella mobilitazione permanente dei metalmeccanici una mina politica, per CGIL-CISL-UIL che vogliono salvare la faccia dell'accordo del 23 luglio '93. Tutti mirano a chiudere al ribasso.
I sindacati di categoria, FIOM in testa, vorrebbero anche loro, come ovvio, firmare questo benedetto contratto, ma non al ribasso.
Le ipotesi proposte dal governo sono due, entrambe sotto la soglia stabilita con l'accordo di cui pure tutti erano firmatari, entrambe che devono inserire nel contratto qualche elemento che salvi la rigidità della parte padronale.
Prima ipotesi: 180.000 lire d'aumento più 30.000 di previdenza integrativa

Seconda ipotesi: allungamento di sei mesi del contratto e 228.000 d'aumento, previdenza integrativa e EDR (20.000) compresi.

In entrambi i casi 600.000 di una tantum per i 6 mesi di vacanza contrattuale.
Quindi ora tutto si muove attorno all'inserimento di questi elementi che non costituiscono salario base (EDR e previdenza), e che servono a concedere aumenti realmente minori.
La posizione di FIOM e' per almeno 200.000 lire "pulite".

SCIOPERI: ARTICOLAZIONE, BLOCCHI STRADALI, DENUNCE

Continuano gli scioperi e aumenta il nervosismo delle aziende.
La Zanussi di Mel ha denunciato alla magistratura i lavoratori per i blocchi alle merci.
Nel Friuli le agitazioni articolate stanno provocando grossi problemi alle imprese (dalla Solari alla Marcegaglia, dalla Danieli alla Sirti).
Blocchi stradali sulla Via Casilina e al casello autostradale di Cassino, da parte dei dipendenti Fiat.
In Piemonte sono 250 le imprese toccate dagli scioperi con 150.000 lavoratori impegnati.
Ancora scioperi alla Olivetti di Scarmagno.

 

Il manifesto 24 gennaio 1997

UN JUST IN TIME ALLA ROVESCIA

Ancora mobilitazioni metalmeccaniche. A Brescia la lotta assume valenza "internazionale": gli operai non solo Fiat bloccano la consegna di un treno di Fiat 500 "made in Poland", sfornate a Tichy, dove una forza lavoro sottopagata circa 3 dollari e mezzo l'ora, ne produce 200.000 l'anno per il mercato occidentale. E gli operai bloccano anche l'acciaio e il carburante che viene dall'Est.
Gli operai spiegano: "colpiremo la produzione e contemporaneamente lotteremo nelle fabbriche per bloccare le industrie".
Dice Zipponi della Fiom che " molti imprenditori bresciani sono stufi di reggere il moccolo alla Fiat: gli uni si beccano gli scioperi e l'altra si becca i soldi per gli incentivi auto".
L'obiettivo che e' nell'aria, pero', rischia di essere "quella brutta cosa che ci ha proposto il governo..."
Agitazioni in Lombardia: Breda, Ansaldo, IBM, Alcatel e Candy, per citare le fabbriche più grandi.
Ieri mattina 6000 operai della Fiat hanno manifestato davanti alla porta 5. Sono usciti in corteo dalla palazzina degli enti centrali, cosa che non succedeva da anni.
3000 metalmeccanici in piazza a Napoli, dalle aziende a partecipazione statale, con uno sciopero di 4 ore.
Ancona bloccata dalla manifestazione metalmeccanica, che ha paralizzato a scacchiera una serie di incroci strategici.

LA GRECIA E' FERMA

Sciopero generale ieri in Grecia con paralisi del settore pubblico e privato, proclamato dalla Gsee, per protesta contro la politica di austerità del governo del "socialista" Simitis.

 

Il manifesto 25 gennaio 1997

MELFI SI FERMA

Ha avuto un buon successo lo sciopero per il contratto alla Fiat di Melfi: il 50% delle adesioni, della più giovane classe operaia metalmeccanica italiana. I delegati FIOM, FIM e UIL hanno presidiato per alcune ore i cancelli, rallentando le operazioni di carico e scarico delle merci.

IL MEZZOGIORNO IN PIAZZA

Blocchi stradali a Foggia ad opera dei lavoratori della Sofim che hanno replicato lo sciopero di 2 ore del giorno precedente; manifestazioni in tutto il sud. A Benevento corteo sotto la sede dell'Unione Industriali.
Alla Fiat di Pomigliano e' stata effettuata un'ora di sciopero con una adesione pressoché totale. In corteo i lavoratori della Whirpool a Napoli.

