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La scrittura: osare farsi creatore, ascoltando la voce che ci parla quando lasciamo fluire l'essenza in noi.

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...siamo vortici di luce...
In questa pagina:
La vita
Il mondo
Il tempo
Lo scrivere
La consapevolezza






LA VITA

  • Una mia amica dice spesso che la vita è una presa per il culo. Non sono così drastico al riguardo, però è innegabile che talvolta si avvertono curiose sfasature, come quando ognuno rincorre qualcuno che rincorre qualcun altro, e tutti compiono le azioni giuste ma in ritardo o con le persone sbagliate. Tutto ciò visto da fuori risulta comico, ma dall'interno viene vissuto con dolore tragico. Un po' come il frenetico agire quotidiano del grande formicaio mondiale. (da Verba manent, lug. '02)

  • Quando ci s'innamora dopo un periodo grigio e ogni istante diviene un incanto e ce ne accorgiamo, rischiamo di diventare noiosi con chi si trova a raccogliere le confidenze senza poterne condividere l'intensità sentimentale. Eppure si corre il rischio, perché è impossibile non lasciar tracimare anche verbalmente quella gioia che ci riempie potentissima. (da Verba manent, ott. '02)

  • La mia panettiera ha degli occhi bellissimi. Mentre aspetto al di qua del bancone, mi chiedo come faccia a non accorgersene il marito fornaio mentre sta litigando con lei... La solita storia delle piccole incomprensioni che quando rientrano nella sfera della coppia accendono il conflitto, dando luogo a scontri che normalmente non si svilupperebbero: paradossalmente, spesso capita di trattare peggio proprio le persone che ci sono più vicine. (da Verba manent, nov. '02)

  • Le leggi sui libri e cominci a pensarci. Però è quando le incontri nella realtà che le perle di saggezza ti si manifestano in tutta la loro potenza. Nel giro di poche settimane, ho dovuto assistere a due funerali nei quali era sovvertito l'ordine naturale. E che la perdita filiale fosse quella di un trentenne assassinato vigliaccamente o quella di una signora sessantunenne già nonna portata via dal cancro in meno di un mese, per la madre superstite lo strazio è stato il medesimo: un incomprensibile diluvio di dolore a colpire un animo che non poteva capacitarsene. (da Verba manent, nov. '02)

  • Sono fortunato. La vita mi regala sempre molto, nelle cose importanti e nei piccoli accadimenti. Come quella volta che è entrata una rondine dalla finestra: ci siamo incontrati in corridoio, mentre stavo per tornare alla tastiera. Lei se ne è stata a mezz'aria, indugiando per darmi il tempo di scansarmi e fare spazio alla sua timidezza. Dopodiché è volata in camera, arenandosi contro i vetri della finestra socchiusa. L'ho aiutata ad uscire prendendola delicatamente tra le mani, emozionandomi al serico contatto delle sue piume, contento di vederla involarsi tranquilla. Non sembrava proprio di essere a Milano. Ricordo che allo stesso modo tempo e spazio si annullarono la volta in cui una farfalla mi si posò su un dito, restandoci per parecchi minuti. L'episodio si ripeté in altro luogo e occasione, con il mio palmo a darle ricetto (impossibile che fosse la stessa, ma le due si assomigliavano molto). Se c'è un filo a legare questi piccoli eventi, è quello della disposizione d'animo, che risultava scevro da ogni velleità di possesso o controllo e semplicemente aperto al godimento di ciò che è. Magari ci riuscissi sempre! (da Verba manent, lug. '02)

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IL MONDO

  • Bisogna ricordarsi di guardare dalla finestra, ogni tanto. E non bisogna trascurare di farlo con gli occhi giusti: quelli del bambino, se non l'abbiamo ammazzato o se siamo in grado di risuscitarlo.
    (da Verba manent, ott. '02)

  • Cromie pastello cangianti delineano il profilo delle montagne in un ultimo anelito iridato prima del crepuscolo. E il piacere della vista vortica intrecciandosi con quello dell'essere intero.
    (da Verba manent, ott. '02)

