WHEN ANGELS SINGS - CAPITOLO 9

 

SORRY, SEEMS TO BE THE HARDEST WORD

 

<<Non ci posso credere: espulso>>

Due ragazzi sui 19 anni camminavano discutendo della circolare appena arrivata.

<<Espulso. E poi per cosa? Per aver detto al capo che è ora di finirla con questa sceneggiata>> il ragazzo si sistemò il berretto.

<<Smettila, Takao, non servirà a niente lamentarsi>>

<<Lo so, Yuri, ma che razza di pappamolle ci ritroviamo a guidare quest'associazione. Per risolvere i suoi problemi amorosi deve farne una faccenda di stato>>

<<Su una cosa però hai ragione. Non c'era bisogno di cacciarlo>>

Yuri aprì la porta, e videro il loro vecchio amico davanti al suo armadietto.

<<Ciao, Kei>>

Il ragazzo si voltò verso di loro, facendo intravedere sulla propria guancia un'enorme macchia rossa.

<<Oddio, chi è stato!>>

<<Quel deficente che mi ha cacciato, ecco chi>> Kei chiuse l'armadietto.

<<Accidenti, ma cosa gli hai detto per ottenere un pugno>>

<<Gli ho detto che è un pappamolle, e che se non sa risolvere i problemi con la sua ragazza da solo, è meglio che lascia la RFA e che va a farsi frate>>

<<Ma tu...tu gli hai veramente detto tutte queste cose in faccia?>> chiese Yuri.

<<Sono, stato espulso, Yuri. Secondo te?>>

Yuri si zittì. Era il chiaro e freddo sì di Kei.

Il ragazzo si mise la sacca con tutte le sue cose in spalla.

<<Probabilmente essere cacciato era proprio quello che volevo. Non ce la facevo a stare qui con la consapevolezza che lei era dall'altra parte>>

I ragazzi si scambierono un'occhita.

<<Andrai a cercarla?>> domandò Takao.

<<L'ho persa due volte. Non ci sarà una terza. Quando la troverò, niente e nessuno potrà portarmela via, a costo di rischiare la mia stessa vita>>

Yuri e Takao sorrisero.

<<Buona fortuna>> disse il primo.

<<E arrivederci>> seguì il secondo.

Kei ringraziò col lo sguardo. Si voltò e uscì.

Chiuse una porta per aprirne una nuova.

"Angelo mio, ti rapirò dal paradiso"

 

<<Benvenuti a Parigi, appassionati d'arte di tutto il mondo>>

Un forte applauso.

<<E' un immenso onore per me aprire la mostra artistica sul famoso Edgar Degas. Tanti quadri dell'artista appartenenti a collezioni private ci sono stati "prestati" per tutta la durata della mostra. Rigraziamo il nostro Yuri>>

Il ragazzo si fece avanti con un inchino, pensando a tutt'altro:"devo assolutamente parlare con il capo.

<<che ci ha aiutato finanziando il nostro progetto, e Anya Bellupe...>>

Yuri spalancò gli occhi. "Anya?" pensò.

<<..che purtroppo non può essere presente a questa inaugurazione, ma che ci ha aiutato tantissimo con l'allestimento della mostra. Le guide saranno a vostra disposizione per qualsiasi cosa. Buon divertimento!>>

Yuri rimase al centro della stanza , mentre i presenti andavano a vedere i quadri esposti.

Anya aveva allestito tutto questo. E lui non era riuscito a vederla.

Uscì.

Si ritrovò sulla sponda della Senna.

Sopirò. Che doveva fare per farsi perdonare da lei? Che doveva fare per poterle stare vicino?

<<What I got to do to make you love me, what I got to do to make you care, what do I do when lightning strikes me, and I wake to find that you're not there...what I got to do to make you want me, what I got to do to be heard, what do I say when it's all over, sorry, seems to be the hardest word...It's sad, so sad, it's a sad, sad situation, and it's getting more and more absurd, it's sad, so sad, why can't we talk it over, oh it seems to me that sorry, seems to be the hardest word...Sorry....What I got to do to make you love me, what I got to do to be heard, what do I do when lightning strikes me, what have I got to do, what have I got to do, that sorry, seems to be the hardest word>>

<<Anya>>

Yuri si sedette e posò la fronte sulle mani.

<<Ti prego, torna da me>>

 

Takao fissava l'anello che teneva in mano.

Un giorno l'avrebbe restituito alla sua amata, ma per chiedere la sua mano.

Sospirò.

<<Ti prego, aspettami, Lucia>>

Il solo pensiero che qualcun altro potesse mettere le mani su quella meravigliosa creatura lo faceva tremare di rabbia...

Doveva assolutamente parlare al capo. Quella ostilità doveva finire.

 

<<Grazie, Ludo>>

<<Ma di che cosa? Non sono riuscita a niente>>

Una diciottenne e un'avvocatessa ventenne uscivano dal Palazzo di Giustizia della Paradise company.

<<Cosa? Sei  riuscita a tanto! Quello che volevo era uscire dalla Paradise ed evitare che Kei fosse catturato. E tu mi hai aiutato. Non ti ringrazierò mai abbastanza>>

<<Tu sei troppo buona. Ciao>>

<<Ciao, bella>>

Mentre Liv salutava Ludovica, Anya e Lucia si avvicinarono.

<<Ti hanno espulsa; non è affatto giusto>>

<<Non vi dovete preoccupare di questo: mi avete promesso di fare la richiesta al capo. Vi prego di mantenerla>>

Lucia l'abbracciò.

<<Ritorni Dionigi a prendermi se non dovessi mantenere questa promessa>>

<<Allora è meglio che lo fai>> disse Anya <<anch'io devo andare, baci>>

 

Anya si ritrovò davanti ad una porta rossa.

<<Ah, coraggio, Anya, è tutto nelle tue mani>>

Bussò.

<<Avanti>> rispose una voce femminile.

Entrò. Davanti a lei una scrivania, una poltrona e una figura di donna su di essa. Aveva lunghi capelli tinti tendenti all'arancio.

<<Anya, qual buon vento ti porta in alto>>

<<Il vento è tempesta, Sheila, e la tempesta non produce nulla di buono>>

La ragazza si alzò.

<<No, non dirmi che ce l'hai con me per quella stupida udienza contro Liv. E' stata un'idea del Maggiordomo, no mia>>

<<Anche se non mi va giù, il motivo è un altro: devi smetterla con questa stupida ostilità contro la RFA>>

<<Quelli ci hanno traditi! Hanno rivelato le posizioni dei nostri agenti più importanti, condannandoli a morte!>>

<<Ma se lo sanno tutti che hai litigato con il loro capo!>>

<<Non c'entra niente Ethan! Dovete smetterla!>>

<<Tu devi smetterla! Stanno morendo un sacco di persone! Hai costretto me e le Crazy Angels a combattere contro ragazzi come noi, di cui ci siamo innamorate! Se Liv è cambiata, lo dobbiamo soltanto al membro che doveva catturare!>>

<<Smettila, stupida>>

Anya aveva il fiatone. Non si era mai rivolta a nessuno così, a parte...a parte quando aveva parlato dei suoi genitori a Yuri.

 

CAPITOLO 10