CONTRIBUTIONS

 

SUMMARY / Sommario

Here you can find:

  1. CANOA FLUVIALE E LUSSAZIONE DI SPALLA. Original text by Dr.Marshmello (Marcello Zavatta), surgeon and ww paddler, written in December 1998, about shoulder dislocation.
  2. SPALLE IN PERICOLO. An article in "Canoa & Rafting", n. 2, march 1992, by Dr. Marco Forni, physiatrist, about shoulder dislocation.
  3. IL MAL DI SCHIENA. An article in "Canoa & Rafting", n. 5, september 1992, by Dr. Marco Forni, physiatrist, about back-ache.
  4. ESERCIZI DI PREVENZIONE. Original text by Dario Bassignano about prevention and muscular exercises.

 

SHOULDER DISLOCATION

All medical professionals agree that this is a primary risk in canoeing practice. They also agree that the reduction, or setting af a shoulder gone out of place is delicate and risky even if done by an expert. Third important thing: prevention in form of strenghtening gimnastics.

1) LA LUSSAZIONE DI SPALLA

Molto spesso sentiamo parlare di canoisti vittime di questa patologia. Essendo poi la "Sindrome del Barbiere"(*) molto comune quando si discute di certi problemi, ho pensato che alcune nozioni potrebbero essere d 'aiuto nel chiarire un pò le idee, fermo restando il fatto che si sono scritti fiumi di libri sull’argomento e non è mia intenzione entrare troppo a fondo nei dettagli. Cercherò di utilizzare un linguaggio chiaro e comprensibile al neurone medio di un canoista medio.

(*)"Sindrome del Barbiere" = Per chi ne soffre, ogni discussione diventa un affare di stato e la propria idea personale è un dogma anche se aveva letto qualcosa a riguardo per la prima volta un mese fa sulla Gazzetta dello Sport... tutto il resto è merda.

COS`E` LA LUSSAZIONE DI SPALLA

Con il termine "Lussazione di Spalla" (LS) si definisce la perdita dei normali rapporti articolari tra la testa dell’omero e la superficie articolare della scapola. La testa dell’omero esce così dalla sua sede anatomica provocando:

Se la LS si è verificata una volta, è molto facile che si verifichi ancora (LS Recidivante); il rischio di una successiva LS aumenta con l’aumentare delle recidive (e a questo punto è tempo di pensare seriamente ad un intervento chirurgico). La LS si dice "Ridotta" quando la testa dell’omero ritorna nella sua sede abituale.

PERCHE` LA LS E` COMUNE NEI CANOISTI

La LS è abbastanza comune negli adolescenti e adulti. Il rischio è notevole in tutte le situazioni nelle quali la spalla è ipersollecitata nei suoi gradi estremi di movimento (Incidenti stradali motociclistici, whitewater kayak, traumi violenti – ciò significa che, se sei in Lambretta e passando su un ponte vai fuoristrada precipitando nella rapida di V+ del fiume sottostante...la probabilità di contrarre una LS è molto alta, anche se la Lambretta è già impostata correttamente per l’eskimo ). Esistono diversi tipi di LS; il più comune occorre quando il braccio è portato al di fuori dell’asse del corpo e ruotato all’esterno (es.: impugnando in maniera usuale la pagaia e portandola dietro la testa). Questa posizione è abbastanza comune in canoa quando si eseguono l’appoggio alto e l’eskimo in maniera erronea, soprattutto quando ci si porta troppo indietro col busto facendo pressione sul retrobarca.

COSA FARE

Il concetto generale che mi preme sottolineare è quello di usare il buon senso, mettere da parte gli eroismi e preferire fare di meno piuttosto che fare troppo. Qui di seguito sono proposti due possibili scenari:

  1. Sei lo sfortunato di turno: Durante una superba performance nel tuo playhole preferito perdi il sorriso da "macchina fotografica" e avverti che la spalla è andata per i fatti suoi. Mantieni la calma e raggiungi la prima morta disponibile. Se stai facendo il bagno, fregatene dell’attrezzatura - ulteriori sollecitazioni sulla spalla sarebbero molto gravi e comunque, con un braccio fuori uso è molto difficile recuperare se stessi e il materiale. Una volta a riva, siediti e cerca la posizione più confortevole per alleviare il dolore; aspetta l’arrivo dei tuoi compagni. In caso di LS Recidivante puoi tentare un’autoriduzione della lussazione
  2. Vuoi portare il tuo soccorso: Alcune volte non è facile diagnosticare una LS ed il trattamento è quasi sempre problematico soprattutto considerando l’ambiente nel quale si è costretti ad operare. D’altra parte è anche vero che, se si è in possesso della tecnica di riduzione, è molto conveniente tentare manovre riduttive sul posto (i fasci muscolari non sono ancora contratti e la spalla è più cedevole e si presta meglio ad essere manipolata).