PIEMONTE AGITATO

Più di mille operai hanno bloccato l'accesso da e per il centro di Torino. Parole d'ordine: l'invalicabilità delle 200 mila lire e l'unità per la vittoria.
Gli operai sono infatti determinati a non farsi sconfiggere e si premuniscono da eventuali "inghippi" chiedendo ai sindacati di non cedere e anzi di preparare con delle assemblee il proseguimento della lotta se non ci dovesse essere l'accordo.
Quindi alcune fabbriche hanno dato la disponibilità a scioperare ad oltranza.

FLESSIBILITA SPAGNOLA

In Spagna, dove nel 1994 e' stata varata una riforma radicale dell'occupazione in direzione della massima flessibilità, i contratti di lavoro stanno diventando quasi "istantanei".
L'anno scorso il 70% dei contratti ha avuto durata inferiore ai tre mesi, e 17 mila lavoratori si sono trovati nella condizione di dover firmare 15 contratti nel giro di un anno. Meno dell'1% dei contratti ha avuto una durata superiore all'anno. Nonostante cio' il tasso di disoccupazione resta il più alto d'Europa.

 

Il manifesto 29 gennaio 1997

OCCUPATA LA FIAT A CORDOBA, ARGENTINA

La notizia ha trovato una buona accoglienza tra le tute blu di Mirafiori, in sciopero per il rinnovo del contratto. Non e' soltanto l'irriducibilità della controparte padronale che preoccupa i lavoratori, ma anche il processo di globalizzazione della produzione, che la multinazionale usa per ridurre i costi esportando la produzione laddove il lavoro viene pagato meno e le garanzie sindacali sono minime.
La scorsa settimana la fabbrica di motori collegata allo stabilimento di Cordoba e' stata occupata da 1800 dei 2100 lavoratori, per protestare contro il licenziamento di un dirigente sindacale e di un delegato, e la sospensione di altri 60.
Dietro la protesta c'e' in realtà un accordo siglato tra la Fiat e un sindacato argentino, lo Smata, che prevede un contratto decisamente svantaggioso sul piano salariale, rispetto ai livelli delle fabbriche automobilistiche della regione.
La legge argentina prevede questa possibilità: e' sufficiente un sindacato per stipulare l'accordo, che, evidentemente, sarà il più disponibile. Non conta infatti la sua rappresentatività nella fabbrica.
Lo stabilimento di Cordoba e' stato circondato dalla polizia. Dopo due giorni il governo ha imposto la fine dell'agitazione e 15 giorni di tempo per trovare un accordo tra le parti. Soluzioni in vista non ce ne sono.
La legge argentina non consente ai lavoratori di scegliersi la rappresentanza sindacale che desiderano, e puo' essere il padrone a decidere con chi stipulare l'accordo. Lo sciopero di Cordoba non e' un fatto isolato in Argentina. Il decreto di fine anno che smantella lo stato sociale e impone la più totale flessibilità del lavoro, rispondendo agli ordine del Fondo Monetario, ha provocato dure proteste popolari. Dall'Argentina, alla Corea del Sud, all'Europa, le misure sono le stesse e le lotte che si sviluppano devono necessariamente essere unitarie.

IMPRESE DI PULIZIA, IL CONTRATTO DIMENTICATO

Un esercito di invisibili, per lo più donne, alle prese col sistema degli appalti che minano salario e sicurezza. Sono 500 mila dipendenti che rendono agibili gli spazi in cui lavorano e vivono altri milioni di lavoratori, malati, studenti. Non percepiscono certo alti stipendi, benche' il loro servizio sia di fatto imprescindibile, ma non riescono neppure ad avere un contratto. Sono 25 mesi che si battono per ottenerlo, contro il fronte padronale riunito nella Ausitra, che come presidente ha il rappresentante del settore di tutto l'indotto Fiat.
Il nodo più sporco riguarda il sistema degli appalti: sul piano legale c'e' una legge, la 157/95, che ancora accetta come criterio degli appalti pubblici quello del "massimo ribasso". Oltre a questo aspetto c'e' anche quello dell'illegalità: infatti chi impedisce a chi di favorire una azienda che pratica ribassi del 50% ricavandone una buona mazzetta?

