"COROLLARI DELLA VECCHIAIA"
Il tema della vecchiaia è uno dei più importanti tra quelli che riguardano la struttura sociale della comunità umana all’inizio del terzo millennio.
L’allungamento della vita (o, meglio, dell’aspettativa di vita) ha portato la terza e quarta età ad avere un ruolo attivo e passivo estremamente importante sia per il numero degli anziani (continuo aumento percentuale) sia per complessità dal momento che le alte età hanno fatto emergere problematiche un tempo sconosciute e/o misconosciute (vedi, per esempio, le malattie neurodegenerative croniche).
Queste semplici osservazioni ci illustrano quanto sia complesso il tema della vecchiaia e degli anziani che occupa tutte le aree del sapere e interessa le ricerche che mirano a studiare ed organizzare interventi sufficientemente utili per affrontare i problemi connessi con l’invecchiamento della società.
La vecchiaia impone uno studio multidisciplinare che permetta di moltiplicare i punti di osservazione ed anche dinamico, nel senso che necessita di continui aggiornamenti perché l’ambiente, la popolazione ed i bisogni individuali sono in vertiginoso cambiamento.
Pregiudizi, miti, idee stereotipe, atteggiamenti mentali, idiosincrasie, rifiuti inconsci giocano ruoli diversi nell’interpretazione di un fenomeno che così risulta sempre sconosciuto ed anche perturbante in quanto riguarda la vita, ma, nello stesso tempo, anche la morte.
Obiettivo del Convegno è quello di cercare di dare una risposta "valida" e attualizzata ai numerosi interrogativi che pone il diventare vecchi nella società attuale.
Per altro, l’iniziativa deve servire da mezzo di informazione e di formazione per professionisti (medici, psicologi, psichiatri, sociologi, geriatri, educatori, assistenti sociali, animatori, fisioterapisti), per i famigliari, i caregivers e per tutte le persone che, in qualche modo, prestano una attività in rapporto con le persone anziane.
TEMI
Si sono scelti molti temi di interesse per la ricerca e tra questi:
- la costruzione di un immaginario , individuale e collettivo, degli stessi anziani, dei loro famigliari, dei professionisti, dei caregivers, dei volontari e dei funzionari delle Istituzioni, di fronte alla realtà esistenziale di tante persone che ormai rappresentano tra il 2° ed il 25 % della popolazione;
- vincoli, svincolazioni e ri-vincolazioni che arricchiscono e danno significato alle relazioni familiari, sociali, intergenerazionali che assumono anche l’aspetto della solidarietà che si vincola con tradizioni, realtà storico-politiche, funzionamento di organizzazioni, programmazioni che si legano alle politiche sociali;
- la percezione di un senso di sé che si vincola con la soddisfazione vitale, lo stato d’animo e la felicità, sentimenti vincolati con il concetto di salute funzionale e, soprattutto, con la qualità della vita;
- la prevenzione, che nei suoi aspetti di primaria, secondaria e terziaria, si offre oggi come panorama di ricerca e di applicazione fondamentale per poter affrontare con dignità, con adeguatezza e "normalità" le alte età;
- lo spettro della demenza che si sta profilando come il più grave quadro patologico e, soprattutto, quello che investe maggiormente la famiglia e la società sia per le concomitanti etiche, che per quelle economico-organizzative;
- la medicina che sta investendo sempre di più. Per importanza di volume delle richieste che per qualità e complessità degli interventi, nella geriatria, nella gerontologia e nella gerologia, per la ricerca, per l’assistenza e per il recupero funzionale;
- la sociologia ha anche dovuto applicarsi in modo specifico e speciale alla vecchiaia, così come hanno fatto psicologia e psichiatria, prop5rio perché l’impatto ambientale sta dimostrandosi delicato e problematico nelle dinamiche che riguardano la vita sociale, relazionale , emotiva ed affettiva;
- la geronto-psichiatria è un’area interdisciplinare che considera l’anziano nella sua globalità personale e relazionale, tenendo conto che proprio per trattarsi di persone che, trovandosi nell’ultima fase della vita, sono particolarmente sensibili a tutto ciò che si riferisce alla perdita e, soprattutto, all’invalidità ed alla "dipendenza patologica".
Anche le persone che, per motivi professionali, di solidarietà ed anche di familiarità, devono stare vicini per lunghi periodi a persone anziane inferme, coprono un ruolo definito a volte "insalubre" a causa delle difficoltà relazionali e, soprattutto, per quella particolare situazione creata dalla "concomitanza con la morte";
- la geriatria, che ha fatto tanti passi avanti nello studio della clinica, oggi ha assunto su di sé anche questioni come il benessere, la qualità della vita e le relazioni intergenerazionali ed intragenerazionali;
- la sicurezza è un tema scottante che purtroppo sta assumendo una dimensione pericolosa proprio perché investe non solo aspetti legati all’incolumità fisica, ma anche dimensioni terrorizzanti se pensiamo alle difficoltà economiche che, per altro, interessano tutta la popolazione;
- la solitudine ed il "terrore" di essere ricoverati sono spesso causa di situazioni psicopatologiche importanti e tutto il tema dell’istituzionalizzazione sta assumendo proporzioni e difficoltà tali che si può dire stia diventando uno dei grandi problemi sociali di questo primo periodo del nuovo millennio;
- l’allungamento e la qualità della vita sono forse le questioni più discusse nell’area della vecchiaia, proprio perché da un lato le alte età non portano ad un equilibrato incremento proporzionale delle diverse tappe dell’esistenza, ma si può dire che sia allungata non la vita, ma la vecchiaia. Per altro la sensibilità etica porta a considerare sempre più la "qualità " e la "qualità totale" nell’esistenza, nell’approccio relazionale, nell’intervento terapeutico-riabilitativo ed anche nel rapporto con la quotidianità.

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