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L'ALTA VIA NR. 4 IN SETTE TAPPE IntroduzioneL'Alta Via attraversa da nord a sud la parte più orientale della Dolomiti. Da San Candido a Pieve di Cadore si attraversano alcuni tra i più famosi e giustamente celebrati gruppi montuosi. La prima parte porta alle affollate ma pur sempre meravigliose Tre Cime di Lavaredo. In seguito si affrontano aree ben più selvagge e poco frequentate: i Cadini di Misurina, il maestoso e romantico gruppo del Soprapìss, il solitario Antelao. Pur trattandosi di una via non lunga (il percorso ufficiale è composto di 6 tappe), la via è tecnicamente la più impegnativa tra le Alte Vie classiche delle Dolomiti. Essa infatti prevede almeno due vie ferrate e il passaggio attraverso i bellissimi ed esposti Sentiero Bonacossa e Sentiero Minanzio i quali richiedono passo fermo e buon allenamento. E' possibile incontrare tratti ghiacciati se la stagione non è troppo avanzata. Tutti i pernottamenti sono previsti in rifugi attrezzati, non è quindi necessario prevedere attrezzatura da campeggio se non un sacco a pelo o un sacco lenzuolo. Descrizione dell'Alta ViaIl tracciato ufficiale della via prevede, come già detto, 6 tappe. La buona presenza di rifugi sul percorso consente tuttavia di dividere le tappe abbastanza comodamente. Ognuno potrà progettarle a seconda delle proprie esigenze e del proprio allenamento. Di seguito viene fornita una divisione del percorso così come noi lo abbiamo interpretato. Questa descrizione si mantiene molto fedele al tracciato originale, modificandone il numero delle tappe e, in una occasione, il percorso.
La relazione originale della via prevede l'arrivo direttamente al Rifugio Locatelli. Abbiamo preferito dividere questa tappa in due per due motivi: ci è stato possibile di utilizzare il primo giorno per lasciare l'auto al posto di arrivo (Pieve di Cadore), trasferirci in autobus a San Candido ed infine di portarci in quota scaldando i muscoli senza fretta. In secondo luogo, abbiamo potuto affrontare la seconda parte della tappa attraversando il bellissimo passo dei Rondoi, di cui daremo descrizione in seguito. Dal centro di San Candido si attraversa il Parco del Castello e segue la strada per Sesto. Si prosegue per la strada della Val Campodidentro (indicazioni). Questa sale inizialmente per bei pascoli ed alberi secolari. Si prosegue fino al rifugio Tre Scarperi (1626 m), in un magnifico pianoro posto sotto le imponenti pareti della cima Tre Scarperi.
Si attraversa tutto il pianoro dei Tre Scarperi e si seguono le indicazioni per il passo dei Rondoi. Ben presto il sentiero si inerpica verso il passo. Inizialmente tra bellissima vegetazione terminale, poi su ghiaione. Laddove termina la vegetazione è presente una fresca fonte d'acqua dove riempire le borracce. La salita prosegue ripida e selvaggia fino al passo dei Rondoi (2290 m, timbro). Se si arriva di prima mattina al passo è facile scorgere i camosci sulle rocce. Sul filo di cresta prendere a sinistra verso un evidente segnale dell'alta via indicato sulla parete. Ci si inerpica con l'aiuto di corde attrezzate fino a svalicare sulla alta valle di Rinbon. Di fronte le maestose Tre Cime di Lavaredo e panorama mozzafiato sulle Dolomiti. Si prosegue a saliscendi tra trincee e baraccamenti di guerra fino al rifugio Locatelli (2438 m). Se si è partiti di prima mattina si arriverà probabilmente al rifugio ad ora di pranzo. Nel pomeriggio è possibile approfittare del tempo a disposizione per visitare affascinanti gallerie di guerra del Monte Paterno oppure effettuare la salita alla Torre Toblin attraverso la via ferrata "Sentiero delle Scalette", costruita durante la Grande Guerra.
