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ULTRASUONATI

L ed Zeppelin Bbc sessions (Atlantic). Recensire i Led Zeppelin, impresa ardua. Certo se si trattasse di cose nuove sarebbe fin troppo facile sparare sul pianista, ma trattandosi di cose vecchie, molto vecchie ('69-'71) tirate fuori dagli archivi della Bbc, è fin troppo facile osannare il pianista. Doppio cd dalla lunghezza interminabile, da non perdere. Led Zeppelin significa storia (e non solo dell'aviazione), Jimmy Page & co. hanno fatto scuola e sono stati una guida per le generazioni future (vedi ad esempio i Soundgarden). Riascoltate brani come "Dazed and confused", "Whole lotta love", "Since I've been loving you", o perle come la prima performance del loro capolavoro "Stairway to heaven" e il giudizio datelo voi stessi. (r.pe.)


Aa. Vv. Versatility Compilation (Independent Dealers). Una raccolta di drum'n'bass con il baricentro a Bristol. Brillano i brani realizzati appositamente da Roni Size, Dj Krust, Dj Suv, Flynn+Flora, Dj Die e altri. Con i More Rockers a consolidare, perlomeno in "Bongo Music", un impianto stilistico irresistibile che, anche tra mille pulsazioni differenti consente di riconoscere il battito essenziale di Madre Giamaica... (m.bo.)
Metallica Reload (Vertigo). Se pensate che il settimo album dei Metallica sia solo un remake del precedente, criticatissimo disco, non ci siamo proprio. E' vero che i titoli lo possono far credere ("Load" il vecchio, "Reload" il nuovo) ma in comune hanno solo il periodo in cui sono stati scritti e registrati i brani dei due lavori. Questo disco semmai, ci richiama a quel "black album" che li ha consacrati definitivamente in tutto il mondo (ricordate "Sad but true" o "Nothing else matters"?). "Reload" è energico, carico di rock allo stato puro, ma non dimentica il gusto per le melodie accattivanti, o per suoni puliti e ben miscelati, insomma un classico per Ulrich, Hetfield e soci. Se poi qualcuno pensa che sia sempre la stessa roba, va bene, ma a noi piace così. Tra i momenti migliori citiamo "The unforgiven II", "Fixxxer" e il singolo "The memory remains" con Marianne Faithful alla voce. (r.pe.)
Simone Guiducci-Gianni Coscia Scherzi, guizzi & nuove danze (Ixtius). Incontro di due personalità e generazioni comunicanti: la chitarra acustica del giovane Guiducci e la fisarmonica dell'affermato Coscia dialogano grazie ad una poetica dell'acustico che li accomuna, insieme al recupero di stilemi popolari e sommersi. L'album si gioca, quindi, su toni ludici e danzanti, in una coreografia di timbri e ritmi leggera ma anche spessa e sanguigna. Unico richiamo esterno un brano di Django Reinhardt che riplasmò la sua musica zingara a contatto con quella afroamericana. (l.o.)
Aa. Vv. Donuts#2 (Bolshi). Forse solamente la Skint ha lo stesso amore e rispetto per il vecchio hip hop che ha la Bolshi. Nata da quasi due anni grazie a Sarah Francis, ex A&R della Big Life, la Bolshi ha una solida ed interessante serie di dj e band nel suo catalogo big-chemical-breakbeat. "Donuts #2" riassume (come ha fatto il #1 uscito nel febbraio del '97), il big beat di seconda generazione che è circolato sui 12 pollici Bolshi negli ultimi mesi. C'è spazio per tre pezzi dello svedese Rasmus, un paio di Laidback, uno di LHB, Freewheelin' Franklin, Beachcomas e Plastic Surgeon. Probabilmente questi nomi non vi dicono nulla... Un ottimo motivo per entrare nel ritmico mondo Bolshi. (g.s.)
