Negli ultimi giorni di giugno del 1918 D'Annunzio, che ha assunto il comando della Squadra Aerea S.Marco, partecipa ai bombardamenti sulle truppe austriache che avevano iniziato l'offensiva, riuscendo a passare il Piave e ad attestarsi sul Montello, dove cade l'asso dell'aviazione da caccia Francesco Baracca, che il poeta commemora il 26 giugno con un discorso sul campo d'aviazione di Quinto di Treviso.
Poi prende parte con una squadriglia al grande bombardamento di Pola, eseguito la mattina del 17 luglio.
Queste azioni gli avevano fatto riaffiorare il desiderio del volo su Vienna; anzi il desiderio era divenuto un' ossessione.
Da piu' di un anno D'Annunzio aveva progettato di volare su Vienna, ma le difficolta' tecniche dell'impresa, legate soprattutto al problema dell'autonomia degli apparecchi per un volo di mille chilometri, avevano indotto il Comando Supremo dapprima a negare il consenso e poi a ordinare prove di collaudo. Quando queste ultime ebbero dato esito positivo (fin dal 4 settembre 1917 D'Annunzio aveva compiuto, a tale scopo, un volo di dieci ore) la piu' volte invocata autorizzazione venne sotto forma di uno sgangherato messaggio che voleva attingere al dannunzianesimo imperante:


"Il volo avra' carattere strettamente politico e dimostrativo; e' quindi vietato di recare qualsiasi offesa alla citta' ...... Con questo raid l'ala d'Italia affermera' la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica.
Sara' vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza.
Questo annunzio sara' il fausto presagio della Vittoria".


Un primo tentativo di volo fu fatto il 2 agosto, con tredici apparecchi, ma per la persistente nebbia gli aviatori dovettero rientrare.
Anche il volo intrapreso l' 8 fu interrotto a Klagenfurt per il vento contrario.
La mattina del 9, alle 5.50, dal campo di San Pelagio (Treviso) si alzarono undici apparecchi: un biposto col pilota capitano Natale Palli e Gabriele d'Annunzio, e dieci monoplani, con Locatelli, Allegri, Censi, Finzi, Massone, Granzarolo, Sarti, Ferrarin, Masprone e Contratti.
I velivoli di Ferrarin, Masprone e Contratti dovettero atterrare non appena partiti.
Sarti fu costretto ad atterrare in paese nemico, presso Wiener-Neustadt.
Gli altri sette compirono l' impresa, giunsero su Vienna alle ore 9.20 e vi lanciarono 50.000 copie di un manifestino in italiano preparato dal Poeta che recitava:


In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, I'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge.
II destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. E' passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
La vostra ora e' passata. Come la nostra fede fu la piu' forte, ecco che la nostra volonta' predomina e predominera' sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebrezza che moltiplica l' impeto. Ma, se l' impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo e' detto per coloro che usano combattere dieci contro uno.
L'Atlantico e' una via che gia' si chiude; ed e' una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l' Ourcq di sangue tedesco.
Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della liberta', non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo.
Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino.
Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.
Viva I' Italia !

Gabriele d'Annunzio


Il testo dannunziano, che dato il suo carattere sarebbe stato troppo difficile - se non addirittura impossibile - tradurre, veniva giudicato mancante di efficacia da Ferdinando Martini, che cosi' commentava: "Quando D'Annunzio fece le sue prime prove come soldato, la gente, poco fidando nel suo valore o nella sua bellica abilita', disse: " Scriva e non faccia". Ora io dico di lui, dopo altre molte prove: "Faccia e non scriva".

Ad ogni buon conto furono lanciate anche 350.000 copie di un secondo, ben piu' pratico, manifestino scritto da Ugo Ojetti e tradotto in tedesco.


Viennesi !

Imparate a conoscere gli Italiani.

Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della liberta'.

Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.

Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle liberta nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi ne' pace ne' pane, e vi nutre d'odio e d' illusioni.

Viennesi !

Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perche' vi siete messi l'uniforme prussiana ? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'e' volto contro di voi.

Volete continuare la guerra ? Continuatela, e' il vostro suicidio. Che sperate ? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani ?
La loro vittoria decisiva e' come il pane dell' Ucraina: si muore aspettandola.


II comunicato ufficiale del Comando Supremo riporto':


Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposti, al comando del maggiore d'Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5.50, dopo aver superato non lievi difficolta' atmosferiche, raggiungevano alle ore 9.20 la citta' di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti.

Sulle vie della citta' era chiaramente visibile l'agglomeramento della popolazione.

I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno ad alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener-Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia parti' compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientro' al campo di aviazione alle 12.40.

Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt.


L'impressione che questo raid produsse in Italia e nel mondo fu enorme. A Roma fu lanciata la proposta d' incoronare d'Annunzio sul Campidoglio. Fortunatamente egli rifiuto' :)







Il 19 agosto D'Annunzio scriveva ad Albertini (direttore del Corriere della Sera) che egli aveva esternato tutta la sua preoccupazione per il volo, ed il rammarico di non essere riuscito ad impedirlo e che, naturalmente, gli aveva chiesto di riservare al Corriere il racconto delle nuove gesta:


"...Sapevo quale fosse il tuo sentimento, in quei giorni d'ansia, e temevo di parlarne con te. Quando m' incontrasti avevo la febbre. II 2 agosto partii pel primo tentativo con la febbre a 38.5. Poi, a poco a poco, mi sentii meglio. Non vivevo se non di volonta'; e nulla mi toccava. II 7 venne l'ordine di rinunziare all' impresa. Chiesi 48 ore al generale Badoglio, supplicando; me le accordo'.
Partii il di' 8, e dovetti tornare indietro. II 9 sentii che nulla avrebbe potuto impedirmi di andare fino a Vienna. Feci giurare Palli e altri quattro compagni. Arrivammo. Certo, io debbo raccontare i miei giorni. Ma li raccontero' in una maniera intima, con la mia visione particolare.
Ne faro' un libretto come per la Beffa di Buccari. Sono proposto per la medaglia d'oro; ma per darmela, me ne dovranno togliere una d'argento. O tirchieria italica !
Ho disegnato un nuovo volo a Budapest. Per la propaganda sarebbe efficacissimo. Ma incontro resistenze.
Noi, quando siamo riusciti a fare una cosa, ci riposiamo per un paio d'anni.
Pensa all'efficacia immediata d'un nuovo colpo. Si tratta di un centinaio di chilometri in piu'...".


Il racconto del volo su Vienna D'Annunzio non l' ha scritto. Solo nel Libro Segreto ci sono due pagine che ricordano il ritorno dal cielo di Vienna e la sua amicizia con Natale Palli.

Per quel volo il poeta ebbe la promozione a tenente colonnello ma non la medaglia d'oro che venne commutata nella promozione da cavaliere a ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia: un cambio che D'Annunzio non gradi' affatto e di cui si lamento' a lungo negli anni con Ugo Ojetti.






NOTE TECNICHE SUGLI AEREI


(A cura di Luca Parisi)


Lo S.V.A. 5 di cui era dotata la 87a Squadriglia "La Serenissima", protagonista del volo, e' un ricognitore a lungo raggio di produzione Ansaldo, entrato in linea nel 1917 e prodotto in 2000 esemplari fino al 1928, anche in versione idrovolante.

Il catalogo Jane's non e' molto coerente sull'origine del nome S.V.A., che identifica talvolta come "Spa Verduzio Ansaldo" (Spa e' il nome del motore, vedi oltre), e altrove come "Savoia Verduzio Ansaldo". In ogni caso, Verduzio e' il progettista, e Ansaldo il costruttore.

