PROTOCOL #64 - The Merovingian

Appoggiò un volume nero nella scaffalatura in legno scuro.

- Lasciaci.- fece rivolto alla guardia, pur senza voltarsi. Quella si allontanò, chinando la testa e accompagnando la porta.

Lucyfer mosse due passi nell’inutile seppur raffinato studio.

- Il tuo teatrino là fuori non mi è piaciuto per niente.- disse, incrociando le braccia al petto.

L’uomo curvò le labbra da un lato, nel suo classico, seducente sorriso.

- Impongo che anche le mie guardie utilizzino buone maniere con i miei ospiti.- si voltò verso di lei - Se ti danno del voi e ti nominano come l’autorità che rappresenti, non fargliene una colpa. Lo ordino io.-

- Scontato.- concluse Lucy, socchiudendo gli occhi.

L’altro si appoggiò con le mani alla scrivania, il mento alzato verso quell’ambiente scuro ed austero, ma elegantemente raffinato che li circondava. Le scoccò uno sguardo deciso.

- Lucyfer.- sussurrò - Più bella di come ti ricordavo. E credo anche più tremenda. Posso fare qualcosa?-

La donna fece un altro passo avanti, andando ad appoggiare le mani sulla stessa superficie.

- Lo sai perché sono qui.- rispose, con il medesimo sussurro.

Lui la fissò lungamente negli occhi, visibili dopo ch’ella ebbe chinato il capo, permettendo alle lenti scure di scivolare più in basso. L’uomo ebbe un fremito. Qualcosa di segreto che non riuscì a spiegarsi e che non esternò.

- Ho riscontrato una mancanza nel sistema.- disse poi.

Sapeva bene, dunque. Il black out aveva portato con sé la scomparsa della seconda Twofold Unity, ogni unità senziente con un’alta sensibilità neurale l’aveva avvertito.

- Li rivoglio.- si limitò a dire la bionda, senza smettere di fissare nei grandi occhi intensi del Merovingio. Lui dischiuse la labbra per un attimo, poi sorrise di nuovo.

- Innanzitutto merci beaucoup per esserti rivolta al sottoscritto. É una lusinga per me, essere considerato da te come possibile soluzione alla tua mancanza. Tuttavia...-

Lucyfer rimase in ascolto. Lui alzò lentamente una mano e gliela portò al mento, serrandolo in una delicatissima morsa tra le dita.

- ...sei certa di ciò che mi chiedi?-

Passò l’indice sulle labbra seriche della donna che gli stava di fronte, fissandole come incantato. Era come se il rosso di quella bocca minacciasse di divorarlo da un momento all’altro... forse era quello il motivo dell’esplicita attrazione che gli procurava.

- Non sarei qui, altrimenti, mercante.- fece lei, restando volutamente immobile.

Il Merovingio la fissò ancora per qualche istante, la sua voce fredda e tagliente gli procurava da sempre brividi che gli nascevano dalle labbra e lo percorrevano interamente.

Seguì un attimo di silenzio, durante il quale lui ebbe modo di sfilarle gli occhiali neri e trovarsi a stretto contatto con quei pallidi e affilati zaffiri. La scrutò a lungo negli occhi, poi parlò di nuovo.

- Sei sempre così loquace...- mormorò appoggiando le lenti scure sull’ampio scrittoio in legno di noce.

Lucyfer non aggiunse null’altro, mantenne la sua freddezza finché lui le si avvicinò di quel tanto che bastava per sfiorarle le labbra con le proprie, cingendole il viso con le mani.

Un tocco caldo e intimo. Troppo intimo per Lucyfer.

- Rivoglio i miei fratelli.- sibilò.

Ciò causò in lui uno strappo. Il silenzio e la familiarità che si era venuta a creare poco prima si spezzò.

Il Merovingio lasciò scivolare via le dita dal suo volto, portandosi una mano ad un fianco e l’altra a mezz’aria, ridendo sommessamente.

- Oh, ma chérie!- sospirò con un sorriso divertito - Ma sei certa che coloro che chiami fratelli rivogliano te?-

Lucyfer alzò di poco il mento, i suoi occhi fiammeggiarono.

- Non ti permettere.- fece senza tono.

Lui si sistemò la cravatta, lisciandosi i capelli ben pettinati.

- Temo d’essermi espresso male. Pardon!- chinò il capo - Te lo dirò con altre parole. Sei sicura di voler violare le loro scelte?-

La donna si sentì tutt’un tratto chiudere in una dama di ferro.

- Che... cosa?- disse in tono indispettito, aggrottando le sopracciglia.

Il Merovingio finì di sistemarsi il collo dell’elegante giacca.

- Oui, ma chérie, a volte domando a me stesso che senso abbia sovvertire l’ordine delle cose. Volevo porre la medesima questione anche a te, per la tua sopraffina intelligenza rispondervi sarà uno scherzo... mentre a me da ancora dei problemi.-

Sovvertire l’ordine delle cose...

Lo guardava senza espressione alcuna mentre quella frase le rimbombava nella mente.

- Il tuo nome la dice lunga.- proseguì lui - Sembra che tu sia nata per turbare l’ordine degli eventi, Lucifero. Ad ogni modo, non posso esaudire ciò che mi chiedi. É alquanto seccante ammetterlo, ma non è nelle mie possibilità.-

Lei serrò la mascella all’udire quelle parole.

- I programmi senzienti che decidono di cancellare la loro esistenza per divenire qualcosa d’altro non sono il mio forte. Proprio perché sono divenuti qualcosa d’altro non si possono più commerciare, la mia attività di mercante finisce laddove inizia la volontà delle merci.-

Moloch e Belial, merci...?

Di certo come li aveva definiti non le era andato giù, ma non se l’era presa, dopotutto il Merovingio vedeva ogni cosa a modo suo ed arrabbiarsi non l’avrebbe portata da nessuna parte, soprattutto non l’avrebbe aiutata in alcun modo ad uscire da quella delicata situazione.

Quell’uomo non poteva far nulla, insistere sarebbe stato perfettamente inutile. Sapeva bene che le aveva detto la verità. Forse per lo stesso motivo per cui sapeva bene di averli persi dall’inizio ma si era coperta gli occhi.

La cosa da fare era una soltanto.

Si voltò e prese a dirigersi verso l’uscio.

- Dove vai, chérie?- le chiese lui, con voce sicura.

Lucyfer si fermò sulla porta dandogli le spalle, dopo averla riaperta, giusto il tempo per rispondergli.

- A chiudere la mia battaglia.-

 

>Protocol#65<