LA PREISTORIA
Durante l'età della pietra antica (paleolitico) fonti di
energia dell'uomo furono: quella muscolare, quella del
fuoco e l'energia chimica degli alimenti.
Il fuoco, per esempio, era la fonte energetica principale:
riscaldava i cibi, era un mezzo di difesa dagli animali
feroci ed era usato per l'illuminazione. Un solo focolare
serviva a più famiglie e poteva essere alimentato con
poca legna.
Il fabbisogno energetico degli uomini primitivi fino a 10.000
anni fa era dunque quello necessario per la loro
sopravvivenza.
Nel periodo successivo (neolitico) l'uomo imparò
gradualmente a coltivare la terra e ad addomesticare gli
animali. Le popolazioni, fino a quel momento nomadiche,
diventarono stanziali e crearono i primi villaggi (5.000
a.C.); si svilupparono le lavorazioni del legno, della
ceramica e, a partire dal 3.000-2.000 a.C., del ferro e
dei tessuti. L'uomo cominciò ad utilizzare la legna come
combustibile. Uno degli utensili maggiormente utilizzati
in quel periodo fu l'aratro con il quale l'uomo imparò a
sfruttare l'energia degli animali, di gran lunga
superiore a quella muscolare degli uomini.
L'aratro fu dapprima costruito in legno ed in pietra, in
seguito furono prodotti utensili in ferro, in grado di
coltivare i terreni più duri.
torna
LE GRANDI
CIVILTA'
Per diversi secoli le forze e le fonti di utilizzazione
dell'energia sono rimaste quasi sempre le stesse, legate
alla scoperta primordiale del fuoco ed alla capacità di
sfruttare la forza muscolare, animale ed umana. Le grandi
civiltà a noi familiari (Assiro-Babilonese, Egiziana,
Greca e Romana) raggiunsero elevati livelli di sviluppo
impiegando su larga scala l'energia muscolare degli
schiavi e degli animali, ma senza ulteriori scoperte,
sotto il profilo energetico, rispetto alle conoscenze
dell'uomo primitivo. 
Fin dall'antichità era già conosciuta anche un'altra
fonte di energia meccanica, l'acqua corrente, utilizzata
a questo scopo dagli egizi. I primi mulini ad acqua si
basavano su una ruota orizzontale; essi furono utilizzati
dai romani solo per la macina del grano.
I Romani sperimentarono anche la ruota verticale, più
vantaggiosa. Questa, però, verrà utilizzata in modo più
diffuso ed intenso solo nell'Ottocento.
Assai più limitato fu l'uso del mulino a vento, perché
più complesso e molto più legato a particolari
condizioni atmosferiche ed ambientali.
torna
L'ETA'
MEDIOEVALE
Con la caduta dell'impero romano d'Occidente e con le
invasioni barbariche venne a mancare la mano d'opera
degli schiavi. Questo portò alla realizzazione di nuovi
dispositivi in grado di utilizzare più efficacemente le
risorse offerte dalla natura. Ad esempio, per migliorare
le condizioni lavorative in campo agricolo, furono
realizzate nuove bardature. Infatti, l'attaccatura usata
fino all'alto medioevo ostacolava la respirazione degli
animali; invece attorno al X secolo si cominciò a
introdurre il sistema usato ancora oggi, che consente
all'animale di sviluppare tutta la sua forza di trazione,
la quale risulta triplicata e può essere utilizzata per
muovere nuove macchine e per tirare aratri più robusti.
Tuttavia l'impiego degli animali per girare ruote e
macine venne pian piano soppiantato dai mulini ad acqua e
a vento.
Il mulino ad acqua è un'invenzione antica poiché risale
al mondo greco-romano; tuttavia cominciò a diffondersi
solamente nel medioevo. Anche il mulino a vento risale a
qualche secolo prima di Cristo ma la sua applicazione è
dovuta agli arabi (VII sec. d.C.).
La ruota a pale, poteva muovere macine per il grano,
frantoi per olive, calce o minerali, i magli per battere
il ferro, gualchiere per compattare i panni, i mantici, i
dispositivi per sollevare l'acqua e per segare il legname.
Nel medioevo poi, nelle città, i mulini rappresentarono
il centro economico.
L'energia eolica fu utilizzata prevalentemente per la
navigazione. Per anni, infatti, vennero usati schiavi e
prigionieri per spingere le navi con i remi e la vela era
solo un ausilio; ma, con l'andar del tempo, l'energia
muscolare venne progressivamente sostituita da quella
eolica, utilizzando enormi velature.
torna
IL
RINASCIMENTO
Nell'età rinascimentale le migliorate
condizioni di vita e l'aumentata produzione di beni
resero necessari meccanismi più sofisticati, derivati
dai progetti di Leonardo (1452-1519) e dai numerosi
studiosi del Cinquecento e del Seicento. In tale periodo
poi, sulle rive dei fiumi si addensarono, per soddisfare
i loro bisogni d'acqua, le manifatture e si svilupparono
le grandi città. Vennero costruiti grandi impianti di
sfruttamento per pompare e rifornire d'acqua i vari
palazzi.