  • Una babele policroma di sguardi e discorsi, abbracci e incontri. Intrecci e scambi di uno spessore che si rinnova, di un'intensità che si ravviva ogni volta che ci ritroviamo noi traduttori di Langit, uniti da un'attività che non può essere solo lavoro, marchiati da una passione che non è solo divertimento. La storia è quella di una mailing list professionale che si sdoppia e si moltiplica, di contatti telematici che s'infittiscono fino ad incarnarsi quando decidiamo di vederci di persona, quando il virtuale si fa tangibile svelando che dietro ogni messaggio c'è una faccia e dietro ogni parola due occhi che la trasmettono. E dalla moltiplicazione dei raduni vicini e lontani, scanditi o in contemporanea, cresce un'allegra brigata che nell'ubiquità si fa fulgido esempio di commistione, coabitazione di differenze negli atteggiamenti e nell'essere, nella comunicazione con l'altro e nella percezione del mondo. Dei veri meticci culturali, della cui amicizia sono orgoglioso. (da Verba manent, lug. '02)

  • Il cielo ha già fatto clic diverse volte stasera, cambiando magicamente colore. Guardo fino alle Alpi dalla mia finestra e le pulsazioni cromatiche accarezzano la pelle mentre la timida freschezza di una falce di luna ancora fanciulla addolcisce i suoni ovattati di una serata per me stranamente tranquilla. (da Verba manent, lug. '02)

  • Tornare dove per anni e anni un'estate dopo l'altra mi mescolavo alla fanciullezza locale ha originato un mulinio di ricordi sensazioni e associazioni che fa a pezzi la cronologia, inghiottendomi in una vera e propria immersione spaziotemporale. Una miscela sinestetica tra abbandono consapevole all'atmosfera presente, al pieno apprezzamento della bellezza dei luoghi, e flash sensoriali che esplodono nell'essere come razzi sparati da un passato profondamente e dolcemente impresso nel sentire. Una miscela poliedrica che si riversa in tutte le immagini che immense riempiono lo sguardo, nei suoni impetuosi delle acque laggiù nel fondovalle e nella rarefazione serale di ogni passo calcato su quel porfido odoroso di stallatico. (da Verba manent, lug. '02)

  • Il mondo è pieno di contraddizioni, però ci sono luoghi speciali dove queste esplodono, travolgono, sconvolgono, ma alla fine lasciano il sapore dell'incanto. Napoli. L'incanto del vivere condito da un'allegrezza malinconica, di chi sa o intuisce ciò che è stato o ciò che sarebbe potuto essere. Il sapore del vivere condito dall'intuizione dell'essere, che anche a uno sguardo velato sa infondere allegria. (da Verba manent, ott. '02)

  • Si può respirare la luce? Quella del mattino, sì, quando mossa dal vento viene ad accarezzare la pelle delle palpebre ancora socchiuse, fa sorridere già sulle scale, permea di sé il mondo ammantandolo di serenità. E poi mutando a ogni istante continua a regalare colori nuovi allo sguardo, che penetra l'aria abbracciando il bianco delle betulle schiomate insieme al lontano nitore delle cime alpine innevate, in uno scorcio che con i colori autunnali sembra voler comprendere anche tutte le altre stagioni. E per un poco si attenuano i rumori del traffico, mentre perfino lo smog sembra concedere una tregua, perfino qui. (da Verba manent, ott. '02)

  • L'arcobaleno, il bacio colorato tra cielo e terra, è uno degli spettacoli che preferisco. Le altre cose che m'incantano da sempre sono: il cielo stellato e la luna, il fluire dell'acqua in fiumi e torrenti, il variopinto navigare delle nuvole, le onde del mare che si accavallano nella risacca o si frangono esaltate in spruzzi sugli scogli. (da Verba manent, lug. '02)

  • Anche la più bella spiaggia del mondo è fatta di minuscoli granelli posti uno accanto all'altro.
    (da Verba manent, nov. '02)

