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Succede sempre
così quando apro un documento vuoto: prima lo guardo
un po', poi tutte le idee che non erano chiare neanche
prima, incominciano ad annebbiarsi ancor più . Ma,
quando ormai stò per richiuderlo e tornare a
gironzolare per casa, le mie dita incominciano a muoversi da
sole sulla tastiera a scrivere tutto quello che non
salterebbe in testa a nessun altro.
Solo così, o quasi, riesco a sfogarmi e a sentirmi
meno inutile.
Solitamente prima
di decidermi a scrivere, ci metto anche due mesi,ma quando
poi incomincio è difficile frenarmi, ed io mi immergo
in un mondo tutto mio, nel quale nessuno potrà mai
penetrare e dove posso fare tutto quello che voglio.
È il mio mondo personale, quello che ha ognuno di
noi. Magari molti non ne tengono conto, altri ci si chiudono
dentro e non ne escono più, ed altrettanti ,del resto
come me,a volte ci pensano su un pò. Ma poi, quando
ci entrano, vi si immergono completamente .
Il mondo di ognuno
è composto da ciò che ogni persona ed ogni
carattere preferisce; per questo ogni persona deve sentirsi
diversa da tutte le altre, proprio perché ciascuno ha
il "suo" mondo; ma tutti devono sentirsi uguali,
perché sono uniti dal fatto di averne uno. Almeno una
volta nella vita, ognuno di noi, anche se inconsciamente, ci
deve essere entrato e lo deve avere esplorato, gustandone i
suoi pregi e sopportandone i difetti, sempre rimpiangendone
l'abbandono.
Ma chi non ha difetti? Su questo pianeta per ora nessuno. Ad
esempio uno dei difetti del mio mondo è quello di
prendermi troppo, ma il suo pregio principale è
quello di farmi sapere che c'è sempre qualcosa che mi
può consolare. Ad esempio, quando in classe vengo
sgridata acidamente dai professori, io mi chiudo nel mio
pianeta e incomincio il mio viaggio .
Il problema, è che a volte i viaggi sono un po'
troppo lunghi. A quel punto perdo la cognizione del tempo e
del luogo in cui sono e, finchè qualcuno non viene a
ricordarmi di tornare sulla terra, io rimango
lì.
Per ora una delle
pochissime persone che si è accorta del mio mondo,
forse l'unica, è Francesca. Lei sa che ogni cosa che
dice me la deve ripetere almeno cinque volte ed è
anche al corrente che se manco ad un appuntamento è
perché in quel momento non sono sulla terra.
Francesca, come tutti, questa la chiama sbadatezza; ma non
è la sbadatezza ad indurci a fare cose a volte anche
un po' senza senso: è il nostro mondo che noi
troviamo troppo interessante, più di quello condiviso
quotidianamente con gli altri.
Secondo me le
persone che noi chiamiamo sbadate oppure quelle che
chiamiamo imbambolate o disattente sonole migliori. Non dico
questo solo perché sono una di esse, ma perché
sono quelle più fantasiose, quelle che hanno pochi
pregiudizi e che se la cavano anche in situazioni
disastrose. Oserei dire che sono anche le più
simpatiche,perché riescono sempre a tirare fuori le
cose più strane ed interessanti, cioè quelle
che provengono dal loro mondo personale e che nessun altro
conosce.
Queste sono le persone che sanno usufruire del proprio
mondo, mentre ci sono le altre che non lo trovano
interessante, ma preferiscono ad esso i videogiochi o i bei
vestiti e,quando non li hanno a disposizione, non sanno
più che inventarsi e si annoiano a morte .
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