LA FAMIGLIA FRANCESCANA

Nel contesto in cui nacque e visse San Francesco d'Assisi, la gente sentiva un gran bisogno di ritornare all'essenziale, di cercare di seguire l'esempio di Gesù e vivere il Vangelo più fedelmente possibile. Francesco si inserì nel filone dei movimenti penitenziali dell'epoca (di cui alcuni sfociarono in eresie), lo fece proprio e diede inizio ad un movimento penitenziale "tutto suo". Questo diede vita al suo seguito, alla cosiddetta "famiglia francescana". Tantissime persone piano piano vollero vivere come lui, sul suo esempio: alcuni divennero, come lui, frati (poi si sono divisi in minori, conventuali e cappuccini); Santa Chiara, affascinata da lui, e con lui come ispiratore e fondatore e "garante", per prima diede vita a quello che, con l'arrivo di tante altre ragazze e donne, divenne l'ordine delle sorelle povere (poi chiamate clarisse, appunto, da Chiara); ma anche tante altre persone (sposate o meno e comunque senza la vocazione a consacrarsi totalmente al Signore coi voti di povertà, castità e obbedienza) volevano vivere l'ideale di San Francesco rimanendo, appunto, nel mondo, nel "secolo". Fu così che nacque "l'ordine dei fratelli e delle sorelle della penitenza", poi "Terz'Ordine Francescano", ora "Ordine Francescano Secolare".

La Famiglia francescana, fin dalle origini, nasce molteplice. A fianco di Francesco con i suoi Frati, c’è Chiara con le Sorelle Povere; c’è un gruppo di laici, uomini e donne, dell’Ordine Francescano Secolare che fanno riferimento alla stessa spiritualità.

Nel corso dei secoli, i Frati diventano quattro Famiglie principali (altre ancora ne stanno nascendo...): tre del 1° Ordine (Minori, Conventuali e Cappuccini) e uno del Terz’Ordine Regolare: attualmente, circa 35.000; alle Clarisse (circa 900 Monasteri con circa 16.000 membri) si aggiungono altri sette gruppi di Francescane contemplative (alcune con Regole proprie ed altre con la Regola del Terz’Ordine Regolare); nasce e si sviluppa, poi, un altro importante gruppo di quasi 400 Istituti femminili di ispirazione francescana (Regola del Terz’Ordine). C’è da ricordare, inoltre, che il carisma francescano ha dato vita, un fatto più unico che raro, a Famiglie francescane in altre confessioni cristiane: francescani e clarisse anglicani, gruppi francescani indù, "amici" di san Francesco in ogni cultura e religione.

Da tempo è iniziato un processo di comunione e di collaborazione fra tutti i rami e componenti della grande Famiglia francescana, grazie anche al supporto di strutture specifiche:

- Conferenza dei Ministri generali delle quattro Famiglie francescane: le tre del 1° Ordine e quella del TOR;

- Conferenza della Famiglia francescana (CFF), che comprende i quattro Ministri generali, la Ministra (o il Ministro) generale dell’OFS e la Presidente della Conferenza Francescana Internazionale del TOR;

- Conferenza Francescana Internazionale delle Sorelle e dei Fratelli del Terz’Ordine Regolare; - Unione Conferenze dei Ministri provinciali;

- Movimento Francescano (MO.FRA.);

- Movimento religiose Francescane (MO.RE.FRA.).

Infine, il carisma francescano, proprio per la sua innata apertura agli altri, ha facilmente intrapreso la via del dialogo e della comunione con i recenti Movimenti ecclesiali, come ad esempio con i Focolarini, la Comunità di S. Egidio a Roma, gruppi carismatici...

La specifica collocazione dell'OFS nel seno della famiglia francescana - Fr. Cristoforo Piacitelli, OFM

FRANCESCO E LA SUA FAMIGLIA NEL DISEGNO DI DIO

All'indagatore attento non sfugge quel certo alone di mistero che avvolge la Famiglia francescana e la sua particolare funzione nel disegno di Dio nei riguardi della Chiesa. Francesco stesso rivelò che essa è il nuovo umile popolo, diverso per la sua umiltà e povertà da tutti gli altri che l'hanno preceduto, felice di possedere solo Gesù, chiesto dallo stesso Gesù al Padre (FF 1617). Paolo VI l'ha definita "singolare famiglia che da secoli accompagna appassionatamente la storia sempre più turbinosa e mutevole e ne tiene il rapido passo, senza stancarsi, senza fermarsi" (29/9/1967).