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IL TEMPO

  • Per chi lavora al computer, la volatilità è un tema quotidiano. Dal virtuale al vitale, dal timore di perdere dati al terrore di vedersi sfuggire ciò che è stato, il desiderio di “salvare” per non perdere memoria e ricordi è giusto e legittimo, ma il pericolo è restare ancorati al vissuto dimenticandosi di vivere. E in effetti, il bisogno di combattere la volatilità si rivela tanto più forte se si teme che il presente non sia all’altezza del passato. Il riscatto verso una nuova felicità può essere solo qui e ora e la parola chiave è il sentire, che al presente e solo al presente esiste. (da Verba manent, lug. '02)

  • Vivere il presente è l'unica cosa realmente possibile al di fuori delle false costruzioni puramente mentali ed è anche soddisfacente se fatto con consapevolezza. (da Verba manent, lug. '02)

  • La memoria dona spessore all'esistenza passata, però non sarebbe male ogni tanto adottare anche l'atteggiamento dei bambini, che si salvano perché non hanno passato. Guardare avanti vivendo il presente senza dimenticare: ecco il magico equilibrio da raggiungere, o quantomeno da rincorrere, se ricerchiamo un'intensità dinamica non superficiale. (da Verba manent, lug. '02)

  • Un rapido confronto tra calendari di diverse confessioni non fa che confermare la convenzionalità di una categoria che ci ostiniamo a suddividere in modo disorganico credendo così di riuscire ad assumerne il controllo. Al di là delle differenze di conteggio ufficiali, tutti noi una volta o l'altra avremo sperimentato la velocità variabile dello scorrere delle ore, con il tempo che non passa mai o che passa troppo in fretta... (da Verba manent, sett. '02)

  • Per ciascuno di noi le date rappresentano qualcosa di particolare, associate a eventi storici o più spesso a vicende private. Sono come pietre miliari nella distesa a fisarmonica della nostra memoria. A fisarmonica perché il tempo nei ricordi è flessibile e un istante passato, anziché trapassare, può rimanere vivo anche nel presente e superare in intensità quelli trascorsi appena due giorni prima. Lo so bene, lo sento, sono fin troppo proclive a guardare indietro ascoltandomi dentro.
    (da Verba manent, sett. '02)

  • Il qui ed ora che si fonde con le memorie è una sintesi preziosa che niente e nessuno ci potrà portare via (tranne il morbo di Alzheimer, s'intende). (da Verba manent, lug. '02)

  • Fin dall'età di dodici anni mi angustiavo per l'eccessiva velocità alla quale sentivo scorrere il tempo. Trovandomi negli anni successivi a leggere i romantici francesi o i testi di Neil Young non scoprii novità, ma rinfrancai quella sensazione.
    Poi, di recente (relativamente parlando) ci fu un periodo in cui il tempo sembrò fermarsi. Più che un arresto, in verità era una sorta di paradosso di Achille e la tartaruga trasposto dal piano spaziale e quello cronologico. Come nella recherche proustiana, ciascun istante assumeva la facoltà di dilatarsi quasi indefinitamente. Una rosa dagli infiniti petali a schiudersi incessantemente per lo stupore benefico di occhi golosi di cuore.
    Ora, purtroppo, avverto nuovamente la furia della vertigine, con il rincorrersi delle settimane che a folate fanno scattare il contagiri dei mesi, a loro volta squieti e scalpitanti, pronti a travolgere ogni evento, a trascinare ogni cosa, a macinare il reale senza nemmeno concedere alla memoria il tempo di fissare i momenti.
    Colgo il segnale, l'avvertimento, il monito a ricentrarmi sull'essere, qui e ora. E a vibrarne col sorriso interiore. (da Verba manent, mar. '04)

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LO SCRIVERE

  • Seguo l'istinto, anche perché credo che la nostra parte intuitiva liberata da complessi e sovrastrutture riesca a sbagliare meno di quanto si possa immaginare. (da Verba manent, nov. '02)

