La commercial paper, originariamente molto diffusa nel mercato americano, si distingue dalla polizza di credito commerciale perché il documento di riconoscimento del credito è rappresentato da un vero e proprio pagherò cambiario.
L'acquisto delle commercial paper può essere effettuato tramite i soliti canali finanziari (Banche, Sim, ...) e la durata di questi titoli varia da 1 a 3 mesi.
Il costo dell'operazione è inferiore a quello del credito bancario e il rendimento è in linea a quello degli altri strumenti di mercato monetario. Le emissioni sono generalmente vagliate dalle più grosse agenzie di rating (Moody's, Standard and Poor's).
Da parte dell'emittente, il collocamento può avvenire direttamente oppure tramite l'intermediazione dei dealers. Gli emittenti che accedono al primo tipo di collocamento sono, in genere, grandi compagnie finanziarie e holding bancarie con un elevato credit standing e una consolidata conoscenza del mercato e dei canali di distribuzione. Poiché, in questo caso, l'impresa deve sostenere il costo di una propria rete di vendita, è ovvio che ricorrono a questo sistema le imprese che hanno un continuo bisogno di ingenti fondi a breve termine.
Al collocamento tramite dealers ricorrono, in genere, imprese industriali, di pubblica utilità, e imprese straniere non finanziarie, i cui bisogni non sono così elevati e continui da giustificare il costo del collegamento diretto.
Il compito del dealer, che percepisce una commissione annua sull'ammontare dell'emissione, consiste in un servizio di distribuzione e di intermediazione. In pratica, il dealer compra la carta commerciale dall'emittente e cerca di rivenderla quanto prima possibile. Siccome, in genere il dealer, prima dell'emissione, si è già assicurato dei compratori, la vendita avviene nello stesso giorno dell'emissione. In caso contrario, il titolo è detenuto dal dealer nel proprio portafoglio. L'assunzione di tale posizione in proprio viene finanziata tramite Repos (Repurchase Agreement) o prestiti overnight. I dealers non hanno nessun controllo sulle scadenze né hanno la possibilità di soddisfare tutta la domanda che proviene dagli investitori in un determinato giorno in quanto essi vendono soltanto la carta commerciale comprata quel giorno o detenuta nel portafoglio.
All'emittente, al quale il dealer si rivolge, spetta pertanto la decisione finale sull'eventualità di una nuova emissione per venire incontro alle richieste insoddisfatte degli investitori (soprattutto Money Market Funds). Poiché la durata media della CP collocata direttamente varia dai 20 ai 40 giorni mentre quella collocata tramite dealers varia dai 30 ai 45 giorni, non esiste un vero e proprio mercato secondario per nessuno dei due tipi di CP: il titolo viene generalmente trattenuto fino alla scadenza. Tuttavia, se l'investitore ha urgente bisogno di liquidità il dealer usualmente è disposto a ricomprare la CP venduta in precedenza.
Per quanto riguarda il rating, poiché il titolo non ha garanzie, l'investitore può contare solo sulla capacità di rimborso dell'emittente: riveste particolare importanza, quindi, il ruolo svolto dalle rating agencies (che utilizzano parametri costanti e uguali per tutti). Per assicurarsi un buon rating, oltre, ovviamente, a una solida situazione economico-finanziaria, l'emittente deve poter disporre di linee di credito bancario che servono a sostenere il rinnovo a scadenza della carta commerciale. Dato che il SEC ha posto particolari limiti alle CP non accompagnate dai ratings provenienti da almeno due agenzie diverse, per quegli emittenti che non possono o non vogliono sottoporsi a tale analisi, l'accesso al mercato avviene tramite l'utilizzo di lettere di credito con le quali le banche garanti si impegnano, in caso di necessità, a pagare l'obbligazione dell'emittente (in questo caso è la banca garante a essere sottoposta al rating). Per far capire l'importanza svolta dal rating, basta osservare che tra una CP con rating A1+ (massima affidabilità secondo Standard's & Poor) e una con rating A2, sono stati rilevati differenziali di tasso (spreads) che oscillavano tra lo 0.4% e il 2%.
In Italia lo sviluppo del mercato delle commercial papers trova ostacoli di natura commerciale (scarsa disponibilità degli investitori e delle società di intermediazione a considerare titoli a breve non garantiti) e fiscale (imposta di bollo dell'1,2% che colpisce l'emissione di cambiali).
testo raccolto e adattato a cura di :
Paolo Binarelli ( Rebel Yell per gli amici)
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