MISSIONE DI FRANCESCO E DELLA SUA FAMIGLIA

Fu lo stesso Gesù Cristo a indicargli la missione quando nella chiesetta di san Damiano egli "udì con gli orecchi del corpo una voce scendere verso di lui e dirgli per tre volte: Francesco va e ripara la mia Chiesa che, come vedi, è tutta in rovina" (FF 1038). Non si trattava della chiesa di mura, come aveva creduto Francesco in un primo momento, ma di "quella Chiesa, che Cristo acquistò col suo sangue, come lo Spirito Santo gli avrebbe fatto capire e come egli stesso rivelò in seguito ai frati" (FF 1038).

In quel momento in Francesco c'era tutta la famiglia francescana. Ce lo ricorda Paolo VI: "La visione di Innocenzo III di Francesco che sorregge la basilica lateranense, cioè la Chiesa, Corpo mistico di Cristo nella sua espressione storica e centrale, unitaria, gerarchica e romana, ha divinato la vocazione e la missione della grande famiglia francescana" (Al Capitolo Gen.le OFM, 23/6/1967). Lo ribadì ai francescani secolari: "Noi speriamo e confidiamo che la Chiesa visibile e umana sia sostenuta da voi, da voi specialmente, cari terziari", richiamando la visione di Innocenzo III (19/5/1971).

La "rovina" della Chiesa consisteva nell'avvilimento nel quale era caduta la dottrina evangelica non nei particolari ma in generale a motivo dei costumi di coloro che la insegnavano (FF 474).

La missione di riparare la Chiesa è complessa della stessa complessità della vita della Chiesa, organismo umano-divino che abbraccia il sacro e il profano, lo spirituale e il materiale, il temporale e l'eterno; che opera tra uomini che vivono in una molteplice e differenziata situazione, con esigenze e aspirazioni diverse.

Francesco riparò la Chiesa "non per via di critica, ma per via di santità". "Il suo carisma e la sua missione profetica furono quelli di dimostrare concretamente ed esemplarmente che il Vangelo è affidato alla Chiesa, e che deve essere vissuto ed incarnato pienamente ed esemplarmente nella Chiesa e con l'assenso ed il sostegno della Chiesa" (Giovanni Paolo II, Messaggio Veglia francescana in S. Pietro, 2/10/1982).

Il Signore, per mezzo di Francesco, donò alla Chiesa seguaci che la rinnovassero nella vita evangelica e apostolica (1° Ordine); anime generose che la rinnovassero nella vita contemplativa vivendo la loro esistenza in olocausto a Dio e a servizio dei fratelli nel silenzio e nella preghiera laboriosa e in svariate opere di apostolato (2° Ordine e vari rami); una schiera di uomini e donne impegnata a costruire la città dell'uomo secondo il disegno di Dio rimanendo nel mondo (3° Ordine o OFS).

Sono le tre componenti della "singolare" e "grande Famiglia francescana", chiamate a proseguire, in comunione, sebbene in situazioni diverse, la missione di Francesco attraverso i secoli.

CARISMA DI FRANCESCO E DELLA SUA FAMIGLIA

E' indiscutibile che la missione alla quale è chiamato Francesco riveste un carattere eccezionale e, per quanto si sa, con quella precisa indicazione è rimasta unica nella storia della Chiesa. A missione eccezionale risponde carisma straordinario per compierla. Esso non può consistere in una o più virtù vissute in grado eroico, ma in un dono totalizzante che qualifica la vita esistenzialmente nelle sue multiformi espressioni.

San Bonaventura scrive che Francesco "con imitazione perfetta, si studiò di essere conforme da vivo, al Cristo vivente; in morte, al Cristo morente e morto al Cristo morto e meritò l'onore di portare nel proprio corpo l'immagine di Cristo visibilmente" (FF 1240).

L'amore, la povertà, la minorità, la fraternità, etc.. sono espressione e concretizzazione di questa realtà profonda esistenziale vissuta nella totalità lasciandosi fare e condurre dal Padre celeste, in tutto e per tutto ad imitazione di Gesù-Figlio, al quale s'impegnò di conformarsi con tutte le energie della sua persona.

