Anno 59 a.c.
Anno1436 d.c.
Anno 1570 d.c.
Anno 1664 d.c.
Anno 1750 d.c.
EPOCHE PREISTORICHE
Nelle torbiere di Bosisio e Cazzago si rinvennero cuspidi di freccie in pietra ed oggetti in bronzo; nei laghi di Varese, Biandronno, Comabbio e di Pusiano esistono "Palafitte" ossia avanzi di abitazioni di popoli preistorici sepolti nei depositi lacustri, dove si raccolsero vasi di terra, di osso, armi, strumenti ed utensili di ogni maniera, nonché avanzi ossei di animali, semi di cereali e di piante compresivi quelli della vite selvatica.
Oltre i depositi di Esino formati principalmente di gasteropodi, chemnizie, ammoniti e bivalve diverse; di pesci e rettili dalle forme strane a Perledo e Varenna; di mostruose arietiti a Moltrasio e Carate Lario; di grosse bivalve in Valsolda e Val Menaggio; ricchi depositi di variati fossili (Vedi annotazione C ) ed impronte nel terreno cretaceo della Brianza, trovansi: grotte ossifere con avanzi di orsi "l'orso delle caverne o speleo" al Buco del Piombo (Canzo) ma specialmente nella "Grotta dell'Orso" sopra Laglio, visitata per la prima volta dal dott. Casella nel 1841 e nel 1850 descritta dal R. Don Vincenzo Barelli, Preposto di Laglio.
Altri avanzi di animali come: lupi, volpi, scojattoli trovansi sul Monte Bisbino (m.1325), in Val Menaggio, in Valganna ed Induno, Circondario di Varese, celebre per la sua zona geologica.
La comunità di Dervio era composta, in tempi assai lontani, dalle terre di Dervio, Corenno, Dorio, Vestreno, Sueglio, Introzzo, Tremenico ed Aveno, costituenti l'odierna Pieve.
Le Pievi, in generale, sono composte dalle diverse terre che all'epoca romana erano soggette alla podestà di un giudice. Nel IX° secolo vennero stabilite le giurisdizioni di ogni Pieve e le decime che le terre dovevano pagare (8).
Nel XIII° secolo i paesi della Valle si staccarono da Dervio ed ultimo Corenno nel XVI°, preceduto di non molto da Dorio che nel 1452 trovavasi ancora racchiuso nel territorio di Dervio confinante con Colico alla "Fontana Benedetta". Questa fonte è compresa al presente nel territorio di Dorio che confina con quello di Colico, a nord col torrente Perlino e ad ovest colla linea dei prati e la strada di Fontana sino alla linea del lago.
Il lago rimase in proprietà del Comune di Dervio dalla metà Valle di Grabbia alla Vallisella di Olciasca, che divideva la riviera di Lecco dal territorio episcopale di Como.
Nel medio-evo la Pieve di Dervio fu alla dipendenza della Curia Arcivescovile Milanese, delle città di Como e Milano e di altre Signorie.
Chiamasi medio-evo quello spazio di tempo - circa un millennio - compreso fra l'invasione dei barbari nel 476 e la caduta dell'Impero d'Oriente nel 1453 e, secondo alcuni storici, sino alla scoperta dell'America nel 1492.

NEL XVI° SECOLO il Comune di Dervio-Corenno aveva a rappresentanti ed amministratori un Rettore, detto anche Podestà e Vicario, dodici consiglieri eletti annualmente e scelti in pari numero fra i De-Capitanei, o Cattanei, - vassalli maggiori - i Valvassori ed i Castellani collo stipendio annuo di soldi 20 imperiali. I mancanti alle radunanze senza constatato motivo dovevano pagare la multa di soldi 5. Fra questi consiglieri sceglievansi a sorte, uno per classe, tre consoli che duravano in carica per tre mesi ed a cui subentravano gli altri di trimestre in trimestre; nessuna deliberazione consolare era valida se non presa ad unanimità. I consoli supplivano nelle cause civili il Rettore che sedeva in giudizio il martedì e venerdì di ogni settimana, non festivi, premesso il suono della campana grossa, nella casa comunale a Ventilia in Via della Croce, ora Cantone di San Rocco in comune di Corenno, dove alcuni fondi ed una strada campestre conservano il nome di Crocetta. Venivano pure nominati: un canepario, tre procuratori, un notajo comunale, un perito e pesatore del pane, un banditore, tre verificatori dei pesi e misure, e nove campari che stavano in carica dai primi di agosto sin dopo il raccolto dei prodotti agricoli, escluse le olive.
Gli ambasciatori ed i soldati che potevano occorrere al comune venivano scelti in parti eguali come i consiglieri e pagati secondo la loro condizione, qualità e grado; se però pochissimi ne occorrevano, si sorteggiavano fra i consiglieri, che non potevano rifiutarsi sotto pena di soldi 100 di multa.
Le rendite del Comune, oltre il prodotto delle imposte sui terreni, consistevano negli incanti del pascolo e monte di Bientro, prati a Presungio ed a Fontana Benedetta; bosco di Zello, ora in Comune di Dorio, che unitamente al prato appartiene alla Prebenda Propositurale di Dervio; bosco Lenteno, Gaggio e le betulle riservate, nonché la pescagione nel lago e nel fiume. In questo, dal ponte di S. Quirico allo sbocco nel lago estendendosi per 200 braccia (vedi Annotazione N ) verso la Balma ed altrettanto verso Corenno sino a metà lago. Questa zona di pesca chiamavasi lago di mezzo, o lago di Cona; il rimanente era diviso in tre parti: dalla Valle di Grabbia al lago di Cona; da questo alla Gualeta di Corenno e da quella alla Vallisella d'Olciasca, sempre sino a metà lago. Tutti gli abitanti del Comune avevano diritto di pesca colla "molagna" così ancora chiamata in alcuni paesi del lago, la "spaderna" colla fiocina, tramaglio e gualeta. Era libero ai comunisti ed a i foresi la pescagione nella parte di fiume compresa fra il ponte di S. Quirico e la Valle di Lentredo, nonché la pesca degli scazzoni - bosc - (cazzuole) colla fiocina in tutte le acque del comune.
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