Ecco alcune linee guida:

PREVENIRE E` MEGLIO CHE CURARE.

Lo slogan è valido anche in questo caso. Ecco alcuni suggerimenti:

Happy Paddling, Folks!

Dr. Marshmello (Marcello Zavatta)

PS. Quello che ho presentato è solamente un piccolo sguardo su di un argomento molto vasto e complesso. Ho tralasciato molti particolari interessanti che avrebbero potuto rendere difficile il discorso. Spero comunque, con questa paginetta di avere chiarificato un po’ le idee e soprattutto di avere generato un po’ di curiosità sull’argomento.

 

2) SPALLE IN PERICOLO

Non sono molte le controindicazioni alla pratica della canoa fluviale, ma la più grave è sicuramente quella di soffrire di lussazione abituale di spalla. Il motivo è abbastanza semplice: la pagaiata sollecita in modo "improprio" la struttura di questa articolazione. Gli arti inferiori hanno una preminente funzione di sostegno, la testa del femore pertanto deve essere collegata al bacino da un'articolazione molto contenitiva, capace cioè di scaricare peso sul terreno, che chiude, appunto, la catena cinetica bacino-arti inferiori. Il prezzo che l'anca paga in cambio della sua grande capacità di "sostenere" è la ridotta escursione articolare degli arti inferiori. Gli arti superiori, al contrario, costituiscono con le spalle una "catena cinetica aperta", sono cioè concepiti per esplorare lo spazio, utilizzare gli strumenti di lavoro, ecc. Per tale motivo la spalla presenta una ridotta superficie di contatto tra testa dell'omero e glenoide della scapola e affida gran parte delle funzioni di contenimento alle parti molli periarticolari (capsula, tendini, muscoli). Il prezzo che la spalla paga in cambio della grande ampiezza di escursione articolare è una certa fragilità quando viene sottoposta a compressione.
In canoa la catena cinetica aperta si chiude, non con il terreno, ma ,attraversola pagaia, con l'acqua corrente del fiume. La spalla, quindi, torna ad avere funzioni di sostegno, e spesso in posizioni (abduzione estrema ed extrarotazione) che non riescono a sfruttare in modo ottimale la piccola superficie di contatto osseo tra omero e scapola. In queste circostanze l'omero sfugge alla glenoide della scapola e impegna direttamente le parti molli periarticolari che possono anche lacerarsi.
Le manovre che mettono maggiormente alla prova la spalla del canoista sono l'appoggio alto estremo, magari tenuto a lungo se si è finiti di traverso in un buco potente, soprattutto se all'appoggio si aggiungono i movimenti di pagaiata all'indietro effettuata con il cucchiaio, per tentare di uscirne. Un altro movimento delicato è la fase finale dell'eskimo, se eseguito "al volo" e soprattutto se si usa lo stile "all'indietro". Nelle situazioni che abbiamo ricordato la lussazione si produce per trauma indiretto, cioè in sostanza per l'applicazione di forze eccessive a un braccio di leva sfavorevole e mal incernierato sul suo fulcro. Essa però può avvenire anche, più raramente, per un trauma diretto, come quando si urta contro un masso o un tronco.
Esistono individui che, per cause congenite, (lassità legamentosa) o per pregresse lussazioni traumatiche, presentano la cosiddetta "lussazione abituale di spalla". In questa condizione la spalla "esce" spesso e molto facilmente dalla sua sede naturale e altrettanto facilmente vi "rientra", tanto che i portatori di questo disturbo sono soliti ridurre da sé le frequenti lussazioni. E' bene che costoro si convincano che la canoa non fa per loro. La manovra con la quale si riporta la testa dell'omero lussata in sede si chiama "riduzione", è abbastanza semplice ma non priva di effetti collaterali anche gravi se mal eseguita, e dato che questo genere di cose non si impara dai libri evitiamo di descriverla, invitando gli interessati a frequentare opportuni corsi di addestramento.
Per proteggere meglio questo punto debole e per prevenire al massimo i guai, il canoista deve innanzitutto dedicare una certa cura al potenziamento graduale e al bilanciamento dei muscoli che agiscono sulla spalla, e particolarmente dei cosiddetti muscoli stabilizzatori, distinti in: stabilizzatore continuo (muscolo sopraspinoso); stabilizzatori occasionali (muscoli deltoide e bicipite-capo lungo). Il canoista deve poi perfezionare il gesto della pagaiata, dell'appoggio e dell'eskimo e evitare di utilizzare, quando non necessarie, manovre "teatrali" che finiscono con lo stressare inutilmente le spalle.
Per concludere, un'ultima osservazione: la ricerca del movimento armonico, che sfrutta il gioco della corrente e la forza del fiume piuttosto che quella dei muscoli, segue la linea della minor opposizione, ed evita strappi brutali dove non sono necessari, oltre a conferire allo stile del canoista il marchio dell'esperienza, riduce il logorio di quei punti deboli dell'organismo che in canoa vengono maggiormante messi alla prova.