The Huntington Cads Go exotic (Mai tai). Il suono del disco sta tutto nel titolo. Spiagge, deserti, Hawaii, rimandi a Martin Denny e bordate di surf. L'etichetta è la stessa di raccolte imperdibili come "Secret agent sounds" e di gruppi quali Tiki Tones. Cocktail (come dice lo stesso nome Mai Tai, un cocktail mitico, appunto) e neo lounge si inseguono tra i solchi. Nell'immaginario della band c'è anche la Marlene Dietrich del film "Kismet". Quattordici pezzi in cui il passato è il futuro. Tutto direttamente dalla California e dal Pacifico. I neofiti apprezzeranno ma la Mai Tai può dare di più. (f.ad.)
The Kinks The singles collection/Waterloo sunset (Essential). Raccolta fondamentale. Oltre ai classici contenuti nel 1 disco (da "You really got me" a "Lola" e "Death of a clown") è presente nel 2 una sfilza di demo e inediti. Ogni canzone è spiegata e raccontata in dettaglio. Nei '60 i Kinks - veri vulcani musicali - sono stati i commentatori più caustici della società britannica e ancora oggi gruppi come i Blur non riescono a separarsi dalle vignette "sociali" di Ray. (f.ad.)
Daryl Hall & John Oates Marigold sky (Push/Bmg). Segno dei tempi o del cambiamento nei gusti del consumatore abituale di pop-rock, ma il ritorno dopo sette anni della coppia regina del mainstream pop-rock fine '70 inizi '80, avviene con una piccola etichetta e con relativi problemi di distribuzione. Peccato, perché la qualità musicale del duo americano resta sempre inalterata. Ottimi arrangiamenti e grandi capacità di scrittura attingendo a piene mani nella tradizione rock e soul americana e se a questo aggiungete un Daryl Hall sempre ispirato nell'interpretazione beh, l'acquisto è caldamente consigliato. (s.cr.)
Graham Haynes Tones for the 21st century (Antilles). Il cornettista Haynes - figlio del batterista Roy - ha alle spalle anni di collaborazioni con Steve Coleman e Geri Allen ma anche progetti personali, in cui ha rivisitato un vasto raggio di suoni. Il suo 3 cd si proietta oltre il 2000 e offre 6 brani meditativi, realizzati da solo con sovraincisioni. Haynes si pone negli anni '90 come Don Cherry nei '70, ne ha l'afflato mistico e lo spirito conoscitivo, nomade, planetario. I pezzi tracciano, inoltre, paesaggi che si discostano molto dalla narcosi new-age. (l.o.)
Soundgarden A-sides (A&M). Seattle 1984, Kim Thayil forma i Soundgarden. Aprile '97, il gruppo si scioglie. Novembre '97, la A&M, mette sul mercato una raccolta (quasi completa) dei loro singoli (più un brano uscito come b-side). Essenziale per i fans e per chi li ha scoperti solo recentemente, anche per capirne l'evoluzione e notarne i miglioramenti da quando le redini sono passate in mano a Chris Cornell (originariamente nato come batterista della band). Si va, in ordine cronologico, dal primissimo single "Nothing to say" al già citato "Bleed together", passando per "Jesus Christ pose", "Rusty cage", "Black hole sun", "Ty Cobb". 80 minuti di Seattle-sound (garden). (r.pe.)
Jim O'Rourke Bad timing (Drag city). "Ho voluto coniugare il fingerpicking di John Fahey come il minimalismo statunitense di fine anni Sessanta e di inizio anni Settanta", così Jim O'Rourke alla rivista "Guitar player" a proposito di "Bad timing". Chitarrista eclettico, che vanta collaborazioni con Derek Bailey, Henry Kaiser, Lee Ranaldo, componente di Gastr Del Sol e Brise Glace, produttore di Faust, Smog, US Maple, Jin O'Rourke è tra i nomi più venerati del nuovo underground statunitense. In particolare "Bad timing" è il suo grande omaggio alla tradizione: fingerpicking (mai scontato) come base per divagazioni di piano, fiati, slide guitar. Album interessante anche se non eccelso come "Upgrade and afterlife" dei Gastr. (f.b.)
