Bharata-Natyam

Shiva Nataraja, il Signore della danza.

Il simbolismo della danza di Shiva è rappresentato dalla posa chiamata "Ananda Tandavam". Shiva ha quattro braccia: una mano destra tiene il"damaru", simbolo di creazione attraverso il suono primordiale; in una delle mani sinistre, il fuoco purificatore, simbolo di trasformazione; l'altra mano destra fa il gesto che rassicura; l'altra mano sinistra, il gesto che protegge; il suo piede sinistro levato , evoca la liberazione e il saluto; il suo piede destro, schiaccia il demone dell'ignoranza e del male.

Tra i principali stili della danza classica indiana uno dei più perfetti e importanti è il Bharata-Natyam, praticato in tutta l'India del sud principalmente nella regione di Tanjavur. Questo stile mantiene fedelmente le regole enunciate nel "Natya-Shastra", trattato sull'arte drammatica e la danza, codificato nel I secolo a. C. Se si osservano le innumerevoli sculture dei templi si può constatare la similitudine delle pose delle danzatrici di pietra e delle danzatrici d'oggigiorno.

Nel passato la danza veniva eseguita esclusivamente nei templi dalle "devadasi", danzatrici destinate già dall'infanzia a diventare le spose e le servitrici del Dio. Le danze facevano parte del rituale quotidiano ed era l'atto di devozione più importante. I libri sacri dicono: "Nessuna preghiera, nessuna offerta è gradita da Dio più della danza".

Questa posa rappresenta il dio Shiva che tiene la luna nei suoi capelli.
Il Bharata-Natyam è una danza solista, la sua tecnica, molto difficile, richiede lunghi anni di allenamento. Tutti i muscoli del corpo sono sollecitati, compresi quelli del viso, poichè l'arte dell'"abhinaya", cioè espressione delle emozioni e dei sentimenti, è la caratteristica essenziale di tutti gli stili di danza in India. Questa tecnica esige vigore e grazia, equilibrio e scioltezza dei movimenti, una grande resistenza fisica e un infallibile senso ritmico. I movimenti sono ampi e precisi, sempre simmetrici. Il vocabolario tecnico comprende dei salti, delle spaccate profonde, delle piroette e delle pose che richiedono un grande equilibrio. Le danze possono presentare tre caratteristiche: danze di pura tecnica, nel solo scopo di procurare il piacere estetico attraverso la bellezza dei movimenti e la complessità dei ritmi; danze che esprimono uno stato d'animo, un sentimento, secondo un tema scelto, mescolanza di tecnica e d'"abhinaya"; danze narrative, o "padam", dove l'artista mima con l'aiuto del linguaggio simbolico della gestuale delle mani, o "mudra", le più sottili sfumature del canto d'invoco o d'adorazione.

Questo"mudra" è chiamato DARPANA, lo specchio. Esso rappresenta una donna che si adorna. Con la suo mano destra ella mette un fiore nei capelli, la suo mano sinistra, tiene uno specchio.

Questi "mudra" sono imitativi, evocativi o puramente simbolici. Sono chiamati "divya-kriya", o "azioni divine", poichè essi permettono di ottenere il risveglio delle forze spirituali associate a certi movimenti e gesti, i quali favoriscono la concentrazione. Essi hanno il potere di risvegliare la coscienza e di raggiungere le zone profonde dell'essere, la danza essendo considerata come una forma di yoga.

Si legge nell'antico trattato ABHINAYA DARPANAM lo "Specchio del gesto" : "Dove vanno le mani l'occhio le segue; là dove va l'occhio va la mente; là dove va la mente si trova il cuore; là dove si trova il cuore è la realtà dell'essere". Questa realtà interiore è risvegliata non soltanto nella danzatrice, ma anche nello spettatore. Così quest'arte che si confonde con il sacro, ridà all'uomo il sapore della sua origine. Tutto nella danza dell'India è significato, profondo insegnamento, congiuntamente al piacere estetico e alla gioia che essa procura. Come tutte le arti, la danza non è destinata al solo piacere dei sensi, essa è Conoscenza e la sua vera funzione è attraverso la bellezza, l'armonia e con l'eco dei sensi, di risvegliare l'essere a lui stesso e di accordarlo così all'Universo.

(Articolo di Smt AMALA DEVI)


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