Grazie Guglielmo!
Riflessione notturna di ritorno da Villa Griffone
Quante volte, nelle buie e fredde serate invernali, con il saldatore in mano e davanti al solito circuito che pian piano prendeva forma, abbiamo immaginato il giovane Marconi intento a costruire dal nulla le sue timide e primordiali apparecchiature, al freddo ed alla solitudine della soffitta, antica stanza dei bachi che il papà aveva concesso non senza tentennamenti ad un figlio del tutto particolare. Abbiamo anche immaginato la madre Annie, con il lume a petrolio in mano, salire le scale fino all'uscio di quello stanzone semibuio per sincerarsi che il giovane Guglielmo, tutto preso dalle sue attività, avesse consumato la seppur fredda cena. A me è capitato di pensarci spesso....

Povero giovane Guglielmo, quanto solo debba essersi sentito lassù in soffitta. E in che misura avrà risentito, così giovane, della sua diversità rispetto ai coetanei.
E già, siamo a fine '800; il mezzo di locomozione universale è il cavallo o, al massimo, il treno a vapore e le luci di casa e di tuttà la città sono a petrolio perchè la luce elettrica è una rarità.
Un ragazzo italiano, di famiglia agiata, fà molte cose alla sua età; và a scuola, forse studia musica e ascolta al teatro le opere del contemporaneo Verdi, ma certamente non stà in soffitta ad inventare una cosa che rivoluzionerà il Mondo!! Guglielmo questo non lo sà ancora..... ma presto lo saprà.
Questo è il Marconi più grande ! Non quello della Compagnia Marconi e dello sfruttamento industriale delle sue invenzioni bensì il primo Marconi, giovane e tenace, alle prese con una cosa del tutto sconosciuta, che non ha ancora un nome, forse intuita ma mai realizzata neppure dagli scenziati già grandi e famosi dell'epoca !

Noi ci siamo stati a Villa Griffone, abbiamo camminato sui prati ed siamo saliti sugli ormai consunti gradini della vecchia scala che conduce in soffitta. Quante volte Guglielmo l'avrà percorsa per andare a verificare le sue esperienze! Siamo entrati in punta di piedi nella stanza dei bachi: è quì che il primo segnale radioelettrico prese "il volo" !
Questo è il nostro centro del mondo; è la prima stazione radioamatoriale!
E ci siamo chiesti quante volte quelle vecchie mura saranno state testimoni di successi e sconfitte, entusiasmi e delusioni, allegria e tristezza....

E ci siamo sentiti piccoli. Abituati alle nostre radio ultramoderne, pieni di lucine, displays multicolori e microprocessori a virgola mobile la visione di quelle primordiali apparecchiature ci ha sconvolti. Vedere con quali rudimentali ma ingegnosi strumenti Guglielmo è riuscito ad arrivare lontano, a scavalcare la collina dei Celestini, così vicina a vedersi ma maledettamente così distante! E ci siamo commossi.... Lo scorgere la collina attraverso quella finestra e sapere come è andata poi a finire la faccenda ci ha fatto venire le lacrime agli occhi. Sì, e' la vittoria del bene sul male, l'eterna lotta.

La finestra, quella finestra, non è una finestra normale; attraverso quel pertugio è passata la Storia, la nostra Storia. Una sorta di "
Stargate ante litteram".Quante volte Guglielmo avrà guardato fuori attraverso di essa, assorto nei suoi pensieri. Quel piccolo, flebile segnale che ha vinto la collina, simbolo di tutte le difficoltà che un geniale inventore possa incontrare lungo il suo cammino, è uscito di lì verso l'ignoto, ed ha superato la collina, ha sconfitto il male.
Un famoso colpo di fucile sottolineò che la collina era battuta, che il bene aveva trionfato sul male! Quell'arma per una volta non uccise ma, anzi, comunicò al mondo la nascita di una invenzione che cambierà per sempre il suo destino, annullando le distanze e permettendo a tutta l'umanità, senza distinzione di razza e di religione, di comunicare senza confini!

A Villa Griffone il giovane Guglielmo diede vita a tutto questo, dal nulla della campagna emiliana di fine '800....

Poi andò via, verso l'Inghilterra ed incontro al meritato successo mondiale che tutti conosciamo ed ammiriamo. Giunsero gloria, fama, brevetti, industria della radio, ricchezza, Nobel, Accademia d'Italia, l'Elettra.
Ma quel Marconi quì non lo sento più mio, non mi appartiene come prima. Lo sento molto professionista ed imprenditore, non radioamatoriale. E' senza dubbio un illustre scenziato, il Nobel per la Fisica e decine di lauree honoris causa lo testimoniano.....ma io preferisco il Guglielmo giovane, quello chiuso nella stanza dei bachi a sperimentare, il Guglielmo
Primo Radioamatore!
In fondo è quello che ci somiglia di più, quello che sentiamo più vicino al nostro modo di concepire la radio.
E' di quel Marconi lì che ci sentiamo oggi "
eredi morali" ed è quel Marconi lì che siamo andati a ad omaggiare a Villa Griffone; quel giovane ragazzo dell'800 che inventò quella cosa che ci ha permesso di trovarci quel giorno tutti insieme e che, dopo oltre un secolo, continua a regalarci nuove emozioni e ci fà sentire sempre più orgogliosamente Radioamatori.

E ogni volta che prendiamo in mano il saldatore, in un certo senso, gli rendiamo omaggio......

                                                                                  Grazie Guglielmo !
Vedi anche la Visita a Villa Griffone
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