Giornata bellissima, che prevede l'aggiramento delle Tre Cime e l'attraversamento completo del gruppo dei Cadini di Misurina. La via ufficiale prevede l'aggiramento delle Tre Cime da ovest attraverso il sentiero 105. Noi abbiamo preferito il più diretto sentiero 101 che gira da est. In questo modo abbiamo guadagnato il tempo necessario a portarci con la dovuta calma al lontano rifugio meta di questa tappa. Una volta giunti al rifugio Auronzo si prosegue per il bellissimo Sentiero Bonacossa. Si tratta di un sentiero in parte attrezzato che si addentra nei Cadini di Misurina. Questo bellissimo gruppo è poco conosciuto dal grande pubblico ma vale bene una visita. Il sentiero è spesso esposto ed offre meravigliosi panorami. In alcuni punti può essere utile l'attrezzatura da ferrata. In ogni caso è indispensabile piede fermo ed assenza di vertigini. Giunti al rifugio Fonda-Savio (2367 m) si prosegue per la conca del Cadin del Nevaio, dove è possibile incontrare neve per tutta l'estate. Si sale per roccette fino alla aerea Forcella del Nevaio (2624 m). Si scende quindi alla Forcella Verzi (2550 m) e si prosegue per un canalone molto ripido ed attrezzato in un paio di punti con scalette. La discesa prosegue f fino al bel rifugio Città di Carpi, adagiato sui bei pascoli del versante sud-est dei Cadini.
Tappa relativamente semplice, consente il passaggio dal gruppo dei Cadini a quello del Sorapìss. Nel pomeriggio consente di riposarsi sui bordi del famoso e bellissimo lago di Sorapìss (magari facendo anche un bel bagno!). Dal rifugio Città di Carpi si segue il sentiero 120 che attraverso un bellissimo bosco di larici ed abeti scende fino all'albergo Cristallo (1383 m) sulla strada statale. Qui si prende il sentiero 217 che risale il bel bosco del Rio Sorapìss. Si tratta del Rio generato dal soprastante lago Sorapìss, meta della tappa. Dopo un primo tratto pianeggiante il sentiero si inerpica fino al rifugio Vandelli, posto vicino alle sponde del lago. Durante tutta la salita si ha in buona vista la parete della Croda del Fogo, sulla quale si svolge la via ferrata che si affronterà il giorno seguente.
Tappa molto impegnativa, che prevede la via ferrata Vandelli e di seguito la lunga traversata tra il massiccio del Sorapìss ed il gruppo delle Marmarole attraverso il Sentiero Minazio. L'intera tappa si svolge su terreno difficile e selvaggio, è molto difficile trovare acqua. Raro incontrare altri escursionisti e difficile scendere a valle in caso di maltempo. In questa tappa sono inclusi alcuni tra i passaggi più impegnativi di tutta l'Alta Via. Si sale alla destra del rifugio, fino alle morene del ghiacciaio orientale del Sorapìss. L'attacco della ferrata è facilmente rintracciabile, sulla maestosa parete. La via ferrata è classificata "difficile" ed è anche piuttosto lunga. Terminata tale impresa ci si trova sul crinale della Croda del Foco (2200 metri). Da qui si scende per sentiero abbastanza scosceso fino al bivacco Comici (2000 m), posto in luogo veramente selvaggio. Facile avvistare camosci se si arriva abbastanza presto. Si prosegue per il sentiero Minazio, che taglia a mezza costa tutto il lungo paretone che delimita il massiccio del Sorapìss. Una volta saliti sul colle di fronte al bivacco è necessario girare a sinistra sull'esposto sentiero in mezzo ai mughi. Attenzione a non seguire le indicazioni per una "scorciatoia": questa porta più in alto e fuori dall'itinerario. Giunti alla Valle San Vito (2000 m) si sale alla Forcella Grande (2255 m) da dove si mostra in tutta la sua bellezza il solitario Antelao. Si scende infine per ripido e faticoso sentiero fino al confortevole rifugio San Marco.
Ancora una giornata dura ma affascinante. Si passa attraverso il selvaggio Antelao visitando i suoi due ghiacciai e si prosegue lungo le sue pendici meridionali lunghe i solitari sentieri che conducono al rifugio San Antelao. Dal San Marco si segue il sentiero 237 per la Forcella Antelao ed il rifugio Galassi. Si giunge quindi all'attacco della via normale all'Antelao e si scende al Galassi (2018 m). Da qui si prende il sentiero 250 che sale tra le selvagge pareti dell'Antelao fino alle prossimità del ghiacciaio inferiore. Sempre seguendo le tracce di sentiero si risale la via ferrata che attraversa il Lastrone del Plan Arboi, che conduce ai piedi del bellissimo ghiacciaio superiore. Da qui si scende alla Piana dell'Antelao. Si risale quindi alla Forcella Piria (2096 m) dalla quale si prosegue a saliscendi fino al rifugio Antelao (1796 m).
Tappa breve e tutta in discesa su stradello forestale. Comoda in quanto consente di portarsi all'auto e di tornare a casa senza fretta. Dal rifugio si segue lo stradello forestale che conduce prima a Pozzale (1058 m) e poi a Pieve di Cadore. Descrizione sintetica delle tappePer una descrizione dettagliata delle varie tappa si rimanda alla "Descrizione dell'Alta Via"
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