Donne che scrivono

Armanda Guiducci

Laureata in filosofia, ha collaborato con Ragionamenti, Tempi moderni, Cultura e realtà, L'Avanti e ha ricevuto numerosi premi letterari tra cui il Premio Cittadella per Poesie per un uomo, il Premio Pisa per Il mito Pavese e A colpi di silenzio.
Armanda Guiducci ha scritto numerosi libri imperniati sulla condizione della donna in generale, ed in particolare sul lavoro familiare con Donna e Serva, sulla cultura contadina con La donna non è gente...

 

"La bellezza, nella nostra società, è un frettoloso valore. E' un bene di consumo - rapidamente consumato. Come ogni bene di consumo bruciato nell'industria della vita, e alla stessa stregua veloce dei prodotti industriali della nostra consumazione, è un bene spersonalizzante. La società apprezza la bellezza femminile, la provoca. E' sempre stato così. La bellezza è necessaria al desiderio maschile e, anche se il viceversa è vero, la società, maschile, ha sottolineato il desiderio maschile, e creato per la donna il frigido mito "capitalista" dell'uomo la cui bellezza non conta, ma conta la solidità (l'uomo-denaro). E la donna, allegra vittima di quel narcisismo di cui la società stessa l'ha, a lungo andare, dotata, si spersonalizza in questa bellezza breve, che non troverà più, al primo capello bianco, nè credito nè perdono."

La mela e il serpente - Armanda Guiducci

 

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Bibliografia

La domenica della rivoluzione    1961
Poesie per un uomo   1965
Dallo zdanovismo allo strutturalismo   1967
Il mito Pavese   1967
Pavese   1972
La mela e il serpente   1974
Due donne da buttare   1976
La donna non è gente   1977
All'ombra di Kali   1979
A colpi di silenzio   1982
Donna e serva   1983
A testa in giù

Due donne da buttare

"Voci voci voci. Il mondo è gremito di voci. Ma noi udiamo solo le voci prevalenti - quelle di chi grida più forte.
Eppure, a volte, nel rimbombo, mi sembra di afferrare una immensità silenziosa: quella in cui si cancella l'esistenza d'un infinito numero di gente privata di una voce propria.
Mi sono detta: voglio imparare a udirla, questa massa di voci senza suono, espressione; voglio inoltrarmi dentro questa buia musica informe spoglia di percussioni.
Così, camminando oltre i margini dello spazio sonoro in cui io vivo, ho incontrato donne dalla voce murata - donne che mai hanno parlato o a cui mai è stato concesso diritto o dignità di parola."
E così Armanda Guiducci dà voce a due donne, una casalinga e una prostituta che raccontano la loro storia di emarginazione.

"Nell'esistenza borghese, nella vita della classe dominante la forza di una consumazione ricca e disordinata, il distacco critico da certi divieti della religione (la carne al venerdì, per esempio, fino a pochi decenni fa ancora osservata) e lo sviluppo, cinico e autonomo, di una cultura urbana, ha cancellato ogni superstite legame d'osservanza cultuale dell'uomo verso il cibo. Mentre nella città il cibo, oggetto della manipolazione industriale, e oggetto da monetizzare, si avvia a diventare sempre più anonimo, neutrale, subendo un processo, sempre più macchinoso, di astrazione dalle origini agrarie, nelle culture locali delle campagne e dentro l'area della consumazione povera dove la donna [....] è ancora china, intenta alla raccolta del cibo, questo, che da sempre e tuttora è appena stato strappato dalla terra, conserva assonanze, rimanda echi, un mormorio allusivo e sotterraneo che le orecchie di cemento della città non intendono più."

La donna non è gente - Armanda Guiducci