Di questo eccezionale dono-carisma partecipano tutti i figli di Francesco (1°, 2°, 3° Ordine) "chiamati" a proseguirne nei secoli la missione. Per tutti egli è l'ispiratore e il punto di riferimento. Egli rimane maestro e modello per tutti; ad essi indica la via da seguire, anche oggi, per vivere coscientemente la loro vocazione e compiere responsabilmente ed efficacemente la missione ad essi affidata nella persona di Francesco. Lo ricorda Pio IX nella preghiera sulla tomba di san Francesco: "L'opera riformatrice venne da voi affidata alla vostra figliolanza che ben rispose all'alto incarico" (8/5/1857).

L'OFS NELLA FAMIGLIA FRANCESCANA

L'OFS nell'ambito della famiglia francescana - suscitata dallo Spirito santo nella Chiesa - ha la sua identità esistenziale, giuridica e strutturale, che non gli deriva dal Prim'Ordine. I Francescani secolari chiamano san Francesco Padre Serafico non per benigna concessione dei Frati. Essi sono "nati" da san Francesco come il Primo e Secondo Ordine; partecipano del medesimo carisma e sono impegnati nella stessa missione in modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca. Comunione non confusione o interferenza indebita degli uni sugli altri; vitale, legata all'esistenza non occasionale, sporadica o di comodo; reciproca non a senso unico, implica un dare e un ricevere.

La definizione generica del Diritto Canonico (can 303) che descrive i Terzi Ordini, come "associazioni i cui membri conducono una vita apostolica e tendono alla perfezione cristiana partecipando al carisma di un istituto religioso" non si attaglia affatto all'OFS. Questi il carisma l'ha ereditato direttamente da san Francesco e non gli è stato partecipato dai Frati. I membri dell'OFS sono "vincolati alle leggi della penitenza secondo la forma indicata da Francesco. Il servo di Cristo stabilì che la loro forma di vita si denominasse Ordine dei Fratelli della Penitenza" (FF 1073).

Il Diritto Canonico non intende andare contro l'evidenza storica e le esplicite affermazioni dei Papi che parlando ai membri dell'OFS li invitano a camminare sulle orme del loro Padre Francesco. Intende solo attribuire un carisma a chi non l'ha per natura, ma non negarne l'esistenza a chi l'ha per "nascita", come l'OFS.

L'OFS è della Chiesa e la Chiesa ne ha riconosciuto la natura, l'autonomia, l'unità, gli organismi direttivi sanciti dalla Regola e dalle Costituzioni, da essa approvate. Ne ha affidato la cura spirituale e pastorale al Prim'Ordine e al TOR riconoscendo ad essi l'"altius moderamen".

Ai Frati deve stare a cuore il progresso spirituale dei membri dell'OFS perché percorrano la via "di santità e di bontà che accompagnò nei secoli il cammino del Terz'Ordine francescano che ebbe un influsso che non esitiamo a dire decisivo nella vita interna della Chiesa come nell'animazione cristiana della stessa società civile. Quel programma rimane perché anche oggi c'è bisogno di una testimonianza così franca, aperta, gioiosa, popolare, umile e buona, fattiva e sempre pronta a pagare di persona e a dispensare intorno a sé serenità e letizia" (Paolo VI, 23/6/1968).

Devono adoperarsi perché essi, con creatività apostolica, mettano a servizio della Chiesa la ricchezza straordinaria racchiusa nella loro Professione. Memori, come ricorda Giovanni Paolo II, che "il carisma e la missione profetica di Francesco furono quelli di mostrare concretamente che il Vangelo è affidato alla Chiesa, e che deve essere vissuto ed incarnato primariamente ed esemplarmente nella Chiesa e con l'assenso ed il sostegno della Chiesa stessa" (Messaggio Veglia francescana, S. Pietro 2/10/1982).

Questo è il grande campo di azione e l'autentico aiuto fraterno che i Frati possono e devono offrire ai Francescani secolari, e non quello organizzativo-strutturale che è proprio dell'OFS che la Regola "configura come unione organica di tutte le fraternità cattoliche sparse nel mondo" e che ai diversi livelli sono animate e guidate da un Consiglio e un Ministro che vengono eletti dai Professi in base alle Costituzioni (art 2, 21). Questi chiedono religiosi per l'assistenza spirituale e non organizzativa, la Visita pastorale per favorire la fedeltà al carisma e l'osservanza della Regola (art 26). In questo sta l'esercizio autentico dell' "altius moderamen". Il resto è intromissione indebita e violazione della Regola. E non giova all'OFS: lo danneggia.