  • Prestare attenzione ai particolari significa attribuire la giusta rilevanza a un fenomeno che ci pertiene come esseri umani: la facoltà di usare un linguaggio verbale per comunicare. E riconoscerne l'enorme potere, la sua capacità di determinare almeno in parte la qualità della nostra vita, donandole ulteriore ricchezza, profondità, spessore. Talvolta il linguaggio ci permette anche di acuire la percezione della realtà, cogliendone meglio le sfumature. È uno dei casi in cui si costituisce in strumento di conoscenza. (da Verba manent, nov. '02)

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LA CONSAPEVOLEZZA

  • Aiutiamoci a raggiungere la consapevolezza con l'arte di porsi gli interrogativi giusti. Per esempio, può rivelarsi interessante e fecondo questo: "Che cosa farei se avessi una bacchetta magica?". Tutti dovremmo cercare di rispondere a questa domanda. Non è banale: basta provarci per rendersi conto che le risposte non sono così ovvie. Non è inutile: se è vero che sulle stelle non si può andare, è innegabile che guardandole ci si eleva. Anche i desideri impossibili servono: ci fanno capire che desideriamo qualcosa, e ciò che desideriamo. Ci danno una direzione, anche se non necessariamente una mèta. (da Verba manent, lug. '02)

  • Il sapore delle parole varia a seconda di come e quando le pronunciamo, le ascoltiamo, le leggiamo, le scriviamo, ce le ricordiamo. E può essere quello del rimpianto.
    La parola, invece, è quella che si trasmette senza nemmeno bisogno di usare le parole. Il sapore della parola si può sentire chiudendo gli occhi. E preferibilmente, baciando. E può essere quello dell'istante che si fa eternità, dell'essenza ineffabile che alberga in noi pronta ad avvolgerci di coccole. (da Verba manent, lug. '02)

  • Quando sappiamo di poterle perdere, quando non diamo per scontata la loro presenza e ne rileviamo il carattere fugace, quando ci prendiamo il tempo per fermarci ad assaporarle, allora riusciamo ad apprezzare meglio le cose e forse a coglierne pienamente la magia.
    (da Verba manent, nov. '02)

  • Le parole sembrano infinite, eppure quando ci accorgiamo che i sentimenti di qualcuno cui teniamo molto cambiano nei nostri confronti, non è sempre facile trovare quelle utili a farcene una ragione.
    (da Verba manent, sett. '02)

  • Cos'è la concretezza? A ben guardare, sono le cose più impalpabili quelle che ci conquistano imponendosi come realtà più autentica: così è per la musica, anzi per l'arte in generale, con le sensazioni che in noi evoca o provoca. (da Verba manent, sett. '02)

  • L'iridescenza è nell'iride di chi sa. Le lacrime, velando gli occhi, cambiano i colori del mondo. Anche il sorriso, illuminando lo sguardo, cambia i colori del mondo. E in più può cambiare il nostro colore, proiettando dall'essere una radiosità che ritroveremo rispecchiata negli sguardi altrui. Anche a distanza. Una questione di scelta, da applicare momento per momento. Per quanto sia faticosa, ne vale la pena. (da Verba manent, ott. '02)

  • Non tutto è spiegabile.
    (da Verba manent, ott. '02)

  • Terremoto, 31/10/02
    Ci ha scosso. Anzi, direi che il mondo ci è crollato in testa. Urla e polvere e poi tutto si è attutito e si è spento per un attimo. Ora però siamo qui a fluttuare, qui sopra di voi che ci piangete. No, quelle sotto le macerie sono solo le nostre carcasse, noi siamo qui leggeri leggeri...
    Dai, voltatevi in su: "Dolcetto o scherzetto?"
    (da Verba manent, ott. '02)

  • Ritrovare la facoltà che hanno i bambini di vedere la realtà in modo semplice, senza le sovrastrutture costruite apposta dalla nostra mente per complicarci la vita e che ci impediscono di godercela. Far valere la capacità di cogliere la bellezza del vivere in ogni istante e di goderne in ogni dove... E guardare avanti vivendo il presente senza dimenticare: ecco il magico equilibrio da raggiungere, o quantomeno da rincorrere, se ricerchiamo un'intensità dinamica non superficiale. (da Verba manent, lug. '02)

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