la Voce libera 

Parigi vs. Filadelfia

di Gianni Nencini

 

 

Lettera pubblicata su "il Domenicale" del 7 dicembre 2002 

 

Signor Direttore, 

nel numero del 24 novembre, nell'articolo "Antiglobal? Solo a destra" si sostiene che «non si può dissentire» dalla tesi di Massimo Fini secondo cui «alle nostre latitudini viene sancito politicamente il diritto a perseguire la felicità, come recita la Costituzione americana. Irrealizzabile, dice Fini, perché pensare che l'uomo abbia un diritto alla felicità significa renderlo, ipso facto e per ciò stesso, infelice». Mi permetto di dissentire. Ritengo che si faccia confusione tra Filadelfia e Parigi... Come giustamente riportate, nella Carta americana viene sancito il diritto di perseguire la felicità, mentre nella "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" viene esposto il diritto alla felicità. La differenza apparentemente sembra minima (sta solo nel termine 'perseguire') , ma è invece profondissima. La Dichiarazione di indipendenza, infatti, sottintende un forte pragmatismo e lega libertà e raggiungimento della felicità; nella Carta del 1789, invece, si sostiene utopisticamente e aprioristicamente che l'uomo abbia diritto alla felicità.

Gianni Nencini

 

 

Risposta del direttore Angelo Crespi

Ha ragione. E pensi che il nostro anonimo estensore (ma qui si sa bene chi è)  attribuisce quel "the pursuit of Happiness" (peraltro perfettamente in linea con quanto dice addirittura il Catechismo della Chiesa cattolica) alla Costituzione federale statunitense, mentre invece si trova nella Dichiarazione di Indipendenza del 1776. L'errore non è affatto sottile.

 

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