In questi ultimi mesi secoli di solitudine sono finiti a Timor Est. Una persona su quattro, si calcola, è morta nei venticinque anni di dominazione, quasi senza una protesta diplomatica, una condanna ufficiale, una pressione internazionale.
Xanana Gusmao, eroe della lotta di liberazione a Timor, aveva coniato in quei lunghi anni un suo slogan "Resistere è vincere". L'obiettivo strategico era tutto qui: tenere duro, non essere spazzati via dalla faccia della terra dall'esercito indonesiano. D'improvviso ecco soldati di ogni nazione venire in soccorso, montagne di razioni iperproteiche e sacchi di riso crescere a vista d'occhio sui moli del porto, in attesa della distribuzione. Delhi è stata per qualche giorno il centro del mondo. Come Sarajevo, Yalta, Hiroshima, resterà uno di quei luoghi che la storia del secolo ha per un momento attraversato. Tranne in momenti eccezionali, come le guerre mondiali, le potenze hanno sempre considerato Timor Est un impiccio, una palla al piede, un ingombro di cui liberarsi. Quando l'Indonesia l'invase, il mondo guardò dall'altra parte.
Timor Est non ha mai avuto molto da offrire: legno di sandalo, cupra, caffè. C'è petrolio e gas nel suo mare,ma non in quantità tali da giustificare una guerra. Secoli di presenza coloniale hanno lasciato un marchio ereditario su Timor Est. La chiesa cattolica è sempre stata dalla parte dei timoresi.Il clero ha tenuto duro, ha nascosto,ha protetto, ha nutrito ,ha difeso, ha salvato.
Così è stato ancora adesso, nelle terribile settimane di settembre 1999.
Timor Est è, per così dire, un anacromismo. Lo è sempre stato. All'indomani della II Guerra Mondiale,
quando in tutto il mondo coloniale scoccò l'ora delle indipendenze e trionfava la parola d'ordine dello "sviluppo", Delhi non aveva un telefono, una lampadina elettrica, una strada asfaltata, un rubinetto dell'acqua corrente, nemmeno un molo dove una nave potesse attraccare.
Più tardi qundo nel terzo mondo furoreggiarono i movimenti di liberazione, i timoresi imbarazzavano i rari visitatori europei per il loro atteggiamento sottomesso, quasi servile.
Oggi anche per il popolo di Timor sembra essere arrivata l'ora della indipendenza.