SUBSONICA
ABITUDINE
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Caso raro di un video che sarebbe andato in onda comunque, al di là della qualità finale (molto buona fortunatamente), proprio per l'importanza della band in questione e per il sicuro airplay nelle radio. Il progetto di "Abitudine" nasce da una telefonata di Max Casacci (componente e tra i fondatori dei Subsonica) a Lorenzo e ad altri registi preselezionati. Lorenzo trova l'idea giusta durante una conversazione con la sua ragazza: "Secondo te di cosa parla questa canzone?", "di due individui che non si vedono più come essere umani"... Una degli spunti lasciati dai ragazzi era la volontà di comparire con gli occhi rossi (un omaggio ai Led Zeppelin) e così l'idea è nata. Una giovane coppia si incontra in un non-luogo, l'ambiente è rarefatto e il tempo è sospeso. I due individui sono androidi e il loro incontro è spezzato dall'arrivo di una minacciosa autovettura (sulla quale, tra l'altro, sono seduti i Subsonica). Davanti a questo "dolore", i due reagiranno in maniera diversa, chi sogna un finale diverso e più "terrestre", chi decide di affrontarlo e di farsi attraversare, rischiando un atteggiamento troppo "umano". Perfezionando l'idea (con alcuni spunti del regista Luca Pastore), la vettura che simboleggia "il tempo", "il dolore" o più semplicemente "la fine" diventa da nera a bianca, con la scritta "Be Human" in nero (un pò alla "Essi Vivono" di John Carpenter). Inoltre sono state aggiunte sequenze in una radura di neve (difficile da trovare in un periodo dove si stava sciogliendo tutto). Nelle intenzioni, il video doveva avere un tono leggermente inquietante ed essere molto rigoroso a livello registico. Girato in due giorni all'aeroporto privato dell'Axa a Linate, è stato un buon set, anche se appesantito dal lutto che ha colpito Lorenzo il giorno prima (è mancata sua nonna a cui era molto legato). La difficile produzione è affidata alla Gone Shopping, alle prese con enormi vincoli doganali e permessi non facili da ottenere. La fotografia di Paolo Bellan è quasi una versione diurna di "Triathlon" di Cristina Donà (sempre con Samuel e Max Casacci, anche se in quel caso la luce era di Alessandro Pavoni), i colori sono il giallo, il grigio, il blu e il bianco e nero). Da sottolineare l'ottimo lavoro del fidato Luca Dell'Oro nelle riprese aeree e nella steadycam. Il montaggio è a cura di Gianandrea Tintori col quale Lorenzo sperimenta la tecnica della dissolvenza incrociata interrotta, presente a metà del video nella parte del sogno virata in rosso.

Anno:    2005
Giorno di ripresa:    16,17-03-2005
Artista:    SUBSONICA
Formato:    super16mm
Regia:    LORENZO VIGNOLO
Fotografia:    PAOLO BELLAN
Montaggio:    GIANANDREA TINTORI
Ex. producer:    FRANCESCA CHIAPPETTA
Produzione:    GONE SHOPPING
Aiuto regista:    ALESSANDRO TROVO'
Durata:    3'20''
Location:    AEROPORTO AXA - LINATE
Visibilità:    MTV - ALL MUSIC - ROCK TV - VIDEOITALIA


IL TRATTAMENTO ORIGINALE
Esterno giorno. Un lungo e preciso movimento di camera in avanti ci porta dall’asfalto ai passi di un ragazzo ripreso di tre quarti. Indossa una giacca scura e ora avanza dandoci le spalle. Ci troviamo in un luogo molto spazioso assomigliante alla pista di atterraggio di un aeroporto. L’atmosfera è rarefatta. In un inquadratura fissa e molto ampia lo vediamo fermarsi al centro del quadro. Una ragazza davanti a lui si avvicina guardandolo intensamente. I due avevano un appuntamento e stanno ora uno davanti all’altro in un campo e controcampo tipicamente cinematografico. Vediamo per un istante, un frammento-immagine di un’immagine conclusiva: una panoramica di 360° in una radura innevata. Ci accorgiamo da subito che i loro occhi sono illuminati da led rossi, lei tiene prevalentemente gli occhi socchiusi, forse per sembrare più umana. Vediamo apparire in teleobiettivo una macchinona bianca dai vetri neri che si aggira lenta e minacciosa nello spazioso ambiente. Sulle fiancate una grande scritta nera “BE HUMAN!”. Non riusciamo a vedere i volti dei passeggeri. Ritorniamo ai due ragazzi, la prima inquadratura sembra il punto di vista dell’auto: i due si avvicinano e iniziano a sfiorarsi, l’atmosfera è però spezzata. I due si accorgono dell’auto e iniziano a correre insieme velocissimamente inseguiti. Queste inquadrature tra l’altro, saranno riprese in soggettiva, tramite pettorine che terranno il soggetto fisso in primo piano mentre il resto dell’ambiente diverrà mosso. Da un particolare del braccio del ragazzo in corsa notiamo una sorta di batteria, anch’essa con i led. Il ragazzo ne ha pochi, come fosse quasi scarico. In questo modo ci accorgiamo che il ragazzo perde colpi, non è affaticato ma inizia a rallentare fino a fermarsi. Da un particolare del braccio vediamo la sua batteria finita. La macchina bianca si avvicina. Primo piano di lui, immobile, che chiude gli occhi. Durante il tempo dispari, vediamo un piano sequenza con le immagini, virate di una dominante diversa (da concordare, potrebbe essere più fredda), della prima scena. Il ragazzo e la ragazza, stavolta con gli occhi umani si incontrano ripetutamente da inquadrature diverse, si sfiorano e si baciano. In una prospettiva multiangolo le immagini, pur montate con tagli interni e in maniera nervosa (come in un difficoltoso download…), ci appaiono le più reali viste finora. Su queste immagini vediamo altri frammenti, sempre più lunghi, della panoramica a 360° in della radura innevata. Troviamo da subito i Subsonica in una doppia ambientazione che si unirà nell’ultima parte del video. Nella prima, vediamo i loro particolari all’interno della lussuosa e grande macchina bianca. Nell’ultima parte del video li vedremo scendere al rallenty e raggiungere un tetto rialzato adiacente alla storia, dove si svolge il playback del pezzo. Le immagini del playback sono anticipate nella prima parte del video, in particolare, all’inizio del ritornello vediamo i led rossi di Samuel accendersi al posto degli occhi… Epilogo del video (da concordare a seconda della struttura finale del pezzo). Un inquadratura fissa su un campo lungo, è un punto di vista dal basso (il lui rotto?) che prende tutto l’asfalto. Vediamo la ragazza rimasta sola al centro del fotogramma. Passiamo direttamente al suo primo piano, dagli occhi socchiusi e luminosi, scende una lacrima. Ora l’inquadratura della radura innevata sta concludendo il suo giro e si interrompe non appena si intuisce una figura umana che sta entrando in campo. La macchina bianca ora accelera. L’inquadratura del braccio della ragazza rivela i led della batteria a metà. Al rallentatore la vediamo voltarsi e correre con volto determinato verso la vettura. Torniamo all’immagine larga; l’auto e la ragazza si avvicinano sempre di più, destinati a scontrarsi. Ma l’auto passa attraverso di lei, tramite un’inaspettata dissolvenza. Gli occhi della ragazza rimangono chiusi, la macchina bianca va via sullo sfondo. La vediamo fermarsi e piegarsi in un inspiegabile fiatone. La panoramica innevata a 360° si conclude e troviamo in campo la ragazza in mezzo alla radura. Sotto di lei una scritta rossa sulla neve “BE HUMAN!”.


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