A quarant' anni dalla rivoluzione di Fidel Castro, Cuba si scopre sempre più povera, sempre meno libera e nuova meta dei turisti del sesso. Quando un padre di famiglia si alza il mattino, in questa Cuba di fine secolo, quali sono i due problemi che deve affrontare? Il primo è mangiare. Il secondo è: cosa mangiare? Questa amara battuta di spirito è stata messa in giro all' inizio degli anni 50. Siamo nel 1999 ed è sempre di attualità. La situazione non cambia. Il parlamento di Cuba ha introdotto nuove modifiche al codice penale dei reati di sfruttamento dei minori, che verranno puniti anche con la pena di morte. I reati meno gravi potranno essere puniti con 20 anni di carcere.È stata poi promulgata la legge per la protezione dell'indipendenza nazionale e dell'economia cubana, che stabilisce sanzioni severe contro chiunque collabori con gli Stati Uniti. Secondo questa nuova legge è vietato ricercare, ottenere o fornire al governo degli U.S.A. informazioni. E' un reato anche collaborare con i mezzi di comunicazione nordamericani, partecipare a riunioni o a manifestazioni,diffondere materiale propagandistico e chiedere o ricevere denaro se questo avviene con fini "collaborazionistici". Il governo ha anche dato il via a una gigantesca operazione di politica contro la criminalità comune, per cercare di ripulire il centro storico della capitale, l' Avana vecchia. Piccoli mendicanti, borseggatori e prostitute sono stati i primi obiettivi. Per far rispettare questo nuovo ordine, Fidel Castro sta usando 7000 agenti e ha deciso di incentivare l'arruolamento di giovani nella polizia con uno stipendio di 500 pesos (un medico ne quadagna 400) e un "buono" in generi alimentari. Questi ultimi fatti e provvedimenti hanno ulteriormente aggravato la situazione politica e la condizione economica di Cuba. Fidel Castro sta comunque cercando appoggi internazionali e perciò effettua numerosi viaggi, soprattutto in Europa, al fine di stabilire alleanze e stipulare contratti economici che pongono fine al suo isolamento. Un avvenimento importante è stato il viaggio di Giovanni Paolo II a Cuba: è sembrato infatti un segnale di apertura e di tolleranza. In realtà nel regime si alternano momenti restrittivi a momenti di maggiore apertura.