 

Il manifesto 30 gennaio 1997

DURA TRATTATIVA... TRA SINDACATI

Differenze di valutazione tra Cgil da una parte e Cisl-Uil dall'altra sulla "proposta", non si sa da dove uscita fuori, delle 180 mila lire e 6 mesi di proroga. Le ultime due la valutano con possibilismo, mentre contrarie sono Cgil e Fiom. C'e' aria di accordi separati e di "fatti compiuti", politica tante volte praticata.
Intanto continuano in tutta Italia gli scioperi articolati a sostegno delle richieste salariali. Nella zona Ovest di Torino comincia a trovare applicazione l'idea di scioperi bianchi.
Scioperi a scacchiera alla Lear e alla Pininfarina: mezz'ora per reparto e si blocca la produzione.
Dalle Rsu di Bertone, Pininfarina, Elbi e Marelli l'iniziativa di inviare fax e di farli inviare alle sedi dei sindacati metalmeccanici, chiedendo di "concludere senza pasticci" la vertenza" e di "considerare inaccettabili altre conclusioni che si discostassero dalle 200mila lire del governo". A ben vedere già si e' costretti a rinunciare a quanto l'accordo del 23 luglio, appositamente voluto da Governo, padroni e sindacati, aveva determinato: 262 mila lire. Questa mattina i metalmeccanici torinesi andranno a Sestriere, dove si tiene il mondiale di sci. Anche le Marche si sono fermate ieri. Ad Ancona la Fincantieri, a Pesaro la Idm Morbidelli. Oggi la Fiat New Holland di Jesi.

SOLIDARIETA CON GLI OPERAI DI CORDOBA

"I sindacati metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm esprimono la piena solidarietà ai lavoratori della Fiat di Cordoba, coinvolti in un conflitto con l'azienda che ha comportato anche lo sciopero con occupazione dello stabilimento per sostenere il loro diritto ad organizzarsi in sindacato e a contrattare le condizioni di lavoro e salariali". Messaggi di solidarietà possono essere inviati in Argentina al fax 00545125489. I dipendenti argentini della Fiat lavorano 44 ore a settimana, e un sabato ogni tre, guadagnando mediamente 400 dollari mensili più un buono di 80 dollari: una retribuzione più bassa di quella dei loro compagni metalmeccanici di altre fabbriche argentine.

TORNA LA CONFLITTUALITA

L'Istat rivela che nei primi 11 mesi del '96 si sono perse il 31,7% di ore di lavoro in più rispetto al '95. pari a 7,9 milioni di ore rispetto ai 6 milioni del '95. Perdite maggiori nei settori metalmeccanico, chimico, edile e autoferrotranvie.

 

Il manifesto 31 gennaio 1997

SCIOPERO NELLA CERAMICA

La Federazione Italiana dei chimici (Fulc) ha proclamato ieri 8 ore di sciopero per il rinnovo del contratto del comparto del vetro, ceramica e piastrelle. Nel settore della "concia" e in quello dell'ENI si e' concluso il rinnovo per il secondo biennio del contratto: secondo la FULC, i due contratto rappresentano una "efficace applicazione dell'accordo di luglio e tengono conto delle specificità dei settori".
Insomma, questo accordo e' un po' un cilindro, da cui puo' saltar fuori un coniglio o un capestro...

EDILIZIA IN NERO

I sindacati lanciano l'allarme per i livelli raggiunti dal lavoro nero in edilizia. Il 24,3% al Nord, 33% al centro e 67% al Sud dei rapporti di lavoro sono al di fuori di ogni contratto. L'evasione collegata a questo fenomeno (fiscale e contributiva) e' stimata in 40mila miliardi. Casi particolari sono il Lazio, con il 60% dei lavoratori edili al nero: arrivano dalla Campania squadre di 100-200 lavoratori, molti extracomunitari.

TRATTATIVE E SCIOPERI

Una trattativa circondata dagli scioperi. I metalmeccanici intensificano le iniziative per chiedere che la vertenza si chiuda senza arretrare dalla proposta del governo. Proposta che e' di 200 mila, contro le 262 mila che scaturivano dal rispetto degli accordi del '93. Ma davvero saranno costretti ad accettare, dopo mesi di lotte, scioperi ecc., un contratto al ribasso?
Scioperi e manifestazioni continuano in tutta Italia. A Milano cortei hanno attraversato le vie della città. A Genova un corteo metalmeccanico ha raggiunto la prefettura. A Torino sono proseguiti gli scioperi articolati, con un corteo al Sestriere ripreso dalle Tv presenti per il mondiale di sci. A Napoli e in Campania oggi ci saranno scioperi articolati.