WHEN ANGELS SINGS - CAPITOLO 12

 

ADESSO TU

 

<<Uffa, ci sono scappate un'altra volta>> disse Takao rassegnato.

<<Sembra proprio che non ne vogliano sapere niente di noi>> rispose Yuri.

Entrarono nello studio di Ethan.

<<Ciao, ragazzi. Come è andata?>>

<<Oh, bene, col trattato è tutto a posto>>

<<Anche con le ragazze, spero>>

<<No, questo no!>>

<<Ma come? Io mi ero messo d'accordo con Sheila apposta per questo!>>

<<Aspetta? Non ho capito bene. Tu ti eri messo d'accordo?>>

<<Ehm, s-sì>>

Yuri sospirò.

<<Tanto adesso non serve più a niente arrabbiarsi. Sono andate>>

<<Oh, Yuri, non essere così pessimista. Anya oggi è a Parigi per una conferenza alla Tour Eiffel. Non mi sembra un'occasione da sprecare>>

<<Ma tu come fai a saperlo?>>

<<Beh, ehm...m-me l'ha detto Sheila>>

<<Ah!>> esclamò Takao.

<<Ma, comunque, Yuri, devi deciderti: vuoi o non vuoi stare con lei?>>

<<Ma, io...>>

<<Yuri, questa volta Ethan ha ragione...>> cominciò Takao.

<<Come questa volta?>>chiese Ethan.

<<Zitto tu!>> lo ammonì il ragazzo <<Yuri, per quattro anni mi hai fatto una testa così su quanto Anya fosse carina, intelligente, dolce...>>

<<Guarda che tu hai fatto la stessa cosa con me!>> rispose l'altro.

<<Sottigliezze! Devi deciderti: o vai da Anya e le dichiari tutto, oppure sarai solo e depresso per il resto della tua vita>>

<<Quanto l'ha fatta drammatica>> sussurò Ethan.

Yuri rimase in silenzio, poi si decise.

<<Ok, ci vado!>>

 

<<Oh, non ne posso più. Odio queste conferenze>>

Anya si sedette, sistemandosi la coppola che portava in testa. Dio, non faceva che pensare a lui. Yuri.

No, non poteva pensarci, non doveva pensarci.

Accidenti, non riusciva a non pensarci.

Abbassò il capo. Il silenzio in quella stanza deserta le faceva gelare il sangue.

La porta si aprì. Entrò un ragazzo. Un ragazzo che Anya conosceva.

<<Anya, dobbiamo parlare>>

<<Peccato, io non ho niente da dire>> si alzò e si voltò. Cercò di apparire fredda, ma...solitamente era una brava attrice, ma in quella situazione non riusciva a fingere.

<<Anya ti prego, come devo dirtelo che...che...insomma, che ti voglio bene!>>

Anya spalancò gli occhi, che subito dopo si riempirono di lacrime.

<<Non potrebbe funzionare, ci faremmo solo del male>>

Le lacrime scesero sulle gote della dolce ragazza.

Yuri la guardava tristemente.

<<Nato ai bordi di periferia , dove i tram non vanno avanti più , dove l'aria è popolare , è più facile sognare , che guardare in faccia la realtà , quanta gente giovane va via , a cercare più di quel che ha , forse perché i pugni presi , a nessuno li ha mai resi , e dentro fanno male ancor di più , ed ho imparato che nella vita , nessuno mai ci da di più , ma quanto fiato quanta salita , andare avanti senza voltarsi mai , e ci sei adesso tu , a dare un senso ai giorni miei , va tutto bene dal momento che ci sei  adesso tu , ma non dimentico , tutti gli amici miei  che sono ancora là , e ci si trova sempre più soli , a questa età non sai...non sai , ma quante corse ma quanti voli , andare avanti senz'arrivare mai , e ci sei adesso tu , al centro dei pensieri miei , la parte interna dei respiri tu sarai, la volontà  che non si limita , tu che per me sei già  una rivincita , adesso sai chi è , quell'uomo che c'è in me .............nato ai bordi di periferia , dove non ci torno quasi più , resta il vento che ho lasciato , come un treno già passato , oggi che mi sei accanto , oggi che si sei soltanto , oggi che ci sei  adesso tu...>>

Le parole smisero di uscire dalla bocca di Yuri.

Anya cadde in ginocchio. Si coprì il viso con le mani.

Yuri vide il corpo di lei sussultare, mentre forti singhiozzi spezzavano il silenzio. Si precipitò. Si inginocchiò davanti a lei e la attirò a sé.

La ragazza non perse tempo: si aggrappò al collo del ragazzo.

Rimasero così per un po', poi Yuri fece alzare Anya.

<<Su, è ora di smetterla di piangere. Le lupe non piangono mai>>

<<Se dici così, vuol dire che non hai mai visto un documentario sui lupi>> rispose la ragazza strofinandosi le guance.

<<Dai, anche se sei bella quando piangi, preferisco di gran lunga il tuo sorriso>>

Ed infatti, a quelle parole, Anya sorrise, sebbene le guance fossero ancora bagnate.

<<Yuri, io...>>

<<No, non occorre tu me lo dica, voglio solo sapere se è vero>>

Per un momento Anya rifletté, ma prese una decisione. Non disse niente. Si aggrappò di nuovo al collo del ragazzo, ma questa volta lo baciò.

Anche se preso alla sprovvista, Yuri si lasciò subito andare ad una cosa sperata per troppo tempo.

Anya si allontanò.

<<Anche se per te non ha importanza, io lo voglio dire lo stesso>>

Mentre lui la guardava dolcemente, lei terminò la frase:

<<TI AMO>>

 

CAPITOLO 13