Dr. Marco Forni

 

BACK-ACHE

According to dr. Marco Forni, back-ache is a general problem. Pain is owed to muscular origin. Prevention: starting with a good canoe school, training, stretching.

3) IL MAL DI SCHIENA

Mal di schiena male del secolo, si intitola un libro recente del dottor Robert Maigne, capo di una delle scuole più accreditate di medicina manuale,a significare la grande diffusione di questo disturbo a la sua stretta connessione con le attività della vita quotidiana.
Quando si presenta acutamente, il mal di schiena è un dolore intenso, quasi insopportabile, che impedisce qualsiasi movimento e che preoccupa. Infatti viene quasi automaticamente attribuito a danni alla colonna vertebrale. Questa è una struttura di compromesso tra le due necessità fondamentali e opposte a cui deve rispondere: la necessità di "sostenere" il peso della parte superiore del corpo nelle più diverse situazioni posturali scaricandolo sul bacino, e quella di contribuire a "orientare" le appendici relazionali del corpo, cioè capo e arti superiori. Queste due funzioni sono opposte nel senso che richiedono "rigidità" l'una e "scioltezza" l'altra, cioè solidità in cambio di scarso adattamanto al contesto l'una e flessibilità in cambio di fragilità l'altra.
In realtà gli automatismi difensivi del nostro comportamento motorio ci portano molto più spesso alla rigidità che non alla scioltezza. Studi recenti hanno dimostrato che sono più accurati a precisi i movimenti (ad esempio di raggiungimento col dito indice di un bersaglio, o di esecuzione di una traiettoria) realizzati mettendo in gioco il tronco e l'arto superiore insieme, piuttosto che identici compiti motori eseguiti col solo arto superiore.
Che c'entra tutto questo con il mal di schiena del canoista? La risposta è semplice: c'è un modo giusto per ognuno di noi di compiere i gesti complessi, un modo che ci consente di risparmiare energie sfruttando al meglio le sinergie, e che una volta appreso diventa poi automatico. La cosiddetta "intelligenza corporea" da sola spesso combina guai nel tentativo di mettere riparo ai nostri errori: la sua reazione ai nostri movimenti bruschi o impropri è quella di irrigidire il segmento di colonna interessato, e magari anche quelli vicini, producendo una contrazione muscolare involontaria, persistente e dolorosa. Talmente dolorosa che fa nascere spesso l'idea di una frattura. Ciò che si vuol dire è che molto spesso il dolore viene dai muscoli, e non dalle ossa o dalle articolazioni, e che questo dolore è dovuto al tentativo, lodevole ma inefficace, del nostro corpo di reagire a uno stress a cui lo abbiamo sottoposto.
La cura dell'episodio acuto non può che essere sintomatica: -riposo assoluto su un piano rigido, in posizione corretta, una posizione cioè che attenui l'eventuale iperlordosi lombare senza stirare le radici nervose che partono dal tratto basso della colonna, e uno scarico completo delle gambe:

