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Alla ricerca di Nemo

Un buco nell’acqua?!? Splash! Questa volta la Pixar ci porta ad esplorare i fondali marini, e la vita che vi si cela. Ovviamente, chi poteva esser la causa di questo nostro viaggio se non le peripezie di Nemo? No, non sto parlando del capitano del Nautilus (è evidente la citazione, quanto voluta), bensì di un pesciolino, l’unico figlio di Marlin, il protagonista della vicenda.
La storia è un’odissea sottomarina che ha luogo nei fondali australiano, dalla barriera corallina a Sidney , in cui ci troviamo coinvolti con una miriade di personaggi variopinti e pittoreschi, oltre che di situazioni davvero inusuali!
Tralasciando ogni aspetto tecnico nella realizzazione (a volte si stentava a credere che certi paesaggi fossero virtuali), è da sottolineare il lavoro che è alla base della storia, ricco di significati e rimandi…cose ben più da adulti che da bambini, di cui però usano il linguaggio.
Le caratterizzazioni sono una chicca (già notata in Monster & Co.) , per cui mi pare citare i personaggi principali, se non altro per quel che rappresentano. Si parte, come detto da Marvin, pesce-padre in quanto unico genitore rimasto del piccolo Nemo, iperprotettivo e troppo serioso, cosa ironica, per un pesce-pagliaccio (la sua razza). Quindi Nemo, unico superstite della nidiata, orfano di madre, affetto da una malformazione, vispo ed intelligente, maturo oltremodo. Altro personaggio degno di nota è Dory , una pesciotta smemorata che accompagna Marlin nella sua ricerca ed il cui spirito leggero fa da contraltare alla seriosità del protagonista, messa più volte in ridicolo. Tra i due s’instaura un legame forte sebbene fatto di alti e bassi, che fa riflettere sull’importanza delle differenze. Ci sarebbero numerosi altri personaggi, dagli squali, alle tartarughe, ciascuno col suo bagaglio di stranezze e di esperienze che saranno utili ai nostri, senza dimenticare gli abitanti dell’acquario, una comunità ancora a parte! In tutta la storia l’animale più pericoloso , soprattutto per la sua ottusità è grande, grosso e non ha nemmeno una pinna : l’uomo! Le vicende, infatti, sono innescate dall’uomo, che, soprattutto per i pesci dell’acquario, rimane sempre una presenza fissa, banale, pericolosa, mentre lo spettatore è spinto a vederne gli aspetti più ridicoli, nella sua quotidianità.
In merito ai contenuti, la storia è una riflessione sull’educazione, e pertanto è diretta più verso i genitori (presumibilmente in sala con i figli), all’abbattimento delle disuguaglianze, alla fiducia nel prossimo ed all’accettazione dello stesso, ed in fondo al sorridere un po’ di più!
Allo stesso tempo, son presenti diversi momenti, diverse situazioni piuttosto forti emotivamente, tipo l’inizio del film, che sono sulla falsariga di quelle all’inizio di Bambi, ma che qui non hanno motivo di creare alcuna polemica, mentre sul finire è presente un parallelo, tra i pesci dell’acquario ed i detenuti (il capovasca altresì ricordava molto Marlon Brando, mentre la fuga era nel più classico stile), mentre la scena della pesca dei tonni aveva molto del rastrellamento nazista, sapeva molto da schindler’s list. Questo probabilmente i bambini non lo noteranno, ma l’emozione la ricorderanno, quando avranno modo di studiare la Storia.
In definitiva un film senza pecche di alcun genere, anzi, con un insieme così ben orchestrato di storia, gag,e contenuti, che meglio non si poteva chiedere. Devo convenire che alla Pixar ci sanno fare, soprattutto nel capovolgere i punti di vista! Un altro passo avanti dopo il già splendido “Monsters & Co.”, se continueranno con favole di questo livello ci saranno sogni d’oro per i bambini e .. per quelli che lo restano anche dopo!
Un consiglio, non fuggite all’inizio dei titoli di coda, vi perdereste alcune chicche!

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