"L'Agenzia delle Entrate di Roma Ladrona ed il Sig. Lotito si accordano calpestando le norme del diritto tributario nella migliore tradizione italiana" 26/03/2005

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Nella settimana 13 dell'anno 2005 la S.S. Lazio SpA ed il Fisco hanno raggiunto un accordo relativamente ai debiti Irpef.
La totalità dei comunicati e delle interviste rilasciate dall'Agenzia delle Entrate e dal Presidente sull'argomento preso in rassegna cominciano con il riferimento al pieno rispetto delle opportunità concesse dalla Legge, la n° 178/2002, atteggiamento tipico di chi è consapevole di aver fatto qualcosa di non perfettamente lecito.
In realtà la procedura in uso per le persone fisiche e giuridiche morose verso l'Erario prevede che queste possano ravvedersi spontaneamente pagando il tributo omesso, la sanzione e gli interessi, D. Lgs. 472/97, entro i termini della presentazione della dichiarazione relativa all'anno in cui è stata commessa la violazione. Inoltre, altra condizione per poter beneficiare dell'istituto del ravvedimento operoso, è che la violazione non sia stata già constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore, o i soggetti obbligati in solido, abbiano avuto formale conoscenza (Circolare Ministeriale n° 180/1998).
Pertanto, per i comuni mortali, se non risulta possibile l'applicazione del ravvedimento e l'Agenzia delle Entrate è a conoscenza dello stato di insolvenza del contribuente, non resta che il ricorso alla riscossione coattiva dei tributi iscritti a ruolo (pignoramento).
A conferma che il metodo seguito con la S.S. Lazio SpA è anomalo vi è il fatto che le Entrate hanno emanato una Circolare, la n° 8 del 4 marzo 2005, fornendo alcune precisazioni di natura interpretativa sulle possibilità offerte dalla Legge n° 178 in modo da renderla idonea a soddisfare gli interessi del Sig. Lotito il quale pagherà 140 milioni di euro (ne deve 160!), in 23 anni (ventitre!), senza sanzione alcuna (avrebbe dovuto essere il 30% del tributo omesso!), ad un tasso di interesse annuo del 2,5% (gli interessi sono compresi nei 140 milioni!).
Mi si obbietterà che la procedura ordinaria avrebbe provocato il fallimento del Club rendendo vano ogni tentativo da parte del Fisco di incassare il proprio credito e che il calcio ha forti implicazioni sociali delle quali occorre tener conto.
Replico affermando che, visti i fatti, pagare regolarmente le imposte non conviene e se i metodi tradizionali di recupero crediti non vengono seguiti per paura del dissesto del moroso è il trionfo dell'incertezza del diritto tributario. Riguardo alle implicazioni sociali del calcio vi rimando alla lettura dell'articolo:

"Sig. Lotito, invece di "aizzare" gli Irriducibili tiri fuori il portafoglio!"

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