Si continuarono naturalmente ad utilizzare, come fonti di
calore, anche la legna e il carbone. Nelle regioni più
ventose i mulini a vento divennero elementi tipici del
paesaggio.
torna
LA
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Nel Settecento l'Inghilterra era il Paese più ricco e
progredito del Mondo. Le numerose colonie, il controllo
del commercio (tra cui quello degli schiavi) e dei
trasporti internazionali e lo sviluppo di altre attività,
come le assicurazioni o le banche, le procuravano enormi
ricchezze. La grande disponibilità di ricchezze consentì
di sviluppare per prima l'industria, quell'attività
economica che trasforma le materie prime in prodotti
destinati alla vendita. Prima di tale processo essa
veniva svolta attraverso il lavoro manuale. Dalla prima
metà del Settecento una profonda trasformazione del modo
di produrre le merci diede vita alla rivoluzione
industriale.
Il lavoro dell'uomo venne sostituito con quello delle
macchine: in questo modo si poté usare una nuova forza
motrice, il vapore. Le fabbriche nacquero come luoghi di
lavoro in cui le macchine venivano riunite per sfruttare
la stessa fonte di energia.
La grande disponibilità di carbone, e quindi di energia,
portò al decollo dell'industria. Il progresso della
tecnica e le potenze politiche e militari favorirono una
certa libertà economica. I settori più sviluppati
furono l'industria tessile e siderurgica. Quest'ultima
poteva disporre di un nuovo combustibile, il carbon coke,
utilizzato negli altiforni per fondere i metalli. Ogni
operaio si specializzava in un'attività manuale e si
doveva adeguare al ritmo di lavoro della macchina cui era
addetto. La diffusione dell'industria determinò la
nascita di una nuova classe sociale, gli operai, le cui
condizioni di vita e di lavoro erano durissime. Altre
conseguenze furono il sorgere di nuove città
industriali e l'affermarsi della borghesia
imprenditoriale.
Personaggi importanti nelle prime tappe della Rivoluzione
industriale:
- John Kay (1733, spoletta
volante nel telaio)
- Newcomen (1712, macchina a
vapore per togliere l'acqua
dalle miniere)
- James Watt (trasforma il movimento a stantuffo delle
prime macchine a vapore in un moto rotatorio molto più
vantaggioso)
- Robert Fulton (1803, usa il
vapore per far muovere un battello)
- George Stephenson (1814,
locomotiva).
torna
L'ETA'
MODERNA
Nella seconda metà dell'Ottocento iniziò a diffondersi
l'impiego di un'altra importante fonte energetica:
l'elettricità. Questa era conosciuta sin dall'antichità.
Tuttavia furono solo le scoperte di Alessandro
Volta (1745-1827), il quale ideò il primo
generatore in grado di erogare corrente elettrica per un
tempo abbastanza lungo, di Oersted (1777-1851)
e di Faraday (1796-1867) che permisero
di realizzare prototipi degli attuali generatori
elettrici. In seguito, l'invenzione della lampada
elettrica di Edison (1847-1931), aprì
la strada alla produzione e distribuzione di energia
elettrica per usi civili.
La necessità di quantità sempre maggiori di energia e
l'ideazione di un nuovo tipo di motore, ossia il motore a
scoppio che sostituì quello a vapore, portarono allo
sfruttamento industriale del petrolio.
Come il carbone, anche il petrolio era noto sin
dall'antichità, tuttavia non si era mai trovato il modo
di utilizzarlo, se non per l'illuminazione.
Il petrolio così si impose sul carbone per i minori
rischi e costi, per la facilità nel trasporto e per il
minore inquinamento ambientale. In più si scoprì il
modo di estrarre dal petrolio numerosi carburanti per i
motori delle automobili e molti altri distillati.
Il gas naturale, ossia il metano, sebbene noto sin
dall'antichità, ha assunto importanza solo alla fine
dell'Ottocento; peraltro, fino alla crisi energetica del
1973, è stato poco commercializzato e usato
prevalentemente dai paesi che ne disponevano in maggiori
quantità.
Una delle più recenti fonti di energia sfruttate
dall'uomo è l'energia nucleare. Essa ha avuto origine
nella prima metà del Novecento e sfrutta particolari
reazioni chimiche per la produzione di energia. I primi a
studiare tali particolari fenomeni, chiamati radioattivi,
furono Pierre e Marie Curie
(inizi del Novecento).
In seguito, una svolta decisiva nel campo dell'energia
atomica fu data dal fisico italiano Enrico Fermi.
Egli, nel 1934, scoprì che l'uranio, bombardato con dei
neutroni, dà origine ad energia, sotto forma di luce e
calore. Egli ideò, poi, un dispositivo, denominato pila
atomica, in grado di sfruttare razionalmente tale
particolare energia.
torna
|