-una cauta mobilizzazione passiva nelle direzioni di movimento libere dal dolore; un graduale allungamento (stretching) delle catene muscolari posteriori; - un massaggio superficiale cauto rispettando la regola del non dolore, utilizzo eventuale di farmaci antinfiammatori per via generale o, meglio, locale. Esistono poi infiniti diversi approcci, alcuni dei quali decisamente efficaci se eseguiti da mani esperte, che non cito perché esulano dalla presente trattazione.
Non curare adeguatamente un episodio acuto comporta il rischio della cronicizzazione. Infatti anche se il dolore è generato dai muscoli contratturati, quindi soggetti ad una modificazione assolutamente reversibile, il fattore tempo tende ad alimentare un circolo vizioso. La persistenza del dolore infatti induce la nostra "intelligenza corporea" non già a ritenere che la soluzione adottata (cioè la contrattura) sia inefficace, bensì a ritenere che tale soluzione non sia stata realizzata in modo sufficientemente energico. E' per questo motivo che cure di per sé sintomatiche, come gli antiinfiammatori, possono diventare risolutive.
Il tempo della prevenzione si basa invece sull'appprendimento del modo corretto di compiere i movimenti, e, per quanto riguarda il gesto sportivo che ci interessa, su un corretto apprendimento delle manovre relative al governo della canoa e su un adeguato allenamento delle strutture muscolari maggiormante inpegnate. Si noti che, alla luce di quanto detto sopra, allenamento non può voler dire soltanto "potenziamento", ma anche allungamento e soprattutto lavoro percettivo, per armonizzare e rendere più efficace il gesto globalmente considerato.
Gli aspetti peculiari, per quanto riguarda l'assetto della colonna vertebrale durante l'attività canoistica, sono tre: l'iperestensione del tratto lombare della colonna (più frequente in canadese che in kayak); l'eccessiva torsione della colonna, a carico del tratto dorsale ( più frequente in kayak che in canadase); la "sospensione"delle braccia che impugnano la pagaia al muscolo trapezio superiore con l'eventualità di contratture nella regione nucale, dorsale (soprattutto parascapolare) e a livello del profilo superiore delle spalle.
E' chiaro che più il bacino è ruotato in avanti, tanto più accentuata sarà l'iperlordosi che si produce durante una pagaiata eventualmente eseguita usando più il tronco che le braccia.
Il maggior vincolo del bacino al sedile nel kayak (in canadese un certo grado di rotazione può essere assorbito dalle gambe) aumenta il momento di inerzia del cingolo pelvico rispetto a quello scapolare durante un forte movimento rotatorio ( come quello necessario ad esempio per fare un aggancio in "debordée"). I dolori da "sospensione" delle braccia sono analoghi a quelli dell'automobilista non abituato a tenere rilassati gli arti superiori duranti i lunghi percorsi, aggravati dal peso delle pagaia applicato agli estremi distali.
Esistono poi patologie del rachide che possono sconsigliare, se non controindicara, la pratica della canoa fluviale, o che ne consentono la pratica solo in modo non esasperato: scoliosi (cioè deviazioni della colonna sul piano frontale) gravi e in fase evolutiva (di soliti fino ai 15-18 anni) possono peggiorare. A proposito di scoliosi è importante notare come non sia l'eventuale "asimmetria" del gesto a costituire un pericolo (nel qual caso la canadese dovrebbe essere controindicata), quanto il peso che globalmente grava sulla colonna e l'effetto di trazione della muscolatura ipertrofica fatalmente più potente dal lato concavo della curva. La "simmetria" della pagaiata in kayak è infatti solo apparente, dato che il fisiologico processo di lateralizzazione e ancor più l'eventuale scoliosi fanno sì che tra pagaiata destra e sinistra sia comunque diverso il contributo percentuale dell'arto superiore che sta sopra e che spinge rispetto a quello che sta sotto e che tira; marcate ipercifosi e/o iperlordosi lombari (cioè deviazioni della colonna sul piano sagittale) possono aggravarsi: le prime soprattutto in kayak, le seconde soprattutto in canadese; la spondilolistesi, cioè lo scivolamento di una vertebra sulla sottostante (di solito a livello lombo-sacrale) determinato dalla lisi istmica bilaterale dell'arco vertebrale, peggiora soprattutto con l'esecuzione di movimenti associati ed estremi di torsione ed iperestensione, come quelli che avvengono in occasone di appoggi alti mal eseguiti o nella fase finale dell'eskimo; fragilità della colonna determinate da pregresse fratture mal consolidate.
Prima di intraprendere l'attività canoistica dunque: fatevi visitare accuratamente; consigliatevi con lo specialista se siete molto giovani e avete una scoliosi evolutiva; frequentate una scuola di canoa e fatevi seguire da istruttori preparati: lo "stile" infatti non è soltanto un vezzo estetico, ma la garanzia di movimenti eseguiti con la massima efficacia e il minor stress per l'organismo.

