Titolo Il guanto
Autore Stout Rex
Prezzo
L. 15.000
Dati 270 p.
Anno 1999
Editore Sellerio di Giorgianni
Collana La memoria
scheda di Pietri, S. L'Indice del 1999, n. 11
Nero Wolfe aveva già all'attivo i tre casi fortunati di
La traccia del serpente, La lega degli uomini spaventati
e Sei per uno quando, nel 1937, Rex Stout si risolse
all'invenzione di un anti-Wolfe dissonante e dolente
con l'investigatrice Dol Bonner di Il guanto.
Nel ciclo wolfiano ormai consolidato, il ruggito della
grande metropoli giungeva solo attutito, filtrato
dall'atmosfera ovattata, dai piccoli riti quotidiani,
maniacali quanto difensivi a oltranza, della casa di
arenaria nella 35a strada, sorta di cittadella fortificata
o di repubblica ideale per uomini soli al riparo dalle
leggi del tempo. Nel Guanto, ogni rete di protezione
è perduta. La storia di un ambiguo apprendistato al
mestiere di investigatore - cui Dol, relitto desolato
ma pragmatico della Grande crisi, è esposta come a una
condanna - si intreccia al racconto di un'eversiva
formazione al disincanto. La scrittura lascia così
irrompere gli incubi sopiti o banditi dall'universo
claustrofobico di Wolfe, con i cadaveri che pullulano
tra verande e giardini ben tenuti dei paradisi fuori
porta di Long Island, incongrui corpi scomposti di
animali assurdamente strangolati, dapprima fagiani, poi lepri, ben presto vittime umane. Intorno a loro, lo sguardo vulnerato e vulnerabile di Dol attraversa una corruzione torbida, oltre ogni asilo e redenzione possibile: giovani rampanti e morbose ereditiere annoiate, santoni à la page di grottesche sette orientaleggianti, giornalisti in carriera a caccia di scoop, poliziotti compiacenti. Consumato fino alle estreme conseguenze questo amaro rito iniziatico, Stout ripiegò di nuovo, nello stesso anno, verso il mondo rassicurante di Wolfe con l'avventura della Scatola rossa, ma non poté più separarsi completamente da Dol Bonner. Innestando l'una nell'altra le due serie narrative, le concesse di fare ritorno in più di un caso come spalla occasionale di Archie Goodwin, in apparenza "normalizzata" e riassorbita nel ruolo di comparsa sullo sfondo, ma ancora graffiante: la sola donna risparmiata dalla misoginia di Wolfe, e l'ombra femminile inquieta degli "irregolari della 35a
strada".
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