Il nome completo del biplano e' S.V.A. 5 "Primo", ed e' un monoposto dedicato al bombardamento diurno e alla ricognizione. La struttura e' in legno con rivestimento in tessuto per la velatura e in compensato per la fusoliera. In occasione del volo su Vienna, classificato come "missione di pace", il leone alato della Serenissima sulla fiancata era dipinto con il Vangelo aperto sul motto "Pax tibi Marce Evangelista meus", mentre nelle azioni di guerra il Vangelo era chiuso e il leone stringeva una spada sguainata.

Oltre alla famosa missione su Vienna (volo di 700 miglia compiuto in meno di 7 ore), altri aerei della famiglia S.V.A. furono protagonisti di missioni dimostrative, come la crociera sulle Ande, (luglio 1919, pilota Antonio Locatelli, uno dei 7 partecipanti al raid su Vienna), e la travagliata crociera Roma-Tokyo (gennaio-maggio 1920, piloti Artuto Ferrarin e Guido Masiero), quest'ultima su modello biposto (S.V.A. 10, credo).

Seguono un po' di dati tecnici (tra parentesi sono stati lasciati quelli di Jane's, per confronto, anche perche' non corrispondono perfettamente):

Apertura alare: 9,18 m (29 ft. 10 in.)
Lunghezza: 8,13 m (26 ft. 7 in.)
Altezza: 2,72 m (10 ft. 6 in.)
Superficie alare: 26,90 mq (261 sq. ft.)

Peso a vuoto: 665 kg (1450 lbs.)
Carico utile: 315 kg (about 450 lbs. has been flown with 650 lbs.)
Peso a pieno carico (armamento e carburante): 2315 lbs.

Prestazioni:
Velocita' max: 220 km/h (speed at sea level 145 mph; landing speed 45 mph)
Autonomia: 4 h (tank capacity 6-7 hours)
Salita: a 3000 m (10000 ft.) in 10 min. (a 20000 ft. in 28 min.)

Armamento: 2 mitragliatrici Vickers fisse in caccia, sincronizzate e fino a tre bombe da 25 kg.

Motore: SPA 6A da 220 CV

Il motore era costruito presso la SPA - Societa' Piemontese Automobili, a Torino. Si tratta di un 6 cilindri in linea, raffreddato a liquido, da 220 H.P. a 1600 giri/min (225 H.P. a 1700 giri). Le dimensioni dei cilindri sono ~13,5 cm (5.31 in.) di calibro per ~17 cm (6.69 in.) di corsa. Doppio carburatore Zenith, accensione Marelli tipo N2, valvole e albero a camme sono antrambi in testa, ecc...



ICONOGRAFIA




Gli aerei pronti al decollo

D'Annunzio con Natale Palli

Ancora D'Annunzio con Natale Palli sull'aereo

In volo

I manifestini sulla citta'

Un manifestino originale



NOTE FINALI



Poche note di commento. L'episodio del Volo su Vienna e' alquanto famoso e non ho dovuto andar molto lontano nelle mie ricerche.
E' bastato scorrere le principali biografie dannunziane di Pietro Chiara, Guglielmo Gatti (ottima), Paolo Alatri, Philippe Julian ed il Catalogo Fotografico D'Annunzio (Ed. Il Vittoriale, 1978) per avere soddisfacente materiale testuale ed iconografico.
Per il Bollettino del Comando Supremo e' stato sufficiente scorrere la Raccolta dei Bollettini di Guerra per l'anno 1918.
Grandi ringraziamenti a Emilio Desalvo per i preziosi consigli ed a Luca Parisi per la stesura delle note tecniche degli aerei.
A trovare la foto del manifestino lanciato su Vienna ed a suggerire 'ab initio' questo piccolo lavoro e' stata l'amica telematica di sempre Serena Iannicelli cui giustamente dedico questa non spiacevole fatica.





(Aereo del Volo conservato al Vittoriale)






Torna a Dannunziana