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Oskar Kokoschka1886-1980

Austriaco, è pittore, illustratore, poeta e drammaturgo. Si forma a Vienna, dove nei primi anni del secolo conosce Adolf Loos e Karl Kraus. Nel 1909 partecipa alla Internationale Kuntschau del gruppo di Klimt e rappresenta il suo dramma 'assassino, speranza delle donne'. A Berlino, nel 1910, collabora alla rivista 'Der Sturm'. Dal 1912 al 1914 ha una relazione con Alma Mahler. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola volontario e resta gravemente ferito. Nel 1919 è professore all'accademia di Dresda. Nel 1922 partecipa alla Biennale di Venezia. Con l'avvento del nazismo si trasferisce a Praga: le sue opere rimaste in Germania vengono confiscate ed esposte alla mostra di 'arte degenerata'. Frattanto, cresce il suo impegno politico. Muore in Svizzera ormai celebre. I suoi inizi sono vicini ai modi sottili, raffinati, sognanti di Klimt; poco dopo però cominciano ad apparire le sue opere personali, contraddistinte da un segno forte, deformante, ma sempre pieno e spesso, ricco di curve più che di angoli, che trae le sue più lontane origini dal barocco austriaco e che ha fatto perciò parlare di 'Barocchismo kokoschkiano, senza tenere presente che questo segno è non un mezzo esteriore e ornamentale, ma lo strumento espressivo di un pittore che vede il mondo non soltanto con angoscia, ma anche con amore, distinguendosi perciò dai pittori della Brucke. E poichè resterà sempre fedele alla figurazione, si distingue ancor più dagli astrattisti, con i quali si mostra anzi fieramente polemico sostenendo che essi, creando un'arte che definisce 'non oggettiva', rischiano di perdere ogni contatto con l'umanità. Ciò non significa un ritorno al passato e alla tradizionale riproduzione della realtà esterna; anche Kokoschka sostiene la necessità di penetrare l'oggetto con la propria interpretazione, liberandosi anzi dagli insegnamenti condizionatori, tornando 'al primo grido e al primo sguardo del neonato', ossia, secondo la nota tesi tardo romantica, alla purezza incontaminata del fanciullo, e creando spesso pitture visionarie. In lui infatti, come nei suoi contemporanei, confluiscono tutte le correnti filosofico-letterarie dell'epoca che tendono all'introspezione dell'inconscio, come appare non soltanto dai suoi quadri ma anche dalle sue opere teatrali, in quella ricerca di unità totale delle arti che è uno degli elementi caratterizzanti del tardo romanticismo fra ottocento e novecento. Ma va anche tenuto presente che la visionarietà, l'urlo, l'espressione, sono contenuti in una forma grandiosa, talvolta epica, che conferisce ai quadri di Kokoschka una parentorietà assoluta.


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