Laidback International (Bolshi). Dire che ogni singola traccia è bella e nutriente suonerebbe sensazionalistico. Ma è così! Jason Chase è un tipo molto rilassato e posato (laidback, appunto), ma la sua musica è elegantemente epilettica. Usa campionatore e piatti in modo umile e gentile, per tirarne fuori un big beat tremendamente funky, aggressivo e bianco. Una versione de luxe dei Chemical Bros, più chiaramente legata alla old skool dell'hip hop; assemblata per i dancefloor, ma anche ri-frullata in modo da emozionare unita alla vista della città attraverso il vetro di un vagone della metropolitana. (g.s.)
Aa. Vv. Moving House vol.2 (Ssr). Una veloce ricognizione notturna su entrambe le coste dell'Atlantico, ed ecco pronta un'altra squadriglia di intelligentoni della cassa pari riempipista. Musica non necessariamente prevedibile e rassicurante, quella che trova spazio in questo secondo volume di "house in movimento". Assemblatore ancora una volta Geoffroy, dj residente al Food di Leuven, Belgio, cattedrale europea consacrata alla tecno e all'house. Dolce ossessione consigliata la newyorkese "Riding high" di Yesterday for Today, alias Mateo & Matos. (m.bo.)
Comet Gain Sneaky (Wiija). A prima vista doveva essere il tanto atteso disco della pop/mod/northern soul band londinese. E invece è uscito un pasticcio buono a metà. Musicalmente non si discute nulla, e nemmeno dà fastidio che si tratti di cose vecchie, ormai fuori catalogo. E' il contenuto (nel senso di quantità di canzoni) e il prezzo che creano problemi. Il fatto è che sul retro del disco figurano 12 titoli e all'interno ve ne sono, invece, solo otto. Come la mettiamo? Anche se la stampa inglese parla di un mini lp con 8 pezzi il prezzo del cd si basa, comunque, su 12 canzoni. Occhio. (c.v.)
Dubstar Goodbye (Emi). Non hanno mai convinto abbastanza con le loro sonorità techno pop molto cheap. Se il primo disco è stato un malriuscito tentativo di abbracciare il mood sonoro di St. Etienne e New Order, oggi questo disco omonimo si lascia almeno ascoltare. Non è che siano cambiati i punti di riferimento del gruppo ma almeno ora la band agisce in maniera più scanzonata e a volte sa anche coinvolgere. Siamo, comunque, ben lontani dal genio di altri gruppi britannici anche se il disco è la prova che il panorama d'Albione è davvero il più eterogeneo del mondo. (c.v.)


Aa. Vv. Flaming burnout. Estrus benefit compilation (Man's ruin). Non succede spesso ma può succedere. Lo scorso gennaio un incendio ha distrutto il magazzino della Estrus, mandando a gambe all'aria l'incredibile patrimonio garage-surf dell'etichetta. 29 gruppi (dai Man Or Astroman? ai Mortals, dai Mono Men a Peeches, Delta 72 ecc.) hanno deciso di donare loro brani. Ne esce un disco-documento su tutto il revival '60 di questa fine secolo. I proventi dalla vendita vanno alla label. (f.ad.)
Fiorella Mannoia Belle speranze (Harpo/Sony). E' un piccolo caso tutto italiano: unica interprete femminile per la quale scrivono (ispirati) i tutti i bei nomi del cantautorato. E anche nel nuovo cd la tradizione non si smentisce: Daniele Silvestri e gli Avion Travel regalano tre piccole perle in un disco forse meno coinvolgente dei precedenti ma più compatto nell'insieme. Tra i pezzi, una spanna su tutte "Tempo", piccola storia di miserie quotidiane su una melodia struggente. (s.cr.)
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