Alan Parsons Live Project
Il concerto del 21 ottobre 2004 all'Alcatraz di Milano - Impressioni
I
concerti di Alan Parsons saranno anche roba per intenditori, forse anche musica di nicchia, ma di sicuro non radunano masse di teenager urlanti che si strappano i capelli; eppure sono concerti che non
passano inosservati.
Come accaduto sei anni fa, anche stavolta sui biglietti (sia quelli
normali, sia quelli omaggio) c'era scritto "Alan Parson", senza la "s"
finale; e, come sei anni fa, al concerto erano presenti circa un
migliaio di persone, ed almeno un centinaio davanti alle porte
dell'Alcatraz in attesa di entrare. A differenza del Propaganda, in cui
si tenne il concerto del 1998, l'Alcatraz è molto più
grande, e quindi, verso il fondo sala, qualche vuoto, immancabilmente,
c'era.
Il concerto è iniziato alle 21:30, con una buona mezz'ora di
ritardo; c'è da sottolineare l'impazienza dei fan, che
già alle 21:05 applaudivano e fischiavano per far sì che
la band entrasse sul palco
(nel frattempo, non riconosciuto quasi da nessuno, il tastierista, Manny Focarazzo ha scattato un paio di foto al pubblico).
Ad ogni modo, ad un segnale convenuto c'è stato buio in sala, e
luci verdi saettanti hanno segnato l'inizio dello show sul ritmo di "I Robot",
seguito subito dopo dagli altri brani come da scaletta (che potete
leggere oltre).
Tutta la band ha suonato - e
cantato - in modo egregio, per quasi un'ora e quaranta minuti
ininterrotti. In particolare ha molto colpito il neo batterista di
Parsons, Steve Murphy, una sorta di armadio ambulante simile ad un giocatore di football americano, che ha impresso una fortissima carica allo show, e che per giunta ha cantato
(e bene) brani anche difficili come "Breakdown" e "Psychobabble" (al termine del concerto ha lanciato le bacchette verso il pubblico).
Dicevo di "Breakdown", pezzo davvero inusuale nei live di Parsons; la cosa interessante è stata però il mix a seguire con The raven, cantata da P.J. Olsson, dove però l'ultimo "Nevermore" è stato lasciato allo stesso Parsons.
Anche "Limelight" è stata una novità, nel senso che
è stata cantata per la prima volta dal bassista, John Montagna (di lontane origini italiane, come pure Manny Focarazzo).
"A valid path" è andato maluccio: nei negozi di dischi ce n'erano in vendita pochissime copie, e quindi - anche in questo caso - quasi nessuno aveva la più pallida idea di che cosa fosse un "ritorno a Tunguska", quasi nessuno ha colto i riferimenti di Parsons a Shpongle, Uberzone, Nortec Collective, e quando ha parlato di David Gilmour (solista nell'album), qualcuno tra il pubblico pretendeva riconoscimenti anche per Roger Waters, il che è tutto dire.
Ovviamente poi erano pochissime le persone che hanno cantato sulle note
di "More lost without you" e "We play the game" (ma tutti hanno cantato
i vecchi brani, decisamente più conosciuti). Dopodiché
è stato il Buon Vecchio Zio Alan a ricordare che il Cd poteva essere acquistato anche presso un bancone in fondo al locale (ed al
termine del concerto c'è stata una piccola ressa).
Interessante anche "I wouldn't want to be like you": si è interrotto dopo la parte strumentale, e mentre buona parte del pubblico applaudiva, pensando che il brano fosse terminato, altri si chiedevano che fine avesse fatto il terzo ritornello... ed infatti di lì a poco il brano è ripreso e si è poi regolarmente concluso.
Al termine di "Prime Time" ci sono stati degli entusiasmanti
assolo di Godfrey Townsend (che si era già fatto notare in "Psychobabble" e che ha lanciato verso il pubblico una decina di plettri), e poi "Sirius" ed "Eye in the sky" hanno concluso il concerto. Non per molto, ovviamente: ecco pronto il bis, come da scaletta del tour.
Due curiosità: due persone, accanto a me, erano preoccupate di
perdere il treno, ma nonostante ciò volevano restare almeno fino
ad "Old and wise", che è stato il secondo brano dell'encore. Per il bis, il bassista
(John Montagna) si è cambiato ed è tornato sul palco con una maglia azzurra con su scritto "Italia".
Al termine del concerto i soliti buttafuori hanno costretto tutti ad
uscire; dopo più di un'ora di attesa (durante la quale P.J. era stato mandato in avanscoperta per comprare una pizza) finalmente la band è uscita: spazio dunque agli autografi ed alle foto (che sistemerò meglio quanto prima). Un motivo di orgoglio personale è stato il vedere alcuni fan che si sono fatti autografare la stampa della pagina delle news di questo sito sul concerto di Milano!
Ultimo ad uscire è stato AP: ha ringraziato i fan ed ha detto che tornerà in Italia se qualcuno organizzerà un nuovo concerto. In particolare gli ho chiesto notizie sul suo nuovo lavoro,
vale a dire la composizione della colonna sonora per il film "25/5/77":
mi ha risposto che lo score
è in fase di produzione e che se non ci saranno intoppi potrebbe
uscire tra sei mesi.
Ma a questo punto ha iniziato a piovere, ed AP si è diretto con passo svelto verso il pullman...
That's all, folks!
La band: Alan
Parsons (chitarre, voce, tastiere,
percussioni), P.J. Olsson (vocalist),
Godfrey Townsend (chitarra), Steve Murphy (batteria), John Montagna (basso), Manny Focarazzo (tastiere).
La scaletta del concerto di Milano: I Robot, Damned if I do [P.J. Olsson], Don't answer me [Alan Parsons], Breakdown [Steve Murphy], The raven [P.J. Olsson], Luciferama, What goes up... [Steve Murphy/P.J. Olsson/John Montagna], Limelight [John Montagna], Psychobabble [Steve Murphy], Time [P.J. Olsson], Return to Tunguska [Alan Parsons], More lost without you [P.J. Olsson], I wouldn't want to be like you [John Montagna], We play the game [P.J. Olsson/Alan Parsons], Don't let it show [P.J. Olsson], Prime time [Godfrey Townsend], Sirius/Eye in the sky [Alan Parsons], (The system of) Dr. Tarr and professor Fether [P.J. Olsson], Old and wise [P.J. Olsson], Games people play [P.J. Olsson]
Per
notizie sul concerto di Piangipane (RA) seguire
questo link.
Per notizie sul concerto di Palermo seguire
questo link.
Infine, per notizie sui concerti di Firenze e Mantova seguire questo link.
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