Donne e pittura

Artemisia Gentileschi

ParticolareNasce a Roma nel 1593 ca. e rimane orfana di madre a soli 12 anni e deve occuparsi della conduzione familiare e dei fratelli. Studia pittura con il padre, Orazio Gentileschi e con il suo collega Agostino Tassi.
Nel 1610 Artemisia porta a compimento il suo primo quadro: Susanna e i vecchioni.
Nel 1612 Orazio Gentileschi accusa Agostino Tassi di aver violentato Artemisia: segue il processo, ma Tassi viene prosciolto da ogni accusa sebbene fosse già stato accusato molte volte di molestie e stupro.
Nonostante queste vicissitudini, un mese dopo Artemisia si sposa e si trasferisce a Firenze dove viene chiamata a decorare la casa di Filippo Buonarroti, nipote di Michelangelo, del quale diventa poi grande amica.
Lavora a Roma, a Napoli ed anche in Inghilterra, collaborando con il padre e realizzando ritratti su commissione.
Nel 1620 si stabilisce per un periodo a Roma e poi nel 1930 si trasferisce stabilmente a Napoli.
Artemisia Gentileschi si ispira, come il padre, al Caravaggio con risultati più che dignitosi per dipinti come un autoritratto (Hampton Court) e Maria Maddalena (Palazzo Pitti a Firenze).
Uno dei soggetti preferiti di Artemisia fu la vicenda biblica di Giuditta, la vedova virtuosa che sedusse e uccise Oloferne. Un esempio del suo approccio a questo soggetto è rappresentato da Giuditta e Oloferne (1620 ca., Galleria degli Uffizi, Firenze).
Muore a Napoli nel 1651.

Giuditta e Oloferne

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