PECULIARITÀ DELLA PROFESSIONE NELL'OFS

Anticipazione dello "studiate, amate, vivete la Regola dell'OFS ... vero tesoro nelle vostre mani, sintonizzata allo spirito del Concilio Vaticano II e rispondente a quanto la Chiesa attende da voi" di Giovanni Paolo II (27/10/1982). Continuità dell'insegnamento della Chiesa nei riguardi dell'OFS.

Meglio non si poteva indicare il contenuto e prospettare le finalità della Professione nell'OFS, che molti, purtroppo, considerano una specie di devozione che lega affettivamente a san Francesco anziché un impegno serio assunto solennemente con atto pubblico innanzi a Dio nella Chiesa.

Professare la Regola significa identificarsi con la forma di vita che essa propone in maniera che chi la professa ne è spiritualmente strutturato e orientato nel pensare e nell'agire.

La professione con le sue tensioni ed esigenze coglie il fedele e lo impegna nella sua condizione e situazione. In quanto laico egli deve vivere in pienezza la sua laicità, che lo vuole impegnato a cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali nell'ordinaria condizione di vita familiare e sociale (LG 31; Regola 14-17). Egli assume in pieno e testimonia al mondo i valori della vita laicale vivendoli dal di dentro nel matrimonio, nella famiglia, nell'impegno socio-politico.

Pio XI in un discorso ai Terziari francescani di Aracoeli-Roma, dopo avere ricordato l'invito di Gesù a tutti i suoi discepoli di "essere perfetti" e che non tutti possono seguire la via dei Religiosi con l'osservanza dei tre Consigli evangelici, soggiunse che però è necessario "popolarizzare" ciò che appartiene a quella vocazione. Come fare? Si domandò il Papa. "Ce lo dice il Terz'Ordine. Che cosa è infatti la Professione di vita di un buon Terziario? Non è il rigore dei voti, non è la vita comune religiosa secondo la lettera. Ma lo è secondo lo spirito. E' lo spirito di quella vita e di quella perfezione portato nella famiglia, nella vita quotidiana, nella vita ordinaria del secolo" (26/2/1923). Così parla la Chiesa all'OFS e questa è la via che i francescani secolari devono percorrere professando la Regola.

In questo sta la peculiarità della Professione OFS: determina la sua specifica collocazione nella Famiglia francescana nella quale svolge un ruolo non assolvibile né dal 1° né dal 2° Ordine: il risanamento dei tre valori mondani (libertà, sessualità, beni) da parte di chi li vive dal di dentro e non da chi li vive avendo fatto i 3 consigli evangelici (obbedienza, castità, povertà), e che se venisse a mancare creerebbe un vuoto nella missione "riparatrice" della Famiglia francescana.

Il Triplice Ordine Francescano: un unico carisma (M. Angela Urbani)

Nel XII-XIII secolo lo Spirito Santo ha dato vita in seno alla Chiesa, ad una delle creazioni più originali: il triplice Ordine Francescano. Sorretti dal soffio dell'Amore trinitario, San Francesco, Santa Chiara, Santa Elisabetta, San Ludovico e i loro seguaci, unita da un unico carisma, sono impegnati da otto secoli nel far vibrare in modo nuovo nel mondo l'affermazione appassionata del divino Maestro: "io sono la via, la verità, la vita" (Gv 14,1-12).

Tutti i componenti dei Tre Ordini hanno ricevuto la missione di unire mondi diversi: i fratelli del primo ordine, con l'opera dell'evangelizzazione, intesa come annuncio di Cristo che è la verità; le sorelle del secondo ordine, con la preghiera liturgica, nella quale è custodita la vita di Cristo e per la quale Cristo stesso dona la grazia di far esperienza della vita eterna; i fratelli e le sorelle dell'ofs, rendendo credibile con la coerenza del proprio comportamento, l'annuncio fatto dai fratelli del primo ordine e mantenuto vivo come una fiamma, con il silenzio e la preghiera incessante dalle sorelle del secondo ordine, per indicare a tutti i ceti sociali la via da percorrere lungo la quale poter scoprire che il Signore è pellegrino, accanto ad ogni viandante. Da San Francesco è sgorgata la novità della comunione dei tre ordini fusi in un unico consenso di affetto che durante questi otto secoli ha stabilito tra loro un vincolo profondissimo, germogliato dal Mistero del Corpo mistico del quale Cristo è il Capo ed ogni credente è un suo membro vivo. I francescani si impegnano a mettere in comune il meglio di se stessi, per vivere con autenticità il medesimo carisma che ha come midollo il Vangelo e come anima l'Amore di Dio Padre, fonte dell'amore fraterno, vissuto nella minorità e nella povertà.