Dr. Marco Forni

PREVENTION

4) ESERCIZI DI PREVENZIONE

Io ho subito tre anni fa' una sublussazione della spalla destra peggiorata in seguito per una brutta caduta sugli sci; ho rimediato al tutto in modo a dir poco ottimo eseguendo in palestra una serie di esercizi di extra-rotazione e intra-rotazione atti a rinforzare la muscolatura della spalla (Il tutto su consiglio di un istruttore che proveniva dalla canoa olimpica) Questi esercizi andrebbero eseguiti con pesi e cavi, ma si possono anche fare con gli elastici utilizzati dalle palestre (tipo lacci emostatici per intenderci) reperibili nei negozi di articoli sportivi. Non e' semplice spiegare a parole un esercizio per cui anche voi dovrete fare un notevole sforzo mentale .

INTRA-ROTAZIONE PIANO VERTICALE - elastico fissato al muro in basso (30 cm dal pavimento) - posizione di partenza con spalle parallele al muro a circa 1 metro, avambraccio perpendicolare al terreno rivolto VERSO IL BASSO, braccio parallelo al terreno e al muro, mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso dare le spalle al muro - rotazione avambraccio VERSO L'ALTO fino a portarlo parallelo al pavimento tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)

EXTRA-ROTAZIONE PIANO VERTICALE - elastico fissato al muro in alto (200 cm dal pavimento) - posizione di partenza con spalle parallele al muro a circa 1 metro, avambraccio perpendicolare al terreno rivolto VERSO L'ALTO, braccio parallelo al terreno e al muro, mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso dare le spalle al muro - rotazione avambraccio VERSO IL BASSO fino a portarlo parallelo al pavimento tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)

INTRA-ROTAZIONE PIANO ORIZZONTALE - elastico fissato al muro all'altezza del bacino - posizione di partenza con spalle perpendicolari al muro a circa 1 metro - braccio disteso lungo il tronco - avanbraccio a 90 gradi rispetto al braccio, parallelo al terreno e al muro - mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso (lavora l'avambraccio piu' vicino dal muro) - rotazione avambraccio in orizzontale fino a portarlo a contatto con l'addome portando l'elastico in tensione tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)

EXTRA-ROTAZIONE PIANO ORIZZONTALE - elastico fissato al muro all'altezza del bacino - posizione di partenza con spalle perpendicolari al muro a circa 1 metro - braccio disteso lungo il tronco - avanbraccio a 90 gradi rispetto al braccio, parallelo al terreno e al muro - mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso (lavora l'avambraccio piu' lontano dal muro) - rotazione avambraccio in orizzontale fino a portarlo all'esterno in una posizione allineata alle spalle portando l'elastico in tensione tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)

ALZATE LATERALI - braccia distese lungo il tronco che impugnano due manubri (pesi via via crescenti), impugnatura verso il tronco - alzare braccio e avambraccio (allineati) fino alle spalle lateralmente, cioe' allineato alle spalle (3 serie da 15 ripetizioni)

ALZATE CON BILANCIERE (EXTRA e INTRA ROTAZIONI) - le mani impugnano il bilanciere ad una distanza di 50 cm, distese lungo il tronco e con impugnatura (palmo) rivolta verso l'interno - portare il bilanciere verso l'alto fino ad avere le braccia parallele al pavimento e sullo stesso piano delle spalle, ruotare il polso verso l'alto e distendere il bilanciere verso l'alto, riabbassarlo fino ad avere le braccia parallele al pavimento e allineate alle spalle, ruotare il polso verso il basso e riportate il bilanciere verso il basso Il peso del bilanciere deve essere moderato

MUSCOLI INTERESSATI: - Extra-rotazioni: sottospinato e piccolo rotondo, cuffia rotatori - Intra-rotazioni: sottoscapolare, grande rotondo, cuffia rotatori - alzate laterali: deltoide e sovraspinato Non so se sono stato chiaro, anzi ho dei dubbi ... sono comunque esercizi semplicissimi nell'esecuzione ma formidabili per irrobustire le spalle .... provare per credere!

Dario Bassignano

 

 

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