Azione, contemplazione, testimonianza.

Questi sono i laici francescani nel mondo: coloro che rendono credibile la buona novella che i fratelli del primo ordine annunciano con la parola e le sorelle del secondo ordine alimentano con la preghiera, perché hanno scoperto che Cristo è all'opera nell'eucaristia, che alimenta la loro fede e la loro speranza, infondendo nel loro cuore la forza di ripartire ogni giorno da capo sentendo che il carisma francescano accende nel proprio essere la fiamma di un nuovo inizio composto di umiltà, di semplicità, di speranza, di coraggio.

Nel campo dissodato da San Francesco, il primo, il secondo ed il terz'ordine sono nati nella Chiesa come membra di uno stesso corpo per un'identità di appartenenza ad un'unica realtà carismatica: il comune impegno di convertirsi (Spiritus Domini - Papa Urbano IV)

~50 santi OFS ~90 beati OFS

LegM 4,6 FF 1073

Con Francesco alla sequela di Cristo (Jaime Zudaire)

Tutti i membri della famiglia francescana partecipano al carisma di San Francesco e sono chiamati a rendere presente nella vita e nella missione della chiesa lo stile di vita, il messaggio e il carisma di Francesco d'Assisi.

Le CCGG dei frati minori dicono che l'ofs "testimonia e partecipa nel secolo della via, missione e carisma francescani alla cui pienezza dà il proprio contributo necessario e complementare".

Appartenere ad una stessa famiglia, partecipare ad uno stesso carisma e missione esige:

rispetto e amore alle varie forme in cui si è espresso questo carisma francescano;

rapporti fraterni tra tutte le componenti della famiglia - essere compartecipi della vita (siamo tutti legati assieme: se uno annega anneghiamo tutti, se uno sta a galla supporta anche gli altri; il bene di uno è il bene di tutti, il male di uno fa soffrire tutti);

comunione nella preghiera e reciproca evangelizzazione (settimana di preghiera ed evangelizzazione);

collaborazione nel campo vocazionale ed eventualmente in quegli apostolati più caratteristici della vocazione francescana

L'OFS ha bisogno delle clarisse e dei frati, le clarisse hanno bisogno dei frati e dell'OFS, i frati hanno bisogno delle clarisse e dell'OFS, un bisogno non fisico, economico o che so io ma affettivo, spirituale, di identità, di essenza.

Appartenere ad una famiglia religiosa non è un ostacolo ma piuttosto una finestra aperta sull'universalità della Chiesa.

Pio XII: il TOF vuole anime che nel loro stato anelino alla perfezione - LG 40

Unica espressione della vita e del carisma di San Francesco, che va espresso ognuno nella propria peculiarità ma con pari dignità, con un rapporto reciproco e paritario

La spiritualità del francescano secolare (p. Cristoforo Piacitelli)

La ragion d'essere di Francesco e della sua famiglia spirituale è in questa missione: riparare la Chiesa. Missione conferitagli direttamente da Gesù Cristo. Francesco riparò la Chiesa amandola con l'amore di Gesù Cristo.

Paolo VI 19.5.71

Francesco iniziò la sua missione convertendo radicalmente se stesso a Dio e la continuò donando alla Chiesa seguaci che la rinnovassero nella vita apostolica.

Per compiere appieno la missione ricevuta Francesco generò alla Chiesa e donò al mondo la sua straordinaria e multiforme famiglia le cui varie componenti, vivendo in modo e in circostanze diverse ma partecipando al medesimo carisma, seguitassero la sua missione a vantaggio della comunità ecclesiale e civile.

La missione di Francesco e della sua famiglia spirituale, pur rimanendo essenzialmente identica nella finalità (riparare la Chiesa), presenta e comprende in sé realtà oggettive diverse (settori differenti della realtà e della vita ecclesiale e di quella sociale con essa connessa); cambia nei contenuti (diversi possono essere i ripari da fare, le esigenze e le necessità da soddisfare) e nelle situazioni (diversità storiche, ambientali, culturali, politiche... in cui la Chiesa vive e opera).

Il carisma, invece, è oggettivamente e fondamentalmente unico e sempre identico. Il carisma è come il raggio di sole: uno e identico in sé, si rifrange e si moltiplica, illumina e riscalda a seconda della natura delle